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Autore: cherubina    29/01/2015    5 recensioni
Non è facile essere un capofamiglia, soprattutto, se si tratta di una delle famiglie più importanti degli Stati Uniti e si è giovani e ribelli. E se ci sono anche innumerevoli ostacoli da affrontare...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony Brown, Candice White Andrew (Candy), Un po' tutti, William Albert Andrew
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Passeggiare per il Lincoln Park ritemprava Albert e gli dava sempre un po' di serenità: era in quello spazio verde che raccoglieva le idee quando aveva bisogno di restare da solo con i suoi pensieri.

Stare tra orsi bruni, rinoceronti neri, oritteropo e altre specie animali curiose ospitate nel grande parco lo faceva sentire bene come quando aveva lavorato come guardiano negli zoo. A Londra, in Africa, nel suo girovagare per il mondo.

Ripensò con grande nostalgia a quei tempi, a quella vita sregolata e senza obblighi, senza decisioni difficili da prendere. Allora era solo un ragazzo in cerca di avventure e di scoperte ma adesso, adesso che era il capofamiglia degli Andrew, doveva essere un uomo di polso. E non sapeva se ne sarebbe stato capace.

La zia Elroy era rientrata dal suo viaggio in Europa con un'espressione più arcigna del solito e gli aveva propinato la solita tiritera di quella ragazzina poco raccomandabile, porta guai, che si era ostinato a mettersi in casa.

Ma era stata quella rivelazione, quell'accusa che la zia aveva rivolto con astio a Candy:

"Una ragazzina di buona società, come la nostra Iriza, non scivolerebbe mai a commettere simili bassezze: baciare un ragazzo, in più davanti alla Madre Superiora...In quel momento avrei tanto voluto disconoscere quell'orfanella. D'altronde non si può trasformare il buio in luce..."

Albert era rimasto così spiazzato da quella rivelazione da non riuscire a trovare nulla di sensato con cui frenare la collera di Elroy.

E ora che, finalmente, aveva del tempo per riflettere tutti gli oneri che lo avevano sopraffatto negli ultimi tempi si facevano sentire in tutta la loro pesantezza.

Più ci pensava, più si convinceva che non sarebbe riuscito a gestire da solo la malattia di Anthony, l'operazione, la riabilitazione...

Forse avrebbe dovuto chiedere l'intervento della zia Elroy. La logica gli suggeriva di prendere il telefono, chiamare Vincent Brown e pregarlo di tornare presto a casa perché suo figlio aveva bisogno di lui. Ogni buon senso però andava a farsi benedire appena digitava il primo numero sulla tastiera: aveva fatto delle promesse ad Anthony e tradirle avrebbe significato perdere la fiducia del nipote.

E se Anthony avesse avuto ragione? In fondo, dopo la morte di Rosemary, Vincent si era completamente disinteressato di suo figlio...

E se Anthony ci avesse visto giusto anche su Candy? Forse allontanarla, permetterle di vivere la sua vita, era la scelta migliore che potesse fare per lei. A detta della zia Elroy la ragazza provava interesse per un altro studente e, magari, questo l'avrebbe aiutata a crescere, a scoprire l'amore, a concentrarsi su cose belle.

Ma se, da un lato, Albert era lieto che la sua figlia adottiva vivesse simili esperienze, dall'altro era enormemente preoccupato per Anthony. Come avrebbe reagito il suo cuore già malandato alla prospettiva di perdere per sempre Candy? Un turbamento simile era l'ultima cosa che gli ci voleva e, forse, per il momento era meglio tacere l'accaduto al giovane.

Albert però voleva vederci chiaro. Non gli piaceva vivere nella menzogna, stare nell'ombra come, per tanti anni, gli aveva imposto la zia Elroy.

C'era un'unica strada, pericolosa, per fare chiarezza. Anche se questo avrebbe significato tradire l'ennesima promessa e rivelarsi.

"Benedetti ragazzi. Mi farete venire i capelli bianchi prima del tempo!"

Disse tra sé e sé fronteggiando lo sguardo diffidente di un Manul.


Quando tornò a casa fu piacevolmente sorpreso di trovare Anthony in giardino. Lo aveva visto trascinare nella completa apatia giornate intere e, ora, era compiaciuto dal fatto che avesse deciso di dedicarsi al giardino.

"Cosa fai di bello?"

Chiese con voce sommessa poiché, per un secondo, aveva rivisto l'esile figura di Rosemary piegata a strappare erbacce.

"Libero le piante da questa malerba che le infesta e impedisce loro di respirare. Moriranno se nessuno fa questo lavoro. Non hai qualcuno che se ne occupi? Questo giardino è piuttosto trascurato!"

Commentò Anthony con una nota di rimprovero, continuando a lavorare alacremente. Albert notò che era tutto sudato e bionde ciocche imperlate gli si erano appiccicate sulla fronte.

"George ha già tante incombenze, mi sembrava troppo chiedergli di fare anche il giardiniere. Mi fa piacere se tu te ne vorrai occupare ma non affaticarti troppo!"

Anthony si passò una mano sulla fronte e poi sorrise.

"Sto bene, zio. Non preoccuparti!"

Quel repentino cambio d'umore, quella serenità accennata, non convincevano del tutto Albert. Si appoggiò contro la staccionata e studiò il nipote qualche minuto prima di parlare.

"Senti Anthony: io domani devo partire!"

Il ragazzo levò le iridi cobalto in cerca di ulteriori indizi e di rassicurazioni.

"Si tratta di lavoro: devo incontrare alcune persone importanti."

"Tornerai in tempo per...Per la mia..."

Anthony ingoiò a vuoto perché non voleva assolutamente pensare all'intervento, ormai, imminente.

"Certo. Ci sarò per la tua operazione: non ti lascio solo. In questi giorni in cui sarò assente potrei chiedere alla zia Elroy di venire a stare con te."

"No, per favore. Lasciami con George. O se vuoi che lui venga con te lasciami solo. Ma non con la zia."

Albert sorrise.

"A proposito: dov'è che vai?"

Quella domanda quasi scontata, che avrebbe dovuto mettere in conto, mandò in panico Albert. Per qualche secondo fu incapace di mentire.

"Non è che hai intenzione di andare a Londra, vero? Albert se fai una cosa di queste, se solo ti azzardi a dire una parola a Candy, non vorrò vederti mai più. Per me sarai morto!"

Non scherzava. Era estremamente serio nel rivolgergli quella minaccia.

Albert però non ne fu intimorito. Avrebbe corso il rischio.

Per salvarlo. Per salvare il suo caro Anthony.

"Vado solo a New York. Non varcherò nemmeno i confini degli Stati Uniti: è una promessa."

In fondo le promesse erano fatte per essere infrante.


**** ****

Grazie a chi continua a seguire e recensire la storia. Chiedo scusa per il ritardo nell'aggiornamento.

  
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