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Autore: Ginny_Sara    29/01/2015    1 recensioni
Kurt e Blaine e le parole che avevano bisogno di dire.
Blaine restò a fissare le spalle tese del suo primo amore. Pensò “Voltati, Kurt. Ti prego voltati”.
Kurt restò fermo in attesa di sentire la porta chiudersi per potersi finalmente abbandonare alle lacrime.
Perché a volte le parole riescono ad abbattere muri che non sapevamo di aver eretto.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blaine sostò solo un momento più del necessario sulla porta dell'aula canto, dopo che tutti furono usciti. Kurt si voltò a guardarlo, stava lì con la mano ferma sulla maniglia e la testa bassa.

Ad un certo punto voltò lo sguardo per incrociare gli occhi azzurri, che per tanto tempo l'avevano incantato.

-Sai, quando sei tornato...- si sistemò nervosamente la borsa sulla spalla. -Insomma dopo quello che mi hai detto quella sera al bar... Credevo avresti fatto qualcosa di diverso. Sembravi molto convinto.- Rise debolmente cercando di alleggerire l'aria.

Kurt lo fissò per qualche secondo, cercando di scrutare quel volto che riempiva ancora tutti i suoi sogni. -Credevi avrei fatto qualcosa in più.-

Sorrise amaramente quando Blaine distolse lo sguardo colpevole, di cosa si sentisse colpevole Kurt non capiva.

-Avevo tante idee, sai, quando sono tornato a Lima avevo la testa piena di idee per riconquistarti. Solo che era prima che sapessi di Dave. Non posso adesso, non posso distruggere ancora una volta la tua felicità... Ancora una volta ho dato per scontato troppe cose, non avevo pensato che tu potessi essere andato avanti, che tu avessi trovato la felicità senza me... Ma l'hai fatto, tu sei felice anche senza di me, hai trovato un nuovo amore e io non posso semplicemente venire qui e cercare di buttare tutto all'aria.-

Blaine si voltò a guardarlo con quello sguardo che aveva tutte le volte che stava per abbracciarlo, ma restò lì fermo vicino alla porta. Kurt provò a gettare l'ultima ancora, aggrappandosi a quello sguardo. -Se solo...- cercò di controllare il tremore della voce tossicchiando -se solo ci fosse qualche possibilità che tu non sia pienamente felice con lui... che tu possa essere ancora felice con me..-

Blaine abbassò la testa ritraendosi ulteriormente verso la porta, sussurrando -Io... non posso... io..- Kurt subito si pentì delle parole pronunciate.

-Mi dispiace Blaine, io... solo mi dispiace, perdonami... E' che ancora non ho imparato a vivere senza di te, non so come fare... Mi manchi e questo mi porta a dire cose che non dovrei dire... Troverò il modo di vivere senza te, solo...non so ancora come.-

Blaine avanzò lentamente alzando un braccio, ma subito lo abbassò, restando a metà della stanza, tra Kurt e la porta.

-Ma noi siamo amici- disse debolmente – non devi vivere senza me...-

-Si siamo amici, ma sai cosa intendo. Io non ho mai pensato a te come ad un amico. Tu eri quello con cui avrei voluto trascorrere il resto della mia vita.- Fece una pausa, cercando di bloccare le parole che gli stavano salendo alle labbra. Ma queste sgorgarono infine impetuose, incuranti del suo volere.

- Si forse siamo amici, ma l'idea di non potermi svegliare ogni giorno accanto a te mi uccide. Non potrò mai più baciarti o sfregare il naso contro il tuo dopo aver fatto l'amore. Non potrò più osservarti dormire o prenderti la mano per strada. Non sfiorerò mai più con le labbra la piccola voglia scura che hai sotto il collo, né sentirò il tuo respiro sulla pelle mentre facciamo l'amore. Non potrò più infilare le dita nei tuoi ricci morbidi la domenica, quando non metti il gel perché abbiamo dormito fino a tardi. Non potrò più rimproverarti per aver ordinato troppa pizza o prenderti in giro quando senti una canzone di Katy Perry ed inizi a saltellare come un bambino. Non litigheremo mai più per le cose più stupide. Non sentirò mai più la porta sbattere e poi aprirsi subito dopo, vedendo la tua testa sporgere oltre lo stipite con la fronte ancora corrucciata, per controllare se io stia piangendo. Non potò più abbracciarti se tu stai piangendo, anche se vederti piangere mi spezza il cuore. Né potrò cucinarti i pancake per farmi perdonare di averti fatto piangere. Non sentirò più il profumo della colazione cucinata da te la mattina per coccolarmi Non leggeremo più alcuna rivista intrecciati insieme sul divano. L'idea di non fare più tutte queste cose e mille altre con te, mi distrugge, l'idea di non condividere più una vita con te mi devasta.-

Kurt raccolse le piccole lacrime sfuggite al suo controllo e strinse forte gli occhi. Non avrebbe voluto dire tutto ciò, non ne aveva il diritto e lo sapeva- Dopo un respiro profondo alzò lo sguardo verso gli occhi troppi lucidi di Blaine e gli si spezzò ancora una volta il cuore, era solo in grado di farlo piangere.

-Mi dispiace, io non ho nessun diritto di stare qui a dirti queste cose ora. Non quando sono stato io a gettare tutto all'aria per la mia stupida incapacità di essere felice. Non dovevo dirti queste cose quando tu hai un ragazzo con cui convivi anche. Non dovevo. Ti prego vai e fingiamo che io non abbia mai detto queste cose.-

Si voltò sedendosi al pianoforte e iniziando a raccogliere gli spartiti dalla superficie lucida, giusto per tenere impegnate le mani tremanti. Blaine restò a fissare le spalle tese del suo primo amore. Pensò “Voltati, Kurt. Ti prego voltati”.

Kurt restò fermo in attesa di sentire la porta chiudersi per potersi finalmente abbandonare alle lacrime.

Blaine non sapeva perchè, ma era come pietrificato. Pensò ancora una volta “Voltati”, sentiva il bisogno di guardare Kurt negli occhi.

Ma Kurt restò immobile ancora una volta. Le sue spalle tremarono leggermente per l'unico singhiozzo silenzioso sfuggitogli.

Blaine abbassò lo sguardo e fece leva sulla maniglia.

Sostò ancora un attimo sulla porta aperta e sussurrò pianissimo -Anche tu mi manchi- Tanto piano da sembrare un sospiro.

Kurt si voltò improvvisamente a quel soffio, che a lui era sembrato una cannonata, e vide le spalle del suo amore attraversare la porta. Si asciugò nervosamente le altre lacrime sfuggitegli. Non si sarebbe mai abituato a vederlo allontanarsi. Si chiese se avrebbe sempre fatto così male vederlo andare via da lui, sapendo che non sarebbe tornato.

Eppure aveva detto che anche lui gli mancava.

L'aveva detto o Kurt l'aveva solo immaginato?

Si alzò avvicinandosi alla porta, poggiò una mano sul legno freddo e infine lasciò andare le lacrime contro quella stupida porta, che sembrava essersi chiusa per sempre sul loro amore.

 

 

 

Blaine si era concesso cinque minuti. Cinque minuti in macchina nel parcheggio del McKinley. Cinque minuti per bloccare le lacrime, che avevano iniziato a scendere silenziose, per placare il tremore delle sue mani. Cinque minuti per relegare le parole di Kurt in una parte della sua memoria, ben nascosta che apriva solo nei sogni. Cinque minuti e poi girò le chiavi nel quadrò e tornò a casa.

Aspettando che Dave tornasse a casa, preparò alcuni arrangiamenti per i Warblers, scrisse una mail a Cooper e poi iniziò a preparare la cena.

Quando Dave tornò, cenarono insieme. Lui gli raccontò la sua giornata e Blaine la sua. Chiacchierarono tranquilli per tutta la cena. Dave continuò a parlare allegro mentre lavava i piatti e sistemava la cucina. Blaine lo guardò muoversi tra i mobili ed improvvisamente tutte le parole di Kurt iniziarono a farsi spazio nella sua mente. Provò ad immaginare tutto ciò con Dave. Provò a pensare a quando si coccolavano. Provò a riascoltare le loro litigate. Ed improvvisamente sentì le guance umide. Dave si voltò e vedendolo piangere, gli strinse la mano preoccupato. Blaine osservò le loro mani intrecciate. C'era qualcosa di sbagliato. Era tutto sbagliato. Con Dave era parso tutto naturale, ma era sempre mancato qualcosa. Ora Blaine aveva capito cosa. Non c'erano farfalle nello stomaco, non c'era l'emozione di condividere ogni momento. Andava tutto bene, ma nulla di ciò a cui aveva ripensato gli apparteneva davvero. Quando lui e Kurt si sfioravano anche accidentalmente, anche piano piano, lo stomaco di Blaine si riempiva di emozione. Ogni momento insieme era una scoperta. Ogni sentimento era come triplicato quando si tuffava negli occhi di Kurt. Blaine si rese conto che ciò che Kurt aveva detto non era vero, lui non era andato avanti. Aveva smesso di pensare al futuro. Aveva smesso di farlo perché ogni volta vedeva Kurt. Solo lui. Vedeva le lenzuola stropicciate e loro fra esse. Vedeva loro urlare come furie e poi stringersi per tonare a respirare. Vedeva i suoi occhi. La verità era che Blaine riusciva ad immaginare la sua vita solo con Kurt a stringergli la mano.

 

Kurt si svegliò per colpa di un rumore fastidioso che si era infilato nei suoi sogni. Il suo cellulare. Il cellulare stava squillando. Kurt si chiese chi diavolo lo chiamasse alle 2 di notte. Afferrò l'apparecchio e si spaventò leggendo il nome di Blaine sullo schermo. Poteva essere successa qualsiasi cosa. Si affrettò a rispondere e si tranquillizzò sentendo la voce di Blaine all'altro capo, che lo rassicurò sul suo stare bene e gli chiese di scendere ad aprirgli la porta e subito chiuse la chiamata. Kurt scese piano le scale cercando di non svegliare Burt e Carole e aprì la porta. Davanti a lui trovò Blaine, sconvolto, gli occhi rossi e i capelli tutti fuori posto.

-Blaine? Che succede? Va tutto bene? Sei sconvolto.- Blaine lo guardò come se stesse cercando di leggerlo dentro. -Ti devo parlare.- Disse. Kurt subito si scostò per lasciarlo entrare, sconvolto dal tono rauco della sua voce.

-Burt e Carole sono a letto?- chiese, rendendosi conto solo in quel momento di che ora fosse. Kurt annuì.

-Se vuoi possiamo andare di sopra...- Blaine fece un cenno con il capo per farsi precedere da Kurt.

In camera Kurt chiuse la porta e poi si voltò verso Blaine che stava osservando le loro foto su una mensola. Stette in silenzio per un po' e Kurt si sedette sul letto, giusto per fare qualcosa.

-Io e Dave ci siamo lasciati.- Disse improvvisamente e poi si voltò a guardare l'effetto delle sue parole sul volto di Kurt. Lui sentì una bolla gonfiarsi nel petto, ma poi si ricordò delle circostanze e disse -Oh... Mi dispia- Blaine alzò la mano per interromperlo.

-Sta zitto adesso. Non dire che ti dispiace. Ora tocco a me parlare.- Kurt aprì la bocca e subito la richiuse alla sguardo di Blaine.

-Io ho lasciato Dave perché ho capito che lo stava illudendo e non era giusto. Dave è un bravo ragazzo e merita qualcuno che lo ami. Qualcuno che sia pronto a costruire davvero una vita con lui e io non posso farlo. Credevo di esserne in grado ma tu oggi hai distrutto questa illusione. Npn posso farlo perché tu riempi ancora tutti i miei pensieri, perché tu affolli ancora il mio futuro e ti fai spazio nei miei sogni. Ma non è giusto. Non è giusto perché mi hai fatto male Kurt. Mi hai fatto male. Ti ho dato tutto il mio amore, ti ho consegnato il mio cuore e tu hai buttato tutto all'aria. Ero pronto a sposarti Kurt. Da quando hai cantato Blackbird quel giorno, ho capito che eri tu quello con cui avrei voluto passare la mia vita. Ero impaziente di farla iniziare al più presto, di mettere un per sempre scritto, dove per me c'era sempre stato. Tu però hai scritto solo la parola fine e adesso sei qui, sei di nuovo qui e mi dici che mi ami. Mi dici che non riesci ad immaginare una vita senza me, me lo dici dopo che hai cancellato improvvisamente la nostra vita. Non è giusto. Non è giusto perché io sono in grado di farlo, ma tu mi hai fatto male Kurt e non è giusto.- Riprese fiato cercando di calmarsi. Kurt lo guardò con gli occhi lucidi e provò ancora una volta ad aprire bocca, ma Blaine lo bloccò di nuovo con un gesto della mano.

- Oggi, dopo le parole in aula canto ho capito che è inutile fingere che io possa andare avanti, è inutile fingere che io non ti ami ancora. Ti amo Kurt, non posso smettere di farlo. Ci ho provato, davvero ci ho provato con tutte le mie forze, ma non posso. Amarti è per me naturale quanto lo è respirare. Ti amo e mi manchi. Ho capito che ti amo così tanto che non importa quanto dolore io abbia sentito quella sera, ti amo e posso superarlo. Io e te ci apparteniamo, io mi sento completo solo con te affianco.- Blaine si sedette affianco a Kurt e lui si voltò a guardarlo, con il volto ormai inondato di lacrime. -Aspetta non parlare ancora- sussurrò Blaine. Gli prese la mano e osservò le loro dita intrecciate insieme.

- Kurt ho bisogno che tu mi ascolti, ho bisogno che tu capisca.- Lo guardò dritto negli occhi. - Sarà difficile, sarà difficilissimo. Affronteremo altri dubbi, altri ostacoli e un altro miliardo di problemi. Ma ci amiamo Kurt ed è questo che conta. Noi possiamo superare tutto però Kurt se tu credi in noi. Ho bisogno che tu ci creda. Devi avere fiducia in noi. Possiamo superare tutto insieme, basta parlarne.- Si portò le loro mani al petto e Kurt le guardò, erano dove sarebbero sempre dovute essere. -Io credo in noi..- disse con la voce spezzata. -Ti prego non lasciamoci mai più.- Blaine rise e finalmente fece ciò che desiderava fare da mesi. Si baciarono e fu come un' esplosione, tutti questi mesi separati scomparirono e il mondo tornò ad avere un senso. Kurt si staccò giusto un attimo per sussurrare sulle labbra di Blaine -Ti amo-  e poi le parole non servirono più.





-Angolino di Sara-
*coff coff* Ciao a tutti quelli che sono capitati qui. 
Questa è la mia prima storia su Glee. E' nata dalla congregazione di spoiler vari, nostalgia della Klaine e mancanza di sonno. Si è scritta un po' da sola quindi ho ritenuto giusto pubblicarla. E' uno dei tanti scenari che mi sono immaginata per la riconciliazione della Klaine e in attesa di vederla nel tf, lascio sfogare la mia fantastia. XD
Grazie a chiunque abbia letto, se vi va di lasciarmi un piccolo commento mi fareste felice. 
Tanti Kliss <3

-Sara

  
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