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Autore: Andreatorinista    28/11/2008    8 recensioni
[27/11/08 - Orange In The Sun - NaruHina Day]
Hinata deve partire per un viaggio di studi a Los Angeles, e per Naruto è l'ultima chance che ha di aprirgli il suo cuore.
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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RC...
Ricordati Che…

“I passeggeri del volo numero 45 sono pregati di mettersi in fila di fronte al check-in…”
“E così, devi partire.”
“Si. In America il mio bagaglio culturale si ingrandirà di certo. È un’occasione che non capita molto spesso.”
Aeroporto di Malpensa.
Ore otto di mattina.
“Beh allora metticela tutta, occhi di panna.”
In fondo lo sapevo che questo giorno sarebbe arrivato.
Hinata sicuramente non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione di studiare all’estero.
Lei desiderava moltissimo diventare una geologa di professione.
Già alle superiori la affascinava moltissimo lo studio della terra e dei continenti.
Era chiaro che un giorno sarebbe partita.
Eppure, anche se lo sapevo, c’era una parte di me che non lo voleva capire.
“Mi raccomando vedi di non tornare a mani vuote.”
“Ok.”
Una parte di me che desiderava averla con se.
Ma a quell’epoca ero troppo stupido per capirlo.
O forse no?
“Ah salutami gli altri da parte mia.”
“come mai l’hai detto solo a me della tua partenza?”
“Shino voleva partire in gran segreto. Mi aveva concesso di dirlo soltanto ad una persona. Così ho preferito dirlo a te perché…”
“Perché sono il tuo migliore amico, e sapevi benissimo che ti avrei capito.”
“Esatto.”
Un'altra coltellata al petto.
Ma lei non lo faceva apposta.
La colpa era soltanto mia.
C’era un periodo alle medie in cui lei era stracotta di me.
Aveva aspettato tre anni per ascoltare la mia dichiarazione, ma ahimè io in quel periodo pensavo a tutto fuorché alle donne.
E così si mise con Kiba.
Il loro rapporto era durato fino al mese scorso, quando lo trovò a letto con Ino.
Da allora il vecchio gruppo di amici cessò di esistere.
E ognuno andò per la sua strada.
Sakura andò a lavorare come parrucchiera insieme a sua madre.
Sasuke decise di vivere al Sud.
Kiba stava con Ino e i due non facevano altro che scopare dalla mattina alla sera.
Shikamaru e Choji presero la via dell’università, mentre Rock Lee e Neji coronarono il loro sogno di andare a giocare come calciatori professionisti nella US Pro Vercelli, con la speranza di sfondare in serie A, magari nel Toro, visto che lo tifano a morte.
Ovviamente Ten Ten non poteva separarsi da loro, e quindi decise di seguirli per diventare la loro Manager.
Gaara, Kankuro e Temari dopo aver preso il diploma, tornarono a Napoli, città che li aveva visti nascere.
Alla fine rimanemmo solo in tre a comporre quella vecchia comitiva di svalvolati.
Shino, Hinata e io, Naruto Uzumaki.
Pregavo ogni giorno affinché questa amicizia durasse il più a lungo possibile.
A volte lo facevo tra le lacrime.
Ma quando Hinata mi venne a dire che partiva insieme a Shino per andare a studiare a Los Angeles, mi sentii abbandonato.
E così decisi di frequentarla per tutta la settimana che ci separava dalla partenza.
In quei 7 giorni di appuntamenti, me ne resi conto.
La amavo.
La amavo davvero.
La certezza piena di ciò che provavo la ebbi solo all’aeroporto, poco prima della partenza.
“Naruto.”
“Ah?”
“Che hai? Come mai sei così giù?”
“(E me lo domandi anche? Mi dispiace che te ne vai così lontano. Non voglio vederti partite. Non voglio.)”
Strinsi i pugni, cominciando a mordermi le labbra così forte da farmi uscire il sangue.
Non era da me mettermi a piangere, quindi cercai in tutti i modi di non farlo.
Non volevo vederla soffrire.
Anche a lei dispiaceva di partire, e se mi vedeva piangere gli avrebbe fatto il doppio del male.
Ne ero sicuro.
“Ah Naruto ti sanguina il labbro. Aspetta che te lo pulisco io.” Disse prendendo il suo fazzoletto.
Fu un attimo.
La abbracciai di colpo.
Il suo viso era nascosto nell’incavo del mio collo, però potevo chiaramente capire che era diventata rossa come un pomodoro.
“N-Naruto.”
Non avevo nulla da dire.
La prima cosa che mi venne in mente, fu una canzone che avevo ascoltato alla Radio qualche giorno fa.
L’unica che ero riuscito ad imparare a memoria perché sapevo che avrebbe rappresentato alla perfezione questo momento.
Così, senza farmelo ripetere due volte, gli accarezzai la testa, cominciando a cantare a bassa voce.

Ricordati di scrivermi
Ogni tanto da Los Angeles
E mandami il tuo numero di casa
Se vuoi
Sei mesi non son pochi sai
Divertiti fai ciò che vuoi
È giusto allontanarci poi vedremo
Che sarà di noi
Io proverò a combattere
Tristezza e solitudine
Uscendo un po’ più spesso con gli amici
Di sempre
Ma adesso resta ancora un po’
Ascolta quello che dirò
Regalami un secondo di silenzio

“Naruto ma…”

Ssssshhhhh
Ricordati che quando ti cercherai
In una canzone che parla di noi
E si impiglierà tra le tue ciglia
Una lacrima
Ricordati che quando tu piangerai
Con le gambe strette seduta sul letto
Io sarò lì accanto a te
Ti rispecchierai negli occhi miei

Hinata rimase allibita.
Non sapeva che cosa dire.
Mai si sarebbe aspettata da me una cosa del genere.
Si era convinta che io fossi soltanto un suo amico.
Per questo cominciò a piangere a dirotto.
“Adesso capisco. Ecco perché non facevi altro che chiamarmi ultimamente per uscire insieme. Ma perché non me l’avevi mai detto. PERCHE’?” Urlò alla fine, alzando lo sguardo verso io mio.
“Pensavo che a differenza degli altri, tu non avresti pianto, perché mi consideravi soltanto come un’amica e nulla di più. Se fossi venuto a saperlo prima, pur di non farti soffrire, te l’avrei tenuto nascosto. Mi dispiace.”
Come al solito si preoccupava sempre troppo.

Non preoccuparti mai per me
Io me la so cavare sai
Piuttosto abbi cura di te stessa
Di più
Ti giuro non ce l’ho con te
Non c’è nessun colpevole
Adesso dai non abbassare gli occhi
Chiuditi il paltò
E scusami per le idiozie
Che ti hanno fatto piangere
Ma dopo era stupendo fare pace
ridendo
Hanno chiamato il volo dai
Aspetta non lo perderai
Ancora un secondo di silenzio

“ultima chiamata per i passeggeri del volo 45, siete pregati di presentarvi all’uscita numero 7…”
“Naruto devo anda…”

Ssssshhhhh
Ricordati che quando camminerai
Distratta nel traffico e ti volterai
Perché una parola un ombra un gesto
Ti emozionerà
Ricordati che quando ti spoglierai
Nel buio vestita dei nostri ricordi
Io sarò li accanto a te
Ti rispecchierai

Questa canzone era l’unico pretesto che avevo per farla stare insieme a me ancora un po’.
E io volevo sfruttarlo fino alla fine.
Hinata chiuse gli occhi, ricambiando l’abbraccio, mentre le lacrime scendevano copiose sulle sue guance.
“Naruto…che ne sarà di noi ora? Riuscirai a sopportare questa lontananza forzata?”
Ce l’avrei fatta?
Ora che avevo trovato la mia ragione di vita, sari riuscito a resistere al fatto di doverla perdere per altri 6 mesi, se non per sempre?
Si.
Sicuramente ce l’avrei fatta.
L’avrei fatto per lei.

Solo il tempo per noi sa la verità
Se domani io e te ritorneremo qua
Incapaci di vivere lontani
Anche un giorno di più
Solo il tempo dirà se era una bugia
O era giusto per noi cercare un’altra via
Ora vai devo mordermi le labbra
Per non piangere più.

La mia stretta si fece più lenta, fino a che non la lasciai andare del tutto.
La vidi allontanarsi in lacrime, correndo a più non posso per far si che questo addio durasse il meno possibile.
Ma ero sicuro che sia per me, che per lei, questo non era affatto un addio.
Ma un arrivederci.
“Ti aspetterò a braccia aperte amore mio. Ricordati che questo è solo un arrivederci.” Dissi, mentre la vedevo scomparire nella folla che si apprestava a prendere l’aereo.
Mi voltai verso l’uscita, presi l’accendino e l’ultima sigaretta che avevo in tasca e cominciai a fumare.
Il vizio me lo attaccò Shikamaru l’ultimo anno delle superiori, ma a malapena riuscivo a farmi due tiri.
Dopo la partenza di Hinata, arrivai a fumarmene addirittura 4 o 5 al giorno.
Per me erano come una valvola di sfogo.
Un pretesto per far passare il tempo il più velocemente possibile.
E così fu infatti.
6 mesi dopo.
Stesso aeroporto.
Stesso posto.
Stesso orario.
Stesso me.
Ma situazione assai diversa.
“NARUTO”
“Ah? HINATA.”

Ricordati che quando ti cercherai in una
Canzone che parla di noi
E si impiglierà tra le tue ciglia una lacrima
Ricordati che quando tu piangerai con le
Gambe strette seduta sul letto
Io sarò lì accanto a te ti rispecchierai
Negli occhi miei

Sentendo la sua voce, corsi a più non posso e anche lei fece lo stesso.
Finalmente, dopo tanto tempo, eravamo di nuovo insieme.
Uniti, e stavolta per sempre.
“Mi sei manca…”

Ssssshhhhh

“Parleremo più tardi.”
Detto questo, avvicinai il mio volto al suo, interrompendo quella fastidiosa e triste distanza con un bacio.
Avevamo superato l’ostacolo più grande.
Adesso entrambi eravamo consapevoli che da quel momento in poi la strada sarebbe stata tutta in discesa.

Fine

Paolo Meneguzzi-Ricordati Che...
BUON NARUHINA DAY A TUTTIIIIIIIIIIIIIIII
scusate per il ritardo ma non sono riusciuto a postar la fic ieri perchè avevo troppo sonno.
comunque fatemi sapere come vi sembra ;^) see ya
  
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