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Autore: Niky Son    30/01/2015    2 recensioni
Dal testo:
La vita è ingiusta. Lo sappiamo tutti. Non è come quella che si racconta nelle favole per i bambini.
La vita, quella vera, è fatta di ostacoli, trappole, vicoli ciechi.
Vivere la vita è come intraprendere un viaggio nella giungla.
Non sai chi o cosa incontrerai sul tuo cammino, non sai se ne uscirai vivo o meno.(...)
Un giorno tutto questo finirà ne sono certa, questo schifo di società avrà una fine e, magari, vivremo in un mondo dove non vieni giudicato dall’apparenza.(...)
Il mio nome è Valentina, ho diciotto anni e la mia vita sta per finire.
-Niky Son
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non siamo tutti uguali
 
La vita è ingiusta. Lo sappiamo tutti. Non è come quella che si racconta nelle favole per i bambini.
La vita, quella vera, è fatta di ostacoli, trappole, vicoli ciechi.
Vivere la vita è come intraprendere un viaggio nella giungla.
Non sai chi o cosa incontrerai sul tuo cammino, non sai se ne uscirai vivo o meno.
Di che cosa è fatta la vita?
Di momenti, di piccoli istanti, di persone.
Persone che faranno parte della tua esistenza per tanto o poco tempo.
Persone crudeli, buone, quelle che sanno darti tutto e quelle che ti odiano fin da quando sei nato.
Questa è la vita.
Una giungla.
La vita è fatta anche di apparenze, giudizi, ingiustizie, violenze, torti. Devi sopravvivere in questa vita, o meglio, in questa società in cui viviamo.
Il mio nome è Valentina e ho diciotto anni, mi posso considerare una ragazza normale come tutte le altre del mio paese.
Tranne per un piccolo ma fondamentale dettaglio.
Non mi piacciono i ragazzi, odio il sesso maschile.
Siamo più di sette miliardi di persone lo so, è ovvio che non li ho conosciuti tutti. Ma quei pochi che ho conosciuto mi sono bastati per capire che la maggior parte degli appartenenti al sesso maschile è idiota e cretina.
Odio l’universo maschile, mentre sono attratta da quello femminile.
Sì mi piacciono le femmine.
Sì sono lesbica, se vogliamo proprio essere diretti.
Amo la mia migliore amica, ma lei non ricambia.
Lei mi ha derisa, ha detto a tutto il mio paese che sono omosessuale.
Non posso uscire di casa che ci sta sempre qualcuno che mi insulta o mi guarda male.
Non posso più vivere.
Non che prima vivessi meglio, intendiamoci.
Però avevo la mia, ormai, ex migliore amica, perciò avevo un motivo per vivere ancora.
Ma adesso che anche lei se ne è andata dalla mia esistenza, vale ancora la pena lottare per dei diritti che ci saranno sempre negati? Vale la pena lottare una battaglia già persa in partenza?
Secondo me no…
Siamo tutti uguali nel mondo? Io non credo proprio.
Vieni giudicato per tutto: taglio di capelli, scarpe, vestiti, trucco, portamento, bellezza, carattere. Vieni giudicato per l’aspetto esteriore…
Se siamo tutti uguali la gente non si suiciderebbe perché viene presa in giro sull’abbigliamento o sull’aspetto fisico.
Per questo adesso mi ritrovo qui, sul bordo della mia finestra, al quinto piano del mio appartamento.
Vivere in un mondo dove verrò chiamata “brutta lesbica”? No grazie preferisco morire.
Un giorno tutto questo finirà ne sono certa, questo schifo di società avrà una fine e, magari, vivremo in un mondo dove non vieni giudicato dall’apparenza.
Mi urlano “brutta lesbica” ma non mi chiedono perché lo sono.
Deridono un ragazzo che si taglia ma non gli chiedono il motivo del suo gesto.
La gente parla, parla e parla, senza sapere un cavolo.
Verrà un giorno in cui gli umani si vorranno bene tra loro, o almeno lo spero.
Il mio nome è Valentina, ho diciotto anni e la mia vita sta per finire.
 
-So come ti senti Vale…anche io sono gay. Ma non mi sono mai demoralizzato, lo so che è difficile credere in un mondo migliore ma provo a cambiarlo, la speranza è sempre l’ultima a morire…-
Riconosco subito quella voce così profonda e troppo matura per un ragazzo di diciotto anni.
È del quinto B, la classe a fianco alla mia.
A ricreazione e all’uscita di scuola notavo che mi fissava sempre.
Non sono attratta da lui, nonostante sia molto carino, riesco a riconoscere quando una persona è omosessuale o meno.
E so anche che mi fissava non per attrazione fisica ma per altro.
So che neanche lui è innamorato di me ma ogni volta che lo guardavo negli occhi sembrava che volesse parlarmi, i suoi occhi, di un nero come la pece, sembravano dirmi: Resisti.
Credo che si chiami Andrea, non ci siamo mai parlati.
Intanto i miei occhi guardano la strada, non ascolto ciò che mi dice, sento soltanto il contatto della sua mano sul mio polso, lo tiene stretto per impedirmi di buttarmi giù.
-Io lo so che tu sei forte Vale, lo dice anche il tuo nome. Sai cosa significa? Forza, valore.
Tu sei Valentina, una ragazza molto forte, tutti possono demoralizzarsi o perdere la voglia di vivere, ma tu sei ancora troppo giovane per lasciare questo mondo, anche se è infame.
Pensa a tutte le cose che ancora non hai fatto o vissuto. Devi ancora guidare la macchina per la prima volta, vedere il Colosseo a Roma, il Big Ben a Londra, la Torre Eiffel a Parigi e la Statua della Libertà a New York.
Devi ancora conoscere il tuo primo amore.
Devi ancora vivere…-.
Andrea continua a parlarmi ma io non gli rispondo, sembra che non gli stia dando retta mentre vedo un gruppetto di persone che mi guarda dal basso.
-Pensa se tu ti buttassi giù da questa finestra…moriresti. La daresti vinta a quegli infami che ci odiano così tanto. Pensa invece se continueresti a vivere? Pensa se continuassimo a combattere la nostra battaglia insieme? Ci sono tanti ragazzi che sono come noi, ci uniremo a loro per avere i nostri diritti. Dobbiamo solo non mollare…-finisce il suo discorso e aspetta la mia prossima mossa.
Non mi ha lasciato il polso, continua a tenermelo stretto, sento i suoi occhi fissi su di me, mentre io guardo ancora il gruppo di persone che piano piano si allarga e mi fissa.
Cosa fare? Darla vinta a chi per anni e anni ha sperato solo che morissi o combattere la mia battaglia?
Finalmente guardo negli occhi Andrea, ci guardiamo per alcuni secondi, dopodiché lui mi porge l’altra mano, gliela stringo forte e mi aiuta a rientrare nella stanza.
Ci guardiamo di nuovo, mi sorride e il suo sorriso contagia anche me.
Mi lascia le mani e va a chiudere la finestra. Subito dopo lo vedo che si dirige verso la porta della mia camera, se ne sta andando via.
Si sofferma e senza girarsi mi dice:-Allora ci vediamo domani a scuola-. La sua è più una domanda che un’affermazione.
-Sì-rispondo decisamente sorridendo.
-Ah, una cosa. Non smettere mai di sorridere, hai un sorriso bellissimo-e detto questo se ne va via.
È vero non sarà una battaglia facile, ma noi siamo più forti.
Non siamo tutti uguali, per ora.







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Angolo autrice:
Salve a tutti(?)
Magari qualcuno che sta leggendo questo aongolo(?) mi conosce.
Per chi non mi conosce mi presento.
Sono Niky Son e "scrivevo" nel fandom di Dragon Ball.
Per chi mi conosce già invece vorrei dire che questa storia non segna il mio ritorno su EFP.
Certo, ho pubblicato questa storia...non so neanche io cosa dirvi sinceramente.
Non so se tornerò o meno, si vedrà in futuro.
Questa storia l'avevo scritta per un concorso di scrittura, avevo passato la prima fase ma alla seconda mi hanno eliminata, e così ho deciso di pubblicarla qui.
Tolgo il disturbo adesso, tranquilli(?)
Spero che la storia sia stata di vostro gradimento
Niky Son

 
 
 
   
 
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