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Autore: Butterfly16    30/01/2015    6 recensioni
< Come ti chiami? >
Il fattorino lo guardò un po' sorpreso ma alla fine si lasciò scappare un sorriso.
< Lu Han >
< Quindi sei cinese, giusto? >
Il giovane annuì.
< Di dove? >
< Pechino.. >
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Nuovo personaggio, Sehun, Sehun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seoul, 10 ottobre 2013.

Il viale della Dongguk University era un tappeto di foglie colorate schiacciate dalla forza dell'acqua che precipitava dal cielo.
In mezzo al vialetto, c'era Irene, l'ombrello in una mano e la piantina del campus nell'altra.
Con il naso all'insù, ammirava estasiata la sua nuova università e con essa l'inizio della sua nuova vita.
Mancavano pochi metri all'ingresso, quando uno studente arrivò a tutta velocità alle sue spalle finendo con le ruote dentro ad una pozzanghera e bagnandole i suoi jeans preferiti che aveva indossato proprio per l'occasione.

< Ehi! Stronzo! > gridò nella sua lingua madre, il francese

< Scusa! > urlò il ragazzo girandosi ma continuando la sua folle corsa su due ruote

Irene piagnucolò e si diresse verso l'ingresso arrabbiata e imbronciata mentre ripensava al volto di quel disgraziato che le aveva rovinato i pantaloni.
Alto, magro, capelli biondi e soprattutto “una gran faccia da culo” pensò.
Durante la pausa pranzo, Irene era seduta tutta sola ad un lungo tavolo in fondo alla mensa e all'improvviso, un ragazzo con un volto già conosciuto, appoggiò il suo vassoio di fronte a lei.
Fu così che nacque l'amicizia tra Irene e Sehun.

                                                                                                   ~ ~


Erano passati tre anni da quando Irene si era trasferita da Parigi a Seoul, e lei e Sehun erano diventati inseparabili. Si raccontavano ogni cosa, tra loro non riuscivano ad esserci segreti e Sehun non ebbe alcun problema a raccontarle della sua ormai quasi dichiarata omosessualità.
In realtà era ancora nella fase di accettazione e ogni tanto si abbandonava a passeggere avventure con qualche ragazza incontrata in discoteca, sperando che la cosa gli piacesse e lo facesse stare bene; ma la mattina dopo, si sentiva completamente vuoto e in poche ore dimenticava il volto della ragazza che si era portato a letto.
Irene lo aveva spronato fin da subito ad accettarsi per quello che era, ma Sehun era fin troppo cocciuto e continuava a fare di testa sua; nonostante tutto, Irene era fermamente convinta che era questione di tempo: prima o poi avrebbe incontrato quella persona, la persona giusta per la quale si è disposti a tutto.
E un giorno, quella persona bussò alla porta.


Seoul, 5 dicembre 2016


< Sehun-ah! Ordiniamo una pizza? >

< Ok, chiamo subito >

Era un piovoso giovedì sera e Irene e Sehun erano a casa di quest'ultimo per una delle loro “serate da film strappalacrime”. Da un anno a quella parte, avevano stabilito che il martedì sera era dedicato ai film horror per accontentare Sehun e il giovedì ai film romantici per accontentare lei.
Durante il film, mangiavano ogni tipo di schifezze in commercio e alla fine, lui o lei restava a dormire a casa dell'altro.
Non avevano mai sgarrato, nemmeno quando Sehun si era preso la polmonite.

                           -Pizza Hut Korea! Cosa vuole ordinare?

La voce grave della donna dall'altra parte del telefono, per un attimo aveva depistato Sehun facendogli credere che fosse un uomo.


                           - Una margherita e una quattro formaggi

                           - Cognome e nome..

                           - Oh Sehun

                           - Ok. L'indirizzo?

                           - Supyo-ro 85, appartamento 15 scala D

                           - Tra mezz'ora ti mandiamo le pizze

                           - Grazie! Buona serata

Come promesso, poco più di trenta minuti più tardi squillò il citofono e Irene andò a rispondere.

< Pizza a domicilio >

A Irene non sfuggì uno strano accento; probabilmente il ragazzo delle consegne era straniero.

< Le apro subito..! Ventiduesimo piano > rispose premendo il tasto per aprire il portone d'ingresso

Mentre stava aspettando che arrivassero le pizze, sentì squillare il suo cellulare e corse a recuperarlo sul mobile della televisione.

< E' mia mamma.. Sehun puoi prendere tu le pizze? I soldi sono sul tavolino del soggiorno > e così dicendo si chiuse in cucina

Sehun si alzò dal divano e sbuffando prese il posto dell'amica sulla soglia di casa.

< Oh Sehun? >

< S-sì.. sono io > balbettò allungandosi per prendere le pizze che appoggiò sulla mensola accanto alla porta

Mentre il ragazzo delle consegne cercava la sua ordinazione con il relativo conto, Sehun si perse ad osservarlo scrupolosamente senza lasciarsi sfuggire il minimo dettaglio: i capelli erano castano ramati , gli occhi grandi e dolci e le labbra piccole come due boccioli di rosa; notò anche una piccola screpolatura sul labbro inferiore, forse dovuta al freddo degli ultimi giorni.

< Sono 7000 won >

Sehun prese il portafoglio e gli consegnò una banconota da 10000 won; mentre il ragazzo cercava il resto nel marsupio attaccato alla cintura dei pantaloni, Sehun si fece coraggio e pronunciò la fatidica domanda che ormai gli frullava in testa già da un po'.

< Come ti chiami? >

Il fattorino lo guardò un po' sorpreso ma alla fine si lasciò scappare un sorriso.

< Lu Han >

< Quindi sei cinese, giusto? >

Il giovane annuì.

< Di dove? >

< Pechino.. >

Sehun non sapeva più cosa inventarsi per mandare avanti la conversazione e cercare un appiglio per farlo restare lì ancora qualche minuto; per sua fortuna, intervenne Irene che aveva assistito alla scena nascosta da dietro la porta della cucina.

< Ho sentito che vieni da Pechino > iniziò a dire apparendo all'improvviso e cogliendo entrambi di sorpresa < sai che il mio amico vorrebbe tanto imparare il cinese? >

Sehun la fulminò con lo sguardo.

< Davvero? Beh.. se vuoi posso insegnarti qualcosa.. > rispose timidamente il giovane fuori dalla porta

Sul volto di Irene, apparve un sorrisetto soddisfatto: il pesciolino aveva abboccato l'esca.
Ora toccava a Sehun fare il resto.

< Mi piacerebbe.. se ovviamente per te non è un problema >

< No, affatto.. ti lascio il mio numero > e così dicendo estrasse una biro dal marsupio e iniziò a scrivere dietro un biglietto da visita della pizzeria che aveva nascosto nel taschino della giacca.

< Chiamami pure quando vuoi iniziare > e porse il pezzetto di carta a un impietrito Sehun che si limitò ad annuire e sorridere come un ebete

< Grazie per aver ordinato da pizza Hut e a presto! > trillò il ragazzo delle consegne prima di prendere l'ascensore e ritornare al suo lavoro

< A presto! > disse flebilmente l'altro chiudendo la porta

< Allora quando hai intenzione di chiamarlo? > cinguettò Irene mentre apriva i cartoni della pizza

< Mai >

< E perchè? >

< Perchè non ho alcuna intenzione di imparare il cinese.. >

< O perchè rimarresti fermo come uno stoccafisso a fissare il piccolo pechinese? >

La frecciatina di Irene, le fece guadagnare uno sguardo glaciale da parte dell'amico.

< Prova ad uscirci almeno una volta.. > continuò lei

Sehun era in trappola; poteva arrampicarsi su tutti gli specchi che voleva, ma Irene lo conosceva troppo bene e aveva capito fin da subito che il giovane ragazzo delle consegne non gli era rimasto del tutto indifferente.

< E va bene.. > si arrese < ma solo una..! > concluse ammonendola con l'indice alzato

< Come vuoi.. > lo canzonò dolcemente

Due giorni dopo, Sehun e Luhan erano seduti al tavolino di un bar con due tazze fumanti di the verde e un libro di cinese.
La stessa scena, si ripetè per altri due mesi; a volte si incontravano nello stesso bar, altre volte a casa di Luhan.
Tra i due giovani era nata un'alchimia che si poteva percepire anche dall'esterno e Irene, giorno dopo giorno, spronava Sehun a chiedergli di uscire.
Dopo due mesi e mezzo, arrivò la fatidica proposta e alla fine del loro primo vero appuntamento, arrivò anche il primo bacio.
Quando Sehun tornò a casa, dovette subire il quarto grado da Irene e alla fine cedette, ammettendo che ormai le ragazze non rientravano più nei suoi interessi.
Ora c'era Luhan.


Cinque anni dopo...

< Adrien, hai preso tutte le valigie? >

< Sì tesoro >

L'aeroporto di New York era più affollato che mai e trovare un taxi libero fu una vera impresa.
Arrivare a destinazione fu un inferno e impiegarono un'eternità.

< Irene! > gridò Sehun sulla soglia di casa allargando le braccia

Irene si fece stringere dalle famigliari braccia dell'amico.

< Luhan! Che bello rivederti! > trillò abbracciandolo energicamente mentre Sehun salutava Adrien

< Zio Hun! >

Sehun si piegò e prese in braccio il piccolo Joseph.

< Come stai campione? > glie chiese dolcemente scompigliandoli i capelli

< Zia Irene! >

Irene accolse tra le sue braccia la piccola Yujia che ancora faceva fatica a correre sui suoi minuscoli piedini.

Tutti e sei entrarono in casa e si sistemarono nell'ampio soggiorno dell'appartamento che Luhan e Sehun condividevano da più di tre anni.
Si erano trasferiti a New York dopo quasi due anni che si frequentavano; Sehun aveva iniziato a lavorare come designer pubblicitario e gli avevano offerto una promozione come capo designer in una delle sedi americane; Sehun accettò e Luhan lo seguì incondizionatamente.
Quasi due anni dopo, la piccola Yujia, di soli nove mesi, entrò a far parte della loro famiglia.
Per Irene fu uno shock ma rimase in Corea per altri sei mesi, in modo da finire il tirocinio come giornalista. Una volta terminati i sei mesi, ritornò a Parigi dove, dopo numerosi flirt, un anno dopo incontrò Adrien e l'anno successivo, nacque Joseph.
Sehun e Irene rimasero inseparabili.
Quando furono completate le pratiche per l'adozione di Yujia, Irene corse in America per fare da madrina al battesimo della piccola e Sehun volò a Parigi quando toccò a Joseph.

< Cosa vi porto da bere? > domandò Sehun alzandosi dal divano

< Per me un the freddo > rispose Irene

< Anche per me va bene > incalzò Adrien

< Allora the freddo per tutti > annunciò Sehun prima di andare in cucina

< Aspetta, ti do una mano >

Irene si alzò dal divano e raggiunse l'amico.
Dal soggiorno, si sentivano i gridolini di Yujia e Joseph e Luhan e Adrien chiacchierare amichevolmente di football.

< Non so davvero come ringraziarti > iniziò a dire Sehun mentre riempiva i bicchieri

< Per cosa? > domandò incredula Irene

< Per avermi obbligato a prendere lezioni di cinese > rispose con un sorrisetto

< Sei sempre stato uno zuccone > scherzò lei

< Hai fatto bene ad insistere.. se non fosse stato per te, dopo quella sera non avrei mai più rivisto Luhan e ora non avrei tutto questo.. >

Gli occhi di Irene erano diventati lucidi e riuscì a stento a trattenere le lacrime quando lo abbracciò.

< Ehi, ehi cosa sta succedendo qui? > intervenne Luhan facendo il finto arrabbiato

< Nulla > rispose Irene asciugandosi l'angolo dell'occhio e pulendosi dove probabilmente era colato il trucco < porto questi in soggiorno > annunciò prendendo in mano il vassoio pieno di bicchieri

< Cosa c'è Sehunnie? > chiese dolcemente quando notò lo sguardo del compagno fisso su di lui

Sehun lo prese fra le sue braccia e si scambiarono un lungo bacio.

< C'è che ti amo da impazzire Luhan >

< Anch'io ti amo Sehunnie.. tu e Yujia siete la mia vita >

I due giovani si scambiarono un ultimo bacio e mano nella mano ritornarono in soggiorno.




Dadadadaaan.
Che cosa abbiamo qui? Una oneshot fresca fresca sulla hunhan. #maledettaSMchemidistruggeleOTP A parte dirvi che ho una fifa incredibile, non so che altro aggiungere.
Ringrazio chi è arrivato fin qui (almeno alla fine ci siete arrivati lol )e chi vorrà lasciare una piccola recensione ♥
Alla prossima
                                        Besos


  
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