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Autore: giapponesina6    30/01/2015    1 recensioni
Sono tornata con una nuova storia. Tratto di nuovo i miei personaggi preferiti.
Lui, lei, una giornata di pioggia, un’immagine sbiadita, una lacrima. L’addio.
La storia si svolge in diverse sfere temporali. il corso degli eventi non è consecutivo, si va dal presente al passato, in modo che certi avvenimenti vengono capiti in seguito con ciò che però è accaduto prima. Spero di non confondere le idee, è la prima volta che provo questa tipologia di scrittura, speriamo ci riesca. Buona lettura.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Misty, Serena, Tracey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Angolo Dell'Autrice:

Ciao a tutti, per prima cosa Buon Anno, visto che stiamo ancora a Gennaio. Mi sono assentata per un po', ma ho avuto diverse cosucce da fare. Oggi ho ripreso a scrivere, e ho voluto provare una nuova tecnica, spero di non confondervi /mi con questo stile. Accetto vostri consigli, nel frattempo Buona lettura.






Lei ama Lui.
Lui ama Lei.
 
La storia sembrerebbe già finita, un destino già scritto. Il problema è poter ammettere a se stessi questi sentimenti e riuscire a rivelarli.
Può la paura, l’estrema gelosia o l’ossessione sconvolgere il destino di due persone, che hanno come unica colpa l'essersi amate e appartenute fin dal primo sguardo. 
In quello sguardo si erano detti tutto. Scambiati mille promesse.
Ed ora, a distanza di anni, avrebbero dato tutto per poter rivivere l’intensità di quello sguardo, ancora una volta.
 
 
Maggio 2006
 
L’odore della menta aleggiava nell’aria. Era pungente, da provocare un lieve solletico alle narici.
Il ragazzo fissava, senza guardare, il riflesso dei suoi occhi neri confondersi con il contenuto di quel bicchiere. Un verde tanto intento da perdersi.
Detestava la menta. Ne detestava la fragranza, l’aroma il sapore.  
Ma soprattutto lo odiava perché gli ricordava il colore dei suoi occhi.
< Scusa ti ho fatto aspettare? >
Fu riportato alla realtà. Le si mostrava davanti in tutta la sua dolcezza. Quei lunghi capelli biondi, occhi color cielo e quel sorriso sempre pronto per lui.
Il sole dopo la tempesta.
< Serena? Non posso crederci? Sei riuscita a fare compere in meno di tre ore. È un nuovo record dobbiamo festeggiare. >
< Non sei per nulla spiritoso Ash Ketchum. > gli fece la lingua a modo di smorfia, e lui non seppe resistere e la prese tra le sue braccia.
 
 
La ragazza come al solito prese ad arrossire. Non si sarebbe mai abituata a lui, ma era certa che non avrebbe potuto mai vivere al di fuori di quell’abbraccio.
Prese a baciarlo con tutto l’amore che aveva dentro.
Lei lo amava da impazzire.
Prese percorrere ogni centimetro della sua pelle con le sue mani. Poi venne freddata dalla sua presa.
< Aspetta Serena >
Quel tono. Lei ormai lo riconosceva.
< Ho solo voglia di te Ash > gli sospirò ad un orecchio gettandosi di nuovo a capofitto sul suo collo, ma lui ancora una volta la fermò.
< Non qui, non ora > e avrebbe tanto voluto aggiungerci non con te, ma sapeva benissimo che non era giusto nei confronti della ragazza.
Del resto lui era rinato grazie a lei.
< Non capisco perché? Cosa c’è che non va in me? >
< Nulla Serena. Tu sei perfetta. Il problema sono io. Io non > non riuscì a terminare la frase che le lacrime presero a venir giù con irruenza.
Serena fu spiazzata da quelle lacrime e senza volerlo iniziò ad imitarne la sofferenza.
< Non può essere ancora lei il problema? Non puoi continuare a vivere legato al passato Ash. Devi crescere. > gli gettò in faccia quelle parole.
Ma non era facile.
Soprattutto non sapeva se era possibile.
< Non è quello il motivo > mentì spudoratamente.
< Per quanto ancora dovrò sopportare questo peso? Il confronto con lei mi ha sfinito. > prese a correre via lasciandolo lì impalato.
E lui non mosse un muscolo per fermarla.

Gennaio 2005
 
Lui, lei, una giornata di pioggia, un’immagine sbiadita, una lacrima. L’addio.
 
 
Dicembre  2004
 
Quel pomeriggio non voleva proprio smettere di nevicare. Tutto era innevato, il bianco sconfinava e il freddo penetrava nelle ossa.  Ma il suo cuore, quello no. Nessuno avrebbe potuto ghiacciarlo.
Ogni battito del suoi cuore sanciva il suo nome. Erano anni che non lo vedeva. Forse troppi anni.
Ma il sapore di quella promessa era ancora vivo dentro lei.
Quel pomeriggio non aveva incontri da disputare, ma aveva promesso a Tracey di uscire a far compere per i negozi, visto che il Natale era alle porte.
Il ragazzo fu puntualissimo e nel vederla non poté trattenere il suo stupore.
< Misty sei incantevole > accompagnò il tutto con un sorriso sincero.
< Per carità Tracey, così mi fai arrossire. >
La ragazza era davvero bella da perdere il fiato. Quella ragazzina esile e dai capelli corti aveva lasciato posto ad una dea terrena.  Quei suoi lunghi capelli rossi le cadevano così morbidi sulla schiena.
E il suo corpo.
Avrebbe fatto invidia alle stelle.
Era bella. Dannatamente bella.
E purtroppo dannatamente innamorata di un altro.
Tracey lo sapeva bene. Ma non aveva mai perso le speranze, e quell’uscita pomeridiana lo aveva portato su di giri.
Camminarono a lungo per Cerulian e la ragazzina non si fece pregare troppo nel fare compere.
Erano giunte le 6 quando finalmente sostarono in un piccolo cafè del posto.
< Brrr sono congelata, credo proprio che ordinerò una bella cioccolata calda. > quel sorriso fu il colpo finale per il ragazzo.
Lei notò il suo totale imbambola mento, del resto era al corrente dei sentimenti di Tracey, ma lui sapeva benissimo in che direzione virava il suo cuore.
Lei lo riportò alla realtà strattonandolo per un braccio, visto che la cameriera era lì in attesa da qualche minuto.
< Allora per me va bene,mmm, quello che ha ordinato lei > disse in completo imbarazzo. la ragazza prese a ridere di buon gusto, per poi ritirare i menu e allontanarsi dal tavolo.
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo.
< Sei proprio buffo >
< La colpa è solo tua >
< Mia? Cosa c’entro io? >
< Mi perdo nella bellezza dei tuoi occhi >
Misty deglutì vistosamente, aveva capito l’antifona.
< Tracey ti ho già detto che >
< Che il tuo cuore appartiene a lui e bla bla bla. Conosco la storia a memoria, purtroppo > disse infine a denti stretti >
Lo sguardo della rossa si incupì. Aveva affrontato più volte l’argomento con lui e sapeva benissimo come la pensava. Ma a lei non importava.
Lei lo avrebbe aspettato.
Consumarono la cioccolata in perfetto silenzio per poi ritirarsi in palestra.
Fu il ragazzo a prendere parola prima che lei ri richiudesse in camera a piangere ancora una notte.
< Misty scusami. Io non volevo che andasse a finire così. >
< Vai pure a dormire Tracey >
Si richiuse la porta alle spalle.
 
 
Gennaio 2005
 
E malediva ogni dannato momento trascorso con lei. Perché quei maledetti ricordi facevano più male di ogni altra cosa.
 
 
Dicembre  2004
 
Non aveva chiuso occhio. Aveva pensato e ripensato a quella giornata, a Tracey e alle sue parole.
Aveva pensato ad Ash. Lui le rubava il sonno ogni notte.
Decise di darsi una bella rinfrescata prima di scendere giù in cucina e affrontare i loro sguardi.
Una congiura contro il suo amore.
Così aveva ribattezzato le idee delle sue sorelle.
Non facevano altro che ripeterle che stava sprecando il suo tempo, che una ragazza bella come lei poteva avere chiunque.
Ma lei non era fatta per stare con chiunque. Lei era fatta per stare con lui.
A quel pensiero arrossì in volto e si sentì una stupida.
Si gettò sotto la doccia facendosi scivolare addosso acqua e paure.
Quando si recò di sotto le tre sorelle malefiche stavano già parlottando con Tracey.
< Buongiorno > disse con tono seccato, senza riceve risposta.
Il moretto non riusciva a non levarle gli occhi di dosso.
< Buongiorno sorellina. Hai una cera orribile stamattina. Un’altra notte in bianco? > sua sorella Daisy era partita a raffica.
< Direi un risveglio traumatico > rispose sarcasticamente la rossa.
< Se non ti piace quello che vedi al tuo risveglio potresti anche andar via, nessuno ti costringe a star qui sorellina > ora era il turno di Violet.
< Sono qui solo perché me lo avete imposto voi. > ora iniziava a riscaldarsi.
Lei aveva odiato le sue sorelle per quell’imposizione.
< Calma Violet, non vogliamo litigare di prima mattina. Misty guardati. >
< Cosa c’è di sbagliato? >
< Sei così bella, così giovane e sprechi le tue giornate ad aspettare chissà cosa >
< Posso essere almeno padrona della mia vita >
< Non ti permetterò di sprecare la tua vita >
< Sprecare? >
< Esatto sprecare. Stai rinchiusa in camera tutto il giorno, esci solo per disputare i tuoi incontri o per prenderti cura dei tuoi pokémon, hai 17 anni, non puoi aspettare invano il suo ritorno. Molto probabilmente lui si è anche dimenticato di te >
< Basta. Stai zitta? >
< Misty non è il modo di rivolgerti a tua sorella maggiore. Daisy vuole solo aiutarti > questa volta era stato il ragazzo ad intervenire.
< Cosa volete saperne voi dei miei sentimenti, di ciò che provo e di me. Non fate altro che pensare a voi stesse, alla cura del vostro aspetto. Non avete mai capito nulla di me. Mai > sbatté i pugni con forza sul tavolo per poi uscire senza voltarsi.
La ragazza più grande fu trafitta dalle sue parole e si lasciò sfuggire una lacrima.
 
 
Gennaio 2005
 
Le stelle erano alte nel cielo, ma intorno a lui vi era buio. Il vento soffiava tra le chiome degli alberi eppure lui aveva freddo solo al cuore. Poi guardò quelle mani.
Erano le sue mani, così sottili e delicate. Quelle mani iniziarono a sfiorarlo, per poi stringerlo con forza. E in quell’abbraccio lui diede sfogo al suo dolore.
 
  
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