Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    30/01/2015    4 recensioni
L' ebook è scaricabile dal mio profilo autore. Revisione ultimata! Grazie a tutti coloro che continuano a leggerla! :)
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Cosa sarebbe accaduto se nel numero 28 Masumi Hayami fosse riuscito a confessare a Maya di essere l'ammiratore delle rose scarlatte? Leggete la mia versione di questo "what...if" ^_^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ultima revisione: dicembre 2015

 

25. Le tre Dee - prima parte



Le prove estenuanti a cui le sottopose la signora Tsukikage in quella settimana avrebbero mandato in panico chiunque, ma non le due attrici, forgiate al carattere scontroso e violento della sensei.

Il giorno seguente l’annuncio che la rappresentazione sarebbe stata pubblica, le fece camminare come lo avrebbe fatto la Dea nel padiglione in cui svolgevano gli esercizi al chiuso. Avevano campanellini alle caviglie e, sotto il suo sguardo severo, Ayumi danzò leggiadra, il suono dolce si diffuse nell’aria, armonico e gradevole, mentre Maya produsse una cacofonia inascoltabile. La giovane si rese conto immediatamente della differenza con Ayumi e alla stessa conclusione giunsero la signora e Genzo.

- La Dea Scarlatta non è umana, dovete cercare di migliorare anche la vostra andatura - spiegò - Per quanto potrete comprendere la Dea Scarlatta con la testa e con il cuore, poi dovrete rappresentarla su un palcoscenico. Il modo di camminare, di muoversi, di parlare, l’atteggiamento, l’espressione non devono essere assolutamente gli stessi di una persona. Il pubblico deve capire a colpo d’occhio di trovarsi di fronte alla Dea Scarlatta, lo spirito dell’albero di susino. La vostra recitazione deve convincere chi vi guarda - la signora sospirò facendo una breve pausa - In che modo interpretare il personaggio della Dea Scarlatta? Si può dire, senza temere di esagerare, che il successo di questo dramma si basa su questo quesito - proseguì catturando completamente la loro attenzione.

- Maya, devi riflettere bene sulla sensazione che hai provato nella valle dei susini quando ti sei risvegliata come Dea Scarlatta e sul modo di utilizzarla per la tua interpretazione - si avvicinò e la guardò intensamente. Ayumi rimase di sasso. Che cosa? Maya non stava recitando? Com’è possibile?

- Sì, signora Tsukikage - annuì la giovane, intimorita, arrossendo al ricordo di quell’abnegazione così intensa e travolgente e di quello sprazzo di cielo che aveva visto alla fine, quegli occhi che la stavano fissando stupiti.

Ayumi non aveva alcuna intenzione di soccombere a quel talento grezzo e incontrollato che sembrava mostrare la sua rivale così, colpita da un’idea improvvisa che le fece riacquistare fiducia nelle sue capacità espressive, si lanciò in una proposta.

- Io vorrei provare a camminare lungo il fiume come Dea Scarlatta, la prego signora Tsukikage! Ce lo lascia fare? - esclamò Ayumi - Insieme a Maya! - aggiunse passando lo sguardo speranzoso dalla rivale alla sensei. Maya, vediamo come te la caverai!

- E va bene - acconsentì la signora con espressione misteriosa incrociando le braccia al petto e scrutandole entrambe.

Così, il giorno dopo, si recarono sul greto del fiume, dove una discesa di rocce ripide terminava direttamente nel letto d’acqua corrente. Erano presenti anche i ragazzi delle due compagnie, alcuni abitanti del villaggio e c’era anche Peter Hamil con la sua macchina fotografica e il fedele interprete.

La signora dette il via alla prova, Ayumi scese, elegante e leggiadra come una farfalla e, anche se Maya ebbe paura che cadesse, l’attrice sembrò muoversi davvero in modo soprannaturale, come una dea.

Hamil immortalò ogni attimo, sempre più rapito da quella meravigliosa apparizione e Maya si rese conto che non sarebbe mai stata capace di muoversi in quel modo. Si voltò verso il piccolo pubblico, assicurandosi che lui non fosse lì. Espirò l’aria scacciando la tensione. Non c’è… Non riuscirei a concentrarmi se... Oh santo cielo… io non avrò mai quella grazia!

Quando la signora la chiamò, affrontò la prova col cuore scuro e la mente piena di dubbi e tutta la sua agitazione si rifletté nei suoi passi incerti, rendendola goffa e instabile, quando arrivò alla fine, scivolò nell’acqua. L’imbarazzo fu così grande per lei da farla fuggire verso il tempio piangendo.

- Per quanto il suo cuore si sia immedesimato nella Dea Scarlatta, il suo fisico resta umano… - valutò Rei seria - Maya ha una rivale temibile -

- Salta agli occhi di tutti quanto Ayumi a forza espressiva sia superiore a lei - aggiunse Mina borbottando - Ha la preparazione di una danzatrice professionista! In balletto classico, danza moderna e giapponese tradizionale… - aggiunse stizzita, era chiaro che riteneva Ayumi Himekawa una figlia d’arte, ricca e che aveva desiderato e ottenuto tutto ciò che aveva voluto.

Ayumi osservò la sua rivale fuggire, sotto lo sguardo indagatore della signora e Genzo, e sorrise compiaciuta. Ho trovato il tuo punto debole, Maya!

Eppure, nonostante i dubbi e le paure, Maya e Ayumi affrontarono separatamente quei dilemmi all’apparenza insormontabili: la grande capacità espressiva della seconda e il talento naturale della prima. Ed entrambe si convinsero di non darsi per vinte e di affrontare la rivale con tenacia e determinazione.

Il giorno dopo quella strana prova fisica, la signora le fece recitare con le battute che avrebbero interpretato nella rappresentazione pubblica, senza ottenere alcun risultato né da Maya né da Ayumi. Chigusa le spronava, urlava, pretendeva, ma le due ragazze sembravano incapaci di muoversi e parlare come la Dea Scarlatta. Così, ormai giunte tutte e tre al limite, la sensei decise di portarle in mezzo alla natura e mostrare loro la vera Dea Scarlatta con la speranza che comprendessero come interpretare un essere divino.

Sperimentarono l’eco, il modo in cui la voce si modificava e si ingigantiva costringendole a riflettere su come esprimere quell’aspetto fondamentale della recitazione di una dea. E poi arrivarono al lago.

Sembrava una gemma di zaffiro, incastonata fra i monti, l’aria frizzante inebriava e il sole baciava la pelle. La signora volle che le mostrassero l’aspetto della Dea Scarlatta specchiandosi nel lago e le due giovani, seppure titubanti, si avvicinarono alla sponda. L’acqua rifletteva le loro immagini e basta, ma spinte dalle domande incessanti di Chigusa, si astrassero completamente, cercando la Dea come aveva chiesto loro.

Maya notò che il lago mostrava le montagne come uno specchio e il paesaggio era bellissimo e vivido. Così lanciò una pietra increspando l’acqua e muovendo l’immagine riflessa delle montagne.

La signora Tsukikage, misteriosamente compiaciuta per quel gesto, si rivolse a Genzo.

- Ormai non abbiamo altro da fare qui, andiamo - gli disse, lasciando sole le due giovani rapite dalla natura. L’uomo rimase stupito, ma acconsentì seguendola. Chigusa, a volte proprio non riesco a capire cosa tu veda in quelle due ragazze...

Maya osservò i cerchi concentrici che cambiavano l’aspetto della natura riflessa, mentre il cuore prese a batterle incessante e Ayumi, stupita e timorosa dal suo atteggiamento, si allontanò cercando le sue riflessioni. Maya… chissà a cosa pensi...

- Nella natura c’è l’aspetto della Dea Scarlatta! - era circondata dai rumori della natura, il cinguettio degli uccellini, il gracidare delle rane, il ronzio degli insetti, lo scrosciare della cascata, il mormorio del ruscello e Ayumi comprese di aver trovato la voce della sua dea. Pronunciò la prima frase e l’eco della valle le rimandò indietro un suono soprannaturale che la pervase completamente. Nella natura c’è la voce della Dea Scarlatta! Interpreterò l’aspetto e il cuore della Dea Scarlatta!

Maya gettò un’altra pietra, sconcertata dalla semplicità della rivelazione che aveva appena avuto.

- Il paesaggio trema… il mondo trema… - si chinò in avanti osservando i cerchi che si spandevano - Lo specchio della Dea Scarlatta che riflette il mondo! - mormorò completamente rapita. Soffiò sull’acqua creando dei piccoli cerchi.

Muovere la natura!

E gridò con forza sull’acqua creando altri cerchi.

Con il suono della voce posso creare i cerchi d’acqua per far tremare il mondo! Trema… la superficie dell’acqua trema… le parole manifestano il cuore! Risuonando, le parole della Dea Scarlatta fanno tremare il mondo! Muovono la natura!

- Il suono del cuore della Dea Scarlatta! - gridò stringendo i pugni - Ho capito! Ho capito il senso delle battute! - si alzò e corse verso il tempio con il cuore che batteva all’impazzata.



Nei quattro giorni rimanenti, Maya e Ayumi si dedicarono ad affinare i movimenti e la voce della Dea Scarlatta per come li avevano carpiti al lago, unendoli all’interpretazione del loro risveglio dello spirito dell’albero di susino.

Ma non erano le uniche a progredire nella comprensione del personaggio, anche il regista Kuronuma e Yu Sakurakoji, che condividevano la vecchia carbonaia, si stavano dando molto da fare, vivendo a contatto con la natura, pescando, spaccando legna, riflettendo. E ognuna di quelle azioni li stava portando nella direzione giusta per realizzare una sceneggiatura innovativa, ma piena di magia e un Isshin nuovo ma attinente ai desideri del maestro Ozaki.

Quando giunse il giorno della rappresentazione, Yu decise di raggiungere il tempio dove risiedevano la signora Tsukikage e le due attrici per aiutare a trasportare il materiale in caso di bisogno. Mentre camminava, circondato dalla bellezza della natura, si sentì realmente in pace con sé stesso e in quell’istante si rese conto di aver nascosto il vero motivo della sua decisione.

Vado lì per lei, per vedere Maya… Perché trovo delle scuse inutili dopo averle rivelato i miei sentimenti?

La sua voce allegra mise fine ai suoi pensieri confusi e lo fece sorridere. Entrò nello spiazzo antistante la porta d’ingresso dove c’era un grande fermento. I ragazzi delle compagnie Unicorno e Tsukikage stavano radunando tutto il materiale e Genzo li stava aiutando.

- Sakurakoji! - lo salutò Rei, sbracciandosi. Lo osservò guardarsi intorno sapendo già chi stesse cercando. Non aveva dimenticato ciò che aveva visto il giorno della partenza di Maya per la valle. Non aveva avuto modo di parlarne con lei, erano giorni troppo concitati e la signora li impegnava tutti tantissimo, ma di una cosa era certa: Yu Sakurakoji doveva in qualche modo essersi dichiarato. Non era certo un mistero ciò che provasse per Maya.

E chissà cosa significava quello sguardo intenso e prolungato fra Maya e il signor Hayami...

- Ragazzi! - ricambiò Yu raggingendoli subito, aiutandoli.

- Se vuoi salutare Maya, è nel giardino interno - gli suggerì Rei, alzando lo sguardo e sorridendogli. Lui annuì leggermente imbarazzato e si incamminò verso il padiglione d’entrata, scomparendo alla loro vista. Rei scambiò un’occhiata d’intesa con Saiaka e poi scoppiarono a ridere.

L’interno era fresco e arieggiato, il pavimento scricchiolava sotto i suoi passi cadenzati ed era l’unico rumore oltre le grida dei ragazzi all’esterno. Scostò l’ultimo fusuma e vide il giardino. Rimase immobile, rapito dalla vista di lei, seduta a terra, le gambe incrociate, le mani adagiate in grembo, gli occhi chiusi. Sembrava fosse in ascolto o stesse dormendo. Un impercettibile movimento gli fece capire che era sveglia, così si avvicinò, ma appena posò i piedi sul sentiero di sassolini, questi scricchiolarono e Maya aprì gli occhi. Yu rimase senza fiato: era cambiata, non era la stessa ragazza che era partita quasi due mesi prima da Tokyo. I tratti del suo volto, le labbra, il suo sguardo, perfino la postura, ogni cosa era diversa.

- Ciao, Yu - lo salutò reclinando leggermente la testa come se lo avesse inserito nel mondo che stava ascoltando.

- Ciao… Ciao, Maya - balbettò lui, imbarazzato.

- Sei venuto ad aiutare i ragazzi? - gli chiese mantenendo quella strana posizione rilassata che, allo stesso tempo, imponeva la sua presenza nel giardino. Maya come puoi emanare quest’aura così incredibile?!

- Sì - ammise lui sorridendole - Stai bene? -

- Sì, Yu, sto bene - gli confermò, sempre fissandolo con quello strano sguardo, come se lo valutasse. Si avvicinò a lei e, posando un ginocchio a terra, le tese una mano.

- Andiamo? - le sorrise gentilmente e lei accettò facendosi tirare su. C’era qualcosa di realmente diverso in lei, una consapevolezza nuova che aveva cambiato completamente il suo sguardo.

Maya gli regalò un sorriso così bello che lui arrossì come un ragazzino, vergognandosi di non essere capace di dominare i suoi sentimenti.

- Oggi ti mostrerò la mia Dea Scarlatta, Yu - mormorò sollevando una mano e accarezzandogli una guancia. Lui rimase impietrito: i suoi occhi, la sua voce, i suoi movimenti… Chi sei tu?

La fissò intensamente, poi le prese la mano e la condusse fuori dal tempio, accodandosi a tutti gli altri che stavano partendo per la valle.



La signora Tsukikage aveva scelto una bellissima area accanto al gigantesco susino scarlatto, separata in due zone dal ruscello. Dietro il susino era stato allestito un padiglione che avrebbe svolto anche la funzione di camerino, dove Rei e gli altri avevano portato il poco materiale occorrente. Dall’altro lato erano stati messi cuscini e panche per far sedere gli ospiti.

Saiaka si sporse dalla tenda del piccolo padiglione, vide Genzo far accomodare gli spettatori in arrivo e soffocò un grido di meraviglia.

- Rei! - la chiamò trascinandola per una manica.

- Saiaka! Ma che fai?! Ferma! -

- Devi vedere! Guarda! - le disse, spingendola verso la tenda, già scostata da Mina. Fuori, un discreto quantitativo di persone stava prendendo posto.

- Vedo che Masumi Hayami si è dato da fare in questa settimana… - mormorò Rei con un mezzo sorriso.

- Vi rendete conto?! - bisbigliò Mina - Non ci sono solo il Presidente dell’Associazione Nazionale e i dirigenti della Daito, ma anche molti critici e giornalisti! -

- Ed eccolo là, il nostro principe tenebroso… - Rei indicò sulla destra e le amiche seguirono la linea immaginaria.

Masumi Hayami fece il suo ingresso nella zona. Mentre gli altri erano tutti affascinati dai susini e dalla bellissima radura, lui si mise subito all’opera.

- Non perde tempo… le pubbliche relazioni devono essere alla base dei suoi dialoghi giornalieri… - sussurrò Rei ridacchiando.

- Perché avrà fatto tutto questo? - mormorò Saiaka, osservandolo.

- Mi pare ovvio - rispose Rei fissandola. Stava per aggiungere che l’aveva fatto per Maya, perché lui era l’ammiratore delle rose scarlatte, ma si morse la lingua e cambiò versione - Pubblicità - disse infine e Saiaka annuì.

- Quell’uomo mi spaventa… - ammise Mina - Ancora non capisco come Maya possa averlo fronteggiato per anni. Dove avrà trovato il coraggio? A me tremano le gambe a guardarlo a distanza e non mi ha mai neanche considerata! -

Rei e Saiaka ridacchiarono, ma la loro attenzione venne subito catturata dalla signora Tsukikage che stava per fare il suo ingresso.



Masumi Hayami ebbe una parola per tutti. In quella settimana non era certo rimasto con le mani in mano. Era perfino tornato a Tokyo e poi ritornato alla valle. Per Mizuki quella scelta era stata dettata dalla necessità di coordinare gli inviti di alcuni selezionatissimi ospiti che avrebbero partecipato ad una visione tutta speciale direttamente nella valle dei susini, ma a lui era servita solo per prendere le fotografie che gli aveva mandato Peter Hamil.

Quel pomeriggio, nella fredda Tokyo, era rimasto ore a fissare quegli scatti rammaricandosi di non aver potuto assistere a quell’interpretazione incredibile che Hamil era riuscito a catturare col suo obiettivo. Era rimasto stupito nel trovare, fra le altre, le fotografie di una prova che doveva essere recente e che aveva impegnato le due attrici in una discesa da alcune rocce. Non aveva potuto evitare di sorridere all’evidente grazia angelica di Ayumi Himekawa in contrapposizione alla goffaggine di Maya.

Mio padre vide la rappresentazione del fuoco della signora Tsukikage… chissà come sarebbe stato guardarti, ragazzina? Per chi brucia il tuo cuore, come hai potuto rendere così vivido il dolore della distanza dell’amore di Oshichi? La disperazione trapela dai tuoi occhi, il desiderio di volerlo rivedere perfino sapendo che saresti stata condannata a morte… Come hai potuto simulare così intensamente un cuore folle d’amore?

Il ricordo venne interrotto dall’arrivo di Kuronuma e Sakurakoji. E c’era anche lei. Fissò il giovane attore, senza neanche preoccuparsi troppo di ciò che avrebbero potuto pensare gli invitati, in fondo era uno degli attori della Ondine.

- Ecco arrivato il giovane Isshin che ha accompagnato amorevolmente la sua Akoya - gracchiò Onodera, affiancandoglisi.

Masumi rimase immobile per non tradire il fastidio di quella rivelazione e spostò lo sguardo sul grande susino, indubbiamente il palcoscenico e infine guardò la piccola sporgenza dove suo padre si era fatto accompagnare per avere una visione migliore dello spettacolo. O per non farti riconoscere da Maya Kitajima, padre?

La signora Tsukikage si presentò davanti a loro e tutti smisero di parlare.

- Signore e signori, benvenuti. State per assistere alla rappresentazione della “Dea Scarlatta”. Grazie per essere venuti nella valle dei susini. Sono Chigusa Tsukikage. Sono passati molti anni da quando il mio maestro, Ichiren Ozaki, se ne andò da questo mondo lasciandomi in eredità quest’opera - esordì la signora, la voce carica di sentimento - Da quando lasciai le scene, molto tempo fa, la “Dea Scarlatta” è vissuta solo nella memoria e nei cuori di coloro che l’avevano vista, per poi svanire come un fantasma - sorrise a passò lo sguardo su tutti gli astanti, creando una pausa d’effetto.

- Ora, grazie a queste due giovani attrici di talento, Ayumi Himekawa e Maya Kitajima, voglio farla rivivere. E’ prematuro prevedere quale delle due interpreterà la Dea Scarlatta una volta tornati a Tokyo, ma ora vorrei mostrarvi i risultati che hanno conseguito fra queste montagne - sospirò - In seguito, sperando che la memoria non mi tradisca, interpreterò la Dea Scarlatta - un brusio lieve percorse tutti gli spettatori - Questo è un palcoscenico naturale, non ci sono altri attori. Vogliate perdonarmi se reciterò io sola. Ora cominceremo dalla Dea Scarlatta di Ayumi Himekawa. Seguirà quella di Maya Kitajima - terminò la signora e gli applausi inondarono la radura.

Dietro le quinte improvvisate, le due candidate si scambiarono un’occhiata gelida e determinata. Poi Ayumi prese la sua stola e, ignorando Maya, uscì posizionandosi davanti al grande susino. L’aria era carica di tensione e aspettativa, nessuno fiatava, ma lei rimase immobile in una posizione laterale e statica.

Genzo, posizionato su una roccia vicina al susino, suonò lo tsuzumi e Ayumi prese a muoversi a tempo, in una danza elegante e morbida, gli occhi chiusi, l’espressione rilassata. Terminò ponendosi frontalmente davanti al pubblico e spalancò gli occhi, svegliandosi.

- Si è trasformata da albero in spirito, eccellente! - mormorò il Presidente dell’Associazione Nazionale.

Con voce surreale Ayumi pronunciò le parole della Dea - Chi… Chi mi sta chiamando? - intervallò ogni battuta con un movimento fluido nei pressi del susino, come una farfalla in cerca di fiori e tutti rimasero affascinati da quella presenza magnifica e soprannaturale. La sua voce, imitando i suoni della natura, scandì la rabbia della dea alla vista del mondo reale e gli spettatori furono costretti ad accettare che quella non era Ayumi Himekawa, ma la Dea Scarlatta.

Al termine della sua rappresentazione, gli applausi scaturirono immediati e folgoranti mentre Maya, terrea e spaventata, si era rannicchiata dietro la tenda del piccolo padiglione. Perfino Rei e gli altri ragazzi furono costretti ad ammettere che la sua interpretazione era stata davvero su un livello recitativo altissimo.

Lo sapevo, è stata incredibile! Cosa faccio? Siamo su due livelli del tutto diversi! Al confronto con Ayumi, io sembrerò una semplice principiante! Devo farmi coraggio! Il signor Hayami mi sta guardando! Sì, l’ammiratore delle rose scarlatte! Questa è la valle dei susini! Io sono lo spirito dell’albero di susino!

Prese la sua stola e indossò la maschera della Dea Scarlatta.



L’interpretazione di Ayumi era stata davvero notevole, espressiva e d’impatto, aveva portato lo spettatore direttamente dentro il risveglio della Dea sulla terra, ma lui non avrebbe mai potuto dimenticare le parole di Maya di una settimana prima nella valle, quando aveva fatto nascere la sua Dea. Posso immaginarti là dietro, le labbra tremanti dopo aver visto Ayumi Himekawa, ma tu sei Maya Kitajima, avrai la tua Dea Scarlatta, falla vedere a tutti! Mostrala a me!

E come se avesse davvero sentito il suo richiamo, un urlo potente e disumano invase tutta la radura, tanto da spaventare gli spettatori presenti, poi il silenzio più totale. Finché la figura esile di Maya comparve lentamente fra i cadenti rami di susino. Aveva lo sguardo assente e si muoveva piano, come non volesse toccare la terra che stava calpestando.

- Chi… mi sta chiamando? - chiese al nulla davanti a sé e Masumi avvertì nuovamente quella morsa che gli stringeva il cuore e quel fastidioso formicolio sulla punta delle dita. Strinse i pugni e non si lasciò deconcentrare.

La sua voce… non può essere la sua voce… non è naturale…

Maya si avvicinò al greto del ruscello sempre con sguardo vacuo, perso. Se all’inizio il suo corpo era apparso esile, ora si dimostrava imponente.

- E’ l’eco della foresta? Il silenzio della notte? No… è l’odore del sangue… - e il modo in cui pronunciò quelle ultime parole, unite alla sua espressione terrificante, indisposero molti degli uomini presenti. Si guardò intorno, poi in alto, come se cercasse qualcosa.

- Uhm… vedo due vortici che si stanno scontrando, il turbine rosso e il turbine bianco, sono due trottole che portano disordine nel creato… - mormorò come valutasse davvero la situazione e il da farsi. Poi si inginocchiò davanti al ruscello.

- Girano, girano e mentre si scontrano e si urtano, tutto viene distrutto… - la sua voce crebbe un po’ d’intensità e la sua espressione si fece più dura - Il loro ruotare è sempre più furioso. Lo spirito degli dei è agitato! - esclamò, il tono ancora più acuto.

- Dalle due trottole nasce il fuoco della guerra che sparge odio e sofferenza. E, una dopo l’altra, le perle della vita svaniscono! - gridò, furibonda facendo seguire la sua protesta con un ululato raccapricciante e profondo che indicò tutta la sua sofferenza.

Masumi la osservò allibito, il formicolio non lo abbandonava, nonostante tenesse le dita serrate, anzi aumentava e non riusciva a togliersi di dosso quella strana sensazione di appartenenza a quel luogo. Ragazzina… come hai fatto a trovare questa Dea Scarlatta? Dove la nascondevi dentro di te? Come puoi contenerla?

Maya spostò la sua attenzione sulla superficie del ruscello.

- Che cosa fa? Cosa può mai guardare nell’acqua? - mormorò scettico uno dei critici.

- Probabilmente ci vede il mondo - replicò Kuronuma senza distogliere lo sguardo da lei. Sakurakoji, che era seduto accanto a lui, lo fissò per qualche attimo. Maya sei imprevedibile come sempre… chi avrebbe mai potuto dire che avresti tirato fuori una Dea Scarlatta così intensa e arrabbiata?

Maya continuò con quell’urlo devastante e malinconico creando una straordinaria vibrazione. Più che una voce, dava l’impressione di essere un suono che si spandeva vibrando nell’aria. Ayumi la osservò, lo sguardo di Maya era vacuo e concentrato sulla superficie dell’acqua che ondeggiava sotto il potere della sua voce.

Maya...

- Non capisco - riprese lei - Perché gli uomini combattono? Perché spargono sangue e distruggono? Non sentono la voce del cielo? Non sentono la voce della terra? Non sentono il canto degli dei che curano le perle della vita che legano cielo e terra? Perché non se ne rendono conto? Chiamano solo il male nel mondo. Come fanno a non capire che trasmettendo al male i loro pensieri malvagi, tracciano la loro strada? - ogni parola era intrisa di malinconia e incomprensione.

- Gli uomini credono solo in quello che vedono - si inserì Genzo interpretando Oniosa - Credono solo in quello che sentono con le proprie orecchie e in quello che possono toccare. Gli esseri di carne credono soltanto negli esseri di carne… -

Maya si portò le braccia al petto, stupita e arrabbiata a quella rivelazione.

- Che cosa sciocca! - gridò - Proprio loro non si rendono conto che è il cuore degli dei di cielo e terra a farli muovere, ad avere cura della loro vita?! -  e sollevò lo sguardo sempre iroso e vacuo, come se vedesse lontano.

- L’albero è lo spirito. Lo spirito degli dei della terra cresce e si manifesta sulla superficie. Qui, in questa terra sacra dove vivono gli dei, il mio aspetto è quello di un albero di susino! - riabbassò leggermente la testa.

- La mia forza sale al cielo come una spirale e si prende cura degli esseri della superficie, degli esseri acquatici, degli esseri con le radici, degli esseri striscianti, degli esseri che volano, degli esseri che camminano, degli esseri che nuotano - si era alzata in piedi lentamente mentre pronunciava quelle ultime battute.

- Crescete! Crescete! Rapidamente! Aumentate! Diffondetevi! Con la mia benedizione! - arretrò ancora intorno al grande tronco del susino, la sua voce profonda che scuoteva le menti e i corpi.

- Sbocciate, fiori scarlatti, dalla mia vita millenaria! - concluse sparendo lentamente dietro il susino da cui era apparsa e si era svegliata.

La radura piombò nel silenzio più assoluto, uniche note, quelle del flauto di Genzo, che chiudevano definitivamente la rappresentazione di Maya Kitajima.

Il pubblico rimase in silenzio, come in attesa che l’attrice proseguisse, solo dopo alcuni minuti si resero effettivamente conto che Maya aveva terminato e applaudirono imbarazzati. Masumi Hayami era rimasto immobile, quello strano formicolio non solo era stato più persistente, ma era risalito fino ai gomiti e tutt’ora ne sentiva gli effetti.

Se dovessi inscenare una Dea Scarlatta, sceglierei la tua voce e i tuoi occhi, ragazzina… e non c’entra niente ciò che provo per te, hai colto l’essenza del risveglio della Dea, il suo stupore, la sua rabbia, il suo dolore…

Intorno a lui, gli spettatori stavano discutendo sulle due dee ed erano in disaccordo: c’era chi prediligeva la grazia e le movenze di Ayumi Himekawa, chi la presenza scenica di Maya Kitajima, che ti restava addosso anche dopo la fine.

- Non si mettono d’accordo su quale delle due dee sia da preferire - ridacchiò il Presidente dell’Associazione e Masumi si voltò - Non vedo l’ora di vedere lo spettacolo di prova a Tokyo -

Maya e Ayumi, nel frattempo, avevano raggiunto la radura con gli ospiti, si guardarono con ostilità per un attimo, poi Ayumi si girò stizzita e si diresse verso Peter Hamil, Onodera e Akame, che immediatamente la elogiarono per il risultato raggiunto. Maya, che sentiva ancora il sangue bruciare per aver accolto dentro di sé la Dea Scarlatta, la osservò malinconica e demoralizzata.

Ayumi…

Un applauso vicino e singolo la riscosse, facendola voltare.

- Signor Hayami… - aveva la capacità di sbucare dai posti più assurdi e di prenderla sempre alla sprovvista.

- Salve, ragazzina, ho visto la sua Dea Scarlatta - esordì pacatamente - E’ stata molto interessante! Una dea dal deciso sapore! -

- Non sembra proprio un complimento! - ringhiò Maya incupendosi e stringendo i pugni. Aveva quello strano potere di irritarla solo aprendo bocca.

- Suscettibile? - la punzecchiò lui ancora, sapendo bene che tasti toccare.

- No, ma le sue parole non mi sembrano spontanee! Sono diffidente… - gli sibilò contro con un’espressione così buffa e diversa da quella seria e soprannaturale della dea di poco prima, che Masumi scoppiò a ridere, celando il suo imbarazzo e l’istinto che aveva avuto di abbracciarla all’improvviso.

- Che… che cosa c’è da ridere? - ringhiò Maya con un’espressione terrificante sulla faccia, pronta ad urlargli contro.

- Tranquilla! La sua è stata una buona interpretazione, desidero vedere quanto prima lo spettacolo - la rassicurò fissandola dolcemente per qualche attimo. Maya sussultò ma non riuscì a distogliere lo sguardo da quelle profondità azzurre che erano cambiate in un attimo.

- Signor Hayami, il signor Onodera la sta cercando - lo avvisò con discrezione un collaboratore della Daito.

- Ora vengo - avvisò - A presto, ragazzina - le fece un cenno di saluto e si incamminò dietro l’uomo.

Maya, inspiegabilmente, ed esattamente come la sera al tempio nella valle, si sentì svuotata all’idea che se ne andasse, così lasciò che i suoi sentimenti prendessero il sopravvento e lo seguì, afferrandolo infine per una manica.

- Signor Hayami! -

Masumi si immobilizzò e con uno sguardo rapido controllò quante persone ci fossero intorno a loro prima di voltarsi.

- Sì? - le domandò, restando pietrificato dalla sua espressione… implorante?

- Aspetti, per favore... - era imbarazzata - Mi manca ancora un po’... - mormorò insicura.

- Come? - effettivamente Masumi era confuso e non riusciva a capire cosa volesse dirgli.

- Io penso di non aver ancora perfezionato la mia recitazione. A dir la verità non so ancora cosa devo fare, esattamente, per esprimere il mio cuore… anche se non so recitare magnificamente come Ayumi, sto facendo tutto il possibile! - gli spiegò dolente - Ma per lo spettacolo sarò sicuramente pronta e… - arrossì ancora di più ma non staccò gli occhi dai suoi - ...e interpreterò una Dea Scarlatta che la soddisferà! -

Masumi non riuscì a mantenere il suo sangue freddo e spalancò gli occhi meravigliato. Ragazzina…

- Lo farò per lei! - aggiunse ancora, con tono deciso, le guance ancora arrossate per l’imbarazzo.

- Maya! - il suo nome gridato la fece girare verso Sakurakoji.

- Yu! - rispose lei con un sorriso, lieta di potersi togliere dall’imbarazzo. Non avrei dovuto dirgli niente… e se si accorgesse di ciò che io...

- Presidente Hayami! - lo salutò il giovane attore - Ho interrotto la vostra conversazione, scusate -

- Non preoccuparti, stavo per andare - lo rassicurò ignorando quel gelo freddo di gelosia che lo coglieva ogni volta - Allora, ragazzina, aspetterò di vederla nello spettacolo di prova - acconsentì spostando lo sguardo su di lei per qualche secondo in più del necessario. Maya lo sostenne, poi lui alzò una mano, le sorrise e si voltò.

- Sei stata brava, Maya! - le disse Sakurakoji - Mi hai fatto venire voglia di impegnarmi ancora di più e mostrarti il mio Isshin! - le confidò con fervore prendendola per le mani.

- Dici davvero, Yu? - esclamò lei, felice e imbarazzata.

Masumi continuò a camminare, non aveva alcuna intenzione di voltarsi, di guardarli perdersi l’una negli occhi dell’altro.

- Sono felice, stavo per perdere fiducia in me stessa! - gli confessò Maya, ricambiando la stretta di mani. Maya starnutì e Yu si prodigò subito togliendosi il giaccone che indossava.

- Hai freddo? - le chiese appoggiandoglielo sulle spalle e avvicinandola a sé. Maya, ancora scossa per quelle settimane intense e la rappresentazione appena conclusa, lo lasciò fare anche perché in effetti aveva freddo.

Masumi si voltò fermandosi un attimo, contravvenendo al suo proposito precedente. Avrei dovuto mandarle delle rose... Ma ciò che vide gli fece drasticamente cambiare idea.

Sakurakoji l’abbracciava teneramente e lei non sembrava sgradire la cosa. Si girò di scatto e raggiunse Onodera. Non ha più necessità di quel tipo di sostegno… adesso le serve un manager…

- State già provando nel ruolo degli innamorati? - gridò Saiaka battendo le mani - Ottima interpretazione! -

- Ma che dici, Saiaka? - replicò Sakurakoji scostandosi.

- Ah! Siete diventati rossi, non me la raccontate giusta! - e scoppiò a ridere.

- Basta! - esclamò Maya, nascondendosi il volto fra le mani.

Una voce annunciò la rappresentazione della signora togliendoli dall’imbarazzo, ci fu un movimento generale per riprendere i posti e Maya e Yu si sedettero su una roccia alla destra delle sedute per gli spettatori, perfetta per vedere lo spettacolo.

Sakurakoji lasciò che Maya si sedesse e poi l’affiancò, mettendole un braccio sulle spalle. Arrossirono entrambi senza guardarsi e quando Yu appurò che a lei non dispiaceva, si rilassò e le sorrise.

- Così spero che non avrai freddo e potrai goderti lo spettacolo - sussurrò vicino al suo orecchio. Maya rabbrividì pensando a quanto quella situazione fosse simile a quella vissuta con il signor Hayami sotto la volta di stelle.

Però, quando lui mi propose di tenermi accanto a sé, non lo fece in questo modo… Era più… distaccato… si offrì realmente e non avvertii alcuna tensione, come ora la sento in Yu… lo fece in modo naturale ed io… io non ero affatto in imbarazzo, come lo sono ora… Avranno influito gli anni che ci conosciamo? O il fatto che mi abbia detto di essere il mio ammiratore delle rose? O magari… che il suo affetto sia davvero genuino come quello di… di un parente…?

Si sentì morire a quella riflessione e abbassò lo sguardo, esattamente come morì una parte di Masumi Hayami quando la vide abbracciata a Sakurakoji dalla sua posizione accanto al Presidente dell’Associazione Nazionale.

- Non mi sembra vero di poter vedere tra poco la Dea Scarlatta di Chigusa Tsukikage, Masumi - esordì l’anziano Presidente - E in questa valle dei susini, poi… -

- Già, Presidente... - ammise mestamente Masumi continuando a fissare Maya.

- Penso che, se Ichiren Ozaki fosse ancora vivo, ne sarebbe profondamente commosso - valutò l’uomo portandosi una mano agli occhi.

- Lo penso anche io - concordò Masumi, assorto, lo sguardo che non lasciava Maya. E’ come una calamita… io non riesco a mantenere un minimo di autocontrollo in questo posto...

- E chissà quanto anche il Presidente Hayami sarà preso dall’emozione, ora! - aggiunse - Suo padre e Chigusa Tsukikage si sono odiati a lungo a causa della Dea Scarlatta… Sapeva che ha sempre amato Chigusa Tsukikage? -

- Sì, lo sapevo - ammise Masumi, lo sguardo completamente assente, fisso sulla parte del volto di Maya che riusciva a vedere: lei che aveva le guance arrossate, lei che sorrideva a Sakurakoji, che scherzava con lui.

- L’ha amata profondamente - proseguì con voce grave - Più di chiunque altro, fino a soffrirne - mormorò Masumi, il cuore che batteva incessante per la gelosia insensata che lo attanagliava in quel momento.

Il Presidente spostò lo sguardo sul giovane uomo accanto a sé chiedendosi cosa gli rodesse così profondamente nell’animo e che in quel momento traspariva dai suoi inquietanti occhi azzurri e dall’ossessione con cui stringeva le mani l’una con l’altra.

Un rintocco di tsuzumi attirò l’attenzione di tutti e la Dea Scarlatta comparve sulla cima di un piccolo promontorio, a sinistra del grande susino.


   
 
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