Daniel
Radcliffe’s best friend
«Daniel,
sei talmente circondato da fans che non
puoi neppure uscire di casa per un gelato, perché
c’è sempre qualcuno pronto a
saltarti addosso!» esclama David.
Lui sorride divertito,
rilassandosi sula poltroncina. «Già, è
così».
«Non è troppo pesante a volte? Non ti capita maidi
volerti nascondere
sotto un lenzuolo e fuggire via?»
Daniel scoppia a ridere. «Oh, no, affatto. Vedi,
è solo grazie a loro se
ora sono qui. Mi hanno sostenuto sin dall’inizio, con il
primo film di Harry
Potter, e continuano a farlo ogni giorno. Non è merito mio,
è tutto loro» dice
rivolto verso il pubblico nello studio televisivo. Subito parte un
applauso a
cui David Letterman si unisce con entusiasmo. «Quindi non
è un problema se uno
di loro ti becca al supermercato mentre compri gli spaghetti e ti urla
in un
orecchio la sua passione per te?»
Daniel scoppia a ridere, inclinando la testa. Poi però
sorride
dolcemente, come se all’improvviso stesse rivivendo un bel
ricordo. «No, per
niente. Sai, c’è un episodio di un paio di anni fa
che ricordo benissimo ed è
molto simile a ciò che hai appena detto».
David
spalanca la bocca, sorpreso. «Davvero? Allora devi
assolutamente
raccontarmelo!» Lui
sorride ancora di
più. «Be’...»
Sta
uscendo dal centro commerciale, quando la vede. È nascosta
in un angolo e lo
fissa nervosa. Avrà sì e no diciotto anni e non
appena capisce che la sta
guardando inizia a contorcere le mani come un polipo. Lui le sorride e
si leva
il berretto da baseball, incitandola ad avvicinarsi. Ha già
capito chi è: una
delle tante fan che sono cresciute con i suoi film e che non vede
l’ora di
avere un suo autografo.
«Scusa,
non sapevo se avvicinarmi o no, perché immagino sia
fastidioso essere sempre
circondato da gente che non ti lascia respirare neppure per un secondo,
ma poi
ho pensato che un’occasione del genere non mi sarebbe
più ricapitata e
allora...» e continua a balbettare e a parlare a macchinetta,
finché lui non
alza le mani e la blocca.
«Stop,
stop, ti prego, fermati!»
Lei chiude subito la bocca, come se qualcuno avesse spento un
interruttore.
«Daniel» si presenta tendendole la mano. E lei si
apre nel sorriso più bello
che lui abbia mai visto. «Be’ sì, lo so.
Io sono Rebecca».
«Piacere di conoscerti, Rebecca». Lei
sembra sul punto di scoppiare
dall’emozione quando si alza sulle punte e lo stringe
nell’abbraccio più
soffocante che lui abbia mai ricevuto, ignorando bellamente la sua mano
tesa. «Oddio,
Daniel, non avrei mai creduto di poterti incontrare davvero. Sono
cresciuta con
i tuoi film, è... è... wow, è
fantastico, incredibile!»
Lui scoppia a ridere. «Be’,
sono proprio io, in carne ed ossa. Anche se mia madre dice sempre che
sono più
pelle e ossa, in realtà».
Adesso ride anche lei, e ha una risata cristallina che cerca di
nascondere dietro una mano. «Quindi... me lo fai un
autografo?» chiede
imbarazzata tirando fuori un pennarello nero.
È mentre le firma la maglietta
che nota una di quelle macchinette per fare le fototessere.
«Ti va di fare
qualche foto?» le chiede indicandogliela. La meraviglia sul
suo volto è
qualcosa di indescrivibile e non creda che riuscirà a tirar
fuori parola per i
prossimi cinque anni, perciò le mette una mano sulla schiena
e la spinge dentro
la cabina, sorridendole divertito. Hanno sei scatti a disposizione e li
usano
tutti per fare le facce più ridicole che si possano
immaginare. Quando
finalmente hanno le foto strette in pugno, scoppiano a ridere entrambi
come due
idioti. Poi lui strappa la striscia a metà e chiede a
Rebecca il pennarello.
Per prima cosa disegna nell’ultima foto un paio di baffi a
testa, poi dietro
una delle due metà scrive il suo numero di telefono. Quando
gliela riconsegna
lei lo sta guardando come se fosse impazzito.
«Quello è il mio numero, usalo Ci
vediamo questa sera. Il pennarello però lo tengo
io» e con un sorrisino
birbante se lo infila in una tasca. Fa per andarsene, ma poi ci ripensa
e si
china a darle un bacio sulla guancia. Le sventola la sua
metà di foto sotto il
naso. «La terrò sempre in tasca Tu fa’
lo stesso».
«E
le hai ancora?» chiede David con la occa
spalancata. Lui ghigna con aria goduta, prende il portafoglio e ne
estrae una
striscia di carta fotografica spiegazzata e un po’ consumata
ai bordi.
«No! Non
ci posso credere!» Il giornalista si avvicina e le guarda con
attenzione.
«Signori e signore, sono proprio loro! Incredibile! E che
bella ragazza,
Daniel!»
Lui
scoppia a ridere. «Glielo dico ogni giorno, ma lei non mi
crede mai!»
L’uomo lo
guarda con tanto d’occhi. «Tutti i giorni? Siete
rimasti in contatto?» «Oh,
certo. È così che è diventata la mia
migliore amica. Guarda, è proprio lì in
mezzo al pubblico. La ragazza bionda in prima fila con il vestito a
righe
bianco e rosso, quella che prova inutilmente a nascondersi»
ride
indicandola.
David spalanca ancora di più la bocca. «Oh, ma
devo assolutamente
conoscerla. Vado a prenderla» dichiara deciso. Poi si alza
dalla sua poltrona e
si dirige verso il pubblico. Daniel lo guarda divertito porgere la mano
a
Rebecca e aiutarla ad alzarsi, facendole nello stesso momento un
piccolo
inchino. Scendono quei pochi gradini che li separano dalle telecamere
circondati dagli applausi, e subito le guance della ragazza si colorano
di un
rosa acceso. Quando è abbastanza vicina, Daniel allarga le
braccia e le subito
ci getta incontro, stringendolo in uno dei suoi soliti abbracci
soffocanti. La
solleva da terra e la tiene stretta a sé, cullandola sul
posto.
«Questa è amicizia, signori» sente dire
a David. Ma lui resta fermo
immobile, la stringe ancora di più e le accarezza i capelli.
Angolino Autrice:
Allora, piccolo sclero che mi è venuto in mente durante filosofia (perchè ovviamente io sto sempre attenta in classe u.u)
Non so da dove mi sia uscita e non credo ci sia molto da dire, perciò se non vi sembra proprio inutile un commentino è più che gradito! Grazie <3