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Autore: Margo Malfoy    30/01/2015    3 recensioni
Oliver portò allora Connor a casa sua, per accedere dal suo computer alle e-mail che potevano risultare utili a Connor in tribunale. Dopo aver trovato un’e-mail molto interessante, Connor si chiese perché terminare la serata lì. Cominciò, allora, ad allargarsi il nodo della cravatta scura e a sbottonarsi – in un modo tremendamente sexy, pensò Oliver –la camicia bianca.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Connor Walsh, Oliver Hampton
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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How to get away with murder.
 
Non serviva sforzarsi per capire che nel genere di locali che frequentava Connor c’erano ragazzi disposti a parlare più di quanto avrebbero dovuto in cambio di qualche... lavoretto. E, quella sera, gli era capitato sotto tiro proprio il ragazzo giusto. L’aveva trovato in un angolo del bar e il caso volle che Oliver – quello era il suo nome – fosse uno specialista informatico, proprio ciò che gli serviva. A Connor era bastato dire che l’IT era fica per conquistare il moro che gli stava di fronte. Lo vedeva arrossire ogni volta che gli lanciava una delle sue occhiate, una di quelle occhiate che era solito regalare a decine di ragazzi ogni weekend, soprattutto nei locali gay che gli piacevano tanto frequentare.
«Posso farti una domanda?» aveva chiesto Connor sorseggiando del vino. «Sai qualcosa di quella segretaria che ha avvelenato il capo con dell’Aspirina?»
«Ci hanno intimato di non parlarne» spiegò Oliver.
«Certo, capisco» disse Connor. In realtà non avrebbe lasciato perdere solo perché “gli avevano intimato di non parlarne”. Gli bastò scambiarsi una delle sue occhiate con un altro ragazzo, che era passato accanto al tavolino di Oliver e Connor, per suscitare la gelosia del ragazzo appena conosciuto.
«Okay» disse Oliver. «Magari posso controllare qualche e-mail...»
Vedendo che, ancora una volta, la sua tecnica aveva funzionato, Connor accennò un sorriso – che, tra l’altro, fece arrossire di nuovo Oliver. Connor notava che ogni volta che il ragazzo si trovava in imbarazzo, abbassava lo sguardo e sorrideva timidamente, alzando gli zigomi olivastri.
Il moro portò allora Connor a casa sua, per accedere dal suo computer alle e-mail che potevano risultare utili a Connor in tribunale: avrebbero aiutato la loro cliente e avrebbero garantito a Connor un complimento della professoressa Keating. Dopo aver trovato un’e-mail molto interessante che Connor stampò e piegò nella tasca della sua giacca, si chiese perché terminare la serata lì. Oliver era in piedi al centro della stanza, con i piedi su un tappeto rosso e marrone, che lo guardava attraverso gli occhiali neri. Connor, allora, cominciò ad allargarsi il nodo della cravatta scura e a sbottonarsi – in un modo tremendamente sexy, pensò Oliver –la camicia bianca. Connor si avvicinò a Oliver e si abbassò su di lui, slacciandogli i pantaloni e la cintura. Passò poi a sfilargli la maglietta grigia e a baciargli i pettorali e poi il collo, ansimando.
«Credevo che da me volessi solo le e-mail...» ansimò Oliver in un sussurro. Connor lo baciò sulla bocca, spingendolo verso il letto matrimoniale. Caddero uno sull’altro e Connor continuò a baciare Oliver.
«Sì» gli disse, la voce soffocata. «Ma voglio anche questo». Lo fece girare e iniziò a baciargli la schiena percorrendogli la colonna vertebrale.
 
 
Connor si trovava di nuovo di fronte all’appartamento di Oliver, perché? La seconda volta che ci era andato era stato per ottenere delle informazioni riservate su un altro caso della Keating e per ripagarlo con un altro lavoretto.
Forse non era stato così “insignificante” il fatto che il lavoro avesse rimandato la loro cena programmata. Forse questa volta, al contrario delle altre, a Connor importava del ragazzo che aveva rimorchiato in un locale. Così si era ritrovato a bussare alla porta, con una cena take-away in mano.
«Che cosa ci fai qui?» gli chiese Oliver vedendolo alla porta.
«Non sono qui per delle e-mail, sono qui per cena» sollevò il sacchetto bianco.
«Credi che sia così disperato da accettare?» Oliver alzò le sopracciglia e gli chiuse la porta in faccia.
Il castano aveva abbassato lo sguardo pensando che, per una volta che gli importava di uno dei tanti ragazzi, era riuscito a rovinare tutto per una cena mancata. Ma il cigolio della porta che si riapriva riaccese la speranza dentro di lui.
«Okay» disse Oliver. «Ma sta volta è il mio turno».

 
Ehilà! Non so da dove mi sia venuta questa fic, ma ieri ho visto i primi due episodi di HTGAWM e dire che me ne sono innamorata sarebbe un eufemismo. Ci sono, tra l'altro, anche rimasta malissimo quando ho capito che Connor - che, diciamocelo, è un gran figo - era gay T.T
Comunque, spero che questa piccola OS vi piaccia e mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate, critiche costruttive o apprezzamenti sono sempre ben accetti!

A presto :*
   
 
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