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Autore: galvanix    30/01/2015    4 recensioni
La storia è ambientata alcuni mesi dopo il Cell Game...nel frattempo Bulma e Vegeta riflettono sui propri sentimenti, mentre un vecchio amico della donna ritorna nella sua vita.
“Mi dispiace così tanto che tu stia soffrendo Bulma, ma forse c’è una cosa che puoi fare… Se vuoi io posso essere quella persona che può aiutarti a farti dimenticare il dolore, ad essere un buon padre per Trunks e un buon marito per te…
Forse questo potrà sembrarti strano, ma io ho sempre provato qualcosa di profondo che andava al di là di una semplice amicizia e credo di essermene accorto troppo tardi.
Spero soltanto che mi darai un’occasione per dimostrarlo” disse Thomas.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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                                      HO BISOGNO DI TE




Erano ormai trascorsi diversi mesi dalla sconfitta di Cell, nell’aria si respirava un clima di pace e tranquillità.
Gli abitanti, da quel giorno, avevano ripreso a vivere serenamente la loro vita, anche tutti i guerrieri che si erano ritrovati ad affrontare quel mostro, avevano avuto la forza di riprendere in mano la propria esistenza, dopo l’ennesima battaglia per salvare la Terra.
Persino il piccolo Gohan, colui che aveva salvato il mondo, era riuscito a risollevarsi, nonostante la perdita della persona più importante della sua vita, il suo eroe, il suo papà…sacrificatosi, ancora una volta, per il bene dell’umanità.
Questo ragazzino, nonostante la giovane età, aveva trovato il modo di guardare avanti, nonostante la sua perdita, dopo la rivelazione di sua madre…lei aspettava un altro figlio.
Dopo questa meravigliosa sorpresa, Gohan si era sentito in dovere di proteggere la sua famiglia, aveva trovato un motivo in più per continuare a vivere, a sperare in un futuro e in un mondo più giusto.
Nonostante ciò, tutti avevano trovato il modo di rialzarsi dalla brutta vicenda di Cell…tutti tranne uno.
All’interno di una facoltosa e ricca abitazione, la famosa Capsule Corporation, un uomo si trovava disteso sul letto della sua stanza intento ad osservare il soffitto, immerso nei suoi pensieri ed estraniandosi da tutto ciò che lo circondava.
A lui non interessava cosa accadeva fuori da quelle quattro mura in cui si è rinchiuso, sembrava aver perso ogni voglia di vivere e di non avere più uno scopo nella sua esistenza.
Era come tormentato, la sua anima non riusciva a darsi pace per ciò che era accaduto al torneo contro Cell, era successo tutto così in fretta…il sacrificio di Goku, la morte di Mirai Trunks (il figlio venuto dal futuro), la vittoria di Gohan su quel mostro.
Questi eventi lo avevano scioccato molto interiormente, da non riuscire a reagire, la sua voglia di combattere si era spenta nel momento in cui la Terra aveva ritrovato la sua pace, mentre per lui era iniziato un vero incubo.
Ancora una volta si era sentito inutile, debole di fronte al nemico, non era stato capace di fronteggiarlo, persino un ragazzino era stato più forte di lui e questo non poteva tollerarlo.
Tuttavia il momento più doloroso era stato quando Mirai Trunks, rimase trafitto con un raggio a tradimento da Cell, uccidendolo sul colpo.
In quell’istante aveva avvertito immediatamente un vuoto, era come immobile, incapace di muoversi, non riusciva a credere ciò che era successo…finché dentro di lui non era esplosa la rabbia, la frustrazione, il dolore per non essere riuscito a proteggere suo figlio.
Si era scagliato contro il mostro come una furia, ci aveva messo tutto se stesso, ma purtroppo i suoi attacchi non erano serviti a nulla.
Era stato proprio allora che si era reso conto di non valere molto come combattente, le sue certezze erano crollate in un attimo, come un castello di sabbia.
In seguito Mirai Trunks era stato riportato in vita con le sfere del drago ed era potuto ritornare nel suo futuro, ma la realtà non poteva cancellare ciò che era avvenuto e questo lo aveva portato ad un’unica e definitiva decisione…
Non avrebbe più vestito i panni del guerriero, sarebbe diventato invisibile a tutti, in questo modo potevano dimenticarsi di lui, del suo nome. Così aveva deciso, Vegeta, il Principe della famosa dinastia dei Saiyan.
Mentre si perdeva nei suoi pensieri, aveva udito dei passi muoversi nel corridoio della casa ed avvicinarsi alla sua stanza.
Vegeta aveva subito intuito a chi potevano appartenere, avrebbe riconosciuto quell’aura ovunque…lei.
Quella donna non lo lasciava un attimo in pace, probabilmente perché non voleva che rimanesse da solo tutto quel tempo.
Tuttavia doveva ammettere a se stesso che quella terrestre aveva un carattere decisamene forte, non mollava e non si arrendeva di fronte a niente; una donna davvero tenace, testarda e questo a lui…piaceva…
All’improvviso il rumore era cessato e senza bussare, la donna era entrata all’interno della stanza.
La prima cosa che le era saltato subito all’occhio fu l’oscurità che regnava sovrana, la luce era spenta, filtrava soltanto qualche debole raggio di sole dalle tende, che ormai stava quasi tramontando.
Bulma aveva notato, con disappunto, che Vegeta non l’aveva calcolata affatto dopo la sua entrata, lui non aveva battuto ciglio, era rimasto impassibile.
Lei non riusciva più a tollerare una situazione simile, erano mesi, ormai, che non faceva altro che poltrire su quel letto, a volte saltava anche i pasti, era diventato inesistente.
A quel punto lei non era riuscita più a contenersi:

“Vegeta, non è possibile…sei ancora nella stessa posizione di questa mattina. Vuoi scendere da quel letto una buona volta?”
“Donna, ho detto che devi lasciarmi in pace, non devi disturbarmi…vattene”.
“Io non me ne vado, puoi scordartelo…questa storia deve finire, una volta per tutte” disse Bulma con tono deciso.
La donna si era recata vicino alla porta finestra del terrazzo e spalancò le tende, facendo così entrare gli ultimi raggi del sole che stava calando tra le montagne.
La luce era entrata prepotente nella stanza, ridestando Vegeta, facendolo innervosire sino all’inverosimile.
Non tollerava la prepotenza e l’arroganza di Bulma, specialmente in quel momento che voleva rimanere solo e lontano da tutti.
Così il sayan si era alzato in un attimo ed aveva cominciato ad urlare:

“Donna, ma sei impazzita? Quante volte devo dirti di farti gli affari tuoi…Voglio che mi lasci in pace e che tu esca immediatamente da questa stanza”.
“No Vegeta, ora tu mi ascolterai e non me ne andrò finché non avrò finito, chiaro?”.
“Basta Bulma. Tu stai sfidando la mia pazienza, esci immediatamente o altrimenti…”
“Altrimenti cosa, vuoi farmi fuori? Dubito che ci riuscirai visto che non ti stai neanche allenando…ti sarai dimenticato persino come si combatte”.

In quell’istante Bulma sapeva di averla detta grossa, ma lei voleva solo provocarlo per farlo reagire e avrebbe utilizzato qualsiasi mezzo a sua disposizione.
Vegeta sentiva aumentare dentro di sé una rabbia smisurata, lui sapeva che la donna aveva ragione, ma non voleva ammetterlo, così, preso dal momento, si era avvicinato velocemente alla scienziata, l’aveva presa per le spalle e intrappolata al muro.
Lei sembrava agitata, ma non perché avesse paura, tutt’altro, era da tanto che non si trovavano così vicini e a lei quella vicinanza era mancata.
Lui, per un attimo, si era perso nei suoi occhi azzurri, che gli avevano sempre donato pace e tranquillità, gli succedeva sempre, ogni volta che si guardavano così profondamente, lui perdeva il senso delle cose, si sentiva smarrito e confuso.
Vegeta aveva notato il tremolio del corpo della donna, ma sapeva che non era la paura a parlare, bensì altro…l’attrazione che provavano entrambi era palese e loro ne erano a conoscenza, ma il saiyan non era così “debole” da ammetterlo.
Si erano fissati per dei secondi che sembravano interminabili finché il pianto di un bambino, nella stanza accanto, non li aveva ridestati dai loro pensieri…
Bulma fu la prima a parlare:

“Devo andare da Trunks…visto lo hai svegliato con il tuo modo di fare, sei sempre il solito”.
“No, tu non vai da nessuna parte, devo prima finire ciò che tu hai iniziato” disse Vegeta con un finto tono calmo.
“Piantala, non posso perdere tempo con uno che non vuole essere aiutato e poi mio figlio ha bisogno di me”.
“A si? Ma sei stata tu, per prima, nel venire qui a disturbarmi e a farmi la paternale… ora ti vuoi dileguare come se niente fosse…beh ti sbagli”.

Si trovavano troppo vicini e Vegeta non seppe trattenersi, forse perché era da tanto tempo che non aveva quel contatto con lei; così si era avvicinato maggiormente al suo corpo e rapidamente si fiondò al collo della donna, baciandola avidamente, mentre le mani vagavano liberamente su di lei.
Bulma, colta alla sprovvista, non seppe trattenere un gemito e stava per lasciarsi andare, ma non aveva intenzione di cedere come in passato, usata come passatempo…per lo meno era ciò che voleva farle credere lui.
Lei lo desiderava tantissimo, ma non in questo modo.
La donna aveva cercato di svincolarsi, ma non ci riusciva e Trunks stava continuando a piangere.
Presa dallo sconforto, aveva smesso di dimenarsi e una lacrima le era sfuggita al suo controllo; il saiyan si era accorto del cambiamento di Bulma così si era fermato, l’aveva guardata negli occhi e la vide piangere silenziosamente.
Per un attimo si era sentito morire…lui nella sua vita aveva ucciso molta gente, fregandosene delle loro suppliche, dei pianti, ma il suo lo faceva morire ogni volta, provava un dolore che lui non sapeva spiegare e questo lo rendeva ancora più furioso.
Vedendola in quelle condizioni, si era spostato e le diede modo di andare dal figlio; Bulma lo aveva guardato per un istante e poi corse da Trunks il più velocemente possibile.

La donna, una volta arrivata nella cameretta del bambino, lo aveva preso in braccio avvolgendolo nella sua copertina e aveva cercato di cullarlo per farlo calmare, ma non era riuscita nel suo intento; il piccolo continuava a piangere a dirotto e sembrava non volerne sapere di smettere.
Lei non riusciva a capirne il motivo, non poteva aver fame perché aveva già mangiato prima di addormentarsi, tuttavia decise di camminare per la casa, magari si sarebbe distratto.
Era uscita dalla camera del figlio e aveva deciso di attuare il suo piano, ma per farlo doveva passare davanti alla stanza del saiyan, era inevitabile.
Vegeta si trovava ancora nel punto dove Bulma lo aveva lasciato, stava riflettendo su tutta la situazione fino a quando non aveva udito le urla del piccolo avvicinarsi sempre più.
Preso dalla collera e vedendo la donna passare in quell’istante, urlò:

“Donna, fai smettere immediatamente quel marmocchio di frignare, sono stufo di sentirlo urlare tutte le volte…sono stato chiaro?”.

Bulma si era bloccata proprio davanti alla porta aperta della camera di Vegeta e in quello stesso momento, Trunks sentendo la voce del padre, si era calmato in un attimo.
La donna era rimasta davvero senza parole, non immaginava che al piccolo bastasse sentire la voce di suo padre per placarsi.
Anche Vegeta era rimasto colpito, ma non voleva farsi vedere stupito da questo avvenimento, così, con tono duro, era tornato subito alla carica:

“Finalmente, era ora che si decidesse a finirsela.
Vedi di tenerlo il più lontano possibile da me, la prossima volta potrei non essere così accomodante”.
“Proprio non riesci a capire vero…” disse la scienziata con tono rassegnato.
“Cosa dovrei capire. Voi per me siete solo un impiccio”.

Quelle parole ferirono profondamente Bulma, lui poteva anche rifiutare lei, ma non suo figlio…tuttavia in quel momento, era riuscita soltanto a pronunciare quasi in lacrime:

“Trunks ha bisogno di te…”

Il saiyan non era pronto ad una risposta del genere, si aspettava che lei replicasse in altro modo, battagliero e deciso, come sempre...ma questa volta c’era qualcosa di diverso nello sguardo della donna.
Aveva notato i suoi occhi resi rossi, gonfi, per colpa sua e lui lo sapeva, ma c’era dell’altro, un qualcosa che in un certo senso lo spaventava. L’ espressione della scienziata era il ritratto della delusione, dell’amarezza, non sapeva bene il motivo, ma era diventato difficile sopportare e affrontare i suoi occhi.
Vegeta decise di distogliere lo sguardo da lei e, per una frazione di secondo, aveva incrociato gli occhi di Trunks…
Erano identici a quelli della donna, così azzurri, un colore che non avrebbe mai dimenticato, ma c’era una cosa che non poteva non considerare.
Doveva ammettere che il bambino aveva il suo stesso sguardo, un po’ crucciato e arrabbiato. Il piccolo, per tutta risposta, aveva accennato un sorriso e Vegeta aveva provato una fitta allo stomaco.
Tutto questo era strano, da quando era ritornato a vivere in quella casa, non gli era mai capitato di osservare il piccolo in quel modo, lui evitava di proposito quel tipo di situazioni, poi si rinchiudeva sempre nella sua stanza, quindi era pressoché impossibile incrociarlo.
Ripresosi da quello stato di trans, il saiyan si era voltato e aveva dato loro le spalle.
Bulma si era sentita di nuovo non compresa, aveva indietreggiato e iniziato a correre, stringendo Trunks tra le sue braccia.
Aveva percorso l’intero corridoio, scendendo velocemente le scale, e dirigendosi verso la porta di casa.
Era uscita freneticamente, percorrendo il giardino, aveva aperto il cancello e si era precipitata in strada, riprendendo poi la sua corsa.
Vegeta si era accorto di tutto, aveva visto la donna spingersi in strada e scappare, ma non era riuscito a fermarla…forse anche lui aveva bisogno di chiarirsi le idee.

Dopo la corsa, la scienziata aveva accusato un po’ di stanchezza, così aveva deciso di fermarsi e sedersi su una panchina vuota.
Si era guardata intorno per verificare dove si trovava, era una zona molto abitata visto la schiera di case di fronte a lei, la strada era illuminata dai lampioni e dalle macchine che sfrecciavano.
Non immaginava di stancarsi così tanto, ma avendo tra le braccia il suo piccolo di ormai 8 mesi, la questione cambiava.
Tuttavia, ripensandoci, Bulma si sentiva sciocca, era scappata all’improvviso perché non era più riuscita a reggere quella situazione, non si era comportata da donna matura e ciò la disturbava e per di più, durante quel trambusto, si era portata via persino Trunks.
Il problema stava nel fatto che non aveva riflettuto molto, cominciava a fare freddo, erano in pieno ottobre e la sera era già calata.
Per fortuna per coprire il piccolo, aveva con sé la copertina con cui lo aveva avvolto quando lo aveva preso dalla culla, quindi lui non correva rischio di ammalarsi; tuttavia passeggiare da sola, di notte, non era stata una buona idea, aveva deciso così di ritornare indietro per evitare rischi.
Si stava incamminando, quando aveva sentito qualcuno pronunciare il suo nome…all’inizio non capiva da dove venisse quel suono, poi aveva scorto, dalla casa di fronte, la sagoma di una persona uscire dal cancello di un’abitazione.
L’uomo, in questione, era un ragazzo della stessa età di Bulma, aveva occhi verdi, capelli castano chiaro, un fisico snello e alto.
La donna aveva guardato attentamente il ragazzo che aveva di fronte per cercare di capire chi fosse…poi all’improvviso si era ricordata:

“Non posso crederci…Thomas, sei tu” disse stupita.
“In carne ed ossa. Da quanto tempo Bulma, è praticamente un secolo che non ci vediamo; devo ammettere che sei sempre bellissima”.
“Sei sempre il solito, non cambierai mai!” disse lei con tono divertito.

Quando erano adolescenti, Bulma e Thomas frequentavano lo stesso liceo, erano diventati grandi amici, ma una volta eseguito il diploma, entrambi avevano intrapreso strade diverse: lei voleva diventare una scienziata, mentre lui un avvocato.

“Thomas, come mai non ti ho più visto da queste parti?”
“In realtà ho studiato legge all’estero e ora sono tornato in città proprio qualche giorno fa, per stabilire qui la mia sede”.
“Sono contenta che vada tutto bene”
“Vedo che le cose vanno bene anche a te” disse il ragazzo notando il piccolo tra le braccia di Bulma.
“Lui è mio figlio Trunks, il mio angelo”
“Ciao piccolino” disse Thomas accarezzandolo.
“Che ci fai in giro tutta sola di sera”.
“È un discorso troppo lungo da spiegare in due parole, poi è meglio se ritorno a casa, si sta facendo tardi” rispose con tono cupo.
“Se vuoi ti accompagno, così non vai da sola. Chiacchieriamo un po’ e recuperiamo parte del tempo perduto”.
“Non vorrei disturbarti, magari sei impegnato”.
“Non preoccuparti, in realtà non stavo facendo nulla d’importante”.
“Come al solito” disse lei prendendolo in giro.
“Spiritosa come sempre” rispose lui sorridendo.

Entrambi avevano deciso così di incamminarsi verso casa della donna, ricordando, nel frattempo, i vecchi tempi.
Intanto alla Capsule Corporation, Vegeta non riusciva a darsi pace, c’era qualcosa che lo turbava, ma non voleva ammettere che era proprio l’assenza di Bulma e Trunks a renderlo così agitato e irritabile.
Erano ormai passate un paio d’ore dallo loro “fuga” e per quanto voleva nasconderlo, il saiyan era preoccupato.
Aveva sempre dato per scontato la presenza di Bulma e Trunks in quella casa, non aveva motivo, quindi di preoccuparsi eccessivamente per loro, ma ora il discorso era diverso…
Era ormai buio fuori e la donna era sconvolta quando era uscita di casa, lui lo aveva notato, ma non era riuscito a fermarla.
Maledetto orgoglio.
Non voleva mostrarsi preoccupato, ma da quando loro erano fuggiti, non riusciva a staccare gli occhi dalla finestra del terrazzo della sua stanza.
In questo modo, stava rischiando di impazzire, non riusciva più a rimanere impassibile, così impulsivamente, aveva deciso di andare a cercarli e poi, al momento, si sarebbe inventato una scusa per non farsi scoprire di essere stato in ansia.
Mentre stava per uscire dal terrazzo aveva sentito improvvisamente l’aura della donna e del bambino avvicinarsi, ma con loro percepiva un’altra aura, così aveva deciso di rimanere nascosto vicino alla finestra della stanza per controllare.
Intanto Bulma e Thomas erano arrivati alla Capsule Corporation, durante il tragitto la donna aveva raccontato al suo amico tutta la sua storia, si fidava di lui e sapeva che non l’avrebbe mai giudicata.
Erano arrivati davanti al cancello dell’abitazione, si erano seduti per un momento, sulla panchina che si trovava nel suo giardino per continuare il loro discorso, mentre Trunks si era già addormentato tra le braccia della madre:

“Ehi Bulma, devo ammettere che hai avuto una vita piuttosto movimentata” disse divertito il ragazzo.
“Già, questa volta mi sono superata”
“Sei sicura che sia proprio questa la vita che vuoi per te e tuo figlio?” chiese seriamente Thomas.
“Che vuoi dire?”
“Bulma io ti conosco da sempre, mi ricordo che sognavi una vita diversa, volevi accanto a te un uomo che ti rispettasse ed amasse senza limiti e non che ti usasse a suo piacimento”.
“Thomas, con Vegeta ho capito che il principe azzurro non esiste e di questo devo dargliene atto, mi ha fatto aprire gli occhi; con lui sono maturata, mi ha fatto diventare madre e ho capito che le cose non sono sempre come sembrano”.
“Ma per essere felici non c’è bisogno del principe azzurro, basta avere una persona affianco che ti ami, il resto non conta” disse Thomas.
“Hai perfettamente ragione, ma con Vegeta le cose non sono così semplici… Lui ha sofferto molto in passato, non sa cosa significa amare, avere qualcuno vicino disposto ad aiutarti.
Io sapevo chi era quando l’ho invitato a restare da me, lui non mi ha mai illusa, non mi hai mai dato una sicurezza, riguardo a questo è stato sempre coerente con ciò che diceva.
La colpa è stata soltanto mia, io ho pensato che con il tempo potesse cambiare, restando in contatto con me e nostro figlio…invece mi sbagliavo.
Lui rimarrà sempre troppo attaccato al suo passato, non può farne a meno e questo lo rovinerà.
Poi, vuoi sapere la verità? Io lo aspetterei anche tutta la vita, potrei sopportarlo, ma mio figlio non può attendere…lui ha diritto ad avere un padre” disse la scienziata quasi in lacrime, stringendo a sé il bambino.
Il ragazzo, vedendola in quello stato, aveva abbracciato la donna e il suo bambino, poi le aveva sussurrato:
“Mi dispiace così tanto che tu stia soffrendo Bulma, ma forse c’è una cosa che puoi fare… Se vuoi io posso essere quella persona che può aiutarti a farti dimenticare il dolore, ad essere un buon padre per Trunks e un buon marito per te…
Forse questo potrà sembrarti strano, ma io ho sempre provato qualcosa di profondo che andava al di là di una semplice amicizia e credo di essermene accorto troppo tardi.
Spero soltanto che mi darai un’occasione per dimostrarlo”.

Bulma era rimasta senza parole, non si aspettava una dichiarazione simile dalla persona che aveva reputato, soltanto, un grande amico.
Per lui aveva sempre nutrito un grande affetto, lo reputava quasi un fratello; gli anni del liceo trascorsi insieme, erano stati fantastici ed indimenticabili. Avevano condiviso tanto, sapevano di poter contare, costantemente, l’uno sull’altro; tuttavia lei non aveva mai pensato di poter provare qualcosa di diverso, perché lo aveva sempre visto come un amico, ma nulla di più.
Ora che la donna conosceva i sentimenti del ragazzo, non voleva farlo soffrire, ci teneva troppo a lui ed in fondo non se lo meritava.

“Ecco…io non so proprio cosa dire. Il fatto è che mi hai spiazzata, non immaginavo di contare così tanto per te”.
“Sei sempre stata nei miei pensieri, anche se ci siamo persi di vista per un po’ di tempo, non ho fatto altro che pensarti…poi  era impossibile dimenticarsi di te, anche perché ti vedevo spesso in televisione per via delle tue fantastiche invenzioni”.
Lei sorrise.
“Thomas voglio essere sincera con te, io non voglio farti soffrire, sei un bravo ragazzo, meriti il meglio ed io non so se posso garantirti questo”.
“Io vorrei soltanto che ti concedessi una seconda possibilità, anche tu meriti la felicità”.
“Lo so, ma io ho sempre provato per te un profondo affetto ed è così anche oggi; non voglio rovinare la nostra amicizia”.
“Ti capisco ed immagino che questa situazione possa spaventarti, ma io dico che vale la pena tentare…tutto qui”.
“Non credo sia una buona idea…”
“Perché?” rispose il ragazzo con tono serio.
“Perché io amo Vegeta… e questo nessuno potrà mai cambiarlo. È per questo motivo che non voglio che ci frequentiamo nel modo che intendi tu, posso solo donarti la mia amicizia…altro non credo sia possibile” disse lei dispiaciuta.
“Ok, rispetto la tua decisione, però vorrei che mi facessi una promessa...devi promettermi che almeno ci penserai, io posso aspettare, non voglio metterti fretta”.
“Questo posso farlo, ma non voglio illuderti”. disse la donna abbassando lo sguardo.
Thomas, vedendola affranta, alzò il mento di lei tra il suo pollice e l’indice, poi le sussurrò:
“Tu non mi hai mai illuso…”

I loro sguardi si erano incrociati, lui si era avvicinato al viso della scienziata e in un attimo le loro labbra si erano unite.
Tuttavia il bacio era durato solo mezzo secondo perché appena le loro labbra si erano incontrate, il piccolo Trunks aveva iniziato a piangere.
Bulma, sentendo, il figlio lamentarsi, si era allontanata immediatamente dal ragazzo, come scottata.
Appena si era resa conto di ciò che era avvenuto, si alzò subito dalla panchina e disse a Thomas che doveva rientrare per far mangiare il piccolo.
Lui aveva notato l’imbarazzo venuto a crearsi, così le disse di non preoccuparsi in alcun modo.
Bulma aveva aperto la porta di casa, si era voltata e disse:

“Grazie per la tua compagnia, mi ha fatto veramente piacere rivederti”.
“Anche io sono stato bene, spero di risentirti presto e ti prego di riflettere su ciò che ci siamo detti”.
Ci fu una piccola pausa e poi lei rispose:
“Lo farò”.

Entrata in casa, Bulma gli sorrise e poi aveva chiuso la porta.
Nessuno dei due si era accorto che qualcuno, dal terrazzo sopra le loro teste, aveva osservato tutta la scena e aveva ascoltato ogni singola parola.
Vegeta sentiva crescere dentro una rabbia smisurata, sapeva che stava per perdere il controllo, tutta quella vicenda lo aveva provato più di quanto lui osasse immaginare.
Non avvertiva solo rabbia, ma anche frustrazione, tristezza, delusione, amarezza… dolore, ma non fisico, era una sensazione in grado di lacerarti interiormente; una ferita al corpo la si può curare, con il tempo guarisce, ma quelle in fondo all’anima possono anche non ricucirsi mai…ed era proprio questa consapevolezza a farlo infuriare.
Aveva sempre creduto di essere indistruttibile, ma si era dovuto ricredere quando aveva conosciuto Kakaroth, colui che aveva sconfitto Freezer, il quale aveva generato un figlio più forte di lui, che a sua volta, aveva battuto Cell.
Per il Principe dei Saiyan, ciò rappresentava una vera umiliazione, sapeva di non poter fare poi molto per cambiare la situazione, l’unica cosa che gli rimaneva era quella di allenarsi per migliorarsi ulteriormente… e solo ora, aveva compreso di aver sbagliato a lasciare la cosa che più amava fare al mondo: combattere.
Lui non aveva mai avuto punti deboli in passato…ora li aveva e avrebbe fatto di tutto per proteggerli, anche tornare a combattere.
In quel preciso istante Thomas era rimasto, per un momento, come in contemplazione, poi si era voltato e stava per dirigersi verso il cancello, ma una forza a lui sconosciuta lo aveva afferrato e fatto sbattere contro il muro accanto.
In quel breve lasso di tempo non era riuscito a capire cosa stesse succedendo, poi si era sentito prendere al collo da due possenti mani e aveva visto davanti a lui un uomo molto arrabbiato che disse con tono minaccioso, ma allo stesso tempo calmo:

“Terrestre, io non ho idea di chi tu sia e non voglio saperlo, ma voglio dirti una cosa e lo farò una volta soltanto: stai lontano dalla mia famiglia, loro appartengono a me e a nessun altro…
Non osare avvicinarti di nuovo, ma cosa più importante non permetterti mai più di toccare o solo sfiorare la mia donna, altrimenti te ne faccio pentire e posso assicurarti che non sto affatto scherzando”.

Quelle parole avevano fatto tremare, per un attimo, il povero ragazzo, leggeva negli occhi del suo interlocutore tanta determinazione, ma anche gelosia e questo lo aveva colpito tantissimo.
Thomas aveva intuito che la persona che aveva di fronte era Vegeta, Bulma durante la passeggiata glielo aveva descritto nei minimi particolari a partire dall’insolita capigliatura a fiamma al carattere impulsivo ed irruento.
Tuttavia il ragazzo non si era fatto intimorire e rispose con voce tremolante per via della mancanza d’aria:

“Tu de-devi essere il fa-famoso Vege-ta, Bulma mi ha parla-to molto di te e la sua de-scrizione ti corrisponde in tutto, tran-ne che per un piccolo parti-colare che deve esser-le sfuggito”.
“Che vuoi dire” disse il saiyan.
“Se mi la-sci te lo dico subi-to, inizia a man-carmi l’aria”.

Vegeta aveva lasciato improvvisamente la presa e il ragazzo era caduto a terra, massaggiandosi poi il collo.

“Allora, vuoi sbrigarti a parlare terrestre?”
“Piuttosto ti sei chiesto perché stai facendo tutto questo, tu conosci il vero motivo per cui mi hai attaccato” disse pacatamente il giovane.
“Mi stai prendendo in giro, non sopporto la tua presunzione” disse irritato il Saiyan.
“Va bene, allora te lo dico io…il particolare che è sfuggito proprio a Bulma è proprio sotto ai tuoi occhi.
Tu hai paura di perderli, è per questo che mi hai attaccato, non è forse vero?”.
“Io non ho paura di niente moscerino” disse con voce esitante Vegeta.
“Stai negando l’evidenza e ciò ti porterà a perdere quello che hai di più caro. Io ci rifletterei, se fossi in te.
Bulma ti ama profondamente e anche se dovesse scegliere me, lo farebbe solo per dare un padre a Trunks.
È davvero questo ciò che vuoi?
Riflettici, perché se Bulma dovesse decidere di stare con me, io non mi tirerò indietro” disse Thomas con tono deciso.
“E tu saresti disposto a stare con una donna, anche se sai che non ti amerebbe mai?” rispose scettico il saiyan.
“Per lei sarei disposto a farlo”.

Vegeta e Thomas si guardarono per un istante, poi quest’ultimo, rialzatosi, si avviò verso l’uscita, ma prima di andarsene disse:

“Non farla soffrire, lei non se lo merita”.

E come era venuto, il giovane se ne era andato, lasciando il saiyan immerso nei suoi pensieri.
Nel frattempo Bulma aveva preparato da mangiare al suo piccolo e una volta terminata la cena, il bimbo si era già addormentato.
Così la donna aveva deciso di portarlo a letto.
Durante quel tragitto, aveva ripensato al momento in cui il suo amico l’aveva baciata e inconsciamente, aveva ringraziato Trunks per aver pianto, la situazione stava diventando imbarazzante.
La donna stava anche riflettendo sul perché suo figlio avesse cominciato a piangere proprio in quell’istante; forse era geloso.
Tuttavia, una volta arrivata nella cameretta, lo aveva adagiato nella sua culla e lo aveva coperto in modo tale da non fargli prendere freddo.
Era rimasta per un attimo ad osservarlo e, senza accorgersi, aveva pensato ad alta voce:

“Dovrei pensare alla proposta di Thomas, in fondo lui è un bravo ragazzo e sono sicura che sarebbe un buon padre per te, piccolo mio”.
“Trunks lo ha già un padre” disse con tono severo, una voce dietro di lei.

Ogni volta che sentiva quella voce, provava sempre un brivido, come una sorta di scossa che la risvegliava e le faceva provare delle emozioni indescrivibili.
Nonostante ciò, Bulma aveva cercato di mantenersi il più fredda possibile nei suoi confronti, non voleva mostrarsi fragile ed esitante:

“Che vuoi Vegeta? Io e te non abbiamo niente da dirci, quindi te ne puoi anche andare…poi ti ricordi solo ora che hai un figlio?”
“E’ impossibile che mi dimentichi di lui, visto che non fa altro che frignare tutto il giorno”.

Lei lo aveva raggiunto all’uscio e per paura di svegliare il figlio con le loro urla, aveva deciso di uscire insieme al saiyan e chiudere la porta.

“Non è questo il punto, lui piange perché tu non ci sei mai, ha bisogno di te, ma tu non riesci a capirlo” disse lei arrabbiata.
“Lui è mio figlio, mi credi così sconsiderato?” disse il saiyan.

La donna aveva perso un battito sentendo la risposta di Vegeta, era rimasta sorpresa…forse il saiyan teneva davvero a Trunks. Tuttavia lei fece per andarsene, ma Vegeta l’aveva presa per un polso, l’aveva girata verso di lui e guardandola negli occhi le chiese:
“Tu, Bulma, hai bisogno di me? “ disse con tono serio e deciso.

La scienziata aveva tentennato per un momento, non si aspettava una domanda simile da parte sua, era disorientata.
Lui in un modo o nell’altro, riusciva sempre a sorprenderla e questo, in fondo, le piaceva.
Malgrado ciò, lei aveva distolto lo sguardo e disse malinconica:

“Io devo pensare a Trunks, lui viene prima di ogni cosa, anche di te”.
“Non starai pensando seriamente di cedere alla proposta di quel miserabile terrestre”.
“Come ti sei permesso di origliare la mia conversazione con Thomas” disse la donna accigliata.
“Era impossibile non farlo, visto che vi trovavate proprio sotto il terrazzo della mia camera e poi un’altra cosa…tu non vedrai più quell’uomo” disse duramente il saiyan.
“Per quale motivo dovrei ascoltarti, di grazia? Lo hai detto tu che io e Trunks siamo solo un problema, un impiccio per te, quindi non hai nessun diritto di dirmi cosa devo fare”.
“Voi mi appartenete e io non permetterò che un moscerino come lui vi porti via da me”.

Senza dare tempo alla donna di replicare, Vegeta si era appropriato delle labbra della donna facendole sue.
Inizialmente Bulma aveva cercato di liberarsi dalla sua presa, poi aveva ripensato alle parole appena udite dal saiyan.
Era tempo che aspettava una qualsiasi dimostrazione al fatto che tenesse a loro, così si era lasciata andare e senza accorgersi, aveva circondato il collo di Vegeta con le sue braccia, approfondendo il bacio divenuto ancora più passionale.
Il saiyan, notando il suo consenso al bacio, l’aveva stretta tra le braccia, lei aveva intrecciato le gambe al suo corpo facendosi trasportare nella camera della donna che era la più vicina, continuando ad approfondire il bacio.
Una volta entrati nella camera, l’uomo aveva chiuso la porta con un calcio ed entrambi avevano iniziato a svestirsi degli indumenti, rimanendo solo in intimo.
Si erano gettati sul letto e avevano continuato ad esplorare i propri corpi.
Lui aveva baciato ogni centimetro del corpo di lei, l’aveva riempita di carezze e attenzioni; la scienziata si era accorta della sua premura e delicatezza con cui la toccava.
Non si era mai comportato in questo modo, forse per una volta, il principe dei saiyan aveva avuto davvero paura di poter perdere qualcosa di troppo importante.
Domani, sarebbe ritornato ad essere sicuramente il burbero di sempre, ma in quel frangente esistevano solo lui e lei.
Si erano denudati completamente, Vegeta l’aveva guardata un istante negli occhi e poi l’aveva fatta sua lentamente, quasi per assaporare ogni attimo e fare suo ogni sensazione che provava.
Lei era rimasta piacevolmente colpita, tuttavia  piano piano l’amplesso era diventato più passionale ed avvolgente.
Proprio in quel momento il saiyan aveva domandato rocamente alla sua donna:

“Non hai ancora risposto alla mia domanda Bulma”.

Lei sapeva a cosa si riferiva e prontamente rispose ansimante:

Ho bisogno di te. Il mio cuore è sempre appartenuto a te e sarà così per sempre”.

A quella risposta Vegeta l’aveva baciata con tutta la passione che aveva in corpo e quando si era staccato, lei gli chiese:

“E tu, Vegeta, di cosa hai veramente bisogno…”

Lui l’aveva fissata per un secondo, poi aveva ripreso a baciarla con grande trasporto; questa era la sua risposta e Bulma lo aveva capito, ma forse era troppo presto per ammetterlo pubblicamente a lei.
Quella notte si erano uniti più volte e, infine, stremati si erano abbandonati uno tra le braccia dell’altro.
Bulma aveva poggiato il capo sul torace di lui e si era addormentata serenamente, almeno così credeva Vegeta.
Lui la guardava dormire, era così bella e pensava che senza la sua presenza, ora si sarebbe sentito vuoto, solo e di nuovo senza uno scopo.
Tuttavia ora, aveva un obiettivo diverso e questo lo aveva fatto sentire come rinato; lui avrebbe protetto la sua famiglia, avrebbe allenato Trunks facendolo diventare un guerriero forte ed impavido.
Il piccolo meritava un padre e Vegeta si era promesso, in quel frangente, che glielo avrebbe dato.
Il saiyan era ritornato a pensare a lei, le aveva lasciato un leggero bacio in fronte per non svegliarla e le aveva sussurrato un qualcosa che poteva permettersi di dire, solo quando la donna fosse rapita dai suoi sogni:

Sono io che Ho Bisogno di Te”.

Finalmente lo aveva ammesso, per un attimo, il principe aveva abbassato le sue difese, rispondendo così alla domanda di Bulma…nonostante ciò, senza accorgersi, aveva fatto stampare sul viso della scienziata, un grande e bellissimo sorriso.


                                                                                                                    
                                                                                                                           FINE   

                                                                                                

 


ANGOLO DELL’AUTRICE

Questa è la mia seconda one shot, spero vivamente che vi piaccia, ci ho lavorato molto e spero che possiate apprezzare.
Ho cercato di mantenere i personaggi IC, spero di esserci riuscita.
Sarei contenta se mi lasciaste una recensione, positiva o negativa; accetto qualsiasi critica, altrimenti GRAZIE anche soltanto a chi legge.
Baci

PS: volevo ringraziare “The Writer of the Stars” e “Nenottina” per i loro preziosi consigli!!

  
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