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Autore: Mokingjerk    31/01/2015    4 recensioni
SPOILER DECIMA STAGIONE!
Ispirata alla 10x11 " There's No Place Like Home"
Dal testo:
“ Un problema alla volta, Dean.” si diceva alla fine. In alcuni istanti, temeva persino di andare di matto, dopo essersi impegnato duramente a carbonizzare ogni singolo neurone che gli era rimasto, a forza di continuare ad avere quei tempestivi cambi di idee.
E, come ogni sera, si rintanava in quella che era la sua stanza: un piccolo rifugio che non aveva mai avuto dove aveva l'abitudine di lasciar scorrazzare ogni tipo di pensiero, stravaccato in quel modestissimo letto a due piazze.
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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“ Ti perdono, Dean” era quello che aveva detto Charlie. “ Sistemeremo questa storia. Non permetterò che ti accada quello che è accaduto a me.”
Ma Dean non lo avrebbe mai fatto. Non avrebbe mai perdonato se stesso nell'aver quasi ucciso quella ragazzina nerd,un po' stramba, che tanto adorava. Non riusciva a capacitarsi del fatto di aver ceduto a quelle misere provocazioni da parte di una gemella psicopatica. E sapeva bene che il suo, era un casino a parte. Anche messo a confronto con quello della “dark Charlie”.
Ma, d'altronde, era stato proprio lui a cercarsela. Era stato proprio lui a trovare Caino e, quel Marchio, era stato decisamente lo sbaglio più grosso della sua, fin troppo longeva, vita. Ma, nonostante questo, continuava a sforzarsi nel pensare che se non avesse avuto quel piccolo ma possente segno sull'avambraccio, Abaddon sarebbe ancora viva. Ma il problema era sempre persistente: Abaddon poteva anche essere sotto terra ma, con Dean in giro in preda all'istinto omicida del Marchio,la situazione non era di certo delle migliori.
“ Un problema alla volta, Dean.” si diceva alla fine. In alcuni istanti, temeva persino di andare di matto, dopo essersi impegnato duramente a carbonizzare ogni singolo neurone che gli era rimasto, a forza di continuare ad avere quei tempestivi cambi di idee.
E, come ogni sera, si rintanava in quella che era la sua stanza: un piccolo rifugio che non aveva mai avuto dove aveva l'abitudine di lasciar scorrazzare ogni tipo di pensiero, stravaccato in quel modestissimo letto a due piazze.
Ultimamente, era anche partito con dei buoni propositi, pianificando un programma diviso in dodici semplici passi a cui doveva attenersi per tenere a bada il Marchio. O almeno fino a quando non avessero trovato una dannata soluzione. Peccato che, di questi dodici, ne aveva seguiti solo tre che, ovviamente, quel secchione del fratello non aveva fatto a meno di fargli notare:
-Mangiare sano;
-Farsi delle belle e sane dormite da otto ore;
-Abolire totalmente gli alcolici.
Quest'ultima fallita miseramente due giorni prima, seduto in un bar con a fianco quella figlia di puttana che, subito dopo, si era fottuta le chiavi e guidato l'Impala, violando fisicamente e psicologicamente la sua Bambina.
Ma questo, forse, non lo avrebbe detto a Sam. Come non avrebbe mai detto del timore provato in quegli interminabili secondi, fissandosi allo specchio, dove tutto ciò che avvertiva era il Marchio ribollire dentro di sé, nel disperato tentativo di venire a galla.
E, dopo aver tentato di uccidere Metatron, la sua testa iniziava a giocargli brutti scherzi, facendo tornare a galla quel susseguirsi di immagini vissute sulla propria pelle, in quei pochi secondi di totale lucidità.
Era stato capace di sentire quasi il tipico sapore metallico mentre squartava il petto dello scriba, servendosi della lama angelica. Sembrava che l'intero universo si fosse ammutolito, come se quelle grida spezzate di dolore fossero l'unica cosa a mantenerlo in vita. Una gioia per le sue orecchie.
In un attimo, il tempo sembrava essersi fermato. Il cuore aveva iniziato a pompare sangue in maniera convulsa, le orecchie pulsare a ritmo del muscolo e l'adrenalina salire a livelli anomali. E mentre la lama veniva spinta sempre più a fondo, tutte quelle sensazioni provate iniziarono a fondersi, per unirsi così in una inconfondibile cosa sola, lasciando che la mente abbandonasse quel corpo massiccio, ormai padroneggiato dalla furia insaziabile ed inarrestabile che era il Marchio. E, per la prima volta, Dean era spaventato. Spaventato di soccombere alla volontà di quel demone che si era insidiato tra le sue viscere. Quello stesso demone che, poche settimane prima, aveva cercato di uccidere sangue del proprio sangue. E quella creatura, era proprio lui.
“ Magari c'è una parte di te che vuole assecondarlo e, magari, la devi combattere. Parte di quella grande fonte di potere, devi essere tu.”
Dean si chiedeva come facesse. Come ci riusciva? Come poteva Sam, riuscire ad andare avanti, nonostante tutto? E, soprattutto, perché non aveva lasciato il fratello maggiore, in balia dell'oscurità che aveva offuscato la sua mente?
Dean lo sapeva. Perché così avrebbe fatto lui, per Sam. Ma sapeva anche che il suo fratellino avrebbe dovuto farsene una ragione. Avrebbe dovuto lasciare il maggiore per la sua strada, sebbene oscura. Sarebbe dovuta essere proprio quella, la sua fine.
Ad ogni pugnalata nel cuore di un uomo, Dean sarebbe rimasto impassibile. Ad ogni figlio di puttana che avrebbe ucciso, lui non ne avrebbe sofferto. Probabilmente era questo che lo rendeva in pace con se stesso.
“ C'è una cosa che tu hai e lui non aveva. Tu sei un Winchester.”
Ecco il problema.
Dean era un dannato,maledetto e sanguinario Winchester.
Cosa avrebbe detto suo padre, se fosse stato ancora vivo? Cosa avrebbe fatto, dopo aver scoperto che il suo primogenito era diventato un lurido demone?
La stessa razza di sporche anime che avevano ucciso Mary, quel due Novembre.
Forse, avrebbe messo fine alle sofferenze del figlio, per il bene di tutti. O forse avrebbe mandato al diavolo la morale del cacciatore provetto e lo avrebbe salvato, a costo di sacrificare la propria vita.
Dean, con occhi vitrei rivolsi verso il soffitto, se lo chiedeva ogni dannatissima volta che varcava quella porta. Allungava una mano verso il mobiletto, di fianco al letto, prendendo il solito piccolo e vecchio mangianastri, portandosi alle orecchie le solite enormi e vecchie cuffie. E quelle stesse cuffie logorate dal tempo, erano diventate parte integrante delle sue serate. Ad ogni vecchia canzone, uno strano meccanismo dentro di lui si attivava automaticamente. Piano piano, iniziava a riaffiorare in mente ogni vecchio ricordo che era in grado di riesumare.
A volte piegava un angolo della bocca verso l'alto pensando a quando, dieci anni fa, era solo un ragazzino entrato di soppiatto nell'appartamento di quella secchia del fratello. A volte, il suo viso si induriva, arrivato al dopo. La morte di Sam, il patto, l'Inferno, gli angeli, il Paradiso, il Purgatorio. Fino ad arrivare,inevitabilmente, al presente. E, perché no, anche al futuro.
“ Dean, puoi farcela. Possiamo farcela.” Quella sera erano state le ultime parole del fratello, prima di rintanarsi ognuno nella propria stanza. E forse aveva ragione. Ma Dean non lo poteva sapere. Non sapeva se avrebbe continuato per anni a portarsi dietro quell'enorme fardello. O se, con l'aiuto di Sam, Castiel ed anche Charlie, tutto sarebbe tornato alla normalità... beh nella normalità dei Winchester, si intende.
Una piccola e quasi invisibile parte di sé, ci credeva. Era fiduciosa nel trovare un rimedio per tutto quel casino. Nel rimanente novantacinque percento, poteva anche bruciare nuovamente all'inferno, una volta per tutte.
E, quando ormai il cielo scuro faceva spazio ai colori rosei delle prime luci dell'alba, Dean era sfinito. Si accorgeva a stento di abbandonare gradualmente tutta quella marea di pensieri, uno accavallato all'altro. Sentiva le palpebre farsi sempre più pesanti e la musica,mano mano, più lontana.
“ Niente ha più importanza.” si diceva, con gli ultimi bricioli di lucidità rimasti, lasciandosi cullare da quella minuscola e momentanea sensazione di benessere che si ha, prima sprofondare nel dolce sonno.

N.d.A.
Salve a tutti! Ho scritto di getto questa OS, dopo aver visto l'undicesimo episodio " There's No Place Like Home" che, tra l'altro, ho decisamente adorato *^* Soprattutto nella scena finale con Charlie, Dean è stato davvero un tesoro. Quando l'ha abbracciata, dicendole: "I'm so sorry, kiddo." mi sono letteralmente sciolta T.T
* Si riprende* Ma torniamo alla OS. (T.T) Dicevo, avendo visto questo episodio, ho pensato di scrivere quello che potrebbe essere passato per la testa al nostro amato cacciatore, dopo l'uscita di scena di Charlie.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Mi farebbe piacere sentire cosa voi avete da dire riguardo il capitolo o l'episodio o, semplicemente, darmi dei consigli sulla scrittura, per aiutarmi a migliorare :) Alla prossima!
  
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