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Autore: doctorsmadness    31/01/2015    6 recensioni
Nella quiete di una notte stellata, Aphrodite fa un terribile incubo che gli riporta alla memoria ricordi felici.
Ricordi di giorni passati tra sorrisi e lacrime, in solitudine e in compagnia di amici che ora sono per lui un punto di forza.
Nell'inquietudine, si fa viva una speranza.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Pisces Aphrodite
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il sogno di Aphrodite
 
 Le stelle splendevano sul cielo di Atene e Aphrodite si era perso nei suoi ricordi più intimi. Aveva ricordato la prima volta in cui aveva combattuto e fallito. Aveva ricordato di come tutti l’avevano deriso tranne due ragazzini. Quei ragazzini erano Shura e Deathmask.  Shura e Deathmask erano orfani, come tutti del resto. Avevano una folta chioma nera, occhi allegri e una vita da vivere. Aphrodite si ricordò di come veniva deriso per la sua femminilità e di come Shura e Deathmask lo proteggevano e lo aiutavano ad allenarsi. Il loro maestro era un uomo giusto che voleva il meglio per i tre. Li aveva allenati come fossero stati i suoi figli. Aphrodite ricordò il maestro che gli diceva di tenere la guardi alta e di non abbassare mai lo sguardo ed egli gli rispondeva: - Ma è un mio amico, non posso fargli del male! - . Il maestro gli aveva spiegato che non esistono amici o nemici, ma esistono solo esseri con Cosmi differenti e in base a come lo usano sono buoni o cattivi. Detto questo, Aphrodite aveva ripreso a combattere e non fallì. Il maestro era fiero di come aveva sconfitto la paura dell’avversario e aveva deciso di premiarlo regalandogli una rosa. Quella notte si ricordò che quella rosa fosse la sua fonte vitale e che dovesse stare lontana dal fuoco o da qualunque altra fonte di calore. Il Cavaliere dei Pesci si addormentò e sognò.
  Quel sogno fu davvero orribile. Non riusciva a muoversi e si sentiva le gambe molli. Vedeva quattro ragazzi fermi alla casa di Saga dei Gemelli e che pian piano raggiungevano la sua. Vide come riuscirono a sconfiggere gli altri cavalieri d’oro e sentire i loro Cosmi; ma lui sapeva che fosse tutto un sogno e questo lo rese ancora più inquieto. Sentiva il freddo della casa di Camus e riusciva a percepire quei piccoli universi bruciare fino a raggiungere il Cosmo ultimo.  Aphrodite si svegliò di soprassalto e preso da un attacco di panico decise di chiamare i suoi due più fidati amici: Shura e Deathmask.
  Appena Aphrodite finì di raccontare quel macabro sogno alquanto reale, il Cavaliere del Capricorno decise di prenderlo come un sogno premonitore mentre Deathmask, il più scettico, lo considerò un sogno già a priori. Il Cavaliere del Cancro aggiunse: - Noi siamo immortali, non possono sconfiggerci quattro ragazzini! Siamo qui da quasi 200 anni, cioè io sono qui da 200 anni. Chi sono costoro per poterci sconfiggere così? Come se niente fosse? - Nemmeno Aphrodite riuscì a rispondere…
   L’alba iniziò a sorgere. Il silenzio ormai regnava sovrano fino a quando Shura non proferì parola: - Vi ricordate di quando eravamo bambini? Eravamo sempre quelli messi da parte, quelli senza famiglia; ma poi voi siete diventati la mia… Dio, mi mancano quei momenti…- . Riprese fiato per poi ricominciare :-Vi ricordate? A quest’ora eravamo già svegli per allenarci, per mostrare di che pasta eravam fatti e per scalare la montagna per diventare i sacri Saints di Atena. - . A quel nome, Aphrodite parve rianimarsi. Iniziò a pensare che forse quel sogno gli era stato “donato” dalla Dea per avvertirli che qualcosa non andava, ma la Dea era scomparsa e non appariva ormai da quasi 200 anni quindi non c’era motivo di preoccuparsene anche se qualcosa lo turbava.  Aveva ancora in testa quelle immagini violente e piene di sangue… Chi era quella persona in grado di sconfiggere Shaka della Vergine o di staccare una delle corna dall’armatura di Toro? Aphrodite pensava che presto quei quattro ragazzi sarebbero giunti al Santuario e molte cose sarebbero cambiate. Mentre osservavano l’alba diventare sempre più bella, a Deathmask scappò un sorriso e gli altri due si domandarono perché sorridesse. Il Cavaliere del Cancro rispose: - La strada che abbiamo fatto, eccovi il motivo. Chi l’avrebbe mai detto che tre sfigati come noi sarebbero diventati i “re del mondo”? Come hai detto prima, Shura, da bambini eravamo gli emarginati e guardaci ora…!- .
  Aphrodite era felice di avere degli amici come loro. Pronti a tutto pur di aiutarsi a vicenda. Loro tre erano legati da un patto basato sull’amicizia e sull’amore fraterno: “Pronti a tutto per salvarsi a vicenda”. Loro erano i tre moschettieri nati in terra di Grecia. Erano coloro che un giorno sarebbero stati sconfitti da dei bronzini, ma quel giorno era lontano e poteva anche non arrivare mai. Quel giorno doveva rimanere solo un sogno sepolto nella mente di Aphrodite…

 

 
Note dell’autrice: Seguivo questo anime già da piccola e dopo aver rivisto il nuovo film, ho deciso di fare un bel rewatch. Questa storia ho voluto scriverla dopo aver visto varie fanart su Aphrodite, Shura e Deathmask.
Ditemi cosa ne pensate!
Alla prossima!
doctorsmadness

 

 

  
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