Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: ComeWhatKlaine__    31/01/2015    2 recensioni
SPOILER KLAINE ELEVATOR SCENE FROM "THE HURT LOCKER, PART TWO".
"E poi, all'improvviso, l'ascensore. [..] Si aspettavano tensione, forse urla, litigi. Ma nulla di tutto ciò accadde."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Al tre.”
“Uno. Due. Tre.”
I loro visi si avvicinarono, le loro labbra si sfiorarono lentamente.
E in quell’istante una parola si configurò contemporaneamente nelle loro menti :“CASA”.
Erano stati mesi difficili, per usare un eufemismo. Tragici, per essere più accurati.
Entrambi si erano trovati a viaggiare, bendati, nel tortuoso labirinto delle cinque fasi del dolore.
La fase del rifiuto li aveva colpiti contemporaneamente, con la sua doppia faccia: Blaine rifiutava di credere o di cercare di metabolizzare la rottura, perché era una perdita troppo grande, troppo impensabile; Kurt, invece, rifiutava di pensarci, e allontanava quel pensiero da se costantemente, come si scaccia un insetto molesto. “Non pensarci, Kurt. Non pensarci. “
 
“Lay a whisper on my pillow, leave the winter on the ground.
I wake up lonely, there´s air of silence in the bedroom and all around.”

 
Poi era venuta la rabbia, una rabbia così profonda da renderli irriconoscibili: rabbia per essere di nuovo soli, rabbia per aver avuto l’impressione di aver toccato il cielo con un dito, per un attimo, per poi precipitare in un baratro d’oscurità, senza luce, senza bussola.
Il patteggiamento, a quel punto, era stato necessario.
Erano dovuti scendere a patti, con se stessi e per se stessi.
 Avevano nascosto il terremoto in atto dentro di loro con un sorriso, soprattutto perché ne avevano abbastanza di essere guardati con occhi compassionevoli, quasi fossero cani abbandonati su un marciapiede.
 Ma, in effetti, l’abbandono c’era. 
Si sentivano assolutamente soli, costantemente chiusi in una camera insonorizzata.
 
“Touch me now, I close my eyes and dream away.
It must have been love but it´s over now. It must have been good but I lost it somehow.
it must have been love but it´s over now, from the moment we touched til the time had run out.”

 
Come il patteggiamento, anche la depressione era stata inevitabile. La rabbia era ingestibile, troppe emozioni in contrasto e la musica che ormai non poteva più essere il supporto di nessuno dei due.
Perché ogni canzone suonava bene se immaginavano le loro voci, fuse insieme, a cantarla.
Perché anche le loro voci, così come le loro anime, erano gemelle e perfettamente complementari.
 
Era troppo. Troppo tutto insieme. Troppo dolore, troppi cambiamenti. Troppo amore.
E adesso erano nella fase di stallo dell’accettazione. La più infida, la più ingannevole.
Si erano detti di potercela fare.  Avevano cercato di voltare le spalle a quelle ombre di loro stessi, svuotate della loro reale essenza.
Si erano abbandonati all’illusione di avercela fatta. Di essere sopravvissuti. Di essere tornati ad essere.
Ed erano così arrivati gli speed-date, lo Scandals, la voglia di ricominciare, nell’illusione, contro la voglia di non arrendersi.
 
Make-believing we´re together, that I´m sheltered by your heart,
 but in and outside I’ve turned to water like a teardrop in your palm
and it´s a hard winter´s day, I dream away”


E poi, all’improvviso, l’ascensore.
Era una situazione assolutamente bizzarra, non riuscivano a rendersi ben conto di nulla. Sembrava di stare sospesi, in uno stravagante limbo.
Si aspettavano tensione, forse urla, litigi. Ma nulla di tutto ciò accadde.
Loro, semplicemente, chiusi in quei pochi metri quadri, si erano lasciati scivolare nel tepore della loro complicità e ne erano stati avvolti.
 Nessun silenzio imbarazzante, nessun attimo di tensione.
 Erano semplicemente Kurt e Blaine, insieme, e si sentivano bene, al posto giusto, dopo tanto tempo.
 
“It must have been love but it´s over now,
it was all that I wanted, now I´m living without.”

 
Ed ora eccoli lì, a riscoprire le loro labbra, i loro respiri, i loro profumi da capo.
 “Sue ci sta costringendo, è l’unico modo per uscire”- continuavano futilmente a ripetersi- “Non significa niente, ci siamo fatti una promessa”.
Ma, se davvero non significava nulla, perché, improvvisamente tutto sembrava essere svanito?
E non soltanto l’ambiente che li circondava: l’ascensore, la luce soffusa delle lampade, la voce contraffatta di Sue in sottofondo o quel bizzarro essere robotico ai loro piedi. No. Tutto scomparve. Le incomprensioni, le lacrime degli ultimi mesi, i ritardi agli appuntamenti, i litigi futili, tutto sembrò evaporare come acqua sulla roccia calda.
Brividi scossero i loro corpi, stretti l’uno all’altro, mentre le loro bocche si aprivano e si muovevano l’una sull’altra.
Stavano viaggiando. Non sentivano più il pavimento sotto di loro. Non erano più neanche in quell’ascensore.
Quel bacio li aveva fatti effettivamente evadere.

Erano di nuovo quei due ragazzini, forti, certo, ma anche  tanto spaventati dall’idea di affrontare il mondo da soli. E quel bacio era nuovamente la loro ancora, il loro porto. La loro casa.
Era come essere tornati alla Dalton, nella sala comune, in quel giorno di marzo: tutto sembrava urlare, in quell’istante come allora “Oh, eccoti! Io ti cerco da una vita!”.
Le loro anime, pur non essendosi mai separate, si stavano ora riscoprendo pezzo per pezzo, come avrebbero fatto per tutta l’eternità.

“It must have been love, but it’s over now,
where the water flows is where the wind blows”



Era un bacio caldo, un bacio vero.
Le loro labbra combaciavano alla perfezione e si muovevano frenetiche, bramose del sapore dell’altro, quasi a volerlo incidere su di esse come un marchio a fuoco.
Quando si staccarono dovettero inspirare profondamente più di un paio di volte per tornare a respirare correttamente. O, almeno, a ricordarsi come si respirava.

--“Mi togli il fiato, Blaine..”--

Si guardarono negli occhi per un lungo istante e si fissarono a turno le labbra.
“E’ l’unico modo per uscire. Non deve significare qualcosa”

“It must have been love, but it’s over now.
it must have been good, but I lost it somehow.
It must have been love, but it’s over now,
from the moment we touched ‘til the time had run out”



Le porte si aprirono sul corridoio deserto del Mckinley e l’immobile corsa di quell’istante venne interrotta.
Entrambi si precipitarono fuori dall’ascensore, le labbra ancora percorse da brividi e dal sapore caldo di quel bacio.

Correvano, correvano senza sosta cercando davvero di focalizzarsi sull’obiettivo “auditorium” e sull’Invitational.
“Devi andare a sostenere la tua squadra, forza!”
“Concentrati, Blaine, corri”


Non sapevano descrivere ciò che provavano realmente, era stato tutto un susseguirsi di eventi inaspettati.
Erano spaventati, forse. Spaventati da come un singolo bacio potesse avere quel tipo di forza. Spaventati perché si erano distrutti e ricomposti a vicenda tante volte.
Spaventati dalla facilità con cui riuscivano a stare insieme e ad essere loro nonostante tutto.

“It must have been love but it´s over now,
it was all that I wanted, now I´m living without”


Correvano per quel corridoio, insieme, come quattro anni prima.
E, come quattro anni prima, sentivano di essersi appena ritrovati dopo tanto tempo.

-“There you are!I’ve been looking for you forever”-
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: ComeWhatKlaine__