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Autore: Kazuha95    31/01/2015    3 recensioni
Complice l’attesa del treno e una canzone in sottofondo, ecco ciò che la mia mente ha partorito.
Estratto dal testo:
“Mi sentii strana in quel momento.
Stavo quasi per andare a dormire quando una sensazione di inquietudine si impadronì di me. Tutto a un tratto iniziai a sentirmi triste senza una precisa motivazione. Era come se qualcosa di brutto stesse per accadere. Ma esattamente cosa?
Era andato tutto liscio fino a quel momento e non c’era motivo per cui dovevo essere preoccupata. Tutto procedeva normalmente. O almeno così credevo…”
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Vi consiglio l’ascolto di questa canzone (https://www.youtube.com/watch?v=JF8BRvqGCNs) alla quale mi sono ispirata.



 
Rimani






Mi sentii strana in quel momento.
Stavo quasi per andare a dormire quando una sensazione di inquietudine si impadronì di me e un brivido mi attraversò la schiena. Tutto a un tratto iniziai a sentirmi triste e inquieta senza una precisa motivazione. Era come se qualcosa di brutto stesse per accadere.
Ma esattamente cosa?
Era andato tutto liscio fino a quel momento e non c’era motivo per cui dovevo essere preoccupata. Tutto procedeva normalmente.
O almeno così credevo…
Mi diedi della sciocca e mi convinsi che, dopotutto, potevo essermi sbagliata. Perché mai essere agitati?! Era solo una stupida sensazione, pensai.
Tuttavia allora mi era impossibile sapere cosa sarebbe accaduto.  

Ho perfettamente in mente tutti i gesti compiuti quella sera.
Mi avvicinai alla finestra e la sollevai pian piano per far entrare un po’ di quel venticello tiepido e molto piacevole. Era una primavera molto strana. Il buon tempo sembrava farsi desiderare.
Sono rimasta lì per qualche tempo ad osservare quel cielo minacciato da grosse nuvole in arrivo quasi volessero annunciare un acquazzone imminente. Trovai insolito come quei nuvoloni contrastassero totalmente quell’aria primaverile percepita.
Poi mi sono accorta di essermi attardata troppo e ormai per me era davvero ora di andare a dormire.
Dopo aver indossato il pigiama e sciolto i capelli mi sono stesa sul letto.
Ricordo di aver lottato molto contro quell’assurda sensazione che si rifiutava di lasciarmi in pace. Era come se volesse prendersi gioco di me.
Alla fine mi addormentai ormai troppo stanca per poter continuare a chiedermi cosa diavolo potesse succedere. Caddi in un sonno profondo e agitato, tanto da farmi stare irrequieta durante tutta la notte.


La mattina seguente ho aperto lentamente gli occhi ancora appannati dal sonno e ho fissato il soffitto per un po’ indecisa sul dover o meno lasciare il letto. Ero riluttante al pensiero di separarmi da quelle coperte mezze cadute a terra ma così calde e accoglienti e, come al solito, mi sono concessa una decina di minuti ancora.
Sapevo di dover alzarmi prima o poi e quindi dopo poco mi sono seduta lentamente sul letto in attesa di risvegliarmi del tutto dal torpore.
Quella strana agitazione della sera prima, anziché sparire con il passare della notte, si era acuita.
Un senso di vuoto si era sostituito al mio stomaco.
Era come se quello che avevo tanto temuto si fosse già realizzato.
Facendo scorrere lo sguardo all’interno della stanza mi sono resa conto di qualcosa di diverso, insolito. Era come se qualche oggetto fosse fuori posto. Eppure la stanza sembrava essere la stessa di sempre. Mi sono guardata ancora intorno sicura, questa volta, di aver visto giusto. Conoscevo a menadito la mia camera e, se solo qualcosa fosse stato toccato, me ne sarei accorta immediatamente.
E poi la vidi.
La finestra che la sera precedente avevo lasciato aperta adesso era socchiusa. E di nuovo quel senso di angoscia mi travolse.
No, non mi ero affatto sbagliata.
Volsi lo sguardo verso la scrivania e riuscii a distinguere qualcosa di bianco, qualcosa che, ne ero certa, non era mai stata lì la sera precedente.
Mi alzai lentamente quasi fossi timorosa di scoprire cosa fosse, che fosse troppo tardi per correre ai ripari, che magari avrei potuto evitarlo. In quel momento ero certa che quel turbamento della sera precedente fosse collegato a tutto questo perché era impossibile fosse una mera coincidenza. Più mi avvicinavo alla scrivania e più l’oggetto assumeva una forma riconoscibile ai miei occhi.
Un foglio.
Una scrittura famigliare.
Il mio cuore perse un battito.
Heiji …
A quel punto mi avventai sul foglio per leggerne il contenuto.


Ciao Kazuha,
ti stai chiedendo cosa ci faccia questo foglio qui e come ci sia arrivato, vero?
Beh, vedi, ieri notte sono entrato in camera tua passando per la finestra. Dovevo parlarti di una cosa molto importante ma tu eri così profondamente addormentata e ho preferito lasciarti dormire. Però non potevo andare via così all’improvviso per cui ho messo per iscritto ciò che volevo dirti.
Già… me ne sono andato.
Starò via per un po’ anche se non so per quanto tempo.
C’è qualcosa di estremamente delicato da fare: devo aiutare un amico, devo aiutare Shinichi.
Non ho idea di quando tornerò, non posso rivelarti dove trovarmi e non posso nemmeno contattarti per il momento.
E’ necessario agire così. Devo essere molto cauto.
Credo sia stato un bene averti trovato addormentata perché sono sicuro che non ti saresti accontentata di queste vaghe ragioni. Forse mi avresti anche chiesto di portarti con me ma non posso, credimi. Abbiamo condiviso molte avventure, lo so, ma non questa volta.
Tornerò.
Al mio ritorno ti racconterò ogni cosa e potrai anche picchiarmi se vorrai. Farò il possibile per ritornare quanto prima.

Heiji

P.S. Non dormire con la finestra aperta altrimenti ti prenderai un malanno.

 

E poi tutto fu più chiaro.
Quel mio malessere non era affatto frutto della mia fantasia ma una specie di avvertimento.
Buffo come riesca sempre a capire quando Heiji sia in pericolo. Triste il fatto di essere stata incapace di recepire i segnali.
Nel leggere quella lettera, il mio animo si era lentamente svuotato e precipitato nella solitudine, un peso si era posizionato all’altezza del cuore e lacrime silenziose hanno iniziato a bagnare il mio viso.



 
It’s not much of a life you’re living
It’s not just something you take, it’s given
Round and around and around and around we go

Ohhh now tell me now tell me now tell me now you know





Quel giorno scivolai in uno stato di apatia, una specie di limbo da cui potevo guardare gli altri vivere come fossi una specie di fantasma, come se la vita mi fosse estranea. E non mi davo neanche da fare per fingere di stare bene. Ero troppo distrutta per trovare la forza di farlo.
Ho cominciato a riprendermi perché sapevo quanto fosse inutile piangere. Le mie lacrime di certo non lo avrebbero riportato indietro.
Ho ripreso a vivere anche perché lui mi avrebbe vietato di deprimermi.
Ho ripreso a vivere perché la vita continua a scorrere e non si ferma davanti al tuo dolore.
Dovevo andare avanti, in qualche modo, e io non sono il tipo da arrendermi così facilmente.

 
“Ran?”, la richiamai con un tono preoccupato.
“Si?”, aveva semplicemente risposto aspettando che le confidassi la mia preoccupazione.
“E se anche Heiji dovesse sparire come ha fatto Shinichi? E se non dovessi più rivederlo?”, avevo chiesto tutto a un tratto non appena  questa possibilità era affiorata in me.
Ran mi guardò un po’ intenerita riconoscendo in me il suo stesso sguardo incerto.
“Vedrai che non succederà”, aveva risposto e ne sembrava talmente convinta da riuscire a rassicurarmi. “E se dovesse sparire io stessa gli darò la lezione che si merita”, aggiunse poco dopo scatenando una risata che alleggerì l’atmosfera. 

 
 
Prima di quella mattina ignoravo perché avessi fatto quella domanda a Ran. Era stata una cosa istintiva. Successivamente mi ero resa conto di come quella, in realtà, fosse sempre stata la mia più grande paura.
Temevo che sparisse così di punto in bianco, di non riuscire più a vederlo, di dover convivere con la sua assenza e di dovermi accontentare di brevi e sporadiche chiamate e infine temevo che gli succedesse qualcosa. E forse prima di allora mi rifiutavo di pensare ad un’eventualità del genere.
Mi ero sempre chiesta cosa avrei fatto al posto suo. Ora che mi ci ero ritrovata davvero, non avevo potuto fare diversamente da lei: ho atteso il suo ritorno.
Ho provato a telefonarlo ininterrottamente per due settimane ma non ha mai risposto. All’inizio ha semplicemente lasciato squillare il telefono, poi al suo posto ha iniziato a rispondere la segreteria telefonica. Evidentemente si era stufato delle mie chiamate e aveva spento il suo cellulare. Nonostante ciò, imperterrita, ho continuato a chiamarlo, anche se la frequenza delle chiamate era nettamente diminuita, ma il risultato era sempre lo stesso.
So essere esasperante, ne sono consapevole, ma stavolta non è per un mio capriccio.
Non ho sue notizie da un mese ormai e sono molto preoccupata.



 
Not really sure how to feel about it
Something in the way you move

Makes me feel like I can’t live without you
It takes me all the way
I want you to stay

 




Il mio sorriso e la mia vitalità sono scomparsi insieme a lui. Mi sento come se mi avessero strappato con violenza una parte di me. Per quanto riesca a nasconderlo, dentro di me sono a pezzi.
Il fatto è che, da quando ho memoria, è sempre stato accanto a me. Lui c’è in ogni mio ricordo. Già da bambini stavamo sempre insieme ma poi, con il passare del tempo, ognuno di noi si è costruito una vita in cui la presenza dell’altro non era sempre necessaria. Nonostante il nostro rapporto si fosse un po’ allentato, il legame tra noi era sempre molto forte. Conoscevo tutte le sue abitudini, sapevo benissimo cosa stesse facendo e potevo raggiungerlo in caso di bisogno. E per lui era lo stesso.
Ma adesso…
Mi sono abituata troppo alla sua presenza e, sebbene ero vagamente consapevole che non sarebbe stato per sempre così, solo dopo aver ascoltato la storia di Ran e Shinichi, due amici d’infanzia come noi lontani ormai da un po’, ho percepito quanto in realtà fosse concreto il rischio che accadesse anche a noi.

Passo le giornate davanti alla finestra di camera mia, quella a cui mi ero avvicinata anche quella sera, osservando il cielo oscurato da grosse nuvole, quasi come se da lui mi aspettassi un segno. Dopotutto quelle nubi nere cariche di pioggia potevano essere sentore di cattiva sorte, no?

Ora non so precisamente cosa provo. Ci sono un sacco di sentimenti, per lo più negativi, in conflitto dentro di me.
Forse dovrei essere indignata per essere stata liquidata con due righe buttate giù sul momento ma sinceramente non m’interessa.
Oppure dovrei infischiarmene di tutto ciò e proseguire la mia vita senza di lui ma mi rifiuto di farlo.
Probabilmente dovrei essere arrabbiata con lui perché mi ha lasciato qui in attesa di un suo segno di vita ma non ci riesco.
O magari dovrei essere arrabbiata con me stessa per essere stata incapace ad impedirgli di andare via ma non lo sono davvero. Non sarei mai riuscita a distoglierlo dai suoi propositi. Niente può fargli cambiare idea quando si tratta di salvare qualcuno e nessuno può incolparlo per questo. Non è assolutamente una colpa, è un atto di coraggio. E’ una delle cose che adoro di lui.
Però mi sarebbe piaciuto parlare con lui prima dell’inevitabile.

“Rimani.”

Questa penso sia l’unica cosa che avrei voluto davvero dirgli, l’unica frase di senso compiuto che la mia mente sarebbe stata capace di produrre. Mi pento solo di non aver fatto tutto il possibile per trattenerlo.

A pensarci bene so cosa provo. Dentro di me c’è così tanta tristezza da superare qualsiasi altro sentimento e anche tanta solitudine.



 
Ohhh the reason I hold on
Ohhh cause I need this hole gone


 



Una cosa che so con certezza è che ritornerà. Perché me l’ha promesso e lui, in un modo o nell’altro, le promesse le ha sempre mantenute.
Mi rimane solo la speranza di rivederlo. A questa mi sono aggrappata con tutte le mie forze.
Ho deciso di essere forte o per lo meno di provare ad esserlo.





Ora sto tornando a casa da sola dopo un’infinita giornata di scuola. Anche oggi ho tenuto lo sguardo fisso avanti a me per evitare di guardare ancora il suo banco vuoto. E’ lì, proprio accanto al mio, a ricordarmi per l’ennesima volta la sua assenza.
Sto percorrendo esattamente la stessa strada che abbiamo sempre fatto insieme e con essa percorro il viale dei ricordi che ci tengono legati..

Ma c’è qualcosa di diverso.
Oggi il cielo è sereno, il sole è caldo e quasi mi acceca e, cosa più importante, non c’è il solito masso a schiacciarmi il cuore. Sembra anche che sia ritornato un po’ di colore sul mio viso ultimamente sempre pallido come un lenzuolo. Probabilmente qualcosa di bello deve essergli successo. Posso percepire persino il suo sorriso, lo stesso che ha quando porta a termine un caso. Anche se preferirei vederlo, il suo sorriso.
Il buco all’altezza del mio stomaco, però, è ancora lì.
Questo senso di solitudine, di vuoto che ancora mi assale svanirà solo quando lo riavrò al mio fianco, lo sento.

Appena svolto l’angolo mi accorgo di un ragazzo con le spalle appoggiate al muro. Ha il tipico atteggiamento di chi è in attesa di qualcuno. Ci metto un po’ a metterlo a fuoco anche perché ultimamente non faccio molta attenzione a chi mi circonda. Qualcosa di non ben definito mi spinge a guardare in quella direzione.
D’un tratto realizzo.
Quel cappello, quella posa del corpo… Può essere solo una persona.
Heiji.
Mi blocco immediatamente sul posto. E se fosse un’allucinazione partorita dalla mia sadica immaginazione?!
Eppure lui solleva la testa e, appena incrocia il mio sguardo, mi sorride vittorioso. E’ proprio lo stesso sorriso che avevo percepito qualche attimo prima.
Mi accorgo solo grazie a un tonfo che la mia cartella mi è scivolata dalle mani ed è caduta a terra. Tutto ciò che vedo è solo lui, sorridente, appoggiato al muro. E poco dopo sento anche il suo profumo e le sue braccia intorno alla mia vita e mi rendo conto di essermi letteralmente buttata addosso a lui e di averlo abbracciato. Tutte quelle lacrime a stento trattenuto sono uscite fuori da sole come un torrente in piena. Mi ero ripromessa di non piangere di nuovo ma queste sono lacrime di felicità.
“Stupido”, è l’unica parola uscita dalla mia bocca.
“Ma come, dopo un mese di lontananza l’unica cosa che hai da dire è che sono stupido?!”. Nonostante abbia cercato di assumere un tono risentito, sono riuscita a cogliere una leggera sfumatura di divertimento nella sua voce. Infatti poco dopo ridacchia e io lo seguo a ruota e, finalmente, sento anche il buco allo stomaco sparire così com’era apparso.
“Non sarebbe meglio andare a casa tua dove con calma potrei spiegarti cosa è successo e così tu potrai prendermi a calci senza che ci siano testimoni?”.
Scuoto la testa energicamente.
“Preferirei stare ancora un po’ così… Per le spiegazioni c’è tempo.” E non mi importa se stiamo ancora in strada e stiamo dando spettacolo, a me interessa solo stare ancora un po’ al sicuro tra le sue braccia. Mi è mancata così tanto questa sensazione che adesso voglio scolpirla bene nella mia mente così da portarla sempre con me.
Oh, quanto mi è mancato questo sbruffone!
“Rimani?”. Ed ecco la famosa frase che tanto mi ha tormentato. Questa non è una richiesta, come avrei voluto, ma una semplice domanda.
“Certo che si!”.
E non posso far altro che sorridere.










Angolo dell’autrice:
Rieccomi! E’ da una vita che non ci si rivede…
Fidatevi, è meglio per voi che io scriva poco altrimenti sareste sommersi di “cose” del genere ;)
A parte il fatto che non mi piace molto il finale, non credo di aver molto da dire se non che questo testo è venuto fuori qualche tempo fa, mooooolto tempo fa in realtà, da una lunga e solitaria attesa alla stazione e dalla canzone Stay di Rihanna riprodotta dal mio inseparabile mp3. E’ stata una giornata veramente faticosa per cui siate clementi…
Stavolta mi sono immedesimata in Kazuha ed è stato relativamente più semplice ma ho messo comunque l’avvertimento OOC per sicurezza. Non sono neanche sicura di poterla definire song-fic visto che ho preso solo alcuni pezzi della canzone…
Anyway, aspetto le vostre recensioni così da capire se vi è piaciuta oppure no. Non siate timidi :D
Credo che sia meglio che vada. Ho ancora un sacco da studiare.
A presto!!
 
   
 
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