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Autore: Xandalphon    31/01/2015    6 recensioni
L'inizio di tutto.
Quando Kaguya era ancora una normale ragazza, in un mondo molto lontano e diverso da Konoha; quando ancora non aveva compiuto il viaggio che l'avrebbe portata al potere e, con esso, alla pazzia; quando prese la decisione di intraprendere questo viaggio, per salvare l'umanità. E perdere sé stessa.
Genere: Azione, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaguya Otsutsuki, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Prima dell'inizio
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To the lighthouse

 

Colpisci e spacca.

 

Colpisci e spacca.

 

La monotonia di quel logorante lavoro fisico, interrotta solo per brevi istanti da attimi di pausa, per Kassandra era più mortale della fatica stessa. Sentiva una sorta di crescente alienazione dalla realtà, che le annebbiava il cervello, come se vivesse un sogno ad occhi aperti. Uno di quelli in cui si ha la fastidiosa ed angosciante sensazione di non avere alcun potere sulle proprie membra.

 

Se durante le prime settimane le sgradite attenzioni dei propri colleghi erano il suo cruccio massimo, ora erano (quasi) divenute una benedizione. Almeno rappresentavano un'utile distrazione in grado di tenere in moto il cervello quel tanto che bastava per non farlo atrofizzare irreversibilmente...

 

Poi c'era Nat: l'essere umano più strano che avesse mai conosciuto. Era seccante per lei non riuscire a farlo rientrare a colpo sicuro in una categoria ben precisa di persone. Ogni giorno diceva o faceva qualcosa in grado di prenderla completamente alla sprovvista.

 

Per una sorta di tacito patto, si era sviluppata tra lei e lui una originale competizione a chi 'fregava' l'altro, sorprendendolo e lasciandolo senza parole. Dai giochi di parole a ogni serie di idiozie immaginabili...

 

Se non che, lei non era ancora riuscita a scuotere la sua granitica imperturbabilità. Escogitava ogni serie di scherzi e sfide, ma lui le vinceva tutte, senza fare nemmeno una piega. Al contrario lui trovava SEMPRE il modo di imbarazzarla in qualche modo. Insomma, dopo un po' si era persino rifiutata di tenere il conto, di quanti smacchi riceveva nella giornata.

 

Dannato bastardo. Avessero scommesso tra di loro a soldi, probabilmente già dopo quelle poche settimane non sarebbe bastata una vita in miniera per ripagarlo...

 

Su una cosa sola riusciva ad estorcergli la latente vena seria che pure esisteva, in lui. La IER. Era curiosissima di vedere quella strana forza di cui si era vantato, ma riceveva sempre un netto rifiuto.

 

“Non è un gioco, Kassie Gee, è un'arma. E pericolosa, per giunta.”

 

Nove volte su dieci riceveva questa risposta. O, quantomeno, leggere variazioni sullo stesso tema.

 

Ma l'ora in cui i suoi desideri vennero finalmente accontentati, alla fine giunse. Sebbene, naturalmente, non nel modo che lei si attendeva.

 

In un noioso, faticoso, sudaticcio pomeriggio, i due infatti, udirono un rumore di passi alle loro spalle, sempre più vicini. Passi di una persona sicura di sé. Passi leggeri, non da minatore. Passi che, istintivamente, Wild Nat giudicò portatori di pericolo.

 

“Kassandra Yates, potresti venire un attimo con me? Io e il mio capo avremmo bisogno di parlarti.”

 

La ragazza riconobbe quella voce, che pur pacata tradiva un pizzico di sicurezza di sé eccessiva. Era il tizio con il guanto di metallo che brillava del primo giorno!

 

“Ahem... Tu saresti Joyce qualcosa giusto? Henry... No, Antony... No, forse...”

 

“Hendrick, per la precisione – La interruppe l'altro – E ora, se non ti dispiace...”

 

Kassandra assunse un'espressione piuttosto perplessa, per quanto non contrariata. Chi invece gelò con lo sguardo il nuovo arrivato, fu proprio Wilde:

 

“Cosa vorresti da Kassie Gee, Joyce? La mascotte della squadra sette ha combinato forse qualcosa?”

 

Nat aveva detto a bella posta questa frase ad alta voce, in modo che potesse essere udito da tutti. Impresa che a quanto pare riuscì, dato che un sordo brontolio si levò dal gruppo di minatori intorno.

 

Chi osava toccare la loro Kassie Gee?

 

A Kassandra scappò uno sbuffo di disappunto ad udire la parola 'mascotte', ma poi le venne anche da sorridere. Nonostante tutto, le faceva un certo piacere vedere i ragazzi pronti a difenderla. Per quanto, forse, era il caso che se la sbrigasse da sola, prima che la situazione degenerasse.

 

Non che lei fosse esattamente una maestra della mediazione e del tatto, comunque...

 

“Già, signor Joyce, credo che abbiano ragione, dopo tutto. Prima mi spiega che ho fatto, poi, vengo con lei.”

 

L'uomo alzò gli occhi al cielo, mormorando un 'Alice, la prossima volta queste cagate te le sbrighi da sola...' Poi, in tono calmo e pacato, disse: “Tranquilla, non ti è imputato alcun provvedimento disciplinare... Erano solo quattro normalissime chiacchiere in privato...”

 

Kassandra si limitò ad uno sbuffo. La cosa delle 'quattro chiacchiere' non se la beveva più di tanto... Ma se quello tentava di molestarla, un modo per fargli passare la voglia l'avrebbe trovato. Di sicuro. Mentre stava per mormorare un – pur non troppo convinto – 'Ok', Nat si intestardì e aggiunse:

 

“Hendrick, non dirmi che vuoi fare di Kassie un altro dei tuoi patetici cagnolini da guardia?”

 

La ragazza guardò perplessa Nat. Non l'aveva MAI visto così serio. Che diavolo gli prendeva? E cosa voleva dire quello che gli aveva appena detto. E, non ultimo... Com'è che aveva la sensazione che i due si conoscessero molto bene?

 

“E se anche fosse, Wilde? Sono forse problemi tuoi?” Chiese sprezzante l'altro.

 

Per tutta risposta, Nat fece un lungo e profondo respiro, di diaframma. Mormorò, con un tono di voce appena percepibile: apertura della prima porta!

Poi, sembrò come se un'aura biancastra circondasse il suo corpo.

 

Kassie rimase a bocca aperta. Non aveva mai visto una cosa del genere! Era quella la famosa IER? Non ebbe tempo di elaborare ulteriormente il suo pensiero che rivide il luccichio bluastro del guanto metallico di Joyce lampeggiare in aggraziati disegni.

 

Davvero quei due volevano darsele. Lì, sul posto? E lei (sebbene non ne capisse molto bene il motivo) era la ragione.

 

Tsk... Che inutile spreco di testosterone...

 

Nel momento stesso in cui i due si fiondarono l'uno sull'altro, attorniati da un cerchio di stupefatti minatori, Kassandra si mise convintamente in mezzo urlando: “Idioti! Che cazzo vi è saltato in mente?!?”

 

Troppo tardi. Con sommo orrore, i due si resero conto che avrebbero travolto la ragazza nel loro slancio, senza poter fare nulla per fermarsi. Fecero un solo, piccolo, trascurabile errore di valutazione.

 

Kassandra, per prima cosa, afferrò il gauntlet di Joyce. E lì iniziarono le sorprese. La luce blu abbandonò l'uomo per fluire tutta intorno al corpo di lei, che sentì all'improvviso, un'enorme forza all'interno del suo corpo. I movimenti di Hendrick e Nat le sembravano come rallentati. Slogò il braccio del primo, facendolo crollare in ginocchio dal dolore, poi si voltò contro il secondo, mollandogli una gomitata ben assestata sullo sterno.

 

Che lo sbatté direttamente contro la parete di roccia dietro di lui, con un volo di almeno un paio di metri.

 

“Ma che cazzo ho fatto?” Si chiese Kassandra guardandosi con fare interrogativo le mani, una volta realizzata l'entità di quello che aveva compiuto. Tutto questo mentre i minatori la guardavano terrorizzati, Nathanel compreso. Al contrario, Joyce, seppure dolorante, aveva un certo sorrisetto stampato in faccia.

 

“Vuoi davvero scoprirlo, ragazza? Allora vieni con noi al 'faro', la base della divisione sicurezza... Sul fatto che tu abbia un certo talento ne converrai anche tu, no?”

 

“O-ok...” Disse, invero piuttosto frastornata, Kassie.

 

 

A quel punto, però, Wilde, alzandosi a fatica, disse: “Joyce, è ancora valido l'invito per me?”

 

“Certo. Anche se ad Alice non credo piacerà... Dopotutto quella volta hai umiliato il suo orgoglio, con quella tua strana 'forza interiore'...”

 

“Perfetto. Ma sappi che è solo per guardare le spalle a Kassie Gee. Chiaro?”

 

Kassandra volgeva confusa lo sguardo da Hendrick a Nat e viceversa, senza riuscire a proferire parola. Primo perché realizzava che quello era un discorso tra due che si conoscevano di certo da tempo ed in cui si sentiva un tantino fuori luogo. Secondo perché... Beh, perché se avesse parlato, avrebbe finito per ammettere ad alta voce, magari arrossendo come una bimbetta deficiente, che l'idea di avere Nat al suo fianco, in una faccenda in cui tutto sembrava avvolto nel mistero, le faceva fin troppo piacere.

 

Un momento... Ma che stramaledetto diavolo stava pensando?

 

Angolino dell'autore

 

So che ho fatto passare un bel po' di tempo dall'ultimo aggiornamento, ma abbiate pazienza, ultimamente sono un po' in crisi creativa e in mancanza di tempo...

 

Che dite? Per la prima volta nella storia, qualcosa ha ottenuto il ragguardevole risultato di far ammutolire la nostra focosa protagonista...

 

E che ne pensate di Nat in versione 'fratello maggiore iperprotettivo?

 

E Kassie? Già Kassie, tu che ne pensi di Nat?

 

Beh, alla prossima, sperando davvero di non farvi attendere troppo!

 

  
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