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Autore: Tury    31/01/2015    4 recensioni
Correva l’anno 1678, quando la Jolly Roger toccò le acque dei mari di quel nuovo mondo. Era l’anno dell’inizio della Terza Era della pirateria. Era l’anno che decretava il trentacinquesimo anniversario di quella sanguinaria tirannia. Una tirannia che aveva comportato il cambiamento di molte vite e la distruzione di molte altre.
[SwanQueen]
Genere: Azione, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lascia che il vento giochi
Tra le morte foglie
E che il veliero navighi
Sulle remote acque…

 
Correva l’anno 1678,  quando la Jolly Roger toccò le acque dei mari di quel nuovo mondo. Era l’anno dell’inizio della Terza Era della pirateria. Era l’anno che decretava il trentacinquesimo anniversario di quella sanguinaria tirannia. Una tirannia che aveva comportato il cambiamento di molte vite e la distruzione di molte altre.
Un sospiro si levò dalle labbra di Killian Jones, ormai conosciuto con il soprannome di Hook a causa di quell’uncino che aveva preso il posto della sua mano sinistra, mentre i suoi occhi azzurri, così azzurri da sembrare figli del mare, vagavano su quella distesa che si apriva dinanzi a loro. Le acque di un mare che non vedeva da ben ventotto anni. Un mare che non avrebbe mai più dovuto rivedere. Invece lui era lì, il timone stretto nella mano, diretto verso quella terra che gli aveva fatto dono della vita, ma che, in fondo, quella vita gliel’aveva anche strappata via. Killian Jones guardava l’orizzonte con sguardo irremovibile, mentre nel suo cuore si faceva largo la consapevolezza che quelle terre non rappresentavano solo il suo passato. Ormai, quelle terre rappresentavano il suo imminente fallimento. E non aveva potuto fare nulla per evitarlo.
Quasi come se gli avesse letto nella mente, la lupa stesa ai suoi piedi si alzò, strofinando il capo contro i pantaloni di pelle dell’uomo, nel tentativo di distoglierlo da quei pensieri che, lo sapeva, gli stavano avvelenando l’anima.
Un secondo sospiro abbandonò le labbra di Killian Jones, mentre la sua mano andava ad accarezzare quel pelo marrone e incredibilmente soffice.
«Lo so cosa stai pensando, Ruby. Non è colpa mia».
La lupa fissò il suo sguardo in quello dell’uomo, senza proferir verso. Un semplice scambio di sguardi, un semplice specchiarsi di iridi gialle in quelle azzurre. Ma ad entrambi bastò questo per comprendersi. Quando Hook aveva acconsentito a portare la ragazza con sé, gli era stato detto il rischio che correva. Le cose sarebbero potute degenerare, Ruby avrebbe potuto perdere la sua parte umana, costretta ad abitare in quel corpo animale per così tanti anni, forse per l’eternità intera. Ma lei era stata forte e non si era mai lasciata andare, continuando ad alimentare il suo spirito umano. Uno spirito che si poteva ammirare nel profondo di quegli occhi chiari, in quella luce che li animava. Perché, nonostante tutto, in quello sguardo brillava una consapevolezza che, raramente, si poteva ammirare nello sguardo di un uomo.
Killian indugiò ancora per qualche secondo su quegli occhi, per poi portare un dito ad accarezzare la cicatrice che svettava su uno di essi.
«Avrei dovuto proteggerti meglio».
La lupa strofinò il suo naso umido sulla mano dell’uomo, cercando di rassicurarlo e di alleviarlo da quelle futili preoccupazioni, che si andavano a sommare a quelle che già gravano sull’animo del pirata da quasi trent’anni ormai. Killian le sorrise, cosciente del fatto che quella cicatrice, in fondo, non le pesasse poi molto. Anzi, era quasi sicuro che a Ruby potesse persino piacere ma, nonostante questo, lui non riusciva a perdonarsi di non esser stato capace di difenderla. E, soprattutto, non riusciva a perdonarsi il fatto che stesse navigando verso quelle terre.
La lupa tornò a distendersi ai suoi piedi, mentre gli occhi del pirata si riempivano di una muta malinconia.
Sì, quella tirannia aveva decisamente distrutto troppe vite.
Killian alzò lo sguardo verso l’albero maestro, sapendo che lei era lì, tra le bianche piume della vela di Pegaso, anche se non poteva vederla. Lei era lì.
«Ehi, amico».
Killian continuò a tenere lo sguardo in alto, senza degnare il suo interlocutore della sua attenzione.
«Allora, quando glielo dirai?» continuò il ragazzino, appoggiandosi all’albero e guardando l’uomo con un malefico ghigno stampato sul volto.
«Cosa diavolo vuoi, Pan?» domandò tra i denti il pirata, puntando finalmente i suoi occhi sulla figura che gli stava di fronte.
Il ragazzo, vestito con abiti verdi, ricoperti da edera e foglie, poteva avere al massimo quindici anni, ma nei suoi occhi si affollavano ombre che Killian aveva visto solo negli sguardi degli uomini più spietati. Il motivo per cui quel ragazzino apparisse così adulto, per il pirata continuava ad essere un mistero.
«Andiamo, pirata- sputò fuori Peter Pan, calcando l’ultima parola come se fosse il peggior insulto- Credi davvero che sia uno stupido?»
Killian lo guardò, senza rispondere.
«Ascoltami- disse il ragazzino, avvicinando il suo volto a quello dell’uomo- avrò anche l’aspetto di un quindicenne, ma posso assicurarti che questi occhi hanno visto più di quanto tu possa immaginare e che gli anni legati a questo corpo siano più di quanti tu possa riuscire a contare, pirata».
E Killian non dovette faticare molto per credere a quelle parole.
Intanto Ruby, ancora stesa ai piedi dell’uomo, drizzò le orecchie per poter ascoltare meglio la conversazione. Erano anni, ormai, che viveva sotto le sembianze di lupo ed era riuscita a sviluppare e affinare l’istinto innato dei predatori notturni. E, in quel momento, il suo istinto le diceva che ciò che sarebbe scaturito da quella conversazione non avrebbe portato a nulla di buono.
«Sarebbe ora di dire a quella ragazza che non sei suo fratello e, soprattutto, che quella verso cui stiamo navigando è la terra in cui è nata. In cui siamo nati tutti noi» riprese Pan.
Killian socchiuse leggermente gli occhi, mentre il suo volto si tirava in un'espressione di assoluta ira.
«Che stai farneticando».
«Quella ragazza- disse il ragazzo, indicando un punto indistinto sulle loro teste- senza saperlo ha radunato su questa nave tutti coloro che sono stati esiliati da quella terra».
A questo punto, anche Ruby volse il suo sguardo su Pan, incuriosita dalle sue parole.
«Che intendi?»
«Anche la donna dai capelli rossi, quella Zelena, è nata lì».
Killian si soffermò un attimo a guardare la donna appoggiata alla balaustra, per poi tornare a volgere il suo sguardo di nuovo su Peter Pan.
«Perché dovrei crederti?»
«A dire il vero non c’è un motivo. C’è solo la magia, pirata, e la sua magia la dice lunga sulle sue origini».
«Di chi sarebbe figlia, allora?»
Peter Pan rise, udendo quella domanda.
«E ti aspetti che io te lo dica? Scoprilo da solo, sporco pirata».
La mano di Killian scattò in avanti, andando a stringere tra le dita la maglia del ragazzo, proprio nel momento in cui Peter Pan si apprestava a spiccare il volo. L’uomo portò il volto del ragazzo così vicino al suo da poter vedere il suo riflesso nelle iridi dell’altro.
«Non mi importa quanti anni hai, ragazzino. Tieni a freno la lingua o ti prometto che ti ritroverai il mio uncino piantato nel tuo bel collo. E, soprattutto, non si vola sulla mia nave».
Il ghigno che non aveva mai abbandonato il volto di Peter Pan, si fece ancora più largo.
«Tecnicamente questa non è più la tua nave, sporco pirata».
Killian alzò l’uncino, pronto a colpire il ragazzo, mentre la sua mente veniva annebbiata dall’ira.
Ruby, comprendendo cosa sarebbe successo, fece un balzo in avanti, costringendo l’uomo a lasciare libero il ragazzo. Dalle sue fauci scoperte, dello stesso candore della luna piena, si innalzò un ringhio disumano, così forte da attirare anche l’attenzione di colei che sedeva sull’albero maestro.
La ragazza volse per un’ultima volta lo sguardo verso il cielo limpido che la sovrastava, prima di afferrare una delle funi della vela di Pegaso e lanciarsi nel vuoto, atterrando alle spalle del pirata.
«Allora, cosa sta succedendo qui?» chiese, catturando l’attenzione dei due uomini su di sé, mentre lo sguardo attento di Ruby continuava a vagare dall’uno all’altro, pronta ad anticipare una loro possibile azione.
L’ira che albergava negli occhi di Killian Jones lasciò il posto ad una muta tristezza, quando questi si andarono a posare sul volto della giovane donna. Lì, in piedi di fronte a lui, c’era il motivo del suo ritorno in quelle terre che non avrebbe mai più voluto rivedere. Di fronte a lui, c’era la donna che rispondeva al nome di Emma Swan, il capitano in carica della Jolly Roger, meglio conosciuta come il Cigno Nero.
Lo sguardo di Killian indugiò per qualche secondo sui tratti della ragazza, mentre un leggero sorriso si allargava sul suo volto. Nonostante tutto, nulla, in quella giovane donna, era riconducibile a quell’appellativo con cui era conosciuta nel mondo della pirateria e non solo. Emma Swan aveva lunghi capelli dorati, così dorati da sembrare figli del sole, mentre i suoi occhi erano di un verde brillante, così luminoso da ricordare i vasti prati bagnati dalla rugiada primaverile. No, nulla in lei richiamava il colore nero ed era questa, in fondo, la più grande fortuna di quella ragazza.
«Allora?» continuò Emma, incrociando le braccia al petto.
In quel momento, indossava dei pantaloni di pelle neri stretti, degli stivali alti fino al ginocchio del medesimo colore, una camicia rossa, leggermente aperta sul davanti, e una lunga giacca di pelle, così scura da sposarsi perfettamente con le tenebre della notte.
Killian rivalutò la sua idea, forse c’era più di un particolare, in lei, che richiamava quel colore.
L’uomo scosse impercettibilmente la testa, ricordandosi di non aver ancora dato una risposta alla domanda che l’altra aveva formulato.
«Una piccola rissa tra uomini di mare. In ogni caso, nulla di cui preoccuparsi, dato che Ruby ha riportato l’ordine sulla nave, Swan».
Emma sorrise, come avveniva sempre quando sentiva quella parola sgusciare fuori dalle labbra dell’uomo. Doveva avere sette anni quando chiese per la prima volta a Killian di chiamarla in quel modo e, da allora, lui non aveva mai più usato il suo vero nome.
La ragazza si piegò sulle gambe, per poter guardare negli occhi la lupa che, nel frattempo, si era seduta.
«Brava piccola mia, meno male che ci sei tu, altrimenti sarei perduta».
Killian Jones emise un verso risentito, facendo volgere gli occhi della ragazza su di lui.
«Hai qualcosa da obiettare, fratellone? Devo ricordarti a chi devi ringraziare se puoi vantarti di aver perso solo una mano nell’ultimo assalto?»
«No, Swan, quel ricordo è ancora piuttosto fresco nella mia mente, ma grazie per la premura» rispose l’uomo, tenendo lo sguardo fisso sull’orizzonte, dopo che aveva ripreso la sua posizione al timone. Intanto, Peter Pan era tornato ad appoggiarsi all’albero maestro, senza proferir parola.
«Bene- disse Emma, rialzandosi- Ho valutato la profondità delle acque e la distanza dalla costa, mentre ero di sopra. A nord est c’è una parete di roccia abbastanza ripida che potrebbe tradire la nostra posizione, ma se ci muoviamo leggermente a sud est, credo di aver intravisto una scogliera che potrebbe dar riparo alla Jolly Roger da sguardi indesiderati. Direi di virare verso quella direzione, gettare l’ancora e proseguire con le scialuppe».
Killian non rispose né degnò la ragazza di uno sguardo. Dopotutto, lui conosceva già la scogliera che Emma aveva individuato dall’albero maestro e aveva già indirizzato la nave verso quella direzione. Ma, ovviamente, questo Emma non poteva saperlo.
«Killian, va tutto bene?»
«Magnificamente, Swan».
Ma, nonostante le sue parole, l’uomo continuava ad ignorare lo sguardo della ragazza. Anzi, piuttosto che guardare Emma, Killian aveva lasciato che i suoi occhi incontrassero quelli di Ruby. La lupa comprese la tacita richiesta del pirata, come avveniva sempre d’altronde, così si alzò e afferrò un lembo della giacca della ragazza, tirandolo.
«Ehi, Ruby! Ma che ti prende?»
«Magari è impaziente di toccare terra, come tutti noi, del resto» rispose Killian, lo sguardo di nuovo rivolto all’orizzonte.
«Ok, Ruby, andiamoci a preparare! Peter preparati anche tu, perché verrai con noi. Anche tu, Zelena- disse Emma, alzando un po’ la voce per potersi far udire dalla donna- vieni con me, dobbiamo cambiarci d’abito. Con questi vestiti dubito che passeremmo inosservati. Gli altri restino sulla nave, fino a nuovo ordine!» disse infine, rivolgendosi a Spugna e ai suoi compagni.
Zelena si staccò dalla balaustra, seguendo Emma sottocoperta. Prima di seguirle, Ruby volse il suo sguardo verso l’uomo, che aveva cominciato a far virare leggermente la nave. Sapeva quali erano le sue intenzioni, Killian voleva parlare con Peter Pan prima che toccassero terra. Raccontare a quel ragazzino la verità legata a quel luogo era un grande rischio. Ma era anche l’unica possibilità che avevano per mettere Emma in salvo dai pericoli che li attendevano su quella terra.
 
«Si può sapere perché non ti sei cambiato d’abito?» chiese Emma, mentre la scialuppa solcava le acque di quel mare calmo e intensamente azzurro.
Killian, infatti, indossava ancora i suoi pantaloni di pelle e la sua giacca da pirata, mentre il piccolo gruppo aveva scambiato quegli abiti pirateschi con semplici vestiti e mantelle, per poter apparire più simili ai contadini delle campagne che a gente di mare.
«Tranquilla, Swan. Il mio abbigliamento non darà alcun problema» rispose l’uomo, la testa poggiata sull’uncino, mentre i suoi occhi ammiravano le increspature dell’acqua. L’altra mano, invece, accarezzava distrattamente il pelo della lupa, il cui corpo era scosso da continui tremiti.
«Perché trema?» chiese la ragazza, preoccupata da quello strano comportamento.
«L’impazienza di sentire nuovamente la terra sotto le zampe, probabilmente».
Ma sapeva che quella non era la vera ragione. L’incantesimo stava per spezzarsi e Ruby stava lottando con tutta se stessa perché non si spezzasse proprio in quel momento.
«Non si è mai comportata così» gli fece notare Emma.
«A quanto pare questo posto è speciale» tagliò corto l’uomo, per nulla in vena di continuare quella conversazione.
Il silenzio calò sulla scialuppa, ma gli occhi di Peter Pan continuarono a studiare le espressioni del pirata per spostarsi, infine, sul volto della ragazza. Per quanto detestasse l’idea di dover collaborare con quell’uomo, decise che avrebbe mantenuto il silenzio sulla verità che riguardava quel luogo e lo avrebbe fatto solo per il bene di Emma Swan, solo per il bene di quella ragazza che gli aveva fatto dono di una seconda vita. Peter Pan non avrebbe mai potuto saperlo ma, in quel momento, le inquietudini che animavano il suo animo erano le stesse che albergavano nel cuore di Killian Jones, rendendoli più vicini di quanto non fossero mai stati.
Quando la scialuppa fu abbastanza vicina alla costa, la lupa saltò fuori dall’imbarcazione, correndo verso la riva, ignorando il bruciore degli occhi a contatto con l’acqua salata.
«Ma che diavolo le è preso?» chiese Emma, sempre più confusa e preoccupata da quei comportamenti.
«È un animale, Swan. Non cercare ragioni anche dove non vi sono» rispose l’uomo, mentre la sua mente vagava in un passato che avrebbe voluto dimenticare, giungendo al giorno in cui udì quelle parole per la prima volta. Un giorno lontano ben ventotto anni.
 
La ragazza riacquisterà nuovamente la sua forma umana solo quando toccherà di nuovo il suolo di questa terra.
 
Una volta raggiunta la costa, la piccola compagnia nascose la scialuppa dietro a degli arbusti.
Emma si guardò intorno, mentre un sorriso nasceva dalle sue labbra. Il sole brillava alto in un cielo senza nuvole, mentre una fitta e rigogliosa vegetazione si stagliava di fronte a loro.
«È bellissimo» sussurrò la ragazza, guardandosi intorno.
«Mai valutare qualcosa solo dall’aspetto esteriore, Swan. Prima di dare un giudizio, è sempre meglio toccare con mano il nucleo delle cose.» rispose Killian, superandola.
«L’ottimismo ti sta mangiando vivo, fratellone» rispose la ragazza, prima di raggiungerlo, continuando a camminare al suo fianco. Zelena e Peter Pan li seguivano a pochi passi di distanza.
Camminarono a lungo all’interno della fitta boscaglia, guidati da Killian che apriva la strada.
«Sembrerebbe che tu sappia perfettamente come muoverti in questi boschi, Killian» disse improvvisamente la ragazza, riservandogli uno sguardo serio, cercando di comprendere le reazioni di quel suo fratello.
«Ti sbagli, Swan, è solo il mio acuto senso dell’orientamento. Sarai anche il capitano della nave ma ricorda che io ho navigato per molti più anni di te. Non per niente sono il timoniere» rispose l’uomo, strappando con l’uncino un ramo che gli ostacolava il passaggio.
«Nonché vicecapitano» sottolineò la ragazza.
«Zitta ora, Swan- disse Killian, bloccando con la mano l’avanzata del gruppo, mentre cercava di percepire un qualsiasi rumore- Aspettatemi qui».
Il pirata si piegò leggermente, cominciando ad addentrarsi da solo nella macchia verde, facendo attenzione a dove poggiava i piedi, per non tradire la sua posizione.
«Io direi di seguirlo» disse infine Zelena, parlando per la prima volta da quando avevano messo piede su quella terra.
«Sì, lo penso anche io» acconsentì Emma.
«Vuoi che vada in avanscoperta? So che il tuo amico odia la magia, ma se vuoi posso dare uno sguardo veloce dall’alto».
«No, Peter. Meglio restare qui, se volassi potrebbero vederti».
Emma riprese a camminare nella stessa direzione intrapresa da Killian, seguita dagli altri due, ma non dovette fare più di una manciata di passi, prima di vedere l’uomo ritto ai margini di un burrone, lo sguardo rivolto verso il basso.
Cercando di essere il più silenziosa possibile, Emma si portò al fianco del pirata, ma appena i suoi occhi si posarono su ciò che era presente all’interno del burrone, il sangue sembrò gelarsi nelle sue vene.
«Cosa diavolo è successo?» chiese Emma, mentre i suoi occhi vagavano sui corpi esanimi e insanguinati che giacevano ammassati all’interno della fossa.
«Sembra che qualcuno sia stato qui di recente, i corpi non sono ancora andati in fase di decomposizione» osservò Zelena, mentre i suoi occhi azzurri osservavano quel macabro spettacolo.
Nell’udire quelle parole, Killian e Peter Pan si scambiarono uno sguardo fugace. Per quel che potevano saperne loro, quei corpi potevano riposare in quella fossa anche da millenni, la decomposizione non li avrebbe mai toccati.
«Dovremmo andarcene subito da qui, questo posto non mi piace. Presto, torniamo alla nave» disse Killian, tornando sui suoi passi.
«Invece dobbiamo restare» rispose Emma, senza riuscire a staccare lo sguardo da quei cadaveri.
«Sei impazzita, Swan? Non sappiamo nulla di questo posto né delle persone che ci abitano e di certo il benvenuto non è dei più incoraggianti» concluse l’uomo, indicando con l’uncino ciò che riposava ai loro piedi.
«Perché hai tanta paura di questo posto?- chiese infine Emma, lasciando che i suoi occhi si specchiassero in quelli dell’uomo- Abbiamo passato una vita intera a viaggiare tra mondi diversi, di cui non conoscevamo nulla, immergendoci nelle avventure e nelle sfide più estreme, eppure non ti sei mai tirato indietro. Cosa c’è di diverso questa volta?»
L’uomo sospirò, prima di rispondere.
«Nulla, Swan. Ho solo un brutto presentimento».
«Metti a tacere i tuoi presentimenti, allora, perché ho intenzione di andare a fondo in questa storia» disse la ragazza, riprendendo a camminare.
«Cosa intendi, Swan?»
«Intendo dire che voglio capire cosa sta succedendo e vedere se possiamo essere d’aiuto».
«Non è un qualcosa che ci riguarda» cercò di contestare l’uomo.
Emma bloccò i suoi passi, voltandosi verso il pirata, permettendogli così di leggere tutta la determinazione che brillava in quelle iridi verdi.
«Killian, sono io il capitano» disse semplicemente, prima di riprendere a camminare.
Zelena e Peter Pan lo superarono, decisi a seguire la ragazza in ogni sua decisione. Il pirata sospirò, prima di unirsi nuovamente al gruppo.
Camminarono ancora per molto, ma questa volta a guidare il gruppo era Emma.
Nonostante non conoscesse quei boschi e non conservasse il ricordo di quelle terre, Emma Swan sembrava orientarsi abbastanza bene. Se avesse continuato in quella direzione, Killian era sicuro che non sarebbe passato molto tempo prima che il villaggio comparisse nel loro campo visivo. E così, proprio come se i pensieri del pirata avessero deciso di manifestarsi nella realtà, il gruppo si ritrovò in poco tempo ai limiti di un’altura che sormontava un piccolo centro abitato. Diversamente dal cielo che avevano trovato all'arrivo su quella terra, oscure nubi gravavano sul piccolo villaggio che riposava ai loro piedi.
A quella vista, un brivido percorse la schiena di Killian, che cercava di ritrovare in quella visione le immagini del suo passato. Ma i suoi sforzi furono vani. Quella non era più casa sua. Quella terra su cui stava posando lo sguardo non era più la sua patria.
«Bene, continuiamo» disse infine Emma, dopo aver rimirato quello spettacolo per qualche minuto, in un rigoroso silenzio.
Killian restò fermo al suo posto, mentre gli altri ripresero a camminare. Il suo sguardo vagò ancora su quelle abitazioni, per poi spostarsi verso una meta lontana. Verso un palazzo inscrutabile da quella distanza.
E mentre il suo sguardo si perdeva in quelle immense distese, un sussurro abbandonò le sue labbra.
«Benvenuti nella Foresta Incantata».
 
 
 

 
 ~Angolo Autrice~
Come se non avessi già troppe storie a cui dedicarmi, ecco che ritorno con una nuova storia -.- che io sia maledetta.
Per chi mi conosce, sa che spesso scrivo di Regina ed Emma ma resto sempre di più sull'aspetto amichevole che su quello amoroso. Ecco, forse in questo caso, l'ago della bilancia potrebbe protendersi più verso la SwanQueen che la SaviorQueen. Ovviamente, non aspettatevi cose eclatanti! 
Beh, che dire, spero che questa nuova storia possa piacervi e vi ringrazio fin da ora per essere giunti fino alla fine di questo primo capitolo!
  
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