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Autore: finnicksahero    31/01/2015    1 recensioni
E se Alec morisse?
Dal testo:
Stavo ascoltando la musica e quando finii di allenarsi si sdraiò accanto a me, prese un auricolare e se lo mise nell’orecchio, fissammo il cielo tenendoci per mano, mentre Lana Del Rey scorreva nelle nostre orecchie.
Si voltò verso di me, con gli occhi splendenti e il sorriso sulle belle labbra e mimò un verso della canzone.
‘Will you still love me.
When I'm no longer young and beautiful?’
Io avevo sorriso e l’avevo guardato nei suoi occhi azzurri come il cielo e l’avevo amato tanto.'
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Young and Beautiful
 
Appoggiai la testa al suo petto.
Qualcosa scendeva dai miei occhi, calde perle di cristallo si divertivano a scivolare dai miei occhi da gatto. Singhiozzi disperati mi scuotevano le spalle.
Ma non un singolo urlo volle uscire dalla mia bocca, nessun tipo, il mio dolore era troppo profondo, troppo reale e vicino. Non sarei riuscito per niente al mondo ad esternarlo. Era come se mi avessero tolto tutto il fiato dai polmoni. Avevo già assistito alla morte di persone a me care nei miei ottocento anni.
Mi erano morte fra le braccia troppe persone, ma non avevo mai sentito il peso della morte come in questo momento.
Inizia a pensare a tutto quanto, alle immagini belle della nostra vita condivisa, per quanto sia stata breve.
Risentii l’imbarazzo nei suoi muscoli affilati e nel suo senso da cacciatore. Tutto era stato preso alla sprovvista al più tenero dei sentimenti. Mi ricordai di cosa avevo pensato quando lo avevo osservato scappare via a testa china con il rossore sulle guance ‘Passano una vita ad allenarsi a come affrontare il dolore, tralasciando l’approccio all’amore’.
Mi tirai su di scatto.
Avevo sentito dei passi.
I miei occhi appannati da quelle simpatiche amiche che continuavano a fuoriuscire dai miei bulbi oculari mi rendevano vulnerabile. Così il mio stato d’animo.
Ma non avrei permesso a nessun altro di toccare il corpo del mio Alec, strinsi una mano sulla sua tenuta nera, era ancora sporca di sangue, lo sentivo sulla mia mano, pian piano si sarebbe rappreso. Cercai di non pensare a quella cosa terribile.
-Magnus tesoro- sussurrò una voce femminile, tutto si schiarii. Tessa, la mia Tessa. Mi alzai dalla sedia e gli corsi incontro, lei mi strinse forte e io pure. –Condivido il tuo dolore- mormorò al mio orecchio, annui, mordendomi un labbro. Nessuno meglio di lei sapeva come mi sentivo in quel momento.
Aveva perso la sua metà anni fa, e io c’ero stato per lei. L’avevo abbracciata mentre piangeva la scomparsa del suo amorevole marito.
Ora lei stava facendo lo stesso.
Tornammo entrambi al letto.
Mi feci cadere sulla sedia e ripresi a piangere, con la testa questa volte appoggiata al bordo del letto.
I miei ricordi tornarono a viaggiare liberi cosi come le lacrime. Le mani di Tessa però ora sono appoggiate alle mie spalle, impedendomi di andare a pezzi e di lasciar entrare troppi ricordi.
Ripensai alla prima volta che ci eravamo detti ti amo. La sua voce tremante.
Feci un altro singhiozzo.
-Magnus, dai vieni a letto- urlò Alec, sorrisi e presi ancora un sorso di thé fumante, guardando una New York tutta piena di luci sfavillanti e rumori molesti che ormai erano diventati la routine e qualcosa di rassicurante, mi ero anche chiesto come avevo fatto a vivere anni senza quei rumori. Ormai era impossibile ricordarlo.
Era arrivato, da dietro e, mi aveva abbracciato, appoggiando la sua fronte contro la mia schiena, mi baciò la pelle nuda, mi voltai verso di lui, dando le spalle a New York –Alexander, cosa vuoi esattamente da me?- domandai malizioso, lui alzò lo sguardo al cielo. I suoi splendidi occhi azzurri, quelli di cui mi ero innamorato all’ora, come anni prima mi ero sentito attratto da un colore molto simile posseduto da un uomo altrettanto simile al mio ragazzo; piansi emettendo un singhiozzo mischiato a qualcosa. Stavo emettendo strani rumori dalla gola.
Riaprii gli occhi e notai che non ero più il solo nella stanza, oltre Tessa c’era Jace, che era caduto in ginocchio sulla porta, con un ‘no’ incastrato nella sua gola e con delle lacrime che non riuscivano a salire nei suoi occhi, tremava tutto e fissava il suo parabatai, disteso su questo caldo letto bianco.
Sentii il rumore dei tacchi.
Questo mi bastò per tornare nel mio ricordo.
Ricordai il suo sguardo in quel momento, era così pieno di timori e insicurezza –Non quello che hai in mente tu, maniaco- disse, si staccò da me e incrociò le braccia al petto, portava un vecchio maglione tutto pieno di toppe, chissà, forse voleva andarsene visto che l’avevo fatto aspettare –Vai a casa?- sussurrai quasi deluso, lui scosse la testa e mi baciò, con delicatezza, neanche cercò la mia lingua, voleva solo appoggiare le sue labbra alle mie. E anche io volevo sentire il calore sulle mie, ma non l’avrei mai ammesso.
Ora rimpiango di non averglielo mai detto.
Quando tolse le sue labbra da sopra le mie si guardò i piedi e poi mi guardò dritto nei miei, di occhi, -Ti amo- disse, la su voce era carica di profondo affetto, quel tipo di affetto che mi aveva sempre fatto sentire amato. Quel tipo di affetto che ora mi fa stare così male.
Tornai bruscamente alla realtà.
Gli urli di Isabelle riportarono tutti alla realtà. Tutti tranne Jace, ma niente, in quel momento, lo avrebbe portato alla realtà. Ed era meglio così. In quella stanza c’era troppa tristezza. Era meglio che fosse solo, oppure con qualcuno che si fosse già sfogato.
Nessuno avrebbe retto quel ragazzo. Troppo straziante, troppo.
Guardai il viso di Alec.
Mentre Izzy con le sue unghie smaltate di rosso accarezzavano il suo freddo viso pallido, gli occhi azzurri erano ancora aperti e rivolti al soffitto. Li chiusi, creando un altro eccesso di urla isteriche e lacrime da parte di sua sorella.
Tremai, mentre i miei occhi ripercorrevano il suo viso sereno.
Lo amavo così tanto.
Allungai una mano e tolsi una ciocca di capelli dal suo bel viso e ripesai al giorno che mi aveva fatto capire quanto io lo amassi, quando avevo dato a lui il mio cuore.
Quando aveva deciso poi, di portarselo via con se per sempre.
Eravamo al parco, quello stesso giorno, indossava la tuta d’allenamento, io ero sdraiato nel prato e lo guardavo allenarsi, mi piaceva guardarlo.
Stavo ascoltando la musica e quando finii di allenarsi si sdraiò accanto a me, prese un auricolare e se lo mise nell’orecchio, fissammo il cielo tenendoci per mano, mentre Lana Del Rey scorreva nelle nostre orecchie.
Si voltò verso di me, con gli occhi splendenti  e il sorriso sulle belle labbra e mimò un verso della  canzone.
‘Will you still love me.
When I'm no longer young and beautiful?’
Io avevo sorriso e l’avevo guardato nei suoi occhi azzurri come il cielo e l’avevo amato tanto.
Non avevo fatto tempo a dirglielo però.
Perché aveva iniziato a combattere.
Ed eravamo finiti li.
E ora era morto.
Mi avvicinai al suo viso, le mie lacrime bagnavano persino il suo volto immobile e eternamente bellissimo.
Decisi di sussurrargli la verità, poteva sentirmi, sapevo che poteva, Will sentiva Tessa e Jem.
Alec avrebbe sentito me.
Così lo sussurrai
-Si, ti amerò anche quando non sarai più giovane e bello.
  
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