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Autore: maevesplace    01/02/2015    1 recensioni
Ciao a tutti, questa non è la prima fan fiction che scrivo, ma la prima che pubblico. E' una dramione con risvolti inaspettati da parte di altre coppie. La storia si svolge un anno dopo la battaglia di Hogwarts e per decreto del ministero tutti gli studenti dovranno ripetere l'anno, a causa degli avvenimenti precedenti.
Dal primo capitolo:
"- Sparisci Granger! -
- Fottiti Malfoy! -
Sarebbe stato un tranquillo sabato pomeriggio a Hogwarts, se non fosse stato per gli insulti tra i Grifondoro e i Serpeverde, che volavano per i corridoi, come ormai erano soliti fare da tempo immemorabile. Hermione Jean Granger, caposcuola di Grifondoro, nonché migliore studentessa della scuola, si dirigeva a grandi passi verso la sua sala comune, facendo ondeggiare la sua folta criniera castana e travolgendo un ignaro gruppetto di studenti del secondo anno, che, impauriti, si dileguarono immediatamente. Dopo aver urlato la parola d’ordine alla Signora Grassa, terrorizzandola, saettò verso la poltrona accanto al camino sulla quale Ronald Bilius Weasley stava beatamente ronfando senza curarsi del resto del mondo."
Spero di avervi incuriosito e, detto questo, buona lettura!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 4

Era ormai noto a tutti gli studenti di Serpeverde che quando Draco Malfoy era di malumore, la giornata sarebbe cominciata male e finita peggio. Quello che però non sapevano era che il suo malumore non era dovuto alla partita di Quiddich nella quale, come al solito, i Grifondoro avevano vinto per un colpo di fortuna, ma al fatto che alla riunione dei caposcuola, Hermione Granger aveva proposto di istituire un ballo in maschera la sera di Halloween e tutti avevano acconsentito, eccitati all’idea di partecipare a un evento simile, tranne lui. Riteneva, infatti, che un ballo in maschera fosse inutile tanto quanto lo era stato il Ballo del Ceppo al quarto anno e non gli piaceva l’idea di dover organizzare una stupida festa quando aveva molte altre cose di cui occuparsi, la squadra di Quiddich, per esempio. Tuttavia si era trovato in minoranza, così era stato costretto ad acconsentire e, come se non bastasse, era stato incaricato di occuparsi dell’allestimento della sala. Naturalmente avrebbe chiesto aiuto a Blaise, che in quanto a gusto non aveva rivali, e poi il suo migliore amico avrebbe fatto letteralmente i salti di gioia per dimostrare all’intera scuola che il suo genio artistico era impeccabile, soprattutto a quell’insopportabile spina nel fianco che era Ginny Weasley. 

In ogni caso la vittoria di Grifondoro nella partita di Quiddich era stata l’ultima goccia e Draco non poteva certamente lasciar correre. Per questo motivo, avendo saputo da alcune ragazze di Corvonero che i giocatori rosso-oro avevano organizzato una festa per gli studenti del sesto e settimo anno, aveva deciso di parteciparvi, portandosi dietro i suoi compagni di casa. Avrebbero aspettato che la festa raggiungesse il suo apice per fare il loro ingresso nella sala e stupire i pochi Grifondoro ancora sobri. 

Nel frattempo però stava aspettando ormai da un’ora e un quarto che il suo carissimo amico Blaise uscisse dal bagno, dal momento che vi si era rinchiuso per potersi preparare per la festa del dopo-partita.

- Insomma Blaise! - esclamò Draco frustrato -  Hai intenzione di morire lì dentro? Non posso aspettare tutta la notte che tu ti metta il fard! -

- Come puoi pensare che alla mia incantevole carnagione servano dei ritocchi? - osservò il moro contrariato e stupito per quella mancanza - Semmai dovresti metterlo tu. Sei così pallido ultimamente…-

- Ma non farmi ridere! Ho ancora la mia dignità! -

- Tu e la tua dignità potete anche andare a farvi f… -

- Allora, vi muovete o no? Stiamo aspettando solo voi! - lo interruppe un voce femminile.

- Lo so Daphne, ma il signor non-esco-dal-bagno-se-non-sono-perfetto non ha intenzione di aprire quella dannata porta! - sbottò seccato Draco.

- Senti Blaise, se non esci subito da lì, giuro che non rivedrai mai più la tua cravatta di Burberry! - disse la Ragazza con tono di sfida.

Subito si sentirono dei forti rumori provenire dal bagno e circa un quarto di secondo dopo, la faccia abbronzata e profumata di Blaise Zabini fece capolino da dietro la porta. 

- Eccomi, eccomi. Non c’è bisogno di ricorrere alle minacce! - replicò il ragazzo irritato.

Dopo qualche minuto la comitiva dei Serpeverde composta da Draco Malfoy, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Pansy Parkinson, Theodore Nott e Millicent Bulstrode si diresse verso la tanto attesa festa del dopo-partita organizzata da Ginny Weasley e alla quale nessuno si aspettava di vedere degli studenti verde-argento.

 

***

Daphne Greengrass era sicuramente una delle ragazze più belle e inafferrabili che avessero mai messo piede a Hogwarts, ma, nonostante il suo fascino da Veela, non era ancora riuscita a conquistare il re di Grifondoro, Ron Weasley, portiere della squadra di Quiddich della sua casa, purosangue e soprattutto popolare. Il fatto che facesse parte del Trio d’oro lo aveva reso una delle persone più ambite di tutta Hogwarts, dopo Harry Potter naturalmente, ma a Daphne non piacevano i ragazzi troppo timidi e disposti a sacrificarsi per gli altri. Secondo lei chi era pronto a perdere la propria vita non era un eroe, ma uno stupido. Aveva insistito tanto per poter partecipare alla festa del dopo-partita, infatti era sicura che, se Weasley si fosse ubriacato, l’avrebbe certamente baciata e non doveva nemmeno più preoccuparsi della Mezzosangue Zannuta, ora che si erano ufficialmente mollati. 

- Daphne, per favore rallenta, mi si sciupa il vestito! - disse sconsolato Blaise sperando che sul suo meraviglioso completo firmato non comparissero delle pieghe.

- Ti prego Blaise, mi sembri Pansy quando fai così! - replicò la bionda irritata.

- Ehi! Io che centro adesso? - chiese la ragazza in questione – Non sono mica così esagerata! -

- No, a dire il vero sembri un’oca starnazzante, quando ti preoccupi del tuo aspetto. Come se fosse di una qualche importanza, del resto. -

- Draco! Non essere così crudele nei suoi confronti. Non ti ha fatto nulla. - lo rimproverò Millicent.

- Nulla? E a cosa devo il mio mal di testa se non alle sue inutili chiacchiere? -

- Ora smettetela - disse Daphne – siamo arrivati. - 

Quando i sei Serpeverde entrarono nella sala, scese improvvisamente il silenzio, sia per la sorpresa, sia per il timore che avessero avvertito gli insegnanti della loro piccola festa illegale, ma fortunatamente, il loro abbigliamento faceva intuire che volessero prendere parte ai festeggiamenti. Dopo qualche minuto, quell’atmosfera di ghiaccio che si era creata al loro ingresso, si sciolse, permettendo a tutti di godersi quel dopo-partita più che meritato. 

Daphne Greengrass si diresse immediatamente verso i divanetti rossi sui quali il portiere di Grifondoro stava facendo un resoconto dettagliato dell’Esemplare parata finale.

- …pensavo di non farcela, ma quando ho visto quella Pluffa non ho pensato, ho agito! - stava dicendo Ron, completamente assorbito dal suo stesso racconto. Subito si sentì un coro di “oooh” provocati dalla piccola folla che si era radunata attorno a lui, desiderosa di ascoltare il resto della storia, nonostante tutti coloro che la componevano fossero presenti alla partita e che quindi avessero visto perfettamente ciò che era accaduto.

Nel frattempo Blaise Zabini, accompagnato, come sempre, da Draco, si stava dirigendo verso il tavolo del buffet, quando quest’ultimo, sentendosi soffocato da tutta quella gente che lo spingeva qua e là per poter passare, afferrò Blaise per la spalla e gli disse:

- Io esco un attimo a fumare, qui non si respira. Ci vediamo più tardi – e senza aspettare una qualsiasi risposta al suo paradossale commento, si diresse verso l’uscita. 

Blaise, dal canto suo, era piuttosto sorpreso dal comportamento dell’amico, il quale solitamente amava le feste, soprattutto perché poteva spassarsela con qualche ragazza sola e priva di autostima. Tuttavia decise di ignorarlo, ma, voltandosi per ritornare al buffet, si ritrovò a terra, dopo una rovinosa caduta, e, sentendo il peso di un corpo su di sé, si accorse di essersi scontrato con niente meno che Harry Potter.

- Potter! Si può sapere dove hai la testa? Mi hai quasi strappato la manica della giacca! No dico, hai la vaga idea di quanto costi? – esclamò Zabini infuriato.

- M-mi dispiace… - balbettò il ragazzo, e senza nemmeno aiutarlo a rimettersi in piedi, si alzò e corse via.

A quel punto Blaise, completamente scioccato, decise che per quella sera ne aveva abbastanza di stranezze e, prendendo un bignè dal tavolo dei dolci, si sedette sulla prima poltrona che gli capitò a tiro, fulminando con lo sguardo chiunque intendesse distoglierlo da quella delicata operazione.

 

***

Harry Potter non riusciva a capacitarsi di essere fuggito via senza aiutare un ragazzo che aveva rischiato di farsi male per colpa sua. Ma poi, perché era fuggito? Non ne aveva idea! Poteva almeno scusarsi, magari senza balbettare, e aiutarlo a rialzarsi. Ma no! Lui si era voltato ed era corso fuori dalla stanza, come se fosse inseguito da un basilisco. “Che comportamento maturo, complimenti Potter!”, gli stava dicendo la sua coscienza. Ancora non capiva cosa lo avesse spinto a un tale gesto. La rabbia? No di certo. L’orgoglio? Forse, ma non ne era convinto. Quando si era reso conto di essere caduto addosso a Blaise Zabini aveva sentito una strana sensazione, anche se al momento non sapeva darle un nome. Per il momento era meglio non pensarci.

Immerso nei suoi pensieri, Harry non si era reso conto di essere arrivato davanti al ritratto della Signora Grassa, ma ormai che era lì tanto valeva entrare e vedere se Hermione era in sala comune.

Non appena varcò la soglia vide la caposcuola di Grifondoro sulla sua poltrona preferita, davanti al camino acceso. Stava leggendo un enorme tomo, sicuramente per avvantaggiarsi con i compiti, e non si era accorta del suo arrivo.

- Ciao Hermione! – la salutò il ragazzo avvicinandosi a lei.

- Oh! Ciao Harry, mi hai spaventata – rispose la ragazza portandosi una mano alla bocca per la sorpresa.

- Scusami, non volevo disturbarti – disse Harry e fece per andarsene, ma Hermione lo fermò.

- Non mi hai affatto disturbata, anzi direi che ormai sono anche stufa di studiare. Ma per caso tu sai dove sono tutti? La sala comune non è mai stata così deserta! –

- Sono tutti alla festa del dopo-partita pensavo che…-

- La partita era oggi?! – lo interruppe la ragazza - Maledizione, me ne sono completamente dimenticata! E come è andata? –

- Beh, abbiamo vinto! – rispose Harry con un sorriso tirato.

- Ma? – chiese Hermione invitandolo a continuare.

- Ma cosa? – chiese il moro incredulo.

- Harry, è inutile che cerchi di nascondermi qualcosa, lo sai bene. Non te ne saresti mai andato prima delle tre da una festa, soprattutto se avete vinto a Quiddich. Dimmi la verità, cosa è successo? –

Il ragazzo stava per ribattere, ma l’espressione della caposcuola lo fece desistere dal suo intento e sospirando decise di renderla partecipe dei suoi pensieri:

- Beh, a dire il vero è una stupidaggine. Ero alla festa e stavo parlando con Ginny, ma mi sono accorto delle foto che Hannah Abbott aveva scattato durante la partita, così ho cercato di avvicinarmi per vederle meglio. L’unico problema è che non guardavo davanti e, per sbaglio, sono inciampato, cadendo addosso a Blaise Zabini. Non sarebbe stato un grosso problema, se non fosse che invece di scusarmi come tutte le persone normali, ho balbettato un “Mi dispiace” e sono scappato via correndo – concluse Harry, con imbarazzo.

Hermione aveva ascoltato attentamente il discorso dell’amico e, dopo averci riflettuto un attimo gli chiese:

- Hai riflettuto sul perché di questa reazione? –

- Ma certo. Non ho fatto altro che pensarci da quando me ne sono andato, ma davvero non capisco cosa mi sia preso. Non è mica la prima volta che vedo Blaise Zabini! – 

- Ma è la prima volta che ti trovi così vicino a lui. – 

- E questo cosa vorrebbe dire? – chiese il ragazzo sempre più incredulo.

- Harry, io non posso aiutarti a fare chiarezza sul perché sei scappato, ma se vuoi il mio parere penso che tu fossi estremamente in imbarazzo –

- Ma è ridicolo! Perché dovrei essere imbarazzato solo perché inciampo su un ragazzo? È una cosa che può capitare a chiunque! –

- D’accordo, allora perché ti sei messo a balbettare? Di solito le persone normali non balbettano, a meno che non siano spaventate o si trovino in una situazione imbarazzante. –

Harry ci pensò un momento, ma non riuscì a trovare un argomento valido con cui ribattere, soprattutto perché si era reso conto che Hermione aveva ragione. Si era sentito in imbarazzo, ma ancora non ne sapeva il motivo.

- Harry, non pensarci troppo. Anzi sai cosa ti dico? Ritorna subito alla festa e divertiti! – disse Hermione facendogli un sorriso incoraggiante.

- Va bene, ma tu non vieni? – 

- No, devo rimettere questo libro nella sezione proibita prima che qualcuno si accorga che non c’è –

- Beh, almeno prendi il mio mantello. A meno che tu non voglia prendere una punizione per essere uscita dal dormitorio dopo il coprifuoco.

- Grazie Harry, ma penso servirà più a te. Se Gazza non è improvvisamente diventato sordo, avrà certamente sentito il rumore della musica proveniente dalla festa, e anche se non può entrare, sicuramente si apposterà nel corridoio per sorprendere qualche incauto studente. –

- Ne sei proprio sicura? –

- Perché tutti continuano a farmi questa domanda? Si, ne sono sicura. – rispose sorridendo Hermione.

- Beh, allora ci vediamo domani a colazione. Ciao ‘Mione! – concluse Harry mentre si incamminava verso il buco del ritratto e spariva dalla vista della caposcuola.


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Angolo dell'autrice:
Beh, finalmente la tanto attesa festa è arrivata! Chissà cosa avrà in mente Daphne e soprattutto perchè Harry ha reagito in quel modo?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo! 
Ringrazio francescaespen per aver recensito lo scorso capitolo e tutti coloro che leggono questa storia, anche se non la recensiscono. 
Un bacio e...alla prossima domenica!

 
  
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