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Autore: _Brandy_    01/02/2015    2 recensioni
E se fosse successo qualcos’altro a Zelena prima di tornare nel nostro mondo con le sembianze di Marion? Qualcosa di imprevedibile? Qualcosa che nemmeno l’autore o il potere preveggente del Signore Oscuro potevano prevedere? Se avesse incontrato qualcuno, qualcuno in grado di poter cambiare il destino di chi incontra sia in positivo, che in negativo?
Nuovi flashback sui personaggi, vecchi e nuovi, saranno rivelati. Un segreto dovrà essere svelato. Una nuova minaccia farà la sua comparsa a Storybrooke.
Nessun mondo sarà più al sicuro ... le tenebre, presto caleranno in ogni dove.
[Prologo]
-Ho aspettato così tanto per poterti rivedere, Zelena.-
[Cap. 3] – ultimo cap. pubblicato
Zelena ... -Regina, Regina mi aveva detto che eri morta!-
-Sì- le sorrise Cora ... -Sì, o meglio, avrei dovuto esserlo, ma Jack è riuscito a trovare un modo per ingannare una magia di morte ...
P.S. fatemi sapere se vi piace, ma sopratutto se non vi piace così da potermi aiutare a migliorare nella scrittura.
Grazie e buona lettura XD
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino, Sorpresa, Un po' tutti, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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ATTENZIONE!!!
In alcuni capitoli troverete alcuni spoiler inerenti alla trama principale di OUAT, in quanto serviranno per collegare gli eventi narrati in questa storia, che vuole essere una specie di spin-off che vorrei, appunto, riallacciare al filone originale della serie ^^ è la mia prima fan fiction, siate clementi con i commenti, ma anche brutali … O-O insomma … sì, sì, siate brutali così che possa migliorare nella scrittura T-T ve ne sarò eternamente grata *^*

 
Prologo
 
“Maledizione, mi mancava così poco, un attimo ancora e avrei potuto tornare nel passato ed uccidere quella spocchiosa ragazzina e io avrei potuto vivere con mia madre, alla corte del re, con tutti gli agi e agiatezze, invece che con quel vecchio ubriacone che mi disprezzava. Eva, maledetta Eva, che tu sia dannata, tu e tutta la tua stirpe. E Regina, la mia cara sorellina, che si è presa tutto quello che mi spettava di diritto, che sia dannata pure lei. Ma lo troverò un modo, troverò il modo per riprendermi tutto e allora sarai tu a marcire dentro una cella, Regina.”
Seduta sul letto della prigione, nell’ufficio dello sceriffo, Zelena non poteva fare altro che rodere di rabbia e pensare alla vendetta, se solo avesse ancora i suoi poteri avrebbe potuto ucciderli tutti semplicemente schioccando le dita, ma Regina strappandole di dosso il medaglione che le aveva dato Glinda, glieli aveva portati via. Quel gioiello era un’arma a doppio taglio, se da un lato amplificava i suoi poteri, dall’altro ne veniva privata se non l’aveva appeso al collo. Mentre faceva tutte le considerazioni del caso sentì dei passi dietro di se, credeva fosse la sorella venuta a gongolare, l’eroina del giorno … ma figuriamoci.
-Regina! Non mi aspettavo che tornassi così presto!-
-Credo che tu non mi aspettassi affatto, mia cara!-
Al suono di quella voce Zelena si voltò di scatto, non era Regina, no … era Tremotino che la guardava dall’alto in basso, con la sua solita aria di superiorità -Che ci fai tu qui?-
-Tu cosa pensi?-
Sempre a rigirare la domanda, ma questa volta aveva lei il pugnale dalla parte del manico, più o meno  -Non puoi uccidermi Tremotino, ho visto Regina prendere il tuo pugnale!- rispose sicura la donna.
L’uomo annui concordando con le parole della strega decaduta -Lei lo ha dato a Belle!-
-E Belle, mi vuole morta?- gli chiese sapendo già la risposa.
-No! Certo che no!- esplicitando l’ovvio.
-Bene, allora, devi agire seguendo il suo volere!- Tremotino non poteva farle del male, lei non poteva fare del male a lui, non poteva fare del male a nessuno, erano in una situazione di stallo, aspettava la stoccata tagliente del suo interlocutore con ansia così poi se ne sarebbe andato e lei avrebbe potuto stare sola, così cercò di velocizzare le cose stuzzicandolo. -Se lei ha il pugnale, tu non hai alcuna scelta!-
-Già!- rispose sconfortato lui -Se avesse lei il pugnale!- sottolineò -Ma non ce l’ha!- fino a quel momento aveva tenuto le mani dietro la schiena e quando le mostrò a Zelena lei scatto in piedi spaventa.
-Anche se pensa di averlo!- sorrise Tremo -Vedi, mio padre mi ha insegnato una cosa. L’unica utile che mi abbia tramandato, un piccolo gioco di prestigio, il gioco delle tre carte. Belle ha un falso, questo al contrario è il pugnale vero.- senza battere ciglio si materializzò dentro la cella, non aveva bisogno neanche di aprire la porta, ormai era tornato in possesso di tutti i suoi poteri ed era libero di usarli nel modo che più gli aggradava. Ora era finalmente libero di prendersi la sua vendetta.
-Aspetta, aspetta! Sono senza poteri!- cercò di andare il più lontano possibile da lui, ma una cella non è molto grande, dopo pochi passi si ritrovò spalle al muro e con un terrore crescente che le attanagliava le viscere. -Regina ha preso il mio pendente!-
Tremotino sogghignava, da quanto aspettava questo momento.
-Non ho la mia magia!-
L’Oscuro cominciò ad avanzare verso di lei.
-Non posso fare del male a nessuno!- la sua voce stava diventando istrica, aveva perso il controllo, il terrore e il panico si erano completamene impadroniti di lei. -Non posso! Perché?- gli chiese infine tra le lacrime.
L’Oscuro si fermò ad un passo da lei col pugnale alzato, bene in vista. -Perché ho promesso a mio figlio, che la sua morte, sarebbe stata vendicata e io non rompo un accordo, mai.- sferra il colpo.
L’aria diventò gelida tutta d’un tratto Zelena sentì solo il dolore all’addome, la solitudine e la sofferenza nel suo cuore. “Mamma” fu il suo unico pensiero, pensò alla madre che l’aveva cresciuta con tanto amore pur non avendo legami di sangue con lei e pensò alla madre che non aveva mai conosciuto, che l’aveva abbandonata nella foresta, che non l’aveva voluta e si sentì sciocca a vuota. In un istante il suo corpo si tramutò in ceramica, Tremotino pensò che fosse una reazione interessante, poteva distruggerla due volte in un solo giorno. Aveva appena finito di pensarlo che estrasse il pugnale dal corpo della donna che si frantumò in mille pezzi. Soddisfatto del suo operato si voltò, aprì la porta della cella con un gesto del pugnale e se ne andò, mentre la porta della cella si richiudeva dietro di lui, senza accorgersi che i cocci del corpo della Malvagia Strega dell’Ovest diventarono polvere per poi dissolversi in fumo verde. Tanto meno, nessuno si accorse che dallo scrigno in cui Regina aveva nascosto il pendente della strega uscì un ancora più denso fumo verde, uscì dalla cripta, attraversò la città e la foresta, fino a raggiungere il fienile dove Zelena aveva preparato tutto l’occorrente per lanciare il suo incantesimo e aprire il varco spazio-temporale.
Il fumo percorse i segni tracciati sulla terra battuta e il varco tra fumo verde e fiamme rosse con uno scintillio si aprì in un vortice di vento, profondo e nero. Un vortice che poi risucchierà Emma e Hook portandoli nella Foresta Incantata del passato…
 
Intanto, nelle terre della Foresta Incantata del presente il fumo verde creato dalla magia di Zelena dopo aver aperto il portale a Storybrooke, spalancò la porta di una misteriosa casa e la strega venne scaraventata sul tappeto con arabeschi porpora e blu scuro del salotto.
Un uomo alto dai folti capelli neri e da magnetici occhi verdi chiuse la porta che aveva fatto da passaggio tra i mondi e si rivolse alla ragazzina dai lunghi capelli fulvi che si era inginocchiata per controllare lo stato della donna alla luce dello scoppiettante fuoco nel camino. -È viva, sta bene! Non sembra ferita!?- la ragazza era un po’ dubbiosa visto che era appena stata pugnalata dall’Oscuro Signore.
-Bene!- sorrise sollevato l’uomo, mentre si chinava a raccogliere il medaglione di Zelena che era tornato bianco -Deve essere solo svenuta! La sua magia deve averla curata dal colpo del pugnale, ma questo deve averla stancata parecchio! Dovrebbe svegliarsi domattina! Intanto … - si rivolse alla ragazzina -Tesoro, metti questo al sicuro, mentre io mi occupo della nostra ospite!-
Lo guardò con i suoi ridenti occhi verdi, quasi della stessa tonalità di quelli dell’uomo -Sì papà!- prese il medaglione dalle mani del padre e sparì in un’altra stanza.
Rimasto solo con la donna le si avvicinò inginocchiandosi accanto a lei, la osservò per qualche istante, ancora non riusciva a credere che fosse lei, che fosse lì, con lui. Le spostò dolcemente una ciocca di capelli dal viso e le sorrise ammirando la bellezza di quelle lentiggini, ognuna posizionata in un punto perfetto, nemmeno un pittore avrebbe saputo fare di meglio. -Ho aspettato così tanto per poterti rivedere, Zelena.- La sollevò con delicatezza e salì le scale in legno per portarla a riposare in una stanza al piano di sopra.
Fuori, nell’oscurità della notte, oltre le nuvole, fino a raggiungere i delicati bagliori lunari, la casa dell’uomo misterioso volava verso luoghi lontani.
   
 
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