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Autore: Tynuccia    28/11/2008    2 recensioni
Essendo una fan dei poveri ed anonimi Monica e Luciano mi sono inventata il modo in cui i due si siano messi assieme. Il Knight of Ten è un po' OOC, ma è innamorato, cercate di capire XD
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Cazzo, e figuriamoci se comprano da bere... idioti!".
Il fiero Knight of Ten, Luciano Bradley, sbattè la porta del frigorifero, imprecando ad alta voce. Voleva almeno una birra, ma non aveva trovato che gli integratori di Nonette. Si lasciò cadere su una sedia di legno pregiato e velluto porpora, scrutando nell`oscurità il grande salone dei Cavalieri, con lo sguardo perso nel vuoto. Frugò nella tasca della tuta che indossava e si prese una sigaretta, accendendola. Rilasciò il fumo in una piccola nuvola grigia e si rilassò, inclinando leggermente il capo. Si ritrovava a passare il suo sabato sera da solo, con una gran voglia di bere qualcosa, nella sede vuota. I suoi sei compagni erano andati ad una noiosissima, secondo l`arrogante Luciano, festa esclusiva, organizzata da nobili annoiati dal non fare nulla tutto il giorno. Quando Bismarck aveva annunciato l`evento, il giorno prima, sia Luciano, sia la giovanissima Anya avevano roteato gli occhi, visibilmente scocciati e per niente allettati dal party, contrariamente da Gino, Knight of Three, e Monica, Knight of Twelve, che erano scattati in piedi, abbracciandosi e saltellando dall`eccitazione; Nonette, invece, aveva provato a trattenere l`agitazione, ma a stento: il suo sorriso andava da un orecchio all`altro.
"Io non vengo manco morto" aveva detto Luciano.
"Sei sempre il solito musone!!" lo rimbrottò Monica con il broncio "Che ti costa venire?".
"Non sono una donnina, io, che si agita per un vestito lungo!".
"DONNINA A CHI?!".
La Dodicesima Cavaliera era scattata in piedi, le mani sui fianchi e il volto livido di rabbia.
"Tsk" aveva risposto Luciano con il sopracciglio alzato "A te, no?".
Monica stava per rispondere con un poderoso pugno, quando Gino calmò le acque, interpellando la silenziosa Anya.
"Tu che ne pensi?".
"Sono con Luciano" rispose senza alzare gli occhi dal suo cellulare "Preferisco andarmene a letto che ad un party".
Nonette aveva sospirato "Anya, ci saranno un sacco di persone strambe da fotografare".
"A che ora comincia?" aveva chiesto la ragazzina, cambiando espressione.
"Tsk, vorrà dire che farete a meno di me!" aveva esclamato Luciano, arrabbiato in previsione di una serata ancora più noiosa del party.
E infatti... Alle undici e mezzo il nostro arrogantissimo cavaliere aveva un tremendo desiderio di sfogare la propria rabbia su qualcuno o qualcosa, quando le luci si accesero. Si appoggiò al muro una ragazza bionda con le lacrime agli occhi.
"M-Monica?".
Luciano non l`aveva vista uscire, in quanto era rimasto in missione fino al tardo pomeriggio, quando gli altri si erano recati alla festa. Deglutì a fatica, tentando di non arrossire. La sua compagna aveva legato i capelli in uno chignon sotto la nuca, nel quale aveva infilato un fiore finto bianco e argentato. Truccata leggermente, indossava un lungo abito da sera color grigio perla, molto semplice, ma che le delineava perfettamente le curve ancora in via di sviluppo. Non aveva le spalline e si allacciava dietro al collo con un fiocco abbastanza vistoso. Uno splendore
"Ah!" esclamò la ragazza, arrossendo e precipitandosi ad asciugarsi il volto con il dorso della mano "Pensavo che tu fossi uscito...".
"Tsk, troppo disturbo".
"Beh.. buonanotte allora...".
"Gli altri?".
Monica si volto` "Sono ancora al party".
"E come mai sei già tornata?".
"Sono una donnina, non dovrebbe importarti!" esclamò la ragazza, ricominciando a piangere e scappando.
Luciano spalancò gli occhi, poi sbuffò, pensando che non avrebbe mai capito la mente di una donna.


"Quel bastardo...!".
Monica tuffò il viso sul suo morbido cuscino, piangendo lacrime amare. Si era struccata e fatta un bagno, ma non era riuscita a sbollire la rabbia.
"Mi insulta sempre e se ne sbatte altamente dei miei sentimenti, cavolo!".
Era tornata dalla festa perché era di una noia mortale. Ma anche perché non era in vena di divertirsi. Ma, soprattutto, perché l`unica persona da cui voleva essere vista e ammirata era rimasta a casa. Dei colpi alla porta la fecero uscire dalla sua meditazione.
"Vattene via, idiota!".
"Sono Suzaku".
Monica alzò un sopracciglio. Non le era per niente simpatico quel ragazzo borioso e pieno di sé, ma decise comunque di andare ad aprirgli. Non andava mai a chiamarla e se l`aveva fatto doveva avere una ragione ben precisa. Spalancò la porta e sbiancò, trovandosi davanti Luciano.
"Ma non era Suzaku-kun?".
"Sono sempre stato bravo nelle imitazioni, ricordi?".
Monica fece per chiudergli la porta in faccia, ma il Cavaliere la bloccò, afferrandole il polso.
"Voglio solo parlarti!".
"Appunto!".
"Monica... scusami".
La ragazza spalancò gli occhi "Mi tratti sempre male.. non è solo questa volta, so già che domani ricominceremo da capo".
"Uff, sei sempre troppo complicata!".
"Ecco, vedi? Ricominci ad insultarmi!" urlò Monica, le lacrime agli occhi nuovamente "Ora voglio dormire, quindi sparisci!".
Luciano sospirò e prese tra la braccia la compagna, fissandola con insistenza. La sua bocca era semichiusa, le labbra inumidite e le gote rosse. Non lo guardava in faccia, ma gli scrutava il torace.
"Non ti ribelli neppure?".
"Contro la tua forza sarebbe inutile".
"Hai paura a guardarmi?".
"No".
"E allora perché non lo fai?".
"Non ti deve interessare".
"Bene"
Luciano si chiuse la porta alle spalle, lasciandola andare
"Vorrà dire che ti costringerò a guardarmi senza modi violenti".
"Dubito che tu sappia fare una cosa simile" replicò Monica, acida.
"Ti amo".

La ragazza spalancò gli occhi, incredula. "E ti chiedo scusa per tutte le volte che ti ho insultata, o risposto male, ma era l'unico modo per farmi notare da te... certo che sono idiota, uh?".
Luciano abbassò lo sguardo, le gote rosse e il cuore che pulsava. Stava per andarsene, quando la piccola e morbida mano di Monica afferrò la sua, trattenendolo.
"Sei un idiota patentato, ma... la cosa è reciproca".
Il Cavaliere la guardò e vide che il suo sorriso era ampio e la sua presa, debole, tremava dall`emozione.
"Da sempre" aggiunse la ragazza.
Luciano sorrise, prendendola tra le braccia con dolcezza e baciandola piano, trattenendo il desiderio cocente che ribolliva nel suo corpo. Voleva che quel momento fosse magico. Monica era in punta di piedi, vista l`immensa differenza d`altezza tra lei e il Cavaliere. Lui si staccò, guardandola negli occhi con un sorriso tenero
"Da sempre?".
La ragazza annuì, posando la testa contro il suo petto. Chiuse gli occhi
"E sarà per sempre, Luciano".
  
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