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Autore: UnGattoNelCappello    01/02/2015    0 recensioni
TRADUZIONE
La quindicenne Melanie Ruso non intendeva fare alcun danno; voleva solo che Dan e Phil fossero felici. E' per questo che ha scritto 83 fanfiction su di loro. Ma cosa succede quando, grazie a magiche circostanze, involontariamente forza i suoi idoli a vivere secondo le sue fantasie? Tenetevi forte gente, sarà un folle disastro!
(Rating giallo per il linguaggio)
Genere: Comico, Commedia, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dan Howell, Phil Lester, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: Non ho scritto io questa Fanfiction, la sto solo traducendo con il permesso di JustGoogleIt, l'autrice. Potete trovare la storia originale qui: https://www.fanfiction.net/s/9168073/1/When-You-Wish-Upon-a-Star-A-Phanfiction-Parody
 


 

11
Altruismo Involontario


 

Era un suono di puro, genuino terrore. Le agghiaccianti grida mandarono brividi lungo la schiena di Dan, e prima che capisse cosa stava succedendo si ritrovò a correre più veloce che poteva verso la loro direzione. Mentre girava l'angolo dell'isolato, localizzò la sorgente del caos. Un vecchio palazzo di appartamenti era circondato dalle fiamme e, di fronte ad esso, una donna terrorizzata si stava divincolando dalla piccola folla che si era raccolta.

“Levatevi di dosso! Lasciatemi andare!” gridò la donna, lottando contro quelli che stavano cercando di impedirle di correre di nuovo dentro l'edificio. “Mia nipote è ancora lì dentro! Devo tirarla fuori! Lasciatemi andare!”

“Signora, ascolti. L'edificio sta per collassare – non può tornare dentro,” sostenne un passante.

Dan sentì tutto quanto, non rallentando neanche nella sua folle corsa verso l'edificio. Era come se le sue gambe si muovessero indipendentemente dal suo cervello, correndo contro la sua volontà verso le fiamme arancioni.

“Oi, ragazzino, che stai facendo?” gli gridò dietro qualcuno mentre si avvicinava all'entrata.

“Non lo so!” gli gridò in risposta Dan, cercando disperatamente di fermare il suo corpo fuori controllo.

Uno dei passanti saltò per provare a fermarlo, non fu abbastanza veloce. Mentre si lanciava dentro la struttura pericolante, le grida delle voci all'esterno diventarono impercettibili sopra il ruggito delle fiamme. Il calore era incredibile, e il fumo rendeva difficile respirare e impossibile vedere. Ogni cellula dell'essere di Dan voleva girarsi e scappare dall'edificio il più velocemente possibile, ma qualcosa dentro di lui rifiutava testardamente, facendolo avanzare sempre più a fondo nell'ignoto.

Che cosa state facendo?! Funzionate, stupide fottute gambe! Indietro, non avanti! Voglio andare via!” ordinò Dan a se stesso.

Tuttavia le sue gambe erano ostinate, non rallentando mai a dispetto del fatto che nell'edificio fuligginoso il loro proprietario era praticamente cieco. Qualche secondo dopo, Dan si trovò ad arrampicarsi su quella che doveva essere una rampa di scale, facendo tre scalini alla volta.

La parte eroica di Dan continuò ad ignorare le proteste interne, guidandolo per un corridoio pieno di fumo e facendolo sbattere dritto contro una porta chiusa. Contro la sua volontà, Dan indietreggiò di qualche passo e si spinse di nuovo in avanti, buttando impossibilmente giù la porta di legno dai suoi cardini.

Strizzando gli occhi, Dan scorgeva a malapena una figura umana a terra senza sensi. Si buttò terra e l'afferrò, gettandosi il corpo immobile su una spalla, e corse di nuovo fuori nel corridoio.

Quando raggiunse le scale, la sua paura si intensificò in modo esponenziale. Attraverso il fumo fluttuante, Dan poteva vedere che le fiamme lambivano la base delle scale. Con suo orrore, il suo corpo lo spinse in avanti, balzando giù per le scale mentre portava la ragazza senza sensi dritta nel cuore dell'incendio.

Cosa successe dopo fu molto confuso. Il calore era diverso da qualsiasi cosa Dan avesse mai sperimentato prima e il suo unico pensiero era quello di raggiungere la porta. Tutto intorno a lui, le travi di sostegno gemevano e pezzi di soffitto piovevano giù su di lui.

Ecco. Sto per morire. Sto letteralmente per morire. Oh dio, finisce così!” urlava il suo cervello.

Poi tutto a d'un tratto, era finita. Nel momento in cui Dan emerse dall'edificio, successero due cose. Primo, le sue gambe fermarono la loro corsa involontaria così bruscamente che Dan fu lanciato a terra. Secondo, l'intero edificio collassò – disintegrandosi convenientemente all'indietro invece che direttamente sopra di lui e la folla di spettatori.

Dan era steso a faccia in giù sul terreno, cercando di capire che cosa era appena accaduto mentre tossiva e sputacchiava. La sua vista era ancora offuscata dal fumo, ma poteva sentire i pompieri gridare tra di loro mentre tentavano di estinguere le fiamme e le eccitate voci di almeno quattro diversi passanti che commentavano la situazione.

“L'hai visto? È stato incredibile!”

“Sono tutti e due vivi?”

“Sta tossendo, stupido! Certo che è vivo!”

“Potrebbe essere un riflesso.”

“No che non potrebbe.”

“Oi! E la ragazza?”

“Ma l'hai visto mentre usciva dall'edificio?!”

“C'era una fottuta parete di fuoco, e questo tizio la attraversa tranquillamente!”

“Ho pensato che fosse spacciato!”

“Come fanno a non essere carbonizzati?”

“Hey! Ragazza! Sei viva o morta?!”

“Oceana! Oceana! Oh tesoro!”

“E' stato incredibile! Non riesco neanche a crederci!”

Qualcuno sa come si controlla un polso?!”

“Spostatevi, lo faccio io.”

“Sai come si fa?”

“Non hai mai visto un poliziesco? È facile!”

“Tesoro! Oceana! Svegliati! Oh mio dio! Svegliati!”

“Questa qua è morta. Dov'è l'altro ragazzino?”

“No! Non può essere! Tesoro! Svegliati!”

“Sei sicuro di averlo fatto bene?”

“Abbastanza. Dov'è l'altro?”

“No! Oceana Carter! Devi svegliarti! Tua madre mi ucciderà! Le avevo promesso che saresti stata al sicuro durante la tua settimana qui a Londra! Per favore svegliati!”

“Allora, come si fa a controllare un polso?”

“E' semplice. Devi solo mettere un paio di dita al lato del collo, così...”

Dan si alzò di scatto da terra l'istante in cui sentì l'estraneo toccargli il collo.

“Woah, okay, questo qua sembra vivo,” borbottò l'estraneo controlla-polsi.

Con lo scatto improvviso, l'altruismo involontario di Dan si accese di nuovo. Avanzò rapidamente verso la ragazza senza sensi che aveva appena tirato fuori dall'edificio, si inginocchiò vicino a lei, incrociò le sue dita in una posizione che aveva visto fare solo in TV, e iniziò ad eseguire delle compressioni sul suo torace contando ad alta voce.

“Sai che cosa stai facendo?!” chiese la donna terrorizzata, le cui grida avevano attirato la sua attenzione prima.

“Non ne ho idea!” le gridò in risposta lui, ugualmente terrorizzato, “... e undici, e dodici, e tredici...”

Quando arrivò a trenta, smise di spingere, mise una mano sotto il mento della ragazza, piegò leggermente indietro la sua testa, le chiuse il naso con l'altro mano, e serrò la bocca intorno alla sua, soffiandoci dentro due respiri d'aria. Dopo di che, cominciò di nuovo con le compressioni.

“... e quattro, e cinque, e dove sono i maledetti paramedici?!” implorò, “... e sette, e otto...”

“Saranno qui da un momento all'altro,” rispose ansiosamente la donna.

E infatti, qualche istante più tardi, arrivò un'ambulanza e un gruppo di paramedici si affrettò sul posto.

Un medico diedi dei colpetti sulla spalla di Dan. “Okay, sei stato bravo! Fai fare a me ora,” ordinò.

“...e ventuno, e ventidue, e GRAZIE A DIO! …e ventiquattro...” esclamò Dan senza fiato. Cercò di spostarsi via dalla ragazza, ma le sue braccia continuavano a spingere incessantemente sul suo petto.

“Okay, sul serio ragazzino! Spostati!” comandò con più enfasi l'EMT.

“...E trenta! Non sa quanto mi piacerebbe!” disse Dan, prima di abbassarsi per dare altri due soffi d'aria alla ragazza. “Ma non ci riesco! ...e due, e tre, e quattro...”

Due medici cercarono di rimuovere Dan dalla ragazza, ma scoprirono che era impossibile. Era come se si fosse trasformato in roccia massiccia. Dopo circa sei minuti – che sembrarono come sei ore – Dan si abbassò e unì la sua bocca a quella della ragazza per dargli un altro respiro di salvataggio.

Non appena le loro labbra si toccarono, i suoi occhi si aprirono di scattò e la ragazza ansimò in cerca d'aria. Immediatamente, il corpo di Dan cessò i suoi eroici tentativi di rianimazione, permettendo al suo esausto proprietario di collassare sulla ragazza ansante.

 


 

A/N: Salve gentile lettore!

Ho ricevuto alcune speculazioni sulla trama, sia attraverso recensioni che messaggi privati. Per favore sentitevi liberi di esprimere suddette speculazioni.

La mia meravigliosa beta-reader dovrebbe ricevere il suo cestino di frutta virtuale entro 5-7 giorni lavorativi.

Il resto di voi può avere un abbraccio virtuale ora *abbraccio*, almeno a che ovviamente non troviate invasivo essere virtualmente abbracciati da un praticamente estraneo, in quel caso: *sorriso riconoscente, che implica il forte desiderio di abbracciare ma non invade lo spazio personale* :)

Insulto Shakespeariano omaggio del giorno: “La tua arte mi pare una generale offesa, ed ogni uomo dovrebbe picchiarti” (Shakespeare, William. All's Well That Ends Well. Atto II, scena 3. 1623).

Saluti!

- Bethany

  
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