Premessa: la storia è ambientata più o meno tre
anni prima rispetto al primo libro della saga. Posy ha più o meno quindici mesi.
Rory ha otto/nove anni, mentre Gale ne ha circa
quindici. Questa storia partecipa al contest a turni “A tutto Fluff” indetto da Eireen_23.
Ad ognuno il suo giocattolo
Il giocattolo preferito di Rory
Hawthorne aveva un anno e qualche mese, pochi denti e
manine paffute che non perdeva mai occasione di infilare ovunque. La piccola
Posy cresceva in fretta e, da diverso tempo, il fratello maggiore si divertiva
a vederla alle prese con le prime parole, incoraggiandola a impararne di nuove
ogni giorno.
“Rory” stava esclamando quel
pomeriggio il bambino, esibendosi in una delle espressioni più buffe del suo
repertorio; si era seduto sul pavimento per cercare di bloccare il gattonare
inarrestabile della sorellina.
Posy rise e gli premette un indice sulla guancia.
“Ro-Ry!” scandì ancora il
ragazzino, facendole battere le mani a tempo.
“’O-ry” dichiarò solenne la
piccola.
“Bravissima!” si congratulò il fratello, accarezzandole
una guancia. “Adesso di’: Rory è bello.”
Posy gattonò in avanti per ricambiare il suo gesto
affettuoso, dopodiché si appoggiò a lui per alzarsi in piedi.
“Rory è bello!” esclamò ancora
il ragazzino, cercando di attirare la sua attenzione.
“’Ory” replicò la bimba, muovendo
qualche passo incerto per la stanza.
“È bello” completò la frase Rory,
recuperando la sorellina e prendendola in braccio per farle il solletico.
“Mica tanto…” osservò a quel punto una voce oltre la
porta; Gale s’intrufolò nella stanza e gettò sul letto la tracolla che usava
per andare a scuola.
Posy lo indicò, farfugliando qualcosa d’incomprensibile.
Cercò di farsi mettere a terra, ma quando Rory
riprese a farle il solletico rise, rannicchiandosi su se stessa.
“Di’: Gale puzza” azzardò a quel punto il bambino.
“’Uzza” replicò fiera la piccola, tendendo una mano per
farsi prendere in braccio dal fratello più grande. Rory
sorrise compiaciuto, fino a quando Gale non gli diede un colpetto scherzoso
sulla nuca.
“Ehi!”
“Lo sai che non è un giocattolo, vero?” gli ricordò il
maggiore, chinandosi per sollevare Posy. La piccola incominciò a giocare col
colletto della sua maglietta, visibilmente contenta per il ritorno a casa del
ragazzo.
Rory roteò gli
occhi.
“Si, papà” commentò sarcastico, prendendo la manina della
sorella e facendoci contro una pernacchia. Posy emise un gridolino e allontanò
il braccio.
Gale freddò il fratello minore con un’occhiataccia; in
quel momento la bambina serrò le labbra e soffiò, cercando di imitare la
pernacchia di Rory.
I due più grandi si misero a ridere.
“Mi hai fatto la pernacchia?” la interrogò a quel punto
Gale, facendole il solletico sulla pancia. Posy si divincolò, ridendo.
“Fagliene un’altra!” la incoraggiò Rory,
mostrandole come fare. La bambina chiuse la bocca e soffiò di nuovo,
sputacchiando saliva sulla felpa del fratello più grande.
Il mezzano si mise a ridere, scattando poi all’indietro
per evitare lo scappellotto di Gale.
“Che duo di fratelli discoli che ho” commentò il
maggiore, scuotendo divertito la testa. Osservò a lungo Posy, che stava facendo
scorrere l’indice sul suo volto, come a volerlo esaminare.
“Papà” esclamò poi la piccola, indicandolo.
Lo sguardo sereno del ragazzo venne velato da una punta
di nervosismo.
“Gale” la corresse, dopo aver scosso la testa.
“Papà!” gridò la bambina di rimando, premendogli una mano
sulla bocca.
“Vuole sempre
avere ragione” osservò Rory con un sorrisetto.
“E non ha ancora compiuto due anni…” replicò il fratello,
appoggiando la fronte a quella della sorellina. “… Che peste.”
Posy in risposta cercò di nuovo di fare una pernacchia,
riprendendo a tirare il colletto della sua felpa.
“Lo dici sempre a me…” commentò a quel punto un serioso Rory, facendo spallucce. “… Ma mi sa che siamo noi a essere
i suoi giocattoli.”
Note Finali.
E niente, sono di nuovo qui. Questa è una cosina
minuscola e senza pretese che ho scritto dopo aver visto questo video , perché la
piccina mi ha ricordato un sacco quella monella di baby!Posy.
Così piccola, per ora, era apparsa solo in Tutto ciò che ho ,
mentre di solito nelle mie storie è più grandicella. Siccome ho un debole per i
‘toddlers’, ho pensato di provare a scrivere qualcosa
sul periodo in cui Pos era ancora uno scriccioletto e incomincia a ripetere quello che dicono gli
altri. Il fatto che la bimba, ogni tanto. cerchi di chiamare Gale ‘papà’ è un
dettaglio del mio head-canon che avevo già accennato
in Torna a
casa e How
to catch a comet, ma qua s’impunta più che altro perché
non le piace quando viene contraddetta! xD È piccolina,
ma è già testarda come il papà e il fratello più grande. Devo fare un
ringraziamento speciale a Fede (Sunflowerbud) perché mi
ha aiutato a trovare il nome per questa storia, visto che non mi veniva in
mente nulla di decente >.<
Grazie mille a chiunque abbia letto questa storia!
Un
abbraccio e a presto!
Laura