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Autore: Scarlett_Brooks_39    01/02/2015    1 recensioni
I diamanti, magnifiche pietre preziose, sono a tutti note per il loro splendore. Ma come fa un diamante a brillare senza luce?
La vita di Tessa era stata sconvolta da un amore finito male ed ora aveva paura di amare di nuovo. Di conseguenza abbandonò la scrittura, perché la riteneva colpevole del suo malessere... ma l'incontro con Oscar, dolce e timido figlio del capo di una delle più famose case editrici del paese, riuscirà a far pubblicare il nuovo romanzo di Tessa, riportandola al suo vecchio splendore.
Tra i due nascerà una storia d'amore che andrà oltre perfino alla guerra che coinvolse tutto il mondo in quei decenni.
(Il racconto è ambientato negli anni della prima guerra mondiale, in America).
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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"Diamante lei e luce lui, per sempre"


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Solita festa colma di gente, soliti fiumi e fiumi di champagne serviti in calici di cristallo, soliti monotoni ragazzi spocchiosi e tutt'altro che intelligenti. Come poteva trovare l'ispirazione qui dentro?
Tessa rimaneva inerme a sorseggiare dello champagne, seduta accanto a suo padre, Friedrich Fisher, impegnato in un' accesa discussione sulle sue nuove proprietà, argomento che la ragazza aveva sentito pronunciare volte su volte.
La signora Fisher sedeva accanto al marito e rideva ad ogni sua battuta. Perché, si domandava Tessa, sono l'unica che non si diverte? Perché non riesco a trovare un barlume di ispirazione per il mio nuovo romanzo?
Era quello il suo unico desiderio, la sua unica meta, diversamente da quello che invece volevano i suoi, ovvero sistemarsi ed avere una famiglia. Per cosa poi? Per finire seduta ad un tavolo e pendere dalle labbra di un marito che parla solo di lavoro?
Lei non voleva questo, voleva essere indipendente, libera, come un uccello che libra le sue ali nel cielo.
"Oh, signor Fisher, ma che piacere incontrarla qui stasera!"
Tessa alzò gli occhi e rimase folgorata: davanti a lei c'era un ragazzo che... che le fece balzar in testa una scintilla... l'ispirazione... lo vide come il protagonista del suo nuovo romanzo, sì, era deciso. Sarebbe stato lui.
Si voltò verso di lei ed i loro occhi s'incrociarono. Sembrava che dentro di loro scorresse cioccolato fuso, e trasmettevano una dolcezza indescrivibile ma al contempo misteriosa.
"Tessa, ti ricordi di Oscar?"
Oscar...ecco il suo nome. Tessa sapeva di averlo già incontrato prima, ma dove?
"S-sì, ma certo mamma."
Sorrise come faceva di solito, e le sue guance si arrossarono, cosa che non voleva succedesse, soprattutto in quell'occasione.
Eppure guardandola Oscar la trovò ancora più affascinante.
I suoi occhi scuri, enfatizzati da dell'ombretto nero, apparivano ancora più grandi.
Tessa lo trovava davvero affascinante.
Ma dopo pochi secondi di magia quella scintilla di ispirazione sparì come era arrivata.
'Tessa' - si disse - 'ti sei già dimenticata di ciò che è successo l'ultima volta?'
No, non se ne era dimenticata. Quella vecchia ferita improvvisamente si riaprì, ed un dolore straziante la colpì al cuore. Le mancava l'aria, doveva andarsene da lì.
"Scusatemi, non mi sento molto bene. Dovrei uscire alcuni minuti."
Disse con voce flebile, abbassando la testa. Sua madre le rivolse un gesto premuroso, poi la lasciò andare poiché aveva chiesto di stare da sola.
Uscì nella grande terrazza della tenuta, appoggiandosi al balcone di marmo e respirando profondamente. Si portò una mano alla fronte che le martellava. I ricordi si sovrapposero, il dolore aumentò. Voleva ricacciare indietro le lacrime come faceva quando le succedeva, ma stavolta non ci riusciva.
C'era solo lui nella sua testa, ed il ricordo di non aver potuto far niente la tormentava. Non voleva più soffrire per qualcuno.
Non più.
"Sta bene signorina?"
Tessa si voltò ed il ragazzo di prima le era di fronte.
Le perle della lunga collana si mossero con lei.
Lui si avvicinava molto cautamente, come ci si avvicina ad un cerbiatto con la paura che possa scappare via da un momento all'altro.
Si domandava come una creatura potesse essere tanto meravigliosa come quella che aveva davanti, avvolta in un abito rosso che le cadeva morbido sui fianchi, ricoperto da frange, come era la moda del tempo.
"Ma certo, mi scusi ma avevo bisogno di un minuto per me. Sa, la confusione, lo champagne... Preferirei starmene a casa a leggere un buon libro."
Accennò un sorriso, come se le lacrime non ci fossero mai state.
Ma il ragazzo vedeva ciò che Tessa voleva nascondere.
"Chi è così fortunato per far sì che quelle lacrime cadano dai suoi occhi?"
Tessa aveva come un sesto senso che le diceva di chi fidarsi e di chi no. E le suggeriva di fidarsi di quel ragazzo, ma il muro che si era costruita intorno per non soffrire più era più massiccio che mai e se l'avesse buttato giù, tuffandosi in un nuovo amore, sarebbe stata la fine per lei.
"Nessuno, è solo il caos che mi soffoca."
"I suoi occhi dicono tutto il contrario, ma se non vuole dirmelo non insisterò, aspetterò paziente."
Era molto più vicino del previsto ed ora le labbra scarlatte di lei si serrarono in segno di timore.
"Ho saputo che le piace scrivere."
"La prego, mi dia del tu..."
"Solo se lo farai anche tu."
"Ho scritto un romanzo tempo fa, ma ero troppo giovane e frivola... non può essere degno di quel nome."
"'Everlove', giusto?"
"Sì, quello era il suo titolo. Chissà che fine avrà fatto, ormai."
"Vuoi dire che non l'hai conservato?"
"Perché avrei dovuto? Come ho detto prima, ero solo una ragazzina superficiale. Erano solo parole dette al vento."
Oscar si avvicinò e Tessa stavolta lo lasciò fare. Voltò la testa, guardandolo negli occhi, dove si perse. Le sue ciglia folte incorniciavano il contorno dei suoi occhi. Oscar voltò lo sguardo verso il cielo, ammirando le stelle. Ma non disse niente. Poi si disse che quel ragazzo dall'aria tanto dolce e gentile non poteva avere niente di sbagliato e magari poteva dargli un po' di fiducia.
"I miei vorrebbero che mi sposassi ed avessi una famiglia tutta mia. È sbagliato non volerlo? Desiderare essere senza catene, solo io e la mia scrittura?"
"No, non è affatto sbagliato. Credo che dovresti parlare con loro per chiarire la situazione."
"Non avrei successo. Loro vogliono la mia felicità e sono sicuri che la scrittura non sia la via per raggiungerla. Lo considerano solo un passatempo, un modo per distrarmi nel tempo libero, che corrisponde a poche ore d'intervallo tra le mie ore di studio."
"Cosa vorresti dalla vita?"
"Vorrei solo essere in grado di fare le mie scelte, ma lo considero un desiderio piuttosto improbabile, ora come ora."
Tessa si appoggiò al balcone con i gomiti e guardò di fronte a sé.
"Hai mai sentito parlare dei diamanti?"
Chiese Oscar, appoggiandosi con i fianchi al marmo freddo.
"Ma certo, quelle meravigliose pietre preziose che risplendono."
"Vedi, è da un po' che ti osservo di nascosto... diciamo da molti mesi. Ed in tutto questo tempo mi sono accorto che tu sei come un diamante"- il suo discorso venne interrotto dalla risata di lei, che subito dopo abbassò la testa, imbarazzata - "No, per favore, fammi finire"- Tessa lo guardò negli occhi, incuriosita - "Sei come un diamante grezzo, appena uscito dalla roccia. Ma senza luce i diamanti non risplendono. Così come il tuo romanzo: senza l'ispirazione ed un po' di magia non sarebbe mai quello che è ora..."
"Quel romanzo non ha più importanza, ormai. Sono solo parole scritte da una che non sono più io."
"Lo so, ma... ma con un'altra luce potresti risplendere ancora."
"È impossibile: ho perso il mio talento."
"Perché dici così?"
"Perché lo è, non ho più motivo di scrivere ormai!"
Tessa si staccò dal balcone e si diresse verso il salone da ballo.
"Ti prego Tessa" - disse Oscar, prendendole una mano, ma poi ritraendola subito per paura di poterla spaventare - "Fammi essere quella luce."
Il suo tono era sincero, profondo. Ma il dolore che aveva provato Tessa non poteva cancellarlo così facilmente.
"Mi spiace" - disse lei - " Ma non ce la faccio".
E così dicendo scappò, raggiungendo i suoi genitori.
Oscar rimase là, solitario, guardandosi la mano con cui aveva sfiorato pochi secondi prima la morbida pelle di Tessa e si disse che mai avrebbe smesso di lottare per farla risplendere di nuovo.
****************
 
Tessa pensava e ripensava a quello che era successo la sera prima, a quando Oscar le aveva sfiorato la mano. In quel momento lei aveva sentito un brivido percorrerle la schiena, come in un deja-vu. Sapeva di averlo già incontrato, ma...quando? Continuava a rigirarsi nel suo letto, stringendo a se' un lembo di coperta. I boccoli corvini si adagiavano sul cuscino bianco attorno alla sua testa. Eppure Tessa sapeva di aver già incontrato Oscar da qualche parte... Poi si ricordò.


Era una serata tranquilla e Tessa stava tornando a casa con sua madre, quando dovettero entrare di colpo in un negozio per un nuovo cappello.
"Vieni tesoro, da questa parte."
Il negozio era pieno di scaffali colmi di cappelli di ogni tipo: piume, strass, paillettes e tanto altro ancora. Tanto che Tessa fu rapita da un cappello di forma strana e due secondi dopo si ritrovò sola. Allora iniziò a seguire gli scaffali e piano piano la luce dell'uscita si faceva più vicina, finché non sbatté contro qualcosa. O meglio, qualcuno. Tessa alzò lo sguardo e vi trovò un bambino più alto di lei, di circa due anni in più grande. Si guardarono negli occhi, incuriositi ed allo stesso tempo impauriti.
"Come ti chiami?"
"Io sono Tessa, e tu?"
"Io mi chiamo Oscar."
Il bambino prese un origami dalla tasca e lo porse alla bambina.
"Per te."
"Grazie!"
Tessa mostrò un sorriso a trentadue denti, saltellando di gioia, i piccoli boccoli si muovevano con lei. Prese l'origami e lo mise nella tasca della giacca color rosa confetto.
"Tessa! Tessa!"
Era la voce di sua madre che la stava cercando, allarmata. Così salutò Oscar agitando la mano e corse da sua madre.
****************

Tessa si alzò di scatto, andando a rovistare fra le cose vecchie del suo portagioie. Non ricordava dove potesse averlo messo, finché non sollevò il coperchio di un piccolo scompartimento e lo trovò: l'origami. Certo, un po' stropicciato e malmesso, ma pur sempre di Oscar. Sicuramente non se lo sarebbe ricordato, ma a lei non importava. Il dolore che la attanagliava quotidianamente non c'era più, c'era solo felicità. Si guardò allo specchio e vide i suoi occhi brillare. Di colpo l'ispirazione tornò, come non faceva da anni.
Tessa capì che era finito il momento di soffrire e che entrambi meritavano di essere felici.
Doveva almeno dargli una possibilità...
  
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