~Butterfly's fly~

 

~A part of me

Un’altra farfalla blu che vola, così come il suo desiderio. Libero e fugace.

…

Sempre la stessa storia. Dopotutto, non era certo la prima volta che sentiva quella storia.
- Tu sei un uomo, non una donna! - 
Come se cambiasse qualcosa.
Ormai era entrata nella sua routine, quell’orribile sgridata, che nella testa risuonava severa. Aveva cercato così tante volte di costruire quel sogno, di essere ciò che lei voleva essere. Lei, non lui. Cosa c’era di così diverso nell’essere una lei, piuttosto che un lui?
- Perché nessuno lo capisce? -
Continuò a fissare quel vestito. Il suo vestito. Lo indossò, guardandosi. Non riusciva a capire cosa ci fosse di sbagliato. Perché nessuno riusciva a capire cosa voleva? Perché, nonostante volesse semplicemente essere se stessa, tutti lo ostacolavano? Dopotutto, anche se volesse cambiare, non poteva. Era una parte di sé, un qualcosa che nessuno poteva togliergli. Perché doveva cambiare, essere qualcuno che non era? Perché, chiunque lo ostacolava?
- Perché deve essere così difficile? - 
Continuò a guardare l’abito violetto, così semplice eppure meraviglioso. Gli rivenne in mente un ricordo di sé, fino a qualche giorno fa, davanti a un Koizumi meravigliato del vestito da lui cucito. E quando le aveva promesso nuovi abiti, non era riuscito a trattenere una fragorosa risata. Ma dentro sapeva che il suo cuore piangeva dalla gioia. E non si sentì più così sola. E ricordarsi che comunque, nonostante tutto, qualcuno ti sostenga, è bellissimo. Soprattutto quando ti è promesso un altro meraviglioso abito di Joji Koizumi, vero Isabella?
Da quel giorno, decise di festeggiare il suo compleanno in primavera, nel periodo in cui le farfalle volano libere e sono imprendibili.
 

~This is a Part of Me
That you never gonna have, take away from me, oh
This is a Part of Me
That you never gonna have, take away from me, oh~
 

Casa non è il posto dove hai il letto, il guardaroba, la tv, dove mangi e dormi. Casa è tutt’altro, pensa Isabella, guardando la tazza di the sul bancone. La maison è dove ti senti libero, felice, il luogo in cui sei protetto e accolto. E per Isabella, la casa è l’atelier, il luogo in cui può essere se stessa, senza doversi nascondere; dove non ha bisogno che il suo viso venga offuscato dai vapori del fumante the alla pesca. Ma ogni the, alla fine, diventa freddo e, se fosse in un altro luogo, Isabella dovrebbe berlo in fretta per evitare di essere scrutata bene, e così non lo gusterebbe nemmeno, mentre l’atelier è diverso: le mura non la fanno sentire in prigione ma protetta, in un ovatta nella quale lei è solo e soltanto Isabella e quando si sarà pronta aprirà le sue ali e volerà, fin dove la porterà il cuore. Sin da piccola, le avevano insegnato a distinguere la realtà e i sogni, dicendole che la vita non è sempre quella che si desidera. Tuttavia l’atelier è il luogo che contiene i suoi sogni, che aumentano d’intensità fino a toccare il soffitto.
- Pensare alla realizzazione di un sogno è come toccare il cielo con un dito. – Sussurra Isabella, guardando il fondo bianco della tazza di porcellana, ormai vuota, a cui l’ultima goccia di the rimasta riesce a dare una sfumatura sull’arancio chiaro.

- I sogni sono come il the: comunque vada, lasciano sempre il segno. - 


Angolo delle autrici: 
Salve a tutti, siamo Suzume e Suiyo! 

Suiyo's Palace: 
Oyasuu *fa ciao con la manina* 
Sono tornata a scrivere, yehh! *batte da sola le mani* (?!)
Beh, questa è la mia prima quattromani e, cavolo,
sono imbarazzata ed emozionata XD 
Spero solo sia venuta bene TwT 
Ringrazio tanto Suzume, la mia collega (sa tanto da grande) 
nonché ottima amica. 
Buonviaggio arrivederci!

Suzume's Space: 
Heilà! Sono finalmente tornata sul fantastico fandom di Paradise kiss...
E, perdirindina, adesso siamo in due!
Sono davvero felice di aver scritto questa quattromani con Suiyo-chan
*abbraccia l'amica* e soprattutto voglio ringraziarla per essere sempre 
with me! L'ultimo grazie è per voi che siete arrivati fin qui! 
(E che magari lascerete una recensioncina)

                                                                             Suiyo e Suzume