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Autore: pentolina    02/02/2015    4 recensioni
In questa storia vedremo la nostra detective Beckett nel ruolo di madre single... un ex che ricompare dopo anni e Castle che le starà sempre a accanto (prima come amico e poi...)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Il giorno dopo
TOC… TOC…
“ARRIVO!” Urla Rick.
“Dove vai?” Chiede David vedendolo alzarsi.
“Hanno bussato alla porta. Inizia a mettere in ordine i giochi.” Lo invita lo scrittore dirigendosi verso l’ingresso.
“Ma non abbiamo finito!” Controbatte il piccolo.
Lo scrittore senza guardare dallo spioncino apre la porta di casa ritrovandosi davanti una donna sui quaranta con lunghi capelli neri e degli occhiali spessi come due fondi di bottiglia.
“Salve! Prego si accomodi… lei deve essere la signora Walker, giusto?” Chiede invitandolo ad accomodarsi.
“Esatto, ma può chiamarmi Mary. Sa lei assomiglia molto a quello scrittore di romanzi gialli… Richard Castle.” Considera la donna entrando.
“Castle, chi è?” Urla Kate dalla camera da letto.
“È arrivata la signora Walker… l’assistente sociale.” Risponde lo scrittore.
“Oh mio dio! Lei… lei è Richard Castle!?!” Esclama Mary diventando leggermente rossa in viso.
“Piacere… può chiamarmi Richard.” Si presenta regalandole un sorriso mozzafiato e allungando la mano verso di lei.
“Il piacere è tutto mio signor Castle!” Afferma Mary stringendogliela forte e diventando ancor più rossa.
“Ben arrivata, signora Walker. Kate Beckett… piacere di conoscerla.” Saluta la detective avvicinandosi ai due ancora fermi all’ingresso.
“Piacere mio, detective Beckett! Mi chiami pure Mary.” Risponde l’assistente sociale.
“Vale la stessa cosa per lei allora. Prego, si accomodi!” Dice Kate invitandola a seguirla in soggiorno.
Mary ancora emozionata per aver appena conosciuto il suo autore preferito segue detective e scrittore senza accorgersi del piccolo seduto a terra impegnato a costruire una torre con i lego.
“Ehi David, questa bella signora ci farà compagnia per un po’.” Spiega Rick attirando l’attenzione del bambino.
“Ciao, David! Io sono Mary!” Si presenta l’assistente sociale arrossendo nuovamente per il complimento dello scrittore.
“Perché porti gli occhiali? Non ci vedi?” Domanda sfacciatamente.
“David, non iniziare con le domande imbarazzanti. Lo perdoni non ha tatto ed è molto curioso.” Si affretta a scusarsi la detective.
“Oh… non si preoccupi. David, porto gli occhiali perché non vedo bene da lontano.” Spiega Mary accomodandosi sul divano.
“Capita… anche mio nonno mette gli occhiali per leggere.” Risponde il piccolo facendo ridere i presenti.
“Sono venuta un po’ prima per poter parlare con voi e rassicurarvi. Dopo anni che faccio questo lavoro immagino che siate preoccupati… ma tranquilli sono qui solo per controllare e riportare al giudice il comportamento del suo ex-marito. Nessuno sta giudicando lei come madre, Kate. Il giudice ha acconsentito a questi incontri solo per poter fare una nuova valutazione sul signor Cooper e per vedere se la sentenza fatta due anni fa è corretta o meno. Ok?” Chiarisce Mary vedendo la detective inquieta.
“Ci proverò ma non le assicuro niente. Mi sembra di rivivere lo stesso incubo un’altra volta.” Ammette Kate tamburellando nervosamente il piede destro a terra.
“Mamma, non aver paura c’è Rick che ci protegge.” Afferma David guardando prima la madre e poi lo scrittore che gli fa l’occhiolino.
“Hai ragione, amore… c’è Rick.” Conferma incontrando gli occhi azzurri del partner.
---
“Benvenuto, signor Cooper… si accomodi.” Lo invita la signora Walker.
Nick fa un passo dentro casa ritrovandosi davanti l’ex e David che, aggrappato con la manina ai pantaloni della madre, lo guarda intimorito.
“Ehi… ciao campione. Vieni a salutare papà!” Esclama Nick piegandosi e invitando il figlio ad avvicinarsi.
David indeciso sul da farsi si gira alla ricerca dello scrittore sperando di trovare in lui un suggerimento.
“Che ci fa lui qui?” Domanda Nick infuriato alla vista dell’uomo appoggiato al muro del soggiorno.
“Lui è qui perché l’ho deciso io.” Risponde Kate decisa.
“Il signor Castle parteciperà all’incontro come spettatore silenzioso. Non dirà o farà nulla… è qui solo come amico di famiglia ma se per lei è un problema possiamo rimandare l’incontro a data da definirsi.” Interviene Mary sperando di calmare gli animi.
“Allora? Resti o vai?” Domanda la detective passando una mano fra i capelli del figlio.
“Resto!” Risponde stizzito.
“Accomodiamoci in soggiorno, allora. David, perché non fai vedere a papà i tuoi giochi.” Suggerisce Mary sperando di sbloccare la situazione.
“Ok…” Sussurra il piccolo spostandosi per primo verso il divano seguito dal resto del gruppo.
Kate si siede accanto al partner che non ha mai perso di vista Cooper nemmeno un minuto da quando è arrivato; Nick si sistema a terra sul tappeto vicino ai giochi del figlio mentre Mary resta in disparte a controllare la situazione.
“Wow… quanti bei giochi.” Si complimenta.
“Grazie...” Risponde David timidamente.
“Ehi… che hai?” Domanda vedendo il figlio preoccupato allungando una mano per accarezzarlo.
“Niente…” Sussurra scansandosi per non farsi toccare.
“Non avere paura… sono qui per giocare un po’ con te.” Spiega tirandolo per la manica della maglietta.
“Mamma…” Chiama David liberandosi dalla presa del padre e girandosi a cercarla.
“Sono qui, amore.” Lo rassicura Kate raggiungendolo e sedendosi a terra accanto a lui.
“Perché ha paura di me? Quante cazzate gli hai raccontato?” Chiede Nick arrabbiato mentre David si siede fra le gambe della madre.
“Nick, modera il linguaggio. Non gli ho raccontato nulla… è due anni che non ti vede è normale che sia freddo e distaccato. Ha bisogno di tempo… per conoscerti.” Chiarisce la detective coccolando un po’ il figlio dandogli il contatto di cui ha bisogno per sentirsi al sicuro.
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Grazie all’aiuto e alla vicinanza della madre David si rilassa riuscendo così a comunicare e a giocare con il padre che ce la sta mettendo tutta per piacere al figlio.
Tutto sembra andare bene fino a quando…
“Con Rick e Lexi giochiamo a laser-tag e Rick dice che sono bravissimo… riesco sempre a batterlo. Vero, mamma?” Dice David raccontando l’ennesimo aneddoto che comprende lo scrittore.
“Vero, hai una mira formidabile.” Ammette la detective sorridendogli.
Nick lancia l’ennesima occhiataccia a Castle che, come promesso all’assistente sociale, è stato zitto e il più invisibile possibile fin dall’arrivo di Cooper.
“Questo sai chi è?” Chiede David al padre mostrandogli una figurina.
“Immagino sia un altro supereroe…” Risponde Nick.
“Si, per forza questo è il mazzo dei supereroi… io so i nomi di tutti. Vuoi giocare?” Domanda il piccolo.
“Certo… cosa bisogna fare?” Chiede mettendosi comodo.
“Mamma distribuisce cinque carte a te e cinque a me… devi dire che supereroe è e qual è il suo vero nome. Se sbagli o non lo sai la carta diventa mia. Vince chi ha più carte.” Spiega David consegnando il mazzo alla madre.
Kate mescola e distribuisce le carte come anticipato dal figlio.
“Mi sa che perdi perché Rick mi ha insegnato tutto sui supereroi.” L’avverte il bambino guardando attentamente le figurine.
“Spiderman è Peter Parker; Batman è Bruce Wayne…” Dice Nick aggiudicandosi le prime due carte.
“Sono i più facili… questo, sai chi è?” Domanda David indicandogli la terza figura.
“Capitan America…” Risponde lui.
“Giusto e qual è il suo nome?”
“Non so…” Ammette Nick.
“Steve Rogers… e la carta passa a me. Te ne mancano altre due.” Gli fa notare David.
“Possiamo giocare a qualcos’altro?” Chiede Cooper.
“No, prima dobbiamo finire la partita… Rick dice che bisogna saper perdere.” Spiega il piccolo.
“I supereroi non esistono e sono ridicoli con quei costumi.” Dichiara Nick stufo di sentire parlare da due ore.
“Non è vero!” Esclama David arrabbiato.
“Nick, non so se ti sei reso conto ma i supereroi sono i suoi giochi preferiti perché lo vuoi far arrabbiare?” Domanda Kate cercando di capire dove vuole arrivare l’ex con quell’atteggiamento.
“Perché è convinto che i supereroi esistano veramente e pensa che verranno a salvarlo ma non è così. Deve capire che in una situazione di pericolo devo usare il cervello non aspettare che un uomo in calzamaglia salti fuori dal nulla per portarlo in salvo.” Spiega Cooper.
“Non è vero… i supereroi esistono!” Grida il piccolo.
“È un bambino Nick... non deve difendersi da nulla. Ci sono i genitori per questo o meglio nel suo caso ci sono io. Sono i suoi idoli e non ci trovo nulla di male.” Afferma la detective.
“È solo colpa tua se ci sei solo tu… tu me l’hai portato via! E David, i supereroi non esistono!” Chiarisce Nick.
“Questa situazione si è creata solo a causa tua… non scaricare la colpa su di me. Sono i tuoi errori non i miei.” Afferma Kate mettendo in ordine le carte.
“Si invece! Rick è un supereroe!” Controbatte David sempre più arrabbiato.
“Perché non cambiamo gioco e argomento?!” Prova a proporre Mary sperando di riportare la pace.
“Mi stavo proprio chiedendo quando l’avrebbe nominato di nuovo. Rick non è un supereroe… Rick è un pagliaccio!” Ribatte Nick alzandosi in piedi.
“Nick! Smettila! Stai superando il limite!” Lo avverte la detective alzandosi a sua volta.
“Potrai anche scoparti la mia ex ma non potrai mai avere mio figlio… lui è mio e lo sarà sempre!” Afferma facendo un passo verso lo scrittore.
“Signor Cooper! La smetta!” Interviene l’assistente sociale.
“Ti stai rendendo ridicolo e stai spaventando David.” Gli fa notare Rick aprendo bocca per la prima volta.
“Dai supereroe mostrami i tuoi superpoteri!” Lo sfotte Nick.
“Basta, Nick! Ti voglio fuori di qui!” Gli ordina Kate piazzandosi davanti all’ex.
“Altrimenti che fai? Mi spari?” Domanda con aria di sfida.
“Signor Cooper!” Lo richiama Mary.
“Vattene!” Ordina la detective al limite della sopportazione.
“TI ODIO!” Grida David tirando addosso al padre un gioco.
Nick cerca di afferrare il bambino per un braccio ma viene anticipato dai movimenti rapidi e sicuri di Kate.
“Non osare toccarlo!” L’avverte la detective.
“Signor Cooper… quella è l’uscita. Le conviene andarsene prima che chiami la polizia!” Suggerisce Mary con il telefono in mano.
“Sei una stronza e una puttana da quattro soldi! Ti porterò via David e tutto quello che hai!” Dichiara Nick prima di uscire come una furia dall’appartamento sbattendo la porta.
“Mmaaammmaaa…” Singhiozza David fra le braccia di Rick.
“Mi dispiace…” Inizia a dire Mary.
“Stia zitta!” Urla la detective.
“Kate…” Cerca d’intervenire lo scrittore.
“Avete avuto il vostro maledetto incontro ora fuori di qui! TUTTI!” Ordina Kate prendendo il figlio per poi sparire verso la camera da letto.
 
  
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