Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: MartaAka97    02/02/2015    0 recensioni
[QUESTA STORIA E' MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
E' passato qualche anno da quando Sebastian Morgenstern è stato sconfitto, e l'equilibrio del Mondo Invisibile ristabilito.
Nuovi eroi stanno per prepararsi all'ennesima battaglia per il potere, ma non saranno da soli: vecchi paladini torneranno per aiutarli, instaurando nuove alleanze
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2 << Quindi Gavriel sapeva tutto >> disse Sylvia, mentre finiva i suoi spaghetti.
Avevano ordinato da mangiare al ristorante cinese lì vicino.
Erano tutti seduti nella camera di Matthew, che continuava a mangiare senza sosta.
Si alzò, prendendo il cellulare.
<< Chi stai chiamando? >> chiese Heater, incuriosita.
Heater era della famiglia dei Lovelace. Era la più piccola del gruppo, ma nonostante questo, era una delle più brave. Anche lei aveva un fisico asciutto e muscoloso, ma a differenza di Sylvia era piena di curve formose. I capelli erano corti e tinti di un blu elettro. Gli occhi erano verdi.
<< Il ristorante: ho fame >> rispose il ragazzo, alquanto irritato.
Sapere che Gavriel lo stava tenendo d'occhio da tempo lo aveva mandato su tutte le furie. La cosa che però gli dava più fastidio, era non essersene accorto.
<< Vuoi diventare un obeso depresso, Matt? >> gli domandò Jonathan, facendo scoppiare a ridere Jèrome e Vincent.
Jonathan era il più grande dei sei Cacciatori, nonché il più esperto; proveniva dai Bloodhunter. Era alto e ben piazzato di spalle. I capelli erano castani, come gli occhi. Non aveva segni particolari. Forse era la persona più normale del mondo. Lui si che poteva essere scambiato per un mondano senza troppi problemi.
Jèrome invece faceva parte della famiglia dei Verlac. Il nome francese proveniva dalla nazionalità della madre. Il Cacciatore aveva i capelli scuri, così come gli occhi. La carnagione era leggermente ambrata.
<< No >> rispose Matthew, scocciato, << ho solo bisogno di rimpinzarmi come un maiale >> concluse, mentre aspettava che qualcuno parlasse dall'altra parte del telefono.
<< Ma non erano le ragazze che mangiavano fino a scoppiare per un amore non corrisposto? >> fece Sylvia.
Mentre i suoi compagni ridevano a crepapelle, il ragazzo ordinò altre due porzioni di spaghetti e una di ravioli al vapore.
Si buttò sul letto, senza ascoltare cosa stessero dicendo gli altri.
Aveva solo un pensiero in testa: Corinne.
Per quanto tempo sarebbe rimasta? Quando sarebbe ripartita? Sarebbe riuscito a scambiarci almeno qualche parola?
<< Matt! Ma insomma, stai ascoltando? >>
Lo Shadowhunters si tirò a sedere, guardando il gruppo con aria scocciata.
<< No, non stavo prestando attenzione ai vostri insulti. Cosa mi sono perso? >>
<< Si da il caso, che il tuo parabatai ha avuto un'ottima idea >> disse Sylvia, scambiandosi uno sguardo complice con Vincent.
Li guardò scettico.
<< E sarebbe?>>
<< Pedinare Corinne e apparire quando meno se lo aspetta >>
Sbatta le palpebre, mentre si ripeteva più volte la frase nella testa.
<< Non hai capito, vero? >>
Fece di no con il capo.
Le ragazze sbuffarono, mentre i ragazzi emettevano un verso simile a un grugnito.
<< Ti faccio un esempio, magari i tuoi neuroni riusciranno a mettersi in moto >> fece Heater, con un sorriso irritante. << Domani, usciamo tutti insieme -tanto dobbiamo comunque perlustrare la città- e seguiamo Corinne >> disse, << entrerà in qualche negozio, giusto? Non dobbiamo far altro che aspettare il momento giusto e... puff! Tu apparirai dal nulla, come un principe delle fiabe! >>
<< Perchè so già che andrà a finire male? >> domandò, poco convinto.
<< Perchè non ti fidi mai abbastanza di noi, ecco perché >> lo rimproverò Vincent.
Matthew si scambiò un lungo sguardo con il suo parabatai e poi sbuffò.
<< D'accordo... tanto non ho nulla da perdere >> concesse, << se andrà male, potrò mettermi l'anima in pace >>

Corinne si stava dirigendo verso il centro commerciale.
Aveva appuntamento con Stefania, una delle sue migliori amiche.
Si strinse nel giubbottino primaverile: anche se ormai l'inverno era finito, le prime ore della mattinata erano sempre fresche.
Aveva legato i capelli in uno chignon. Aveva un leggero velo di trucco, intonato alla minigonna e alla canottiera colorata. Ai piedi, un paio di ballerine con un po' di tacco.
Guardò l'ora dallo schermo del cellulare e lo ripose nella borsa, proprio nell'esatto momento in cui Stefania appariva in fondo alla strada, salutandola allegramente.
La abbracciò forte, ripetendole quanto fosse contenta di vederla.
<< Sai, ho sperato che succedesse qualche imprevisto! Non odiarmi, ma è così >> rivelò, mentre si avviavano a uno dei caffè per fare colazione.
Parlarono a lungo, di cose banali, dato che non si vedevano da solo due giorni.
Corinne si guardò intorno, assaporando ogni istante: le sarebbero mancati quei posti.
<< Allora, hai qualcosa di interessante da dirmi? >> domandò Stefania.
Ogni cosa che la ragazza definiva interessante, aveva a che fare con problemi di cuore. O cose simili.
E Corinne adesso ne aveva una.
Tirò fuori il biglietto con la dichiarazione d'amore, e glielo porse.
L'amica lo lesse attentamente, sgranando gli occhi e sorridendo incredula.
<< Ti amo? TI AMO?! Mio Dio, Corinne! >> saltò su, tutta eccitata, << ma chi è questo M?! Cavoli, che invidia! >>
Corinne rise, portando una mano alle labbra.
<< Se sapessi chi fosse, non pensi che te ne avrei parlato e basta? Non so... potrebbe essere chiunque >> rispose, con un pizzico di amarezza.
Stefania le restituì il biglietto e giocherellò con il cucchiaino del caffè.
<< In effetti, M non è un grande indizio >> rifletté, << ci sono un sacco di persone che hanno il nome che inizia per M >>
<< Magari è un soprannome... darai qualsiasi cosa per scoprire la sua identità! >> fece Corinne, arrossendo leggermente.
<< E se fosse uno stupratore seriale? O un vecchio bavoso? Hai mai pensato che potrebbe essere un ciospo assurdo? >>
La ragazza rimase in silenzio, annuendo. Era la prima volta che immaginava il suo ammiratore come a un... rospo. Se l'era sempre immaginato bello e fiero: sperava in un principe azzurro, come ogni ragazza.
<< Comunque sia, adesso andiamo a fare shopping: non siamo venute qui solo per la colazione! >>

Mentre Matthew era impegnato a fulminare con lo sguardo quella stupida mondana, il resto del gruppo era piegato in due dalle risate.
<< Ve ne rendete conto? >> domandò, indicando l'amica di Corinne, << Potrebbe essere un ciospo assurdo! >> ripeté, facendole il verso, << lei non sa chi si è messa contro...  >>
<< Però devi ammettere che non ha tutti i torti >> intervenne Vincent, asciugandosi una lacrima.
<< Non mi aspettavo un tradimento del genere da te >> lo rimbeccò Matthew, serio.
L'altro fece un gesto di non curanza con la mano, << non hai visto la tua faccia >>
<< Dai muoviamoci, o le perderemo >>

Le stavano seguendo da un'ora buona. Tutti e sei si chiesero come facessero due ragazze a passare da otto negozio di abiti diversi in così poco tempo.
<< Mi sto annoiando >> fece Jèrome a un certo punto. Jonathan annuì, seguito poi da Heater.
<< Potremmo andare a un bar? Ci rincontriamo più tardi >> chiesero.
Vincent e Sylvia annuirono. Matthew era troppo impegnato a sbavare dietro a Corinne.
<< Credo che io mi unirò a loro >> sussurrò Sylvia all'altro, << mi sono stufato di vederlo in quello stato per una mondana >> concluse.
Vincent captò la nota di gelosia nella voce dell'amica.
<< D'accordo, a dopo >>

Così, si ritrovarono da soli, entrando nell'ennesimo negozio.
Stefania aveva comprato un sacco di cose, mentre Corinne si era limitata a dare consigli. Matthew non riusciva a smettere di pensare a quanto fosse bella. Notò che portava quello strano ciondolo che le aveva visto indossare la sera precedente.
<< Corinne, io provo questi! Ci metterò un po' >> sentì dire alla mondana.
L'altra annuì e iniziò a sbirciare tra le maglie piegate del banco.
<< Ora, è il momento giusto! >> lo incalzò Vincent, << vai dietro a quel camerino e renditi visibile, svelto! >>
Il ragazzo sentì il cuore balzargli in gola: stava davvero per parlarle.
E se tutto fosse andato bene, forse non sarebbe stata l'unica volta.
Fece come gli aveva detto Vincent.
Si guardò nello specchio lì vicino, cercando di dare un senso a quei capelli ribelli. Andrò bene? Pensò terrorizzato.
Vincent era appoggiato alla parete opposta e gli fece un cenno di incoraggiamento.
Matthew cercò di sembrare il più naturale possibile, mentre si avvicinava alla ragazza, che al momento stava guardando una maglietta verde mela.
<< Verde speranza >>
Corinne si girò verso di lui, arrossendo. Aveva un'espressione sorpresa e imbarazzata allo stesso tempo.
Anche Matthew sentì le guance in fiamme, ma cercò di non farci caso.
<< O almeno, così dicono >> concluse, sorridendo preoccupato.
Corinne rise, distogliendo lo sguardo. << Sì, l'ho sentito dire >>
Gli aveva risposto.
Il mondo sembrò colorarsi di nuova luce agli occhi del Cacciatore.
La voce di Vincent lo fece tornare alla realtà << Di qualcos'altro, idiota! >>
<< Come ti chiami? >> chiese velocemente, seguendo la ragazza che adesso stava osservando un paio di jeans stretti.
<< Corinne... e tu? >> rispose con un filo di voce.
La timidezza la rende ancora più bella... si ritrovò a pensare. Non credeva che avrebbe mai pensato nulla di così sdolcinato in vita sua.
<< M... Andrew >> mentì.
Fortunatamente lei sembrò non accorgersi della correzione e annuì.
<< Bel nome. Sei di queste parti? Non credo di averti mai visto >> gli domandò, questa volta guardandolo.
Lui scosse la testa, senza allontanare lo sguardo da quello della ragazza.
Amava quegli occhi azzurri.
Per la prima volta, lo stavano guardando per davvero.
Per la prima volta, non doveva far finta che stesse parlando con lui.
<< Mi sono trasferito da poco... tu invece? Abiti qui da molto? >>
Era strano porre domande di cui conosceva già la risposta.
<< Sì... da quando avevo cinque anni, anche se tra poco andrò a vivere in Francia >> continuò, stringendosi nelle spalle.
<< Un vero peccato >> disse lui.
Corinne arrossì ancora di più, seguita dal ragazzo.
<< Senti... che ne dici di farmi da guida turistica? >> le propose.
Non riuscì a credere che quelle parole fossero davvero uscite dalla sua bocca.
<< Guida turistica? >> ripeté lei, divertita. << Perchè no? >>
Matthew sorrise, più felice che mai. Tirò fuori il cellulare.
<< Vuoi che ti lasci il mio numero o mi dai il tuo? >> le chiese.
Corinne prese il suo telefono dalla borsa.
<< Preferirei fossi tu a darmi il tuo. Ti chiamerò io >> gli disse.
Matthew annuì, sentendo un pizzico d'ansia invaderlo.
La ragazza scrisse velocemente i numeri sul tastierino e poi sorrise.
<< Bene, adesso devo andare >> avvertì lui, << ci sentiamo presto >> concluse. << Spero >>
Lei annuì, incapace di parlare.

Quando Stefania uscì dal camerino, Corinne dovette impegnarsi a fondo per sembrare del tutto normale.
Il cuore le batteva ancora all'impazzata e non riusciva a credere che un ragazzo così carino le avesse chiesto di uscire. Non l'ha fatto proprio in modo ufficiale, si corresse.
Pensò ai capelli ribelli e a quegli occhi scuri. Era vestito in modo aggressivo e tutti quei tatuaggi sulla pelle gli conferivano l'aria del cattivo ragazzo, che stonava con la sua timidezza.
Fu quello che la stupì: come poteva un ragazzo che sembrava così sicuro di sé, arrossire a quel modo?
Ripensando a come l'aveva guardata, le guance le si tinsero nuovamente di rosso.
<< A cosa stai pensando di così bello? >> domandò Stefania, mentre piegava i vestiti che avrebbe acquistato.
<< Nulla >> mentì lei.
L'amica le rivolse uno sguardo interrogativo, poi si arrese.
<< D'accordo. Dove andiamo adesso? >>
Prima che potesse rispondere, le squillò il telefono. Per un attimo, pensò che fosse quel misterioso ragazzo, ma si ricordò che non gli aveva dato il suo numero.
<< Pronto? >>
<< Corinne, tesoro dove sei?! >> la voce di sua madre era preoccupata.
<< Al centro commerciale... è successo qualcosa? >>
<< Sì... la nostra casa è >>
La ragazza corse verso l'uscita, senza sentire i richiami dell'amica.

Era sull'autobus e stava picchiettando nervosamente le dita sul sedile a cui era appoggiata. Perchè va così lento? Pensò, in preda al panico.
Dopo minuti che a lei sembrarono ore, finalmente scese alla fermata poco distante da casa sua.
Appena mise i piedi a terra, cominciò a correre. Guardando in alto, vide una grossa colonna di fumo che si innalzava verso il cielo.
<< Mamma! >> urlò, non appena la vide.
La donna le andò incontro, abbracciandola forte. << Corinne...  >> la disperazione nel suo tono era palpabile.
La ragazza guardò la abitazione andare a fuoco, mentre i pompieri cercavano di domare le fiamme.
Nella prima fila di curiosi, scorse suo padre, intento a litigare con qualcuno al telefono.
Non l'aveva mai visto così infuriato e stanco.
<< Com'è potuto accadere? Non c'era praticamente niente in casa nostra! >> domandò, senza spostare gli occhi dal terribile spettacolo.
<< Non lo sappiamo... la polizia dice che potrebbe essere un incendio doloso >> fece la donna, in lacrime.
Corinne cercò di consolarla. << Chi potrebbe farci questo? >>
La risposta della madre non arrivò. Scoppiò a piangere senza ritegno. Non aveva tutti i torti: negli ultimi due giorni, le cose non erano andate proprio nel verso giusto.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: MartaAka97