~~Rory era sull’aereo diretto a Philadelphia. Aveva anticipato tutti i voli per poter andare da lui e per essere a Stars Hollow nel tempo stabilito con la madre, Lorelai. Durante il viaggio pensò a come l’avrebbe presa. Se l’avesse perdonata. Ci aveva messo troppo tempo per capirlo, ma ora lo sapeva. Lei lo amava, come non aveva mai amato. Appena uscì dall’aeroporto, prese un taxi e andò all’editoria, dove lavorava. Erano le quattro di pomeriggio e si augurò di trovarlo. Quando arrivò, lo vide che camminava per il locale, consegnando pacchi di fogli e urlando ordini. A Rory scappò un sorriso. Non era cambiato molto, i capelli erano neri e tenuti su con un po’ di gelatina, era di altezza media e magro. Prese un po’ di coraggio e entrò. Un campanello suonò appena chiuse la porta e lui si voltò a guardare chi fosse entrato. Appena la vide, gli occhi, che erano due pozzi neri, luccicarono e sorrise; il solito sorriso strafottente che le riscaldava l’anima. Lei gli si avvicinò e lui anche. – ciao – le disse, la sua voce tremava appena. In fondo, non si vedevano da tantissimo tempo. – ciao – gli rispose lei. – è cambiato, qui. – era vero. Era tutto molto più grande e c’erano più persone al lavoro. – bhe, siamo cresciuti come casa e molti vogliono farci pubblicare i loro romanzi. Che ci fai qui? – a  Rory sembrò di essere tornata indietro di parecchio tempo. Alle nozze di Sucki, al suo ritorno a casa, da lei. – Sono tornata – il ragazzo fece una faccia tra la sorpresa e la felicità – Cosa farai ora? – Già, cosa farà adesso? Un lampo. Su sporse vero di lui e lo baciò. Quanto le erano mancate quelle labbra morbide, quegli occhi indecifrabili, quella voce sicura. Lui ricambiò e la abbracciò forte a se, temendo di perderla di nuovo. – Mi piace il tuo piano – le disse sorridendo e la baciò di nuovo.  Furono interrotti da un tizio – Jess? Ehi, Jess, c’è un problema con una macchina – il ragazzo sbuffò – Sì, arrivo Tom. Scusa, torno subito – le diede un bacio e scappò dietro a Tom, imprecando.
Jess tornò poco dopo. Fece accomodare Rory su una sedia e le offrì il caffè. – Jess, mi dispiace – gli disse quando anche lui si sedette. – lo so. Anche a me, dispiace. Vorrei che funzionasse. Tu, non … io … - Jess non riusciva a trovare le parole, era imbarazzato. – Io ti amo, non voglio perderti, non di nuovo. – Rory era commossa e felice, che l’avesse perdonata così facilmente. – lo voglio anche io, che funzioni. – sorseggiò il suo caffè, che si era ormai freddato. Guardò l’orologio, era tardi, doveva tornare dalla madre. – Ora devo andare, mia madre mi aspetta – si alzò e incontrò la bocca di Jess. – Ora puoi andare – uscì dall’editoria e prese un altro taxi. Jess la vide andare via e la salutò con un sorriso che lei ricambiò. Sperò di rivederla presto perché in tutti quegli anni gli era mancata davvero tanto.