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Autore: _neikos_    02/02/2015    6 recensioni
Un amore non corrisposto o forse solo un amore temuto da troppi.Un destino già scritto che non dà pace e non dà speranze. Una partenza sofferta e odiata, basteranno ad arrendersi?
Una nuova avventura ha inizio e stavolta Bunny prenderà da sola le sue decisioni.
In questa storia fonderò aspetti sia dell'anime che del manga.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio, Seiya, Usagi/Bunny | Coppie: Seiya/Usagi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Il tempo era trascorso, per lei troppo lentamente, ma quelle tre settimane erano finalmente passate, i primi giorni in maniera un po’ irrealistica, si doveva ancora rendere conto che tutto quello che aveva affrontato era successo davvero. Le sue amiche, come ovvio che fosse, le erano state molto vicino, ed una mattina si ritrovò anche Heles nel vialetto con la colazione in mano, si guardarono negli occhi, Heles era un po’ incerta guardando gli occhi ancora severi di Bunny, alzò il sacchetto per mostrare i dolci che aveva portato, non servì altro, Bunny le corse incontro abbracciandola, poi glieli rubò di mano e corse in casa lasciando il portone aperto perché la sua amica potesse raggiungerla in cucina, Heles si chiuse la porta alle spalle. Bastava davvero poco per ottenere il perdono della biondina, bastava volerle bene. Per tenere a bada l’ansia e la trepidazione Bunny si era buttata a capofitto nello studio, riuscendo a superare in modo discreto anche gli esami. Non rimaneva che organizzare la fatidica vacanza, così mentre le ragazze sarebbero state al mare, anche se in pensiero per la propria amica, Bunny avrebbe avuto la possibilità di raggiungere il pianeta delle stelle senza ostacoli e in tranquilla serenità, potendo nascondere la sua assenza ai genitori, ai quali non avrebbe potuto fornire certo altre spiegazioni. Le quattro Inners avevano affittato per 15 giorni una graziosa villetta poco lontano dalla spiaggia, e con i bagagli pronti, incluso quello di Bunny che aveva preparato per non creare sospetti, si dirigevano verso la stazione accompagnate dalla principessa che le avrebbe seguite fino alla loro destinazione, per poi poter partire da un posto che non avrebbe attirato l’attenzione.

Bunny camminava assorta nei suoi pensieri, tenendo lo sguardo  ben piantato sulle sue scarpe. Non era euforica come le sue amiche si sarebbero aspettate, era spaventata! Spaventata da quei due anni di lontananza e di silenzio, di solitudine e inconsapevolezza;  per quanto lei fosse certa dell’amore del ragazzo alla sua partenza, ora si domandava se come per lei, quei due anni avessero lasciato intatto il sentimento del giovane, i dubbi la stavano assalendo.. quella forza che la aveva accompagnata durante tutte le sue decisioni si stava affievolendo, lasciando spazio all’incertezza che lui potesse amarla ancora. Marta che le camminava ad un passo di distanza, si era accorta che la protetta della Luna non era affatto tranquilla, le dava la sensazione che fosse quasi titubante, così di getto le si avvicinò e le prese la mano stringendola, parlandole a bassa voce «Bunny, non mollare adesso, sei quasi arrivata, io riesco a vedere il traguardo lì infondo, mancano pochi passi, e tu? Tu lo vedi?.. prendi un respiro profondo e fai quest’ultimo scatto!!» Bunny la guardò per un attimo stupita. Senza che lei dicesse nulla, senza che Marta neanche la guardasse, aveva già intuito cosa potesse passarle per la testa. Il viso di Marta era dolcissimo e le stava infondendo tutta la fiducia possibile, così finalmente tirò fuori la testardaggine che la contraddistingueva e guardandola con determinazione negli occhi le rispose, senza farsi sentire dal resto del gruppo, ma con il tono di voce un po’ più alto rispetto a quello che aveva usato la sua amica «Si Marta, lo vedo!!». Salirono sul treno e si misero in viaggio.
 

Intanto su Kinmoku Yaten era completamente isterico: «No, non ci credo! Non ci posso credere!! Non ci VOGLIO credere!!! Una festa.. Taiky ma ti rendi conto? Kakyuu ha organizzato una festa di ben tornato per quello sconsiderato, ingrato, stupido, incosciente… e, e, e adesso non mi viene altro ma dì un aggettivo qualsiasi e Seiya è anche quello! Incosciente!! L’ho già detto incosciente?» «Si Yaten, lo hai già detto.. e magari lo avessi fatto solo una volta…» rispondeva Taiky completamente esausto della scenata che Yaten portava avanti ormai da ore. «Beh perché è quello che è!! Uno stupido incosciente!! E io ora dovrei andare lì a festeggiare la sua idiozia?? Mi rifiuto! Ma dico sono ammattiti tutti? E poi, caspita,  te lo ricordi vero cosa gli ho detto quando ci ha messo al corrente della sua dannatissima missione suicida?? :“ Non ti aspettare una festa di ben tornato”. Notiziona: voleva essere SARCASMO il mio, Taiky, sarcasmo  S-A-R-C-A-S-M-O!! NON VOLEVO CERTO DARE L’IDEA PER FARLA DAVVERO!!!!! » Taiky aveva alzato gli occhi al cielo, ma quando aveva sentito che il fratello stava per riattaccare quella cantilena non si controllò più «oh Yaten Basta!!! Mi hai seccato!! Si! Kakyuu vuole dare una festa per l’ottimo risultato della missione, e tu non ci puoi fare proprio niente!! Non è solo per Seiya ma per l’intero equipaggio che sarà encomiato!! Grazie al cielo te lo abbiamo detto solo stasera, se lo avessi saputo mentre la principessa organizzava la serata ti avrei sicuramente ucciso!! E si! Tu dovrai essere presente! Non solo perché sei suo fratello, ma anche perché è un evento ufficiale e noi dobbiamo stare al fianco della principessa. E ora finiscila non ti voglio più sentire! Non voglio sentirti emettere neanche un bisbiglio o un sospiro, niente!!!» Yaten guardava il fratello con lo sguardo completamente allibito, non gli era mai capitato di vedere Taiky reagire così, di solito era il più pacato dei tre, niente riusciva a scalfirlo. Alzò le mani in segno di resa  « ok.. ok.. non c’è mica bisogno che ti scaldi tanto..» Taiky alzò la testa verso il soffitto e si mise le mani in faccia, emettendo un suono simile ad un ringhio misto a grugnito, che decisamente voleva rimarcare la sua esasperazione e si girò per andarsene, ma il fratello lo fermò «Senti Taiky.. ma non è che per caso vorresti dirmi qualcos’altro.. va.. tutto bene? A parte la festa dico, c’è altro?» Taiky aprì le braccia e intrecciò le dita dietro la nuca sbuffando. Poi si sedette su una poltrona e si lasciò andare pesantemente contro lo schienale:« Io e Gioèl abbiamo deciso di sposarci!» «Beh congratulazioni! È una bella cosa! Giusto..?» «Si! Insomma, è un anno che stiamo insieme, ma a me non sembra poi tanto.. più che altro è stata lei a dire che si vorrebbe sistemare, che dopo tutto quello che è capitato sente di voler vivere a pieno, e farsi una famiglia le sembra la cosa migliore.. dice che non vede l’ora che possiamo vivere insieme e costruire qualcosa di nostro…» «E tu cosa dici?» « Ohhh io.. a me lì per lì è sembrata la cosa migliore… avevo davanti a me la donna che mi ama che vuole fare un passo avanti con me, cosa facevo? » «A me veramente non sembra un passo, fratellone sono almeno cinque o sei..» infierì Yaten con una risata. «Si ma non mi aspettavo certo che volesse dirlo davanti a tutti questa sera..  credevo di poter allungare un po’ di più i tempi ecco…» «Cioè, scusami?» «Si vuole che stasera annunciamo il fidanzamento..» «Taiky ma tu la ami?» «Si certo!» «E allora qual è il problema?» «beh io credo di si.. è solo che… oh senti Yaten ma tu non pensi mai a Marta?» «Ma chi? Quella pazza che credeva di essere la dea dell’amore? Fossi scemo!! Ma che cosa centra??» «…A me capita di pensare ad Amy di tanto in tanto.. certo non sono malato come nostro fratello, però.. ci ho pensato tanto e mi sono reso conto che forse, inconsapevolmente, ho cercato tanto di lei nelle altre, trovando qualcosa di somigliante in Gioèl.. solo che Gioèl non è Amy.. Dai ammettilo: sono delle ragazze eccezionali, non se ne trovano tante così in giro.. e questi pensieri mi destabilizzano.. non so che fare» «ahhhhhhhhh ma con tanti fratelli che ci sono, quelli fissati proprio a me dovevano capitare?? Che situazione..  Ta, forse prima di fare le cose in grande, dovresti pensarci su ancora un po’.. non dico di lasciarla, ma neanche annunciare il fidanzamento davanti all’intera popolazione mi sembra una grande idea..» «Già nemmeno a me.. è che ha già organizzato tutto, ha anche parlato con Kakyuu, lo sai che sono amiche, non voglio rovinarle tutto..» «Si ma se la lasci fare e dopo ti tiri indietro, come minimo ti tira il collo! E non avrebbe poi tutti i torti..» «Hai ragione! Devo parlare con lei! Ci vediamo più tardi!» Taiky non finì neanche l’ultima frase seduto che già si era defilato, correndo verso l’uscita, Yaten scosse il capo e salì in camera sua.

 Si avvicinò alla scrivania e tirò fuori dal portapenne un pezzetto di stoffa rosso, incastrato tra qualche oggetto per essere dimenticato. Si ricordava bene il giorno in cui il fiocco di Marta si era impigliato nella cerniera della manica della sua divisa, mentre lei gli alzava il braccio strattonandolo per farsi abbracciare, in quel momento non se ne accorse, ma una volta arrivato a casa notò che quel pezzetto di stoffa gli era rimasto addosso, e senza capire neanche perché lo conservò, proprio non ce l’aveva fatta a buttarlo via, anzi, inspiegabilmente per lui, se lo portò dietro anche quella sera sul tetto. Infilandolo poi nel guanto nero prima di partire, senza farsi vedere da nessuno. Senza voler ammettere davanti a nessuno che quella ragazzina impertinente ed ostinata, che lo assillava e che lo avrebbe tranquillamente costretto a fare qualsiasi cosa anche contro la sua volontà, dopo tutto lo aveva colpito. Forse proprio per quella noncuranza, o forse perché non aveva nessun timore davanti a lui o a nessun altro; o magari semplicemente perché, anche se non era la dea dell’amore, per quanto fosse bella ci andava molto vicino. Diede un’ultima occhiata alla stoffa rossa, facendo un sorriso appena percettibile, quasi volesse nasconderlo anche a se stesso, pensando che dopotutto il fratello avesse ragione, erano davvero ragazze eccezionali. Poi lo rimise dov’era. Incastrato negli stessi oggetti, nello stesso ordine, lì dove doveva stare, lì dove sarebbe rimasto.

Qualche ora dopo faceva il suo attesissimo rientro il Capitano Seiya Kou. La missione si era conclusa brillantemente, e tutto l’equipaggio era ansioso di fare ritorno alle proprie case. Ad assistere all’atterraggio era andata la principessa Kakyuu, troppo preoccupata e ansiosa di rivedere il suo migliore amico sano e salvo. Il portellone della nave si aprì e ne fece comparsa un Seiya visibilmente stanco e affaticato ma insolitamente sorridente. Seiya scese velocemente, continuando però a parlare con una ragazza, anche lei provata dal lungo viaggio, ma comunque molto bella, alta, slanciata con gli occhi verde scuro e dei bellissimi capelli color dell’ebano intrecciati in un modo molto particolare, dalle tempie partivano tre strette treccine, che andavano poi a loro volta ad intrecciarsi con il resto dei capelli, legati alla punta da un nastro in cuoio marrone.  Kakiyuu non resistette più, ed ignorando completamente i rimproveri del generale Sairus, che la pregava di rimanergli accanto fino al completo spegnimento dei motori, corse in contro al capitano abbracciandolo. Era felicissima e non solo le si leggeva in volto, ma lo espresse anche lanciando un urlò di gioia «SEIYA!!!», il ragazzo non fece in tempo a capire cosa stava succedendo che si trovò Kakyuu con le braccia al collo che lo stringeva e non potè fare a meno di contraccambiare la stretta, «Kakyuu ma che ci fai qui?? Come sono contento di vederti» La strinse ancora sorridendo e poi si apprestò a presentarle la ragazza che aveva affianco, la quale ,al contrario di Seiya, appena vide la principessa si inginocchiò e portò il pugno destro al petto. Seiya guardò la ragazza chinata e strizzò gli occhi per la sua svista, Kakyuu era sua amica ma prima di tutto era la principessa e, sebbene lui spesso e volentieri lo dimenticava, alla vista della principessa di Kinmoku, i soldati del suo esercito porgevano il saluto ufficiale. «No, no per favore alzati» «Vi ringrazio principessa». Kakyuu si era rivolta alla ragazza con molta gentilezza e per togliere tutti dall’imbarazzo, e per sciogliere il clima di formalità che stava per diffondersi si rivolse subito al capitano: «Dai Seiya non mi presenti la tua amica.. » «Ma certo! Kakyuu questa è Saphira, in realtà è il mio Primo Ufficiale. Saphira questa è… beh sai bene chi è..» Seiya non riuscì a trattenere la risata, anche se sapeva che il generale gliel’avrebbe fatta pagare. Non sopportava che il ragazzo prendesse tutta quella confidenza, in realtà non sopportava nessuna delle sue insubordinazioni, ma era il protetto della principessa quindi, almeno in via ufficiale, era intoccabile. «è un onore maestà!» «è un piacere mio conoscerti Saphira, siete stati magnifici, tanto che stasera ci sarà una festa in vostro onore! Sarà bellissima vedrete, praticamente è da quando siete partiti che la organizzo!» «No Kakyuu ti prego!! Io ho bisogno del mio letto!!» «Seiya non mi costringere a fartelo ordinare dal generale Sairus, perché sai che lo faccio!» «Ma io..» «No niente ma!! Avrete tutto il tempo per riposarvi e riprendervi! Ma stasera voglio festeggiare il vostro rientro! E poi penso che ci saranno delle belle sorprese» aggiunse facendo l’occhiolino, «che sorprese?» chiese lui curioso. «Credo proprio che sarà Taiky a dirtelo! Forza andiamo!!»  I tre si diressero verso l’uscita e poco dopo si separarono, la principessa fu subito raggiunta dal generale che l’avrebbe scortata a palazzo, prima di andare però si voltò verso Seiya «Ah e vedete di non fare tardi voi tre, alle sette vi voglio a palazzo!» poi si incamminò e Seiya rimase con Saphira per salutarsi. La ragazza non sembrava però di buon umore come quando erano atterrati  «Capitano ma ti sei bevuto il cervello?? “questa sai chi è..” ma ti pare modo di parlare davanti alla principessa??..poi a portata di orecchio di Sairus?? Quello appena può ci lincia, te lo dico io..» «Hai ragione, scusa, ma è mia amica, non ci ho pensato. Senti io scappo a casa, non ci voleva questo strazio di festa, vedrai che ci infileranno pure qualche cerimonia noiosa. E ho proprio bisogno di riposare un po’.» «Si e hai anche bisogno di una doccia vera, sai,.. puzzi Seiya!» «Cosa?? Ma...da-che-pulpito!» entrambi si rimisero a ridere, «dai voglio andare anche io, ci vediamo dopo impiastro!» «Ciao!» poi ognuno prese la sua strada.

Le sette erano arrivate. Seiya dopo un lungo bagno e un po’ di riposo si era messo la sua alta uniforme, come preteso dall’invito che aveva trovato sulla sua scrivania, lasciato lì probabilmente da uno dei suoi fratelli, che non aveva trovato in casa. Taiky era alla ricerca della sua “frettolosa” fidanzata, mentre Yaten era uscito poco dopo il fratello maggiore, per andare a preparare le tre nuove guerriere Sailor Starlights scelte per prendere il loro posto al servizio della principessa, ora che la carriera di Seiya si prospettava definitiva e anche in avanzamento. Le guardiane della principessa infatti dovevano essere sempre tre, e anche se le giovani reclute non erano ancora pronte, nel giro di due anni avrebbero sostituito completamente i tre fratelli, urgeva quindi la presentazione ufficiale davanti alla principessa e alle alte cariche, le quali si sarebbero ritrovate in quella stessa sala, quella sera, per l’encomio all’equipaggio del capitano Kou. Seiya si guardava allo specchio cercando di legare sulla spalla sinistra il mantello che non aveva mai imparato a mettere decentemente, lo odiava, avrebbe quasi preferito presentarsi alla cerimonia nelle vesti di Regina del Coraggio, riteneva quel mantello “un ingombrante e pomposo spreco di tempo” come lo definiva lui, ma in realtà non lo avrebbe mai fatto. Non ancora, non si trasformava da quasi due anni, aveva rinunciato al suo alter ego nel momento in cui aveva rinunciato a vedere la Luna. Almeno nelle vesti di Capitano poteva fingere che quella vita non l’avesse mai vissuta, scosse il capo per allontanare quei pensieri poco opportuni, riconcentrandosi stavolta sulla medaglia che stava appuntando al petto, Kakyuu l’aveva conferita a lui, come ai suoi fratelli, per l’impegno nella ricostruzione del pianeta, e Seiya la fissava pensando che probabilmente quella sera sarebbe stata affiancata da un altro “pezzo di bronzo” , non amava tutte quelle cerimonie, ma la principessa era sempre così entusiasta, e lui semplicemente la accontentava. Stavolta cercò di focalizzare i pensieri sul suo equipaggio,  facendo un sorriso pensando un attimo al suo Primo Ufficiale: una ragazza forte e scontrosa, ma anche molto simpatica. Saphira all’inizio aveva mal accettato il suo grado, non le piaceva l’idea di dover eseguire gli ordini di una “ragazzetta prodigio”  quasi quattro anni più piccola di lei, messa lì a suo parere solo grazie all’amicizia con la principessa.

Il giorno in cui i due s’incontrarono la prima volta, Saphira non era certo di buon umore, era già salita a bordo sedendosi al posto che le spettò anche quella volta, il posto del primo ufficiale. Era furiosa, sarebbe dovuta essere la sua prima missione in comando, invece all’ultimo momento il generale Sairus l’aveva avvertita che il comando sarebbe slittato al capitano Kou. Vide tutto l’equipaggio indaffarato nei propri compiti ma il posto del capitano era ancora vuoto: «Allora si può sapere che fine ha fatto questa ragazzetta prodigio?? Se continuiamo di questo passo la Misary sarà esplosa prima che la “stellina” si degni di salire a bordo» disse scocciata e parecchio irritata. Seiya era rimasto un po’ indispettito da come era stato apostrofato, ma non riuscì comunque a trattenere una risata, probabilmente Saphira era stata messa al corrente che il capitano era una Starlight, ma non si aspettava di trovarsi un ragazzo, o meglio, un giovane uomo a ricoprire quell’incarico. Così ancora ridendo Seiya si sedette al suo posto lasciando la donna completamente esterrefatta «La “stellina” è qui primo ufficiale, quando volete potete dare l’ordine per la partenza». La donna lo guardava con gli occhi sgranati, ma non riuscì a fare altro se non un cenno di assenso, dando poi l’ordine per il decollo, e rimanendo in sacrosanto silenzio fino alla fine della giornata, usava la voce solo per dare gli ordini che doveva impartire, non credeva alla figuraccia che aveva fatto proprio col suo superiore. Quando l’ora di cena era già passata da un pezzo Seiya le portò un panino sorridendo, Saphira non aveva lasciato il suo posto di comando nemmeno per un attimo, era molto diligente e come ogni primo giorno di volo voleva controllare che tutto funzionasse alla perfezione. «Tieni è per te…Senti, Saphira se non sbaglio?..» alla ragazza non andava a molto a genio l’idea di essere chiamata per nome, preferiva il suo grado, ma visto il precedente, storse la bocca annuendo.  «Ricominciamo… Piacere io sono Seiya» disse lui allungando la mano «Piacere mio, io sono Saphira… grazie » disse lei stringendogliela. «Sai Saphira mi ricordi una mia amica, si chiama Heles, e per questo ho davvero paura che non ci divertiremo per niente» continuò scoppiando a ridere. «Sono qui per fare il mio dovere non certo per divertirmi» rispose lei severa «Già appunto» concluse Seiya tornando nel suo alloggio ancora ridendo. Da quel giorno si erano scontrati diverse volte, ma entrambi avevano riconosciuto il valore dell’altro, Seiya da subito, Saphira magari ci aveva messo un paio di giorni in più, ma facevano una bella squadra, e presto sarebbe nata una bella e profonda amicizia.

Seiya si ridestò da quel simpatico ricordo, si diede un’ultima sistemata e poi uscì dalla stanza, scese le scale di fretta, come al solito era già in ritardo e Kakyuu gliel’avrebbe fatto notare. Aprì il portone convinto che quella sera la sua vita avrebbe avuto una svolta, cambiando finalmente direzione, e mettendo da parte tutta la storia delle Sailor. Si era fatto amare dal suo equipaggio, aveva il rispetto e anche l’amicizia del suo primo ufficiale, e sicuramente aveva fatto colpo sul generale con quella missione. Si sicuramente lo aspettavano decine e decine di avventure come quella, dandogli la possibilità di rinascere e brillare ancora. Si chiuse il portone alle spalle e si diresse entusiasta alla festa. Non immaginava neanche quanto fosse fuori strada!  
   
 
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