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Autore: Ceska Maneska    29/11/2008    5 recensioni
Già Harry, perché devi proprio sapere, ora che sono venuto allo scoperto, che io ti odio.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Sirius Black
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve...

Questa storia è stata concepita grazie a un’improvvisa ondata di ispirazione che mi ha colto ieri notte.

Ora questo, a mio parere, è ciò che provava Sirius nei confronti di Harry.

Ovviamente è una mia libera interpretazione, che immagino molti appoggerete o almeno spero. Ovviamente in questo mio scritto sono sarcastica. Quindi non prendete troppo sul serio le mie affermazioni. In fondo la categoria è pur sempre demenziale. Grazie.

Buona Lettura.

 

 

 

Una candida civetta picchiettò alla finestra di una casetta situata nel quartiere di Privet Drive.

Un ragazzo spettinato e con una cicatrice posta al centro della fronte, svegliato da quel continuo beccare sul vetro, andò ad accoglierla ancora in pigiama e con un’aria piuttosto assonnata.

Lasciò entrare il volatile, che oltre a  depositargli un bel ricordino sul braccio, gli consegnò una lettera destinata, così diceva l’iscrizione sul davanti, “ A un cretino”.

Senza pensarci, probabilmente identificandosi con quell’attributo, il ragazzo strappò

la busta e cominciò a leggere la lettera che gli era stata appena recapitata.

 

Il testo era, pressappoco, questo:

 

Caro Harry, o meglio secondo il soprannome, che ti ho affibbiato a tua insaputa per tutti questi anni, sgorbio.

Allora, sgorbietto caro, ti starai chiedendo come io, Sirius Black, nonché sfortunatamente tuo padrino, sia in grado di inviarti questa lettera, dato che sono, come dire, defunto.

Bene, caro pitecantropo, so già che in questo momento starai concependo spiegazioni come rapimenti alieni, sortilegi di Voldemort o magari immagini che tutto sia avvenuto a causa di un improvviso capovolgimento della realtà causato dal tuo peggior timore., cioè la cancellazione di quel programma televisivo babbano che ami e segui quotidianamente.

Se non erro il titolo è “ I Teletabis”, vero?

Be’ ad ogni modo non provare ad affaticare quella zucca cicatrizzata che ti ritrovi sul collo, perché la ragione per cui ti scrivo è ben lontana da ogni tua immaginazione.

Ma bando a questi inutili sproloqui, arriviamo al dunque.

Devi sapere , o indegno erede di James Potter, che io non sono deceduto.

Esatto, e levati quell’espressione da pesce lesso, che immagino tu abbia assunto, da quell’orrendo grugno, che tu osi definire “ faccia”.

Hai capito perfettamente. Sono ancora vivo e vegeto. Devi infatti sapere, Harry, che in realtà io non mi sono mai neanche lontanamente avvicinato al pericolo di morte.

A questo punto immagino che tu ti stia domandando come tutto ciò sia possibile.

Bene, a questo quesito ti risponderò ponendotene un altro : “ Ma hai creduto realmente creduto che io sia morto per una tenda?”

Ora non per criticare, ma sarebbe stato davvero patetico. Io , l’ultimo esponente maschile della nobile e antichissima casata dei Black, sarei mai potuto morire a causa di un pezzo di tessuto ondeggiante.

Ma per favore!

Solo tu saresti davvero stato in grado di inciampare e farti uccidere da un oggetto inanimato.

Con mio incredibile rammarico questo non è ancora accaduto, nonostante io speri in qualche miracolo uno di questi giorni.

Ad ogni modo la mia morte non è mai accaduta. Tutto ciò che hai visto nel ministero poco più di un anno fa è stato solo frutto di una mia geniale macchinazione, con lo scopo di liberarmi di te.

Già Harry, perché devi proprio sapere, ora che sono venuto allo scoperto, che io ti odio.

Ma non è un semplice sano sentimento di disprezzo. No, è un odio profondo e anche piuttosto radicato verso la tua persona.

Infatti sinceramente io non ti sopporto.

Ho vissuto i peggiori due anni della mia esistenza dal momento del tuo incontro. Inizialmente credevo che non sarebbe stato particolarmente difficile prendermi cura del figlio del mio adorato migliore amico James, per cui, preciso, non provo alcuna attrazione sessuale..

Immaginavo che tu fossi perlomeno in parte somigliante a tuo padre, soprattutto per le tue fattezze fisiche assai simili alle sue.

Lo ammetto, e con grande dispiacere. Mi sono illuso.

Infatti man mano, col passare del tempo, mi sono reso conto di quanto somigliassi in realtà a un tremendo, scusa l’espressione volgare, “rompicoglioni”.

Le tue lagne nel cuore della notte, i tuoi continui tentativi di suicidio, che hai spacciato prontamente come aggressioni di Voldemort, le tue crisi isteriche ormonali, per non parlare dei continui interrogativi ovvi e idiota che mi ponevi ogni due o tre secondi, mi hanno quasi portato all’esaurimento nervoso.

Così proprio sei mesi prima del mio presunto decesso, ho compreso, dopo la tua ultima lettera scritta in un inglese pressappoco incomprensibile, che era decisamente ora di escogitare un piano che mi fornisse una via di fuga.

Il mio obbiettivo era quello di evitare per sempre un qualunque contatto con te.

Ma ovviamente questo sarebbe stato impossibile da raggiungere se ti avessi dato la possibilità di rintracciarmi o comunque di credere nella mia esistenza.

Avevo già tentato durante i primi due anni, dopo la tua conoscenza, di allontanarmi dalla Gran Bretagna.

In questo modo speravo che tu con un po’ di tempo mi avresti inevitabilmente dimenticato e io sarei tornato a una vita felice e spensierata.

Ma anche stavolta le mie speranze erano vane. Infatti più passava il tempo e maggiore era il numero delle lettere che ricevevo da parte tua.

Non riuscivo più a sopportare questa situazione.

Ormai i tuoi problemi e i tuoi errori ortografici mi perseguitavano persino nel sonno.

Lo definirei osceno, decisamente osceno. E ancora peggio non riuscivo a trovare un modo per mettere fine alle mie pene.

Ma io, grazie al mio intelletto sovrasviluppato, sono riuscito a progettare un piano sublime.

Infatti un pomeriggio, mentre mi dibattevo con il mio caro compagno di viaggio Fierobecco sulla crisi della borsa magica e sulle possibili conseguenze sullo stile di vita del mago medio, ho avuto un’illuminazione: io, per riuscire a sbarazzarmi di te, dovevo morire. O almeno fingere di farlo.

Così ritornai a Londra e convinsi Silente a riconcedermi un posto all’interno dell’ordine della fenice, tutto giustificato dal grande desiderio di proteggerti dalla malvagità di Voldemort.

Così riuscii ad ottenere un rifugio sicuro dal ministero della magia, che nel frattempo continuava a cercare di rintracciarmi e di risbattermi ad Azkaban.

Del resto Silente è sempre stato un ingenuo e non ha mai minimamente sospettato delle mie vere intenzioni.

Poi i mezzi, che ho usato per persuaderlo, sono un segreto.

Ti basti sapere che il mio fascino unito al risaputo debole per i giovanotti di bell’aspetto da parte del preside mi ha consentito di rientrare a far parte della cerchia del vecchio senza problemi.

Quella cariatide, come sapevo, non mi avrebbe dato alcun problema, prevedibile e gay com’è.

Comunque a quel punto ho elaborato un piano che mi ha permesso di spacciarmi per morto ai tuoi occhi.

Non ho dovuto pensare neanche a qualcosa di troppo complesso, dato che nel tuo caso non avevo bisogno di grandi stratagemmi per ingannarti.

Del resto sei, come qualcuno direbbe volgarmente, stupido.

Così la sera in cui sono venuto a sapere della tua incursione al ministero, sono corso là e nella baraonda della battaglia mi sono nascosto dietro la tenda, lasciandoti credere che fossi stato risucchiato dall’arco ricoperto dal velo.

Ovviamente tutti si sono accorti del mio banale trucchetto tranne te, che come se nulla fosse hai continuato a farti la manicure mentre tutti rischiavano la vita per salvarti il sedere.

Ma siccome tu non ti sei posto troppi interrogativi, come avevo previsto, nessuno ha ritenuto necessario metterti al corrente del mio diabolico piano.

Be’, credo di aver concluso con la mia spiegazione.

Non mi trattengo più di tanto, piattola, perché scriverti e ricontattarti per un’altra volta è già una tortura.

Sappi però, prima che mi congeda, che ti ho svelato tutto ciò solo a causa della mia sete di gloria. Infatti, prima di sparire definitivamente dalla tua vita ( non ti sarà infatti possibile rintracciarmi dato che questa lettera si autodistruggerà alla fine della lettura), volevo rivelarti come con grande perizia e allo stesso tempo semplicità sono riuscito a liberarmi del più tedioso adolescente dell’universo.

E ciò tu.

A mai più rivederci, sgorbio della malora.

 

Baci acidi, Sirius Black.

 

Per un attimo il ragazzo moro fissò la lettera ad occhi sgranati.

Poi dopo poco meno di un secondo la gettò via nel cestino, prima che esplodesse con un sonoro “Boom”.

Riappoggiò la testa sul cuscino sgualcito e a bassa voce sospirò “ Fred e George… Quando smetteranno di fare ‘sti scherzi…”.

Dopo pochi secondi era già caduto tra le braccia di Morfeo e ronfava sonoramente, mentre Edvige si gustava il suo topo, meritata ricompensa per la lettera portata a destinazione.

 

Sirius non venne più in contatto con Harry James Potter e visse i suoi successivi centosei anni in pace e severità in compagnia di una bellissima top model alta 2,10 metri.

 

Grazie per aver letto la mia storia e ringrazio particolarmente tutti coloro che hanno lasciato una recensione nelle mie precedenti storie.

Ci rivedremo alla mia prossima ondata di ispirazione.

 

 

Mangiate Granier.

 

Molti non capiranno quest’ultima frase, ma non mi importa.

Dovevo scriverla.

 

Ciao e se ne avete voglia e pazienza, lasciate una recensione.

  
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