Entri in camera tua
sbattendo la porta, con gli occhi offuscati dalle lacrime e le mani tremanti.
Ti lasci ricadere per
terra non appena ti chiudi la porta alle spalle. Se fosse stato appena meno doloroso avresti aspettato di arrivare al letto per darti alla
completa disperazione.
Ma non ti importa, non ti importa niente.
Il tuo cuore batte
forte, lo senti pulsare, ribellarsi, lottare con tutte le sue forze contro il
peso della realtà che cerca di schiacciarlo.
Una parte di te,
quella bambina, quella che ancora si aspetta di vederlo entrare in camera da un
momento all’altro
per consolarti, non l’ha ancora accettato. L’altra
parte, quella più realistica, quasi adulta, sembra lottare contro se
stessa sebbene sappia che è successo davvero.
Sei incerta, non sai a
chi dare retta. Il tuo cuore è spaccato, la tua mente si rifiuta di
funzionare.
E’ una
sensazione orribile quella che stai provando: sembra che qualcuno stia
scartavetrando i tuoi organi con insistenza, uno per uno, senza avere
pietà di te; di
te che ti dimeni, che ti agiti, che non smetti di lottare…
Apri gli occhi e
nonostante siano offuscati dalle lacrime vedi, vedi la
verità.
Vedi Edward, che ti
sorrise, che ti parla, che ti bacia, che ti accarezza, che ti dice che ti ama,
che ti abbraccia, che parla del vostro futuro, che ti tiene per mano mentre
camminate per strada, che ti guarda mentre pensa che tu sia distratta, che vive.
E lo vedi mentre
prepara le valigie, mentre dice che è molto vicino alla soluzione,
mentre parla con Mustang, mentre gioca distrattamente con l’orologio
d’argento come ogni volta che deve darti una
brutta notizia, mentre ti dice che è tardi e che deve andare, mentre
esce dalla porta, e tu lo guardi per l’ultima volta allontanarsi
definitivamente da te.
E’ morto.
E’ morto.
E’ morto.
E’ morto.
Capisci che non lo
vedrai più comparire insieme ad Al sulla
collinetta su cui si trova casa tua, capisci che non riceverai più
lettere scritte di suo pugno, capisci che non lo vedrai più sorridere,
che non lo ascolterai più parlare, che non potrà più
baciarti, accarezzarti, dirti che ti ama… capisci che non potrà
più guardarti, che non potrà più tenerti per mano, che non
potrà più vivere.
E piangi.
Piangi.
Piangi.
Piangi.
Piangi finché
non finisci le lacrime, finché non ti rimane più fiato in corpo,
finché non ti va via la voce, finché sei troppo stanca per restare sveglia.
La mattina dopo,
quando ti risvegli, aspetti che lui arrivi a svegliarti per dirti che deve
partire un'altra volta, perché Mustang gli ha affidato un nuovo incarico
o perché ha scoperto qualcosa di nuovo. Lo aspetti per tutto il giorno,
ma lui non arriva.
Stare sola ti fa
pensare.
Pensi a che cosa stavi facendo mentre lui stava morendo, pensi a che cosa
sarebbe potuto succedere se tu fossi stata lì con lui,pensi che la vita
è ingiusta e che dovrebbe esserci un pulsante di riavvio per tornare
indietro e ricominciare tutto da capo perché adesso sai dove hai
sbagliato;, pensi che sia sciocco pensare a queste cose, pensi che vorresti morire perché
ancora una volta sei stata inutile.
Il dolore che provi
è tale da soffocarti, da schiacciarti i polmoni e da indolenzirti il
corpo. Quando poi pensi che tutto è finito, che
non sentirai più dolore, ecco che tutto ricomincia: il sole sorge
un'altra volta e tutto ricomincia da capo.
Tutti ti dicono che il
dolore svanirà, che presto starai bene, ma tu non ci credi.
Perché sai che
nulla tornerà mai più come prima.
Ma quando passano i giorni, le settimane e i mesi e ti accorgi di non ricordare più bene i lineamenti del suo viso, il colore dei suoi occhi e l’odore della sua pelle stai ancora peggio. Tutto ricomincia da capo, per l’ennesima, straziante volta.
<< Winry… >>
***************
Stranamente, non mi ricordavo di possedere anche questa one-shot. Cioè, adesso è una one-shot. Prima doveva essere il primo capitolo del sequel di ‘La purezza del Giglio’, ma siccome ho cambiato totalmente il sequel, questo ‘schizzo’ non mi serve più. Quindi lo pubblico come one-shot. Ovviamente aspetto i vostri commenti^^