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Autore: kamomilla    08/02/2005    12 recensioni
Ron, come sempre, combina un guaio, ma questa volta saprà farsi perdonare piuttosto bene!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PER UN „INNOCENTE“ SCHERZO DI RON

PER UN „INNOCENTE“ SCHERZO DI RON

 

 

Hermione camminava spedita per i corridoi di Hogwarts, districandosi con maestria tra i vari studenti in pausa pranzo. Lacrime di rabbia le rigavano le guance, ma lei non se ne curava. L’unico suo pensiero era chiarire quello che sperava fosse solo uno stupido malinteso.

Un attimo prima un Malfoy tutto gongolante l’aveva bloccata nella Sala d’Ingresso e le aveva consegnato una busta da parte della professoressa McGranitt.

Hermione aveva atteso che l’odioso Serpeverde la lasciasse sola e poi aveva aperto la busta, incuriosita. Dopo averne letto il contenuto, però, la sua espressione era mutata, si era oscurata in volto e aveva riletto un’altra volta la lettera con il cuore in gola.

 

“Cara signorina Granger, sono spiacente di comunicarle che il suo imbroglio nell’ultimo compito in classe di Trasfigurazione è stato scoperto. Sono molto delusa dal suo comportamento e devo seguire il regolamento della scuola: verrà espulsa. La prego di recarsi immediatamente nell’ufficio del Preside, la parola d’ordine è Frutta Gelatinosa.

Professoressa McGranitt.”

 

Espulsa. La parola continuava a vorticarle nella mente. Lei non poteva venire espulsa! Aveva preso il punteggio massimo con tanto di lode, in quel compito, ma non aveva di certo imbrogliato! Aveva studiato duro, ce l’aveva messa tutta ed era riuscita ad ottenere il risultato più alto. Evidentemente, la professoressa si era sbagliata.

Aveva anche pensato ad uno scherzo di Malfoy, ma la carta da lettere era quella della McGranitt e le possibilità che quel viscido Serpeverde si fosse introdotto nello studio della professoressa rischiando di essere scoperto solo per fare uno stupido scherzo a lei erano davvero pochissime.

 

Una volta arrivata davanti ai due gargoyl di pietra che vegliavano l’ufficio del Preside fece un ultimo sospiro, si asciugò le lacrime e pronunciò la parola d’ordine, azzannando ogni sillaba.

Le scale incantante si mossero e la depositarono davanti alla porta. Hermione la spalancò, preparandosi psicologicamente a far valere le sue ragioni e rimase allibita non appena vide l’interno della stanza. Sotto al grande striscione che recitava “CONGRATULAZIONI, HERMIONE!” a lettere cubitali di un rosso sgargiante c’erano tutti: il Preside, la professoressa McGranitt, Harry, Ginny, Ron e tutti i suoi altri compagni Grifondoro, che le sorridevano felici.

E così era uno scherzo, pensò Hermione. Uno scherzo davvero, ma davvero, brutto! Anzi, orribile! E organizzato dai suoi amici! No, non poteva sopportarlo! Scoppiò un’altra volta a piangere ed uscì dalla stanza come una furia.

 

-Ma cosa le è preso?- borbottò Ron incredulo. Ginny gli rivolse un’occhiata penetrante.

-Cosa le hai scritto sul biglietto, Ron?- domandò con voce fintamente cortese.

-Io… niente, avevate detto di scrivere qualcosa che l’avesse fatta venire subito e così…

-E così?- lo spronò Harry, curioso di sapere quale altro guaio fosse riuscito a combinare il suo migliore amico pasticcione.

-Beh… Le ho scritto che avevano scoperto che aveva imbrogliato in un compito in classe e che sarebbe stata… espulsa.- confessò Ron a bassa voce. Silente scoppiò a ridere, rincuorando di un poco il ragazzo dai capelli rossi.

-Non le pare di aver esagerato un po’, signor Weasley?- domandò la McGranitt lanciandogli un’occhiata severa.

-Forse, ma… era solo uno scherzo! Dopotutto è arrivata subito, no?- si difese Ron.

-Già e se n’è andata altrettanto velocemente!- sbottò Calì. –Hai combinato un altro guaio!-

-Ora le vado dietro e le spiego tutto.- disse Harry sospirando.

-No!- Lo bloccò l’amico. - Il casino l’ho combinato io e io sistemerò tutto!-

-Allora le conviene muoversi, signor Weasley.- gli suggerì Silente.

 

-Herm! Fermati, Herm!- gridò Ron inseguendo la ragazza per il corridoio.

-No!- fu la risposta strozzata che gli arrivò.

-Dai, era uno scherzo! In realtà ho una cosa fantastica da dirti.-

-Vattene Ron!-

-Sei stata nominata migliore studentessa della scuola.- sbottò il ragazzo con voce seccata.

Hermione si fermò di botto in mezzo al corridoio. Dopo un attimo si girò e sul suo volto bagnato di lacrime comparve un sorriso.

-Dici davvero?-

-Certo. Dovevi arrivare da Silente il prima possibile e mi è stato affidato il compito di attirarti da noi. Volevamo farti una festa. Ma, evidentemente, ho sbagliato. Come al solito.-

La ragazza gli si avvicinò a lui e lo guardò con un’espressione talmente dolce che Ron temette di svenire da un momento all’altro.

-Non è colpa tua, Ron.-

-E invece sì. Non faccio altro che guai. Doveva essere una bella sorpresa e sono riuscito solo a farti piangere.-

-Non fare così. Guardami…

E Ron lo fece. La guardò negli occhi, ancora lucidi. Stava sorridendo. Ed in quel momento seppe di essere terribilmente innamorato di lei. Quella scoperta lo invase a tal punto che dovette appoggiarsi al muro per non cadere.

-Ron…- sussurrò Hermione vagamente preoccupata vedendo l’amico accasciarsi al suolo. –Cosa c’è?-

Il rosso scosse la testa.

-Niente. È che… non sopporto vederti piangere. E non sopporto soprattutto il fatto che sia stato io a provocare il tuo pianto.-

-Oh, non preoccuparti per quello.- lo rassicurò la ragazza sedendosi accanto a lui. –Ero solo spaventata per il richiamo. Sai come sono fatta… Basta dire la parola “espulsa” e vado fuori di testa. È tutto passato, adesso.-

Lui le sorrise ed in quell’istante Hermione lo trovò estremamente affascinante, così, nella semioscurità del corridoio deserto. Si affrettò a distogliere lo sguardo, sorpresa dai suoi stessi pensieri.

-Torniamo dagli altri?- propose titubante.

Ron annuì, poco convinto..

-Ehm… Sì, suppongo sia il caso di farlo. Però… hai il trucco tutto sbavato, Herm. Penseranno che ti abbia fatto piangere ancora di più.-

La ragazza scoppiò a ridere, muovendo il dorso della sua mano sulla guancia per asciugarsi le lacrime. Ron la bloccò, sussurrando: -Faccio io.-

Con una delicatezza che non pensava neanche di possedere le prese il volto tra le mani ed iniziò baciarle quelle che fino ad un attimo prima erano goccioline pure e risplendenti come il cristallo.

Hermione si abbandonò completamente tra le braccia di Ron, abbassando ogni difesa. Era così bello stare lì, con lui! Glielo disse. Lo fece a voce bassissima, ma lui sentì lo stesso. Con un calore mai provato nel cuore la baciò sulla bocca. Passò un attimo e lei schiuse le labbra, permettendogli così di approfondire il bacio.

Si stavano assaporando da un paio di minuti quando una voce tra il sorpreso ed il divertito li raggiunse.

-Ti sei fatto perdonare, eh, Ron?!- esclamò Harry sorridendo alle due figure sedute per terra.

Il ragazzo dai capelli rossi biascicò qualcosa di incomprensibile e spalancò gli occhi quando notò che dietro Harry erano comparsi tutti quelli che erano prima nell’ufficio di Silente. Il preside stesso si fece largo tra i ragazzi. Sorrise ad Hermione, tendendole una targhetta d’oro con inciso il suo nome e tutti i suoi meriti.

-Credo che la serata sia andata meglio di quanto pensasse, non è vero, signorina Granger?-

-Suppongo di sì.- farfugliò lei imbarazzata. Poi guardò Ron, che le stava accanto, e sorrise.

-Anzi, ne sono sicura.- aggiunse a voce bassa, in modo che solo lui riuscisse a sentire.

   
 
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