Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |       
Autore: SSJD    05/02/2015    5 recensioni
Qualcuno mi ucciderà per questo...
Per aver anche solo osato rendere protagonisti i personaggi di Dragonball delle opere di Omero che, probabilmente, si rivolterà nella tomba appena inizierò a pubblicare questo racconto basato interamente sull'Iliade. Unire il sacro col profano (decidete voi quale è l’uno e quale l’altro) forse non è mai una buona idea… ma l’epica e la mitologia mi hanno sempre affascinato per cui, cosa c’è di meglio che far rivivere le vicende di una guerra mai combattuta a dei personaggi mai esistiti? Mi scuso per le improbabili coppie yaoi ed etero che ho creato, per aver stravolto molti dei legami di parentela e per l’OOC di tutti i personaggi del racconto.
Il titolo scelto ha una doppia motivazione: una ovvia dovuta all'ultimo film diretto da Akira Toriyama (la Battaglia degli Dei, con i protagonisti di DBZ), l'altra storica. La guerra di Troia, raccontata nell'Iliade, infatti, fu voluta e manovrata, di fatto, dagli dei. Anche la sua fine, con la caduta di Troia, fu decisa per soddisfare i loro desideri.
Ultimo cap.: Secondo classificato al contest: 'E se le opere classiche fossero degli anime?' Di Elettra.C.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Gohan, Goku, Turles, Vegeta | Coppie: Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



PREMESSA


"Si narra che nei tempi antichi, quando le divinità si nutrivano ancora del fumo dei sacrifici e delle preghiere dei mortali, un fatto prodigioso scosse la Terra: per volontà degli dei, venne indetta una guerra straordinaria, il cui ricordo sarebbe rimasto per sempre impresso nei libri e nelle menti degli uomini.
Come predestinato dal Fato, migliaia di uomini greci combatterono alle spiagge di Troia e il nome di molti di loro, grazie al valore che dimostrarono, riecheggiò nel tempo, proclamandoli come eroi.
Furono gli dei, tra contese e intrighi, a decidere per chi parteggiare tra i mortali e, ovviamente, a muovere le loro gesta, accecati dall'ambizione e dal desiderio di rivalsa sui loro pari.
Poeti e aedi attribuirono la colpa di questa guerra alle divinità dell'Olimpo poiché in realtà furono loro a fare iniziare tutto. Tutto, per una piccola contesa...
Eris, la dea della discordia, non appagata dell'oro e delle ricchezze dei templi profanati e invidiosa delle nozze della ninfa Teti, figlia del re del mare, e di Peleo, re di Tessaglia, decise di scatenare l'invidia di tre dee, coinvolte in un subdolo inganno. Presentandosi inaspettatamente al matrimonio, gettò sul tavolo delle nozze una mela d'oro, colta nel giardino delle Espiridi, intarsiata con l'iscrizione "Alla più bella".
Era, Atena, e Afrodite si contesero la mela, dichiarandosi ciascuna la più degna del frutto e superiore alle rivali in bellezza e fecero appello al padre degli dei, affinché ponesse fine alla contesa.
Zeus (Re Kaio Shin), padre degli dei, rifiutando di esporre il proprio pensiero, conferì infine ad un mortale, un principe di una nobile stirpe dell'Asia, il giudizio: Paride (Goten), figlio del grande re di Troia, Priamo (Bardok) il vecchio.
Il principe troiano, sebbene destinato ad essere abbandonato quando ancora era in fasce, perchè su di lui gravava la sorte di Troia, assegnò il pomo alla dea Afrodite ricevendo in cambio l'amore della più bella della Terra, C18.
Se solo si fossero ascoltate le parole dell'oracolo, mai nessuno avrebbe lasciato vivo il figlio del gran re Bardok: lui sarebbe stata la rovina della sua casa, la serpe in seno alla famiglia, il fuoco che avrebbe arso le mura perché lontano dalla casa di Menelao (Krillin), re di Sparta, avrebbe portato la sposa.
C18 infatti, non resisté alla sua nobile bellezza e, vinta da Afrodite, accettò di farsi condurre a Troia come nuova sposa.
Per vendicare l'offesa fatta al fratello Krillin, l'Atride Agamennone (Napa) dichiarò guerra a Troia e convocò a far parte della sua sconfinata armata tutti i regnanti della terra greca, proclamandosi a guida della spedizione.
Molti eroi giunsero alle sponde di Micene pronti per solcare i mari sotto la guida dell'Atride: Achille (Goku), re dei Mirmidoni, conosciuto per la sua forza e tenuto persino dagli dei, Ulisse (Vegeta), re di Itaca, che a malincuore si dovette allontanare dalla patria, abbandonando la moglie Penelope (Bulma) e il figlio Telemaco (Trunks) in fasce, Patroclo (Turles), miglior amico di Goku, splendido nelle armi, e molti altri.
Come previsto dagli dei, per dieci lunghi anni Achei e Troiani combatterono sulle spiagge della città: infuriarono i colpi delle spade e le urla dei soldati, la sabbia dei lidi si bagnò del loro sangue fino al decimo lungo anno...
Durante l'ultimo anno di guerra, quando il Re Kaio Shin aveva già deciso il destino dei guerrieri, tra il valoroso Goku e il re Napa scoppiò un'aspra contesa: il capo della spedizione richiese di avere in dono la schiava del Pelide, Briseide (Chichi), in sostituzione della sua schiava Criseide (Bra), restituita al padre Crise, il sacerdote del dio re Kaio, per placare le sue incessanti preghiere.
Goku, furioso e svergognato poichè privato del suo dono e del suo onore, si ritirò dalla battaglia rifiutandosi di continuare a combattere. La sua scelta scatenò la rivalsa dei Troiani, che, guidati da Ettore (Gohan), primogenito di Ilio e più valoroso difensore della città, imperversarono nel campo acheo, sconfiggendo ripetutamente gli avversari e respingendoli fino alle navi.
Per scongiurare il pericolo di venire definitivamente sconfitti dai Troiani, Turles decise, all'insaputa dell'amico Goku, di indossare le sue armi e di combattere in sua vece sul campo di battaglia.
La sua morte, avvenuta per mano del figlio di Bardok, Gohan, straziò il cuore di Goku che decise, infine, di porre fine agli indugi e riabbracciò nuovamente le armi: una nuova terrificante armatura venne forgiata dalle mani abili e divine di Efesto, pronta per essere consegnata al Pelide, che attendeva, impetuoso, il momento della sua vendetta per Turles.
Gohan morì sotto le mura di Troia e sotto gli sguardi cupi del padre e della moglie Videl, dopo aver fronteggiato con coraggio il semidio in un terribile duello. Goku non dissetato del suo sangue regale straziò il suo cadavere, trascinandolo impunemente per tre volte intorno alle imponenti mura di Ilio, per infine ritirarsi, tronfio del suo orgoglio di guerriero, nell'accampamento.
Bardok, distrutto dal dolore, pur temendo la presenza achea, si recò in segreto nella tenda dell'eroe e, presentandosi con ricchi doni, chiese il cadavere del figlio, per poterlo onorare con una degna sepoltura.
Alla vista del vecchio re, Goku, commosso dalle sue parole accorate, lo ospitò e rispose alle sue preghiere, cedendogli il corpo del figlio e promettendo dieci giorni di tregua per permettere ai Troiani di onorare il principe.
Senza Gohan, elmo lucente, Troia stava per vivere i suoi ultimi giorni: come profetizzato dal principe in punto di morte, Goku perse la vita sul campo di battaglia, colpito al tallone da un dardo avvelenato del principe Goten.
Gli Achei gli attribuirono gli onori funebri di un grande eroe e, come espresso per sua volontà, Vegeta racchiuse le sue ceneri nella stessa urna che conteneva quelle di Turles, legandoli per l'eternità.
Come finalmente auspicato dagli dei, Atena dagli occhi azzurri suggerì all'eroe di Itaca di conquistare la città con l'inganno: venne eretto un maestoso cavallo di legno, animale sacro ai Troiani, e l'esercito acheo abbandonò la spiaggia, che dopo tanti anni, tornò vuota e accessibile.
I Troiani, credendo che finalmente la guerra fosse giunta al suo termine e che il cavallo fosse un dono voluto dagli dei, lo trainarono dentro le mura, conducendolo davanti al tempio maggiore di Re Kaio e celebrando la vittoria con canti e danze gioiose.
La sera, quando i Troiani si ritirarono nelle loro dimore, finalmente appagati dalle celebrazioni e sulla città calò il velo del sonno, il cavallo mostrò il suo inganno: dal suo interno scesero a terra gli Achei armati di lancia, condotti dall'ingegnoso Vegeta, pronti ad attaccare fuoco alla rocca di Troia.
I Greci aprirono le porte della città al resto dell'esercito, nascosto con tutta la flotta all'isola di Tenedo e diedero inizio al saccheggio della città.
Gli abitanti, colti nel sonno, vennero brutalmente uccisi e così l'intera famiglia reale. La città era stata abbandonata dagli dei, avversi ormai ai suoi abitanti e, finalmente, dopo dieci lunghi anni, era caduta nelle bramose mani achee".






NOTA AUTORE: Questa premessa è stata totalmente modificata grazie all'impegno di una lettrice che mi aveva gentilmente fatto notare quanto la mia fosse un po' troppo "scolastica". Trovo che la sua sia di gran lunga migliore e decisamente più appropriata al mio racconto. Per questo motivo ho deciso di inserire la sua versione che è di fatto il riassunto dell'Iliade, ma con i personaggi che si troveranno poi nel racconto vero e proprio (la cui trama è stata un po' modificata a mio piacimento). 
Non so proprio come fare per sdebitarmi con lei. Posso solo ringraziarla infinitamente per tutto il tempo che ha dedicato a scrivere la premessa di un racconto che spero possa entusiasmare molti altri lettori.
Grazie Zappa! Spero potremo collaborare ancora!
Ssjd
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: SSJD