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Autore: HypnosBT    05/02/2015    0 recensioni
Un Nuovo Personaggio incastonato con cura e realismo nella storia che voi tutti conoscete.
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21 Aprile 1996, Silente è sparito e Dolores Umbridge diventa presidentessa di Hogwarts.
Lo stesso giorno Iulia sceglie di tornare in Inghilterra, dopo cinque anni di convivenza con Charlie Weasley.
La aspettano Tonks, l’Ordine della Fenice, e un passato turbolento che non tarderà, purtroppo, ad emergere.
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Nuovo Personaggio/Sirius Black
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Weasley, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Sirius Black | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Squilla il telefono.
      «Charlie… »
      «Sì Signore, non si preoccupi, sarò al comando della missione… »
      «Charlie, ascoltami per una volta»
      «…troveremo la base, i Dissennatori non saranno un problema. L’infiltrazione…»
      «Charlie ascoltami!» urlo tra le lacrime.
   «Mi scusi Signore, qualcosa disturba la comunicazione. Mi dia un attimo, poi parleremo» Charlie esce dalla stanza, sbattendo la porta, lasciandomi raggomitolata sul tappeto. Tutto perde senso. Perché diavolo mi sono lasciata coinvolgere? Tento di recuperare un minimo di contegno. Non esiste lucidità senza consapevolezza, e questo obbliga i miei occhi a rigonfiarsi di lacrime. Mi alzo in piedi, respiro, asciugo le guance con i palmi delle mani. Non ho il tempo di scrivere una lettera a Tonks. Vago per la casa cercando una valigia. Se solo riuscissi a pensare… Il dolore mi ha svuotato la mente. Appello i vestiti e gli effetti personali più importanti, li sigillo in un vecchio baule di seconda mano. Mi serve una passaporta: torno in cucina e rovisto in un cassetto. Un cucchiaio andrà bene. Stringo Edera tra le braccia e trascino il baule verso la porta d’ingresso.
Sento Charlie risalire le scale. La porta si apre.
      «Dove stai andando?»
      «A casa Charlie. Sto tornando a casa.»
 

 
GENEALOGIA DI UN FANTASMA
 
21 Aprile 1996

 
La passaporta è stata approvata: dovrò
ringraziare Andromeda.
 
Spendo i pochi minuti di attesa per riflettere sulle scelte importanti della mia vita: Bacǎu, per esempio. Quando Charlie mi aveva chiesto di trasferirci in Romania, subito dopo i M.A.G.O., non potevo essere più felice. In Inghilterra mi restavano le macerie di un’infanzia che preferivo dimenticare, mentre Bacǎu, con i suoi capillari e le guglie svettanti, era la promessa di una vita soltanto nostra. I primi tempi erano stati meravigliosi, Charlie era tutto ciò che avrei mai potuto desiderare. Mi cibavo del suo amore e passavo le giornate a costruire una casa che fosse, per la prima volta, mia. Poi era arrivata una proposta di lavoro a cambiare tutto. Charlie mi aveva spinto più volte al licenziamento, ma non avrei mai potuto privarmi di una cosa che mi rendesse tanto fiera. Il vero problema, nonostante quella crisi, era l’Ordine, inseritosi con prepotenza nel nostro flebile equilibrio. Charlie doveva occuparsi delle relazioni estere, per poter garantire una collaborazione internazionale in vista di un eventuale attacco del Signore Oscuro. Io, troppo occupata dalla mia ricerca in laboratorio, venivo esclusa.
 
Il cucchiaio brilla nella mia mano destra. Stringo il baule, chiudo gli occhi e vengo trascinata attraverso tempo e spazio come un pesce impigliato all’amo.
      «È arrivata!»
Atterro con pochissima grazia sull’erba fresca del giardino sul retro. Con sollievo mi rendo conto di essere nel posto giusto. Ted Tonks mi alza da terra per un braccio e mi stringe sorridendo, riempiendomi di oneste pacche sulla schiena.
      «La nostra ragazza, ti aspettavamo da un pezzo»
      «Grazie Signor Tonks, mi dispiace per il poco preavviso»
     «Non dire sciocchezze, lo sai che la nostra porta è sempre aperta per te. Vieni, Andromeda ti sta aspettando dentro. Invierò subito un messaggio a Ninfadora, entro cena sarà sicuramente a casa»
      «Sta lavorando?»
      «Oh no. Accomodati, ne parleremo davanti ad una bella tazza di the. O anche qualcosa di più forte se Andromeda lo concede, ormai non sei più una ragazzina»
      «Il the andrà benissimo, grazie»
Varco la soglia e annuso la stanza, felice di aver ritrovato un briciolo di me stessa nel ricordo di quel profumo. Tutto è uguale a tanti anni prima, quando mi ero rifugiata a casa di Tonks dopo la fuga da Revenants Hall. Il pensiero mi provoca un brivido, che presto si soglie nell’abbraccio di Andromeda.
      «È così bello vedere che stai bene, sono tempi duri» mi dice, tenendomi le mani.
      «Purtroppo ho avuto modo di accorgermene, pur essendo lontana dall’Inghilterra»
      «Ci sono stati problemi? Charlie sta bene?»
     «Sì, Charlie sta… benone, grazie». Probabilmente intuisce qualcosa dal mio sguardo, non mi domanda nient’altro. Penso alla lite di poche ore prima e mi rendo conto di non essere pronta a parlare di lui. 
      «È già tutto pronto, ho preparato anche una torta al limone per festeggiare, non potrò mai dimenticare le tue scorpacciate»
      «Che meraviglia, non sono ancora riuscita a trovarne una più buona»
Entriamo tutti e tre in cucina, appoggio Edera sul tavolo e mi siedo.
      «Devi sapere» inizia il Signor Tonks, «che la situazione è disastrosa. Mi dispiace metterti subito a parte di queste cattive notizie, ma è necessario. Silente è scomparso, e Hogwarts è sotto il controllo del Ministero»
      «Ninfadora e gli altri membri dell’Ordine stanno cercando di contattarlo, ma io credo che Silente sappia quel che fa. Si farà vivo quando lo riterrà opportuno» aggiunge Andromeda.
Sprofondo nella sedia, colpita dalle novità. Mi rendo conto che le battaglie combattute in Romania sono nulla rispetto a questa guerra, una lotta personale e radicata, molto più fragile e sentita. Capisco di appartenere al conflitto, pur avendolo evitato.
      «Spero soltanto di essere arrivata nel momento giusto, voglio dare tutto l’aiuto possibile»
      «Grazie Iulia, detto da te è importante» risponde Andromeda. «Per questa notte ti preparo la stanza degli ospiti, poi credo che tu possa andare a stare al quartier generale, in prima linea. In questa casa l’Ordine della Fenice è fonte di orgoglio, ma io e Ted siamo due vecchi ormai, inutili per incarichi così audaci. Attendiamo che arrivi il nostro momento per combattere, più di così non siamo coinvolti»
      «Vi prego, ditemi cosa posso fare per sdebitarmi di tutto l’aiuto che mi state dando. Non sopporto l’idea di essere un peso sulle vostre spalle»
Ted inizia a brontolare stizzito, offeso dalla mia richiesta, mentre Andromeda mi fissa negli occhi.
      «Tieni Ninfadora al sicuro, ti prego. È l’unica cosa che potrei mai volere da te»
      «Non le accadrà nulla, lo prometto. L’ho sempre protetta e continuerò a farlo, fino a che le mie ossa diventeranno polvere»
      «Non c’è bisogno di un giuramento, ci fidiamo di te» aggiunge Ted con un dolce sorriso.
      «Sarai stanchissima, non dev’essere stato un viaggio facile. Vieni, ti accompagno nella tua camera. Ted, potresti prendere il baule?»
 
Il terzultimo scalino scricchiola sotto il peso degli stivali, riportando alla mente un sacco di dettagli dimenticati.
      «Bene» dice Andromeda una volta arrivati «Ti lasciamo riposare. Per qualunque cosa chiamaci»
      «Grazie ancora Signora Tonks. Penso che dormirò adesso»
      «Certo, passerò a svegliarti per la cena allora»
Esce e si chiude la porta alle spalle. Mi guardo intorno, sorpresa: non è cambiato nulla. La carta da parati gialla ormai inizia a staccarsi dagli angoli, la scrivania di mogano che riempie quasi tutto lo spazio è ancora al suo posto. L’unica differenza sta nelle lenzuola bianche e candide, non più rosa come un tempo.
 
La prima volta che avevo visto quella stanza ero una ragazzina. Era l’estate del quinto anno. Dopo il ricovero all’ospedale non avevo intenzione di tornare a Revenants Hall. Mia madre mi aveva costretta, però non avevo intenzione di sopportare a lungo né lei, né mio padre. Infatti nel giro di una settimana ero scappata. Nonostante il mio nome e ciò che era successo pochi mesi prima, i coniugi Tonks mi avevano accolto nella loro casetta, tutto per merito di Ninfadora. Inizialmente la camera da letto mi era sembrata stramba e minuscola, abituata com’ero alla fastosa enormità della villa. Dimensioni a parte, era bastata un’occhiata veloce a farmi innamorare di lei.
 
Tolgo le scarpe, mi stendo sul letto vestita di tutto punto, senza nemmeno scostare le coperte. Ho a malapena il tempo di accorgermi di una molla piantata nelle costole; mi addormento istantaneamente.  
 
      «Fuori!» il ruggito scava le pareti. L’eco furioso la insegue per i corridoi. Iulia si scaraventa lungo le scale, le ballerine di vernice ticchettano sugli scalini bui. Un altro urlo di rabbia, una parola identica, la voce corre cercando lei. La bambina vola sul tappeto persiano dell’atrio e si aggrappa allo stipite della porta d’ingresso, per non cadere. Ora è immobile, gli occhi lucidi di lacrime e insicurezza. «Fuori!!!» l’ultimo grido la raggiunge, motivandola definitivamente alla fuga. Si aggrappa alla maniglia di ferro lucido trascinandola con ogni muscolo verso di sé, senza alcun risultato. La voce infantile allora implora a squarciagola: un elfo domestico appare con un pof, le orecchie basse per lo spavento e la confusione, ed esaudisce il suo desiderio. La porta è ora aperta, Iulia si fionda sulla strada coperta di ghiaia e oltrepassa l’edera che soffoca il cancello. Le gambe sicure, la mente interrotta, le calze strappate dal bosco via via più fitto. Non si guarda indietro, rallenta soltanto quando si accorge della prima stella dirimpetto al tramonto. La sera cala, e Iulia sembra in cerca del Bianconiglio; il vestito principesco aleggia tetro come un Mi minore, il pianto congelato sulle guance. Novembre non sente ragioni e la abbraccia con la sua pallida umidità, scatenando tossi e tremori nel piccolo corpo vitreo. I rami si spezzano sotto passi insensibili mentre l’anima striscia verso una notte infinita: Iulia ha perso la strada di casa.
 
      «Iulia!»
Mi sveglio boccheggiando, tremante. L’unica luce proviene da un abat-jour polveroso. Ninfadora mi sta scrollando le spalle, facendo rimbalzare la molla del materasso ancora più in profondità.
    «Tonks!», esclamo. Ho gli occhi spalancati per la paura e lo stupore. Mi salta addosso, abbracciandomi di slancio, travolgendo il paralume accanto a lei. Fortunatamente non si rompe.
      «Oh Iulia, quanto tempo è passato! Mi sei mancata da morire»
      «Anche io non vedevo l’ora di vederti piccola Tonks»
      «Il solito incubo?»
      «Per fortuna mi hai svegliata, era da tanto che non succedeva»
      «Non pensarci, sei qui con me adesso»
Incrocio le gambe e appoggio la schiena contro il muro, lasciandole lo spazio per sedersi. La luce tremola per poi abbandonarci definitivamente. Tonks evoca tre piccole sfere brillanti che ribalzano ritmicamente sulle pareti.
      «Sei migliorata» le dico, memore dei disastri combinati ad  Hogwarts.
    «Tutta fortuna, non credere che sia sempre così naturale» la sua risata cristallina è un’eco della mia. Un respiro ed ecco, in tutta serietà, la domanda che aspettavo: «Perché sei tornata?»
      «Non sapevo più dove fosse il mio posto. Ancora non so se ho fatto la scelta giusta»
      «Charlie?»
      «Abbiamo discusso. Anzi, è da settimane che discutiamo, prima perché i miei esperimenti in laboratorio lo infastidiscono, poi perché non lascio che diventi un soldato. In Romania il modus operandi è incredibilmente diverso. Ho avuto talmente tanta paura di perderlo per colpa dell’Ordine… E ora l’ho perso, per colpa mia. Quando me ne sono andata non ha detto o fatto niente per fermarmi» mi blocco, la gola riarsa, le lacrime bloccate tra le ciglia. Non ce la faccio.
      «È la prima volta in dodici anni che ti vedo piangere per Charles Weasley. Non credo sia davvero lui il problema»
      «Dovevi esserci, come mi ha guardato… »
      «Sono passati quasi cinque anni ormai da quando è finita la scuola e vi siete trasferiti. Ogni volta che ci siamo viste ti ho trovato sempre peggio e la mia preoccupazione non ha fatto che aumentare. Ti conosco, e sapevo che dirtelo non sarebbe servito a niente. Non so chi sia il più cocciuto tra voi due! Però so una cosa: ho aspettato tanto tempo che tu ti rendessi conto di cosa stava succedendo, e adesso che finalmente l’hai fatto non ti lascerò reagire così. Charlie ha scelto la sua vita, e ora che tu ti faccia la tua»
      «La mia vita è con Charlie. È sempre stato così, non sono più in grado di affrontare il mondo da sola»
      «Ci sono io. Troveremo una via d’uscita, vedrai»
Sorrido debolmente, come se le parole di Tonks mi fossero scivolate addosso. Non riesco a credere ad una via d’uscita, non ancora.
      «Edera?» mi chiede. Hanno un feeling straordinario.
     «Tuo padre ha insistito per metterla in giardino a rinfrescarsi un po’, il viaggio l’ha scombussolata parecchio. Non ha ancora allungato una foglia dal vaso»
 
Edera era un regalo della nostra direttrice, Pomona Sprite. Data la mia eccellenza in Erbologia, al quarto anno mi aveva affidato la cura di un caso straordinario: una Hedera Helix Marginata-rubra. Si tratta di una pianta somigliante ad un’edera normale, ma reattiva alla sensibilità umana. Una creatura molto empatica e gentile, che se stimolata negativamente rischia di soffocare il malcapitato proprietario nel sonno. Per qualche incredibile magia, Edera mi aveva adorata dal primo istante. Non che fossi dolce e premurosa nei suoi confronti, anzi. La vedevo come un peso. Poi, com’era successo anni prima con Tonks, mi ero affezionata. Con il tempo, dopo innumerevoli dispetti, avevo capito di volerle bene quanto lei ne voleva a me.
 
      «Passerò a salutarla prima di partire»
      «Partire? Di nuovo?» sono sorpresa.
      «Questa sera ci sarà la riunione per scegliere se farti entrare ufficialmente nell’Ordine della Fenice. Niente paura, è cosa fatta ormai. Non appena racconterò i tuoi precedenti, vedrai che nessuno avrà più nulla da ridire in merito. E poi potrai trasferirti al quartier generale, così finalmente potremo stare insieme»
      «Maledetto il mio nome. Sicura che andrà tutto bene?»
     «Fidati di me. Arthur e Molly voteranno sicuramente a favore. Se ci fosse Silente sarebbe meno complicato, purtroppo» un sorriso cancella il turbamento dal volto di Tonks. «Scendiamo?»
 
La serata passa in fretta, tra racconti e vino elfico. Forse Tonks aveva ragione; da tempo che non stavo così bene. Ad un certo punto Ninfadora ci saluta e si smaterializza, fluttuando a scegliere il mio destino. Come sempre, ripongo in lei tutte le speranze. I coniugi mi regalano una dolce buonanotte e resto sola, ad aspettare, troppo turbata dai vecchi incubi per tentare di dormire nuovamente. L’ansia si spezza circa alle tre di notte, quando con uno schiocco la mia amica appare in salotto, proprio davanti ai miei occhi.
 
      «Allora?» balzo in piedi, spaventata. Mi fa cenno di seguirla all’esterno. Prende una sigaretta e me ne offre una. Accetto volentieri.
      «Non fumo da tanto tempo» le confido.
      «Anche io, più o meno tre ore» mi prende in giro. Tonks è sempre stata innamorata delle proprie sigarette.
I suoi capelli fucsia tremano alla luce del fiammifero.
Guarda i campi davanti a sé, il viso giovanissimo solcato da pesanti occhiaie. Attendo con impazienza.
      «È stata dura» rivela, neutra. «Mi devi almeno una scatola di cioccorane»
      «Ce l’hai fatta?» lo sguardo brilla per lo stupore. Un ghigno si dipinge sulle sue labbra.
      «Certo che ce l’ho fatta! Per chi mi hai preso?»
      «Che tu sia dannata Ninfadora Tonks, di questo passo ti comprerò l’intera Mielandia!»
Ridiamo insieme, beffandoci della notte. Riesco solo a fantasticare sull’alba e il nuovo inizio che mi attende.
 
Due parole: Grimmauld Place.








NdA

Primo capitolo di una storia nata come trilogia; ho scelto di pubblicare soltanto l'ultima parte, arricchendola di flashback (come l'incubo in questo caso) per focalizzare gli eventi più importanti del passato di Iulia. Nel prossimo capitolo si inzia a fare sul serio, con la scoperta di un cognome ingombrante che spero vi sorprenderà. Stay tuned!


 
  
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