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Autore: Betta3x9    30/11/2008    16 recensioni
"Ecco, ci-ci sarebbe una... una persona che mi piace"
"Eh, buon per te, Acciaio". Roy ebbe uno strano, stranissimo presentimento.
"E, uhm, credo che-credo che glielo dirò"
"Ah, sì?". Roy si allargò un poco il colletto della camicia con dita incerte.
"Eh, sa io... Io... Sì, ecco, dunque...Ehm. Ma ha capito?"
"No"
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché lo chiedi a me?


“Colonnello avrebbe un attimo?”

La testa bionda di Edward Elric si affacciò dalla porta dell'ufficio, interrompendo il quarto riposino pomeridiano del colonnello Roy Mustang.

“Acciaio! Pensavo fossi in missione con tuo fratello!”
“Le sembro in missione? Sono tornato ieri sera!”
“Ed il rapporto?”
“Bhè, immagino che sia sotto la pila di documenti da firmare che stava usando come cuscino...”

Roy Mustang ebbe almeno la decenza di non approfondire l'argomento.

“Ehm, Acciaio, volevi qualcosa?”

Edward scivolò all'interno dell'ufficio, sbattendo la porta, più per abitudine che per un reale nervosismo.
Roy, abituato al gesto, non batté ciglio, ma si limitò ad osservarlo sbracarsi sulla poltrona, nonostante non avesse ricevuto il permesso di sedersi.

Pazienza: il rispetto dell'autorità non era mai stato il forte di Acciaio.

“Comodo?”
“Abbastanza”. Ghignò Edward.
“Bene. Potrei sapere perché sei qui?”

Edward sussultò impercettibilmente.

“Insomma volevi dettagli sulla missione della prossima settimana o sei solo venuto a scocciare?”
“Uhm, sì, buona la seconda”
“Lo avevo immaginato”
“Bhè, non mi dica che ho interrotto il suo lavoro! Dopotutto immagino che Hawkeye potrebbe trovare estremamente interessanti certe informazioni sulla modalità di svolgimento del suo lavoro, non so se mi spiego...

Roy impallidì.

“Uhm. Immagino di poter fare, ehm, un'eccezione per te e concederti, diciamo, una decina dei miei preziosi minuti”
“Molto gentile”. Ghignò Edward.

Eppure sotto quel ghigno si potevano indovinare un'insicurezza ed un dubbio decisamente insoliti.

“...Com'è andata la missione.”
“Bene. Notizie sulla pietra filosofale?”
“Niente”
“Ah.”
“Ehm. Novità?”
“No.”
“Uhm.”
“...”
“Così non va.”
“Cosa non va, Colonnello?”
“Se almeno devi scocciare, trova un argomento!”
“Argh, perché proprio io, bastardo d'un colonnello?!”
“E me lo chiedi pure?!”
“Ehm. Dovevo farle una, uhm, domanda, sì”
“Sei strano, oggi, Acciaio. Ma fai pure, tanto non ho nulla di meglio da fare, a quanto pare”

Roy si accomodò meglio sulla sedia , appoggiando i gomiti sul legno lucido della scrivania e appoggiando il mento sulle dita intrecciate.
Era curioso.

“Non sono proprio strano, ecco, solo che-che è la domanda che è un po' strana e... E non mi guardi così, Colonnello di Merda!”
“Così come, Acciaio?”
“Come se... come se... Cazzo. Vabbè, niente”
“Ah, come vuoi, Acciaio, come vuoi...”
“Colonnello, come, ecco, come si fa a capire se una persona, ehm, ti piace?”

Roy, per la sorpresa, si drizzò sulla sedia, tirandosi un poco indietro, al punto che i gomiti appoggiati sulla scrivania scivolarono.
Se non sbatté la testa sul legno della scrivania fu solo grazie ad un riflesso incondizionato, venutogli in aiuto per sopperire alla mancanza di un qualsiasi pensiero vagamente sensato.

Era un po' sorpreso, sì.

“Acciaio! Ma ti sembrano domande da fare?!”
“Cos- E perché?! E che avrò mai detto di male!”
“Cioè, tu mi chiedi in pratica cos'è l'amore, e poi ti chiedi cosa ci sia di male? Ma ti pare?!”
“Se non ha il coraggio di rispondere, basta che me lo dice, eh? Che così prendo baracca e burattini e...”
“Lascia perdere, Acciaio, davvero”
“Se, vabbè, vabbè...”
“Mh. Non so che risponderti, davvero. Diciamo che l'amore è... Uhm, una serie di impulsi elettromagnetici generati dal sistema nervoso, e un sintomo è la produzione eccessiva dell'adrenalina e della noradrenalina da parte delle ghiandole surrenali, e poi l'endorfina...”
“Lasci perdere, questo l'avevo già letto in biblioteca”

Roy scrollò le spalle.

“Bhè, allora, Acciaio, non so che dirti. Anziché stare qui a filosofeggiare su stà roba, perché non mi dici di più sulla tizia in questione?”. La voce suonò, forse, un po' troppo scocciata.
“Che tizia?”. Edward sembrava sinceramente perplesso.
“Bhè, di solito 'stà cosa funzione in due, ecco”
“Oh. Non l'avevo pensata da questo punto di vista. Potrebbe non aver torto”
“Acciaio! Non dovrò mica spiegarti la storiella dell'ape e del fiore, vero? Ti prego, dimmi di no!”
“Ma per chi mi ha preso, Colonnello di Merda?! Ho letto anch'io dei libri che...”
“Libri? Che libri?”. Roy sorrise sornione.
“Di biologia! Biologia!! Cos'ha pensato, razza di maniaco?!”
“Oh, nulla che non fosse lecito pensare”

Edward borbottò qualcosa che suonò come “pervertito”.

“Oggi non ti capisco proprio, Acciaio. Oltre ad avermi dato quasi ragione, quasi, vieni qui a farmi domande sull'amore, e roba così. Hai litigato con tuo fratello?”
“...Ora deve spiegarmi la connessione logica, eh!”
“Oh, vabbè, non mi veniva in mente altro”

Edward sbuffò.

“Mh. Ma se a lei, metta caso, diciamo che, per ipotesi, le piacesse qualcuno, ma le piacesse nel senso di esserne innamorato, ecco, glielo direbbe? E' un esempio, eh”
“Oggi è giornata, eh? Comunque non so. Diciamo che di solito sono le donne a cadermi ai piedi: io mi limito a dire di sì”
“Tsk, pallone gonfiato”
“Ehi! Tu hai domandato ed io ho risposto! E poi perché lo chiedi a me?”

Era una domanda semplice, quella di Roy, solo cinque parole. Perché lo chiedi a me?
Il peso della risposta curvò appena le spalle di Edward.

Roy avrebbe voluto dire che forse non era lui la persona più indicata per rispondere a simili domande, che era un suo superiore, e tante altre sciocchezze a cui pensò; ma poi osservò Acciaio.
Lo osservò.

Era piccolo, così piccolo, su quella poltrona troppo grande e troppo seria.
Le spalle tese e gli occhi incerti -ma sempre alti, sempre- , perso nel blu troppo intenso della stoffa.
Roy sentì una stretta al cuore.

“Sì”
“Sì cosa?” Chiese Edward, sorpreso.
“Sì, glielo direi”
“Oh”

Edward non seppe cosa rispondere. Si limitò ad agitarsi appena sulla poltrona, in imbarazzo.

“Ecco, ci-ci sarebbe una... una persona che mi piace”
“Eh, buon per te, Acciaio”. Roy ebbe uno strano, stranissimo presentimento.
“E, uhm, credo che-credo che glielo dirò”
“Ah, sì?”. Roy si allargò un poco il colletto della camicia con dita incerte.
“Eh, sa io... Io... Sì, ecco, dunque...Ehm. Ma ha capito?”
“No”
“Cos- No?!”
“Cazzo, Acciaio, non sono nemmeno riuscito a trovare il soggetto nella tua... Chiamiamola frase, và... Figurarsi se riuscivo a trovarne il senso!”

Edward decise di non arrendersi e soffocò la stizza.

“Uhm. Il fatto è che quando penso a lei sento qualcosa qui” disse il più giovane, appoggiandosi la mano al centro del petto “sento qualcosa qui che... stringe. Qui si trova il cuore, vero?”
“Ehm, veramente è un po' più a sinistra...”.
“... Argh.”
“E poi, chi è questa lei...?”

Edward roteò gli occhi. Quel bastardo d'un colonnello non poteva essere così ottuso!

“E' lei, lei!”
“Mh... Così non mi sei d'aiuto! Per caso è quella tua amichetta, Winny, vero?”
“No, pezzo di cretino, sei tu!”

Roy si immobilizzò, fissando con espressione ebete l'altro che era scattato in piedi, stringendo i pugni e urlandogli contro quelle parole.
Sarebbe scoppiato a ridere, se al suo posto ci fosse stato qualcun altro.

“Oh”. Fu tutto quello che riuscì a dire.

Edward, intanto, ripresosi dal momento di follia, rimaneva in piedi, senza sapere bene cosa fare, lottando furiosamente con l'impulso di attraversare velocemente l'ufficio e sbattersi la porta alle spalle.
Sarebbero bastati quattro, forse cinque passi.

Indeciso, fissò lo sguardo sulla figura di Roy Mustang, che, a quanto pareva, stava iniziando a riprendersi dalla sorpresa.

Cinque passi.
Edward si voltò.
Uno.

“Acciaio, aspetta!”

Due.

“Acciaio!”

Tre.

“Edward!”.

Il biondo si fermò.

Bhè, a dire la verità lo bloccò non tanto il fatto che il Colonnello l'avesse chiamato per nome, ma più che altro perché il suddetto Colonnello l'aveva afferrato per un braccio ed immobilizzato contro il muro.

“Sai, Edward” disse, assaporando il nome dell'altro “è maleducazione andarsene nel bel mezzo di una discussione”
“Mi lasci, bastardo d'un colonnello!”
“Col cavolo, razza di fagiolo maleducato!”
“Piromane!”
“Tappo!”
“Maniaco!”
“Tsk! Ha parlato quello che si legge i libri porno!”
“Di biologia, erano di biologia! Cos'è?! Non ci sente più per l'età?”
“Tzè! Per tua informazione ci sento benissimo! Sei tu che non sai parlare!”
“Cosa?! Io non saprei parlare?”
“Ma dai! Era una dichiarazione, quella?”
“Avrei proprio voluto vedere lei, cosa avrebbe fatto al posto mio, stronzo!”
“Questo!”

Così dicendo, Roy afferrò l'altro per la maglietta, e lo baciò.

Edward, intrecciando le dita dietro la nuca dell'altro, non poté fare a meno di chiedersi come diavolo avesse fatto ad innamorarsi di un tipo del genere -maledetti impulsi elettromagnetici.

Oh, bhè, andava bene anche così. Benissimo.


.Fine.



Non è nulla di speciale -e nemmeno di originale- ma mi andava di scriverla.
[Mi sono accorta che è la prima "dichiarazione" che scrivo. Oh. °-°]

Mi fate sapere cosa ne pensate? <3


   
 
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