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Autore: DanzaNelFuoco    06/02/2015    6 recensioni
Johnlock, pre-slash
"Che cazzo stai facendo!"
La voce di John è... rabbia, delusione, furia omicida.
Sherlock deduce immediatamente che John ha frainteso, ma può capire benissimo l'errore.
È seduto sulla poltrona di John, un laccio emostatico legato al braccio sinistro e una siringa in vena, ma non è decisamente come pensa John.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Human being
 
"Che cazzo stai facendo!"
La voce di John è... rabbia, delusione, furia omicida.
Sherlock deduce immediatamente che John ha frainteso, ma può capire benissimo l'errore.
È seduto sulla poltrona di John, un laccio emostatico legato al braccio sinistro e una siringa in vena, ma non è decisamente come pensa John. E si sente anche un po' irritato perché il suo coinquilino ha rovinato quello che stava facendo. Aveva calcolato di avere ancora ventidue minuti per nascondere tutto prima che la porta del 221B si aprisse.
"Che. Cazzo. Stai. Facendo." gli ringhia contro di nuovo avvicinandoglisi a grandi passi e togliendogli la siringa dalle mani, estraendola dalla vena con gesti clinici. Non ha perso la professionalità nonostante il turbamento emotivo, si compiace di constatare Sherlock mentre il suo cuore accelera lievemente.
"Un prelievo." si limita a rispondere Sherlock alla sua domanda.
John guarda la siringa tra le sue mani e constata che effettivamente è piena a metà di sangue. Si sente abbastanza stupido.
"Non potevi andare in ospedale come tutte le persone normali?"
Non essere stupido, John. Da quando sono una persona normale?
"Sto facendo un esperimento su di me e tu hai rovinato i miei valori." gli dice, calcando l'acidità nella sua voce. Forse un po' troppo a giudicare dall'espressione contrita dell'altro. "Avevo comunque raccolto abbastanza campioni." cerca di rimediare.
"Preparo il tè." Abbandona la siringa sul tavolino e va in cucina a preparare il rimedio inglese a qualunque problema.
Sherlock squadra la siringa compromessa sul tavolino. Potrebbe ancora essere utile?
Analizzarla non potrà certo fargli male, anche se dovrà prendere i dati con il beneficio del dubbio.
Unisce le mani sotto il mento, riflettendo. Potrebbe comunque funzionare. Sarebbe un intermedio utile da valutare, anche se non può raccogliere altri campioni perché non può certo costringere John a sorprenderlo di nuovo (oltre al fatto che non sarebbe più inaspettato quindi tutti i dati sarebbero falsati).
John gli porge la tazza e Sherlock la accetta senza battere ciglio, mentre una sensazione calda parte delle sue viscere e si diffonde verso il viso quando sfiora le sue dita.
Potrebbe essere il momento giusto.
"John..."
John seduto sul divano sta fissando la siringa come se si aspettasse da un momento all'altro che si trasformi in un mostro di cocaina pronto a trascinare via Sherlock. Alza lo sguardo quando si sente chiamare.
"John, mi faresti un secondo prelievo?" Indica una seconda siringa ancora incartata.
John annuisce e non si sforza nemmeno di capire.
Passa un disco di cotone imbevuto di alcol sulla pelle tesa e pallida del coinquilino e, afferrandogli il gomito con la sinistra, gli estrae il sangue, tamponando l'invisibile foro con il cotone di prima.
Sherlock sente il calore delle dita di John sulla sua pelle e la loro mancanza quando si allontana.
Questo è il momento di dare il via alla seconda parte dell'esperimento.
"Potrei chiederti di farmene altri nei prossimi giorni."
"Non puoi farteli da solo?" chiede John.
"No, ho bisogno che sia tu a farlo."
John annuisce, fissando la tazza di tè che ha ripreso in mano. "Sei malato, Sherlock?"
"No."
"Perché se sei malato dovresti rivolgerti ad uno specialista. Non puoi fare tutto da solo."
"Ho già il mio medico personale, non ho bisogno di uno specialista. E non sono malato, John."
John sorride. Assistente personale, blogger personale, medico personale di Sherlock Holmes. Con Sherlock è tutto molto personale.
"Posso chiederti che cosa stai cercando di provare?"
"Avrai le tue risposte quando avrò accertato i risultati."
John rinuncia a combattere.
 
Sherlock potrà non essere una persona comune o normale, ma è comunque un essere umano in tutto e per tutto. La sua biologia funziona esattamente come quella del resto della popolazione mondiale e non c'è niente di più certo per lui della fine scienza della chimica.
Per questo davanti all'ennesima analisi di uno dei diciassette campioni di sangue prelevati da John non può che dichiararsi sconfitto.
Stila una media dei valori degli esami fatti sui campioni presi poco dopo la sua riabilitazione, prima che conoscesse John, di quelli presi quando John non era in casa e di quelli presi da John stesso. Prende anche le analisi del campione falsato e mette i quattro fogli l'uno accanto all'altro.
Non c'è dubbio.
Confrontando i valori c'è un esponenziale aumento di dopamina legato ad un abbassamento della serotonina. In molti degli ultimi campioni vi erano picchi di testosterone e feniletilammina.
I valori dell'adrenalina e della noradrenalina non contano, non per lo stile di vita che conduce Sherlock, rimangono quasi costanti (ed estremamente alti) in tutte le analisi.
Decisamente non c'è dubbio.
Sherlock si appoggia sconsolato allo schienale della scomoda sedia del St. Bart's.
Controlla di nuovo le analisi una per una, ma i valori non cambiano.
Allora è questo che si prova a essere innamorati.
Deve parlarne con John. Ma forse prima...
 
Sherlock posa una siringa incartata davanti a John sul tavolo della cucina dove lui sta leggendo il giornale.
John solleva un sopracciglio interrogativo.
"Ho bisogno che tu ti faccia dei prelievi in questi giorni. E di tue vecchie analisi del sangue, quelle dell'Afghanistan andranno bene."
John solleva gli occhi al cielo, sbuffando. "Sei incredibile."
Sherlock non gli risponde nemmeno e si siede nella poltrona in salotto. Prima di parlare con John di quello che ha trovato nel suo sangue vuole sapere cosa ci sia in quello del suo coinquilino.
Dovrebbe dedurre la risposta dal semplice fatto che John alcuni secondi dopo gli lasci cadere violentemente in grembo una busta con il marchio dell'esercito britannico. Ma Sherlock non è mai stato bravo con i sentimenti.
 
 
 
Note pseudoscientifiche di chi “dovrebbe” aver studiato e invece ha cercato su santa Wiki:
La dopamina (collegato all'abbassamento della serotonina) è il neurotrasmettitore dell'innamoramento, quello che fa sentire le farfalle nello stomaco et similia, per intenderci.
La feniletinolammina è quello della passione, stimola il testosterone che produce eccitazione sessuale.
La noradrenalina viene stimolata insieme alla feniletinolammina (dalla dopamina) ed ha all'incirca la stessa funzione.
L'adrenalina non c'entra niente con l'innamoramento (almeno non che io sappia), ma conoscendo Sherlock mi immagino che sia abbastanza presente nel suo sangue.
  
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