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Autore: danzard    06/02/2015    3 recensioni
Una storia SwanQueen ambientata dopo il ritorno di Marian.
> Emma lo stava quasi supplicando.
> Tremotino si voltò per ritornare sul retro del negozio > prima che la tenda si richiudesse dietro di lui, con un movimento della mano che Emma non notò, fece cadere con la magia un libro proprio ai piedi della bionda.
Il libro si era aperto su una pagina, Emma si abbassò per raccoglierlo e una volta preso in mano lesse il titolo di quella pagina.
DEMONI VIAGGIATORI DEI MONDI
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Emma Swan, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Passare la notte nella casa di Joffrey era stata una buona idea. Emma si era accorta della fame che aveva solo dopo aver dato il primo morso al pane che il ragazzo aveva diviso con loro, il resto della cena la bionda l’aveva divorata senza nemmeno sentirne il sapore.
La notte però non la passò tranquilla, continuava a rigirarsi nel letto che il ragazzo aveva ceduto a lei e a Trilli (il letto era troppo stretto per farci stare anche Asir, che dormì per terra). Non riuscì a prendere sonno continuando a pensare alle parole del demone.
 
<< La c’è una persona con la quale puoi avere un futuro, una famiglia, un posto caldo dove ritornare dopo una lunga giornata faticosa… >>
 
Quelle parole la portavano inevitabilmente a pensare a Regina, chiedendosi che cosa stesse facendo la mora. Stava pensando almeno un po’a lei? Si era accorta della sua assenza? No, probabilmente la mora aveva passato la giornata a cercare un modo per salvare Marian e a non pensare a Robin. Di certo la bionda era l’ultimo dei suoi pensieri.
Solo alla mattina riuscì ad addormentarsi e solo per essere svegliata poco dopo dal verso di un gallo. Tutti e quattro si alzarono e fecero colazione. Joffrey preparò un po’ di provviste per il viaggio e decise di portarsi dietro la sua zappa, si sentiva più sicuro con una specie di arma al suo fianco. Una volta terminati tutti i preparativi partirono, il lago di Nostos si trovava a nord, ed è in quella direzione che andarono.
Sulla strada incontrarono un volto già conosciuto, l’anziana donna che aveva chiesto loro l’elemosina. Se ne stava ferma sul bordo della strada, quasi li stesse aspettando.
 
<< Vedo che il gruppo si è allargato >> disse la vecchia sorridendo.
 
<< Si, abbiamo trovato quello che stavamo cercando >> le rispose la bionda sorridendo a sua volta.
 
<< E adesso dove siete diretti? >>
 
<< Al lago di Nostos, prenderemo un po’ della sua acqua >>.

La vecchia annuì pensierosa << il lago dista quattro giorni da qui, è un bel viaggio. E’ da molto che non parto per un’avventura… verrò con voi >>.
 
<< Non vorrei essere scortese >> le disse la fatina << ma non credo che un viaggio del genere vada bene per… una della sua… età ecco >>.
 
<< Oh cara, non ti preoccupare. Prometto che non vi rallenterò >> l’anziana cominciò a camminare nella direzione del lago, mostrando un’andatura piuttosto sicura e veloce per una donna della sua età.
 
<< Quella donna è veramente strana >> disse Trilli rivolta ad Asir.
 
Il demone non le rispose, ma socchiuse gli occhi e osservò la vecchia con attenzione. Senza dire nulla riprese a camminare seguendo l’altra donna.
 
 
Il primo giorno passò tranquillamente e anche parte del secondo. L’anziana, come aveva promesso alla fatina, non fu mai un peso. Durante il tragitto Emma le chiese quale fosse il suo nome, ma l’anziana le rispose che era passato talmente tanto tempo dall’ultima volta che qualcuno l’aveva chiamata per nome che aveva completamente dimenticato quale fosse, disse loro che potevano chiamarla Nonnina, a lei non dispiaceva.
Quando arrivò il tramonto il gruppo decise di accamparsi in mezzo al bosco dove si trovavano. Si divisero per cercare un po’ di legna secca e accendere un fuoco. Emma era sola quando sentì dei rumori alle sue spalle, un fruscio di foglie e rami che si spezzavano. Si maledisse perché non aveva portato con se nemmeno un’arma, buttò a terra tutti i rami secchi che aveva trovato tenendone solo uno, il più lungo e grosso e si preparò a colpire qualsiasi cosa stesse per uscire dal cespuglio li vicino. Puntò bene i piedi per terra, strinse il bastone più che poteva e cercò di colpire la figura che era appena uscita dal cespuglio, ma quest’ultima sfoderò la spada e con un solo colpo tagliò a metà l’unica arma della bionda e poi le puntò la lama alla gola.
<< Ma che… che ci fai tu qui? >> disse la bionda guardando l’altra persona.
 
<< Tu che ci fai qui, non eri tornata nel tuo mondo con tua madre? >> le chiese Mulan abbassando la spada.
 
<< Non posso crederci >> le disse Emma avvicinandosi a lei sorridendo << sono così felice di vederti e non solo perché pensavo di dovermela vedere con un gigantesco orco >>.
 
Mulan ricambiò il sorriso e le strinse la mano << anche io sono felice che tu non sia un orco. Ma dimmi, come mai sei nella foresta incantata? Ti sei messa ancora nei guai? >>
 
<< Più o meno >> le rispose la bionda << è successa una cosa nel mio mondo, una persona sta male. Vieni, i miei compagni di viaggio mi staranno aspettando, intanto ti racconto tutto >>.
 
Nel tempo che ci misero a raggiungere l’accampamento della bionda, Emma raccontò tutto all’altra donna. Una volta arrivate alla base presentò la sua vecchia conoscenza agli altri, invitò poi Mulan a passare la notte insieme a loro.
Una volta sistemati i rami per fare un falò accesero un fuoco, o meglio, Emma accese un fuoco usando la magia. La bionda sorrise dell’espressione stupita di Joffrey che si era avvicinato all’astante al fuoco, guardandolo come se fosse qualcosa di incredibilmente spettacolare, invece di un semplice piccolo fuocherello, grazie alla luce del fuoco la bionda notò che il ragazzo aveva qualche taglio e graffio in più rispetto a quella mattina, segno che doveva essere caduto parecchie volte mentre si erano separati, Joffrey era proprio imbranato. Il sorriso si spense dalle labbra di Emma quando il ragazzo le chiese chi le avesse insegnato quella magia. Regina, eccola nuovamente pensare a lei. Era riuscita ad evitarlo per tutto il giorno, nonostante l’immagine della mora le venisse a bussare nella mente di tanto in tanto, fino ad allora era sempre riuscita a scacciarla via.
<< Regina, la donna che mi ha insegnato quello che so sulla magia si chiama Regina >> rispose alla fine Emma con un sospiro.
 
<< Deve essere una strega incredibilmente potente >> le disse Joffrey.
 
<< Lo è, c’è stato un periodo in cui tutta la Foresta Incantata era ai suoi piedi, la chiamavano “La Regina Cattiva” e lo era, in un certo senso. Ha fatto delle cose cattive a molti. Ma poi è cambiata, ora è diventata una dei buoni, combatte al nostro fianco nel mio mondo. Tra le altre cose è anche l’altra madre di mio figlio >>.
 
<< State crescendo un figlio insieme? >> chiese sorpreso il ragazzo.
 
<< Ci stiamo provando. Non è sempre facile, siamo due donne testarde >>.
 
Jeoffrey fece altre domande su Regina alla bionda e Emma  rispose sempre, e ad ogni nuova risposta diventava sempre più chiaro a tutti la profondità dei sentimenti della Salvatrice nei confronti della mora.
Ad un certo punto Asir si alzò per allontanarsi.
Emma la guardò allarmata << dove vai? >>
 
<< Ho bisogno di stare da sola per un po’ >> rispose il demone << non ti preoccupare Emma, non ti abbandono qui >> aggiunse dopo sorridendo.
 
<< Non sono preoccupata che tu possa abbandonarci qui, sono preoccupata perché ti vuoi allontanare da sola, non è sicuro >>.
 
<< So cavarmela, Emma. Questa notte non sono gli orchi la cosa più pericolosa che si può incontrare >> il demone si allontanò.
 
Vero, Emma si era dimenticata della reale natura di quella donna, era facile dimenticarsi che Asir era un demone e che con molta probabilità avrebbe fatto a pezzi qualsiasi cosa volesse attaccarla.
La bionda aggiunse altra legna al fuoco mentre Mulan si sedette acanto a lei. Joffrey  e Trilli si erano addormentati da poco e anche l’anziana donna sembrava essere entrata nel mondo dei sogni.
Fu Mulan la prima a parlare << posso chiederti una cosa? >>
 
Emma sorrise << fai pure >>.
 
<< Sei innamorata di quella donna? >>
 
<< Si >>.
 
<< E lei ti ricambia? >>
 
Emma sospirò << No >>.
 
<< Quando glielo hai detto lei come l’ha presa? >>
 
<< Non l’ha presa in nessun modo, perché non le ho detto nulla >>.
 
Mulan alzò un sopracciglio confusa << allora come fai a dire che non ti ricambia? >>
 
<< Lei è innamorata di un’altra persona, di Robin. Ti ricordi della donna di cui ti ho parlato? Quella che viene dal passato? Bene, quella donna è la moglie di Robin, ma lui… lui non la ama più, ricambia i sentimenti di Regina >>.
 
<< Ma Robin non può stare con lei perché è ancora sposato, non se la sente di abbandonare sua moglie >> concluse Mulan.
 
<< Esatto, ecco perché voglio portare Joff nel mio mondo. Lui è il Vero Amore di quella donna, quando si innamoreranno lei e Robin si potranno lasciare e Regina potrà tornare ad essere felice >>.
 
<< Ma non lo sarai tu >>.
 
<< Lei mi odia in questo momento, non vuole parlarmi, non vuole guardarmi e io ci sto male. Se vederla ogni giorno con lui è il prezzo da pagare perché lei ritorni a parlarmi, lo pagherò. Perché credimi, Mulan, averla un pochino nella mia vita è meglio che non averla per niente, mi sento vuota senza di lei. E io la rivoglio, voglio che torni nella mia vita, voglio che torni a sorridermi… lei ha davvero un bellissimo sorriso, sai? E’ un sorriso capace di illuminare anche il luogo più buio ed è un peccato che non lo mostri spesso, ma sono sicura che con lui al suo fianco sarà felice ed è tutto quello che voglio.  >> gli occhi di Emma erano diventati rossi e lucidi.
 
<< Ti capisco >> disse Mulan ad un certo punto << so che cosa vuol dire amare una persona e non essere ricambiata >>.
 
<< Anche tu sei innamorata? >>
 
<< Si e la conosci >>.
 
Emma pensò a tutte le persone che sia lei che l’altra donna conoscevano nella Foresta Incantata, a tutte le donne che conoscevano… visto che Mulan aveva usato il femminile. Sicuramente in comune avevano Aurora e sua madre.
Emma spalancò gli occhi è guardò Mulan << non sarà mica mia madre?! >>
 
<< Rilassati Emma >> Mulan sorrise << non è Biancaneve >>.
 
<< Allora deve essere… Aurora? >>
 
<< Esatto >> Mulan fece un sorriso amaro << stavo per dirglielo, ma lei mi ha interrotto dicendomi che aspettava un bambino da Filippo. Non ho avuto il coraggio di dichiararmi. Rovinare una famiglia… non potrei mai farlo >>.
 
<< E’ finita nel mio mondo sai? Aurora intendo. E’ li con suo marito >>.
 
<< E come sta? >>
 
<< Sta bene, lei il marito… e il bambino >>.
 
<< Quindi è nato… >>.
 
<< Si >>.
 
Rimasero alzate ancora un po’, senza parlare. Poi decisero che era arrivato il momento anche per loro di riposare. Emma si chiese distrattamente che fine avesse fatto Asir, sperando davvero che quella donna fosse in grado di difendersi da ogni cosa. Rovistò nella tasca dei suoi pantaloni e tirò fuori l’anello di Regina, tenerlo tra le mani era come avere una piccola parte della mora con se, quel pensiero le scaldava il cuore, resisti Regina, ti sto portando il tuo lieto fine pensò Emma, prima di baciare l’anello e rimetterlo nella tasca dei pantaloni, poi si abbandonò al sonno e ai sogni, sogni di lei e Regina insieme.
 
Emma non poteva saperlo, ma qualcuno nel suo mondo la stava guardando attraverso uno specchio magico e aveva ascoltato la conversazione appena avvenuta. Regina Mills non si stava perdendo nemmeno un secondo del viaggio che la bionda aveva intrapreso per lei, osservando ogni cosa attraverso lo specchio magico che aveva nella sua cripta.
 
 
Quando Asir ritornò al campo trovò tutti addormentati, vide la bionda rannicchiata su se stessa per il freddo, il demone le fece comparire una coperta addosso. Andò a sedersi vicino ad un albero appoggiando la schiena al tronco.
<< E’ una stana donna, vero? >> la voce della vecchietta ruppe il silenzio.
 
<< Di chi parli? >> rispose distrattamente il demone.
 
<< Emma. E’ una strana ragazza, è riuscita a riunire un gruppo piuttosto insolito: una fata, una donna guerriero, un contadino, un demone e una vecchia >>.
 
<< Una vecchia? No, non sei semplicemente una vecchia, sei qualcos’altro >>.
 
La vecchietta si mise a sedere sorridendo << che intendi dire? >>
 
Asir la guardò a lungo << Non ti ho mai detto di essere un demone e sono certa che neanche Trilli ed Emma lo hanno fatto, però tu lo sai. Sono brava a leggere nella mente e del cuore delle persone, ma non ci riesco con te, c’è qualcosa di potente che ti protegge da me >>.
 
<< La cosa ti infastidisce? >>
 
<< Non mi piace non sapere con chi ho a che fare >>.
 
<< Hai paura per te o per lei, demone? >>
 
<< Non ho paura, vecchia. Sono certa che ti ammazzerei se tu provassi anche solo a torcere un capello a quella ragazza >> il tono del demone si fece minaccioso.
 
<< Sono certa che ci proveresti. Ma non preoccuparti, non voglio farle del male >> la vecchietta le sorrise un ultima volta prima di sdraiarsi nuovamente e tornare a dormire.
 
<< Lo spero per il tuo bene >> le rispose il demone guardando un ultima volta la bionda che riposava serena, prima di appoggiare anche la testa al tronco e chiudere gli occhi.
 
   
 
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