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Autore: Nyssa    30/11/2008    13 recensioni
Sequel de: Le Relazioni Pericolose
Sono passati circa diciotto anni da quando abbiamo lasciati Harry, Draco, Hermione e tutti gli altri e molte cose sono cambiate nel frattempo.
Adesso sono i loro figli a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria, divenuta stranamente tranquilla; ma non tutto è come sembra perchè misteri e fantasmi del passato stanno tramando nell'ombra e Hogwarts potrebbe non essere il posto apparentemente pacifico che sembra.
E i nostri nuovi protagonisti, la new generation, affascinati dai misteri come lo erano stati i loro genitori, chiaramente non intendono lasciarsi sfuggire l'occasione di vivere qualche avventura tra le antiche mura della scuola e rompere così la noiosa routine di tutti i giorni!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Tom O. Riddle | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Il ragazzo di Drumstrang che era venuto a parlare con lei aveva i lineamenti fini come quelli di una bambola di porcellana della sua terra, la Russia

Il ragazzo di Drumstrang che era venuto a parlare con lei aveva i lineamenti fini come quelli di una bambola di porcellana della sua terra, la Russia, e molto femminili.

Indossava la divisa dei Cosacchi dello Zar, segno che fosse filo zarista, come la maggior parte dei maghi di quel paese. I suoi capelli erano piuttosto chiari, ma ciò che lasciava spiazzati erano gli occhi che la fissavano, riuscivano a ipnotizzarla quasi quanto quelli di Kitt.

Lui le porse un braccio per uscire nel portico del giardino e lei l’accettò, dirigendosi poi insieme a lui verso la porta finestra.

 

L’aria della notte era gelida, ma lei si trattenne dal rabbrividire, si sarebbero create complicazioni inutili tipo lui che le prestava il mantello o, peggio, decideva di fare la conoscenza della Chips tentando di scaldarla direttamente col suo corpo. Non era il caso di rendersi artefici della scusa e accelerare il genocidio degli stranieri.

Il modo di fare dello studente di Drumstrang era pacato e tranquillo, ma c’era qualcosa in lui che non la convinceva fino in fondo: l’odore.

Lui le indicò una panchina in pietra, si tolse il mantello e la fece sedere in modo che non si sporcasse il vestito con il muschio e la brina serale, dall’interno veniva il vociare della festa e il ritmo della musica.

Che fosse galante era una cosa piacevole.

E inoltre parlava la sua lingua con proprietà, senza quell’accento ruvido che aveva invece la sua compagna made in Germany.

-          Chi sei veramente? – gli chiese senza mezzi termini quando questi le si accomodò accanto, lui le rivolse un sorriso da irretire anche la meno interessata delle ragazze - Merda – quello fu il delicato commento che lei emise dopo averlo fissato per due minuti buoni.

 

*          *          *

 

Christopher scese le scale dal piano dove aveva avuto quella edificante conversazione con Rago fino alla Sala Grande e sbucò nella stanza invasa da ballerini e gente che si divertiva e abbuffava.

Accanto alla porta c’era la finestra con il grande terrazzo e si diede alla fuga dirigendosi da quella parte, odiava essere formale. Di Gardis non c’era traccia.

 

Anche Leonard era sul poggiolo con una sigaretta in mano e un bicchiere di firewhiskey nell’altra e stava guardando lontano come la rappresentazione dei peggiori vizi capitali: lussuria, accidia, superbia e invidia… no, quest’ultimo era per chi guardava.

Kitt si diresse verso di lui senza che nessuno dicesse niente o osasse rivolgergli parola visto il suo cipiglio per niente amichevole, raro a vedersi ma pericoloso a provarsi; gli altri presenti si affrettarono a togliere le tende, lui appoggiò i gomiti alla balaustra accanto al biondo, guardò un attimo la luna e poi levò allo Slytherin la sigaretta dalle dita, facendo un tiro

-          Tu non fumi – gli fece notare Malfoy, il cui sorriso stranamente compiaciuto era però difficilmente occultabile

-          Infatti – una risposta che era tutto un programma: interessante!

-          E allora? – indagò da bravo amico ficcanaso, quale, in effetti, era

-          Ho bisogno di qualcosa di forte – rispose il moro

Leonard gli allungò il suo bicchiere e Christopher lo mandò giù tutto d’un sorso, il Caposcuola verde-argento inarcò le sopracciglia: finalmente poteva vedere l’uomo che Kitt era davvero.

-          Come mai sei qua fuori anziché con Ciel? – chiese il Ravenclaw, a quanto pare erano tutti e due in preda ad una situazione di crisi totale, Leonard decise di assecondare la sua curiosità, tanto per sapere cosa passasse nella testa di quell’altro per portarlo ad un comportamento tanto inaudito

-          Avevamo deciso di dire a Karen tutta la verità, ma… non l’ha presa molto bene… - il biondo afferrò un elfo di passaggio e prese un altro bicchiere, buttando giù tutto il liquore incendiario, Kitt annuì e spense la sigaretta in un mucchietto di neve raccolto nella fioriera accanto a lui

-          Leonard – disse poi rimettendosi in piedi, trovando la forza per fare ciò che aveva deciso, lo fissò negli occhi dorati mentre questo era ancora appoggiato al corrimano di marmo – sto per fare una follia

-          Ah sì? – si trattenne dal dirgli che vederlo fumare e bere da autentico cattivo ragazzo era già una follia

-          Sì, ho intenzione di attraversare questa dannata sala e baciare tua sorella. Come si deve

-          Davvero? – Leonard sembrava divertito da tutta quella faccenda, di sicuro non preoccupato e tantomeno arrabbiato. Forse Rago aveva esagerato un pochino, come al solito, rimuginava la sua testa bionda.

-          Credevo che me lo avresti impedito a costo della vita – il Black non sembrava sicuro della buona fede del rampollo Malfoy

-          Sai com’è… meglio una padellata in testa che una sulle palle… - vide il suo sguardo perso a quella frase non molto nobile - ehm, evita, è uno dei modi di dire di Rudiger – aggiunse. Certo però non si sarebbe abbassato a dirgli che lui era l’unico che approvasse. – come mai così all’improvviso? – gli chiese ancora

-          Tu conosci una certa Rago?

Gli occhi dello Slytherin si fecero due fessure: allora era vero, Christopher Black era davvero il Byakko che stava tanto cercando…

Non disse niente.

-          Pare che lei ti conosca – aggiunse il Corvonero prendendo un altro bicchiere e passando svogliatamente il dito sul bordo di cristallo, appoggiandosi alla ringhiera

-          Sì, la conosco – sputò infine Leonard – questo cosa c’entra?

-          Non posso dirti tutto – in verità sospettava che il suo amico sapesse di Rago più di quanto era a conoscenza lui stesso – ma questa sera ho sentito una storia che mi ha fatto accapponare la pelle. E riflettere. E anche se è sbagliato nei confronti di tua sorella perché la metto in pericolo, ho deciso di essere egoista e di fare come voglio io.

-          Niente di più saggio, volevo un po’ vedere quale Black, alla fine, non fosse del tutto egoista

-          Non sei preoccupato che possa accadere qualcosa a Gardis?

-          Naaa… - Semmai il contrario. La tranquillità del vampiro lo faceva sentire strano, Leonard avrebbe dovuto preoccuparsi eccome – però vale quello che ti ho detto l’altra volta: se le farai del male TU, non altri, ma soprattutto, se la farai piangere… - Kitt annuì

-          Quando ci rivedremo avrò dieci dita stampate in faccia e qualche osso rotto

-          Forse no

Leonard bevve, ghignando da oltre il bordo del suo bicchiere, poi lo sollevò alla salute di Chris

-          Alla libertà perduta – annunciò

L’altro rise alzando il proprio

-          Sì, alla libertà perduta…

Finì il liquore, si voltò e fece un respiro prima di andarsene alla ricerca del Prefetto dei Grifoni; ora che ci pensava non era stato neppure così tanto carino da chiederle come si sarebbe vestita e adesso voleva a tutti i costi sapere come l’avevano conciata le sue amiche, di sicuro sarebbe stata bellissima.

Una mano si posò sulla sua spalla e lo trattenne

-          Sappi che ti ammiro per quello che stai facendo – gli disse piano Leonard in un orecchio – il coraggio certo non ti manca  e non fraintendermi, non di dirle ciò che senti, ma di voler davvero passare del tempo con quella furia!

Kitt sorrise, poi se ne andò.

 

*          *          *

 

All’opposto della sala, appoggiata alla tappezzeria assieme a Jeff, Hestia stava sorseggiando l’ennesimo succo d’arancia, stanca, accaldata e con i piedi come due frittate dopo mezz’ora di volteggiamenti e piroette forsennate.

 

Chris si diresse dritto nella sua direzione, senz’altro era la persona che meglio di altre poteva darle le coordinate di dove fosse la bionda.

Sollevò appena le sopracciglia alla vista del suo cavaliere dai capelli rossi, come se la cosa lo stupisse minimamente.

Inclinò brevemente la testa e parlò

-          Sai dove posso trovare Gardis?

Hestia lo studiò un attimo, era come se lui non fosse troppo sorpreso di vederla insieme a suo cugino, il che non andava per niente.

Poi però decise di lasciare starei lambiccamenti inutili per quella sera, si stava divertendo e non voleva rovinarsi l’ultimo dell’anno senza motivo

-          Se la stai cercando perché qualcuno s’è slogato una caviglia, ha ceduto il tetto, il Comitato di Accoglienza ha una crisi isterica, sono finiti i rinfreschi o c’è da lavare i piatti in cucina, sappi che non te lo dirò

Il moro sorrise, in effetti Gardis era sempre con lui in caso dei succitati eventi catastrofici e Hestia non approvava questo, come se si aspettasse che, almeno una volta, lui la rapisse per un motivo più serio. Beh, forse era arrivato il momento.

-          Te lo potrei dire se mi dicessi che Vanessa ha avuto una conversione mistica sulla via di Damasco, sta chiedendo perdono per la sua idiozia congenita oppure ha deciso di liberare il mondo della sua chiassosa presenza

Hestia era molto acida con lui, era sempre più chiaro che non approvava, soprattutto, la sua mancanza di galanteria.

-          Allora, perché la cerchi?

-          Volevo chiederle un ballo – la Gryffindor annuì, finalmente la faceva una cosa giusta, benedetto Corvonero

-          In giardino – sillabò – ma forse sei arrivato tardi… - aggiunse con aria maliziosa, Jeff le tirò un pizzicotto dietro la schiena, non doveva essere così malefica – perché sai, era in compagnia di un ragazzo… - un altro pizzicotto, ma che importava? Scorgere l’espressione attonita di Chris all’udire quelle parole era il degno compenso per i tanti anni di dolore di Gardis e per i pizzicotti di Jeff.

Kitt sfrecciò verso il giardino

-          Era una vita che volevo vederti quell’espressione in faccia, Black! – gli urlò dietro la piccola Potty, ma Christopher la udì appena, mentre nella mente gli ronzava uno strano sentimento di gelosia: non quella sera.

 

*          *          *

 

Alla Torre del Grifondoro era riunita una piccola combriccola di ragazzi di fronte ad una porta chiusa

-          Karen, ti prego, apri la porta! – Ciel, implorante di fronte all’uscio sbarrato, stava supplicando la sua sorellina di uscire, il suo istinto materno le imponeva di accertarsi che non si stesse tagliando i polsi, buttando dalla finestra o compiendo qualsivoglia altra opera di lesione alla sua persona.

-          Karen, sono Rudiger! Ti prego, aprici

-          No!

Il biondo sospirò e scosse la testa: Ciel gli aveva volutamente tenuto nascosto della sua relazione con Leonard mentre Leonard gli aveva detto delle visite notturne della piccola Longbottom, tutti e tre, però, l’avevano presa come una cosa poco seria e il più piccolo aveva affettuosamente battuto una mano sulla spalla al Caposcuola dicendogli “Tratta bene la mia cuginetta”. Insomma, nessuno era stato troppo preoccupato e nessuno credeva che per Karen la cosa fosse così seria e così profonda.

Pensavano che si trattasse di una cotta e via, qualcosa di leggero, ma… forse si erano sbagliati.

Ciel si sentiva tremendamente in colpa e fuori, alle sue spalle, stavano altre due delle sue sorelle in attesa che Karen aprisse finalmente quella dannata porta e mostrasse il suo solito sorriso ingenuo.

Era colpa sua, era colpa sua! Se non avesse mentito, se Karen non si fosse attaccata così tanto a Leonard, se le avesse detto subito la verità a quest’ora tutto sarebbe stato più semplice.

-          Andate via, non voglio né parlarvi né vedervi!

Urlò da dentro la Gryffindor.

Arrivò anche una terza sorella Longbottom, le altre le spiegarono la situazione, ma da fuori non potevano fare assolutamente niente perché Karen aveva avuto la brillante idea di chiudersi nella stanza di Gardis e tutti sapevano che gli incantesimi di sigillo della Malfoy non si sarebbero spezzati per una banale alohomora… avrebbero fatto meglio a far saltare la porta con una buona quantità di esplosivo, ma rischiavano di distruggere i muri mentre l’uscio rimaneva in piedi e intatto al suo posto.

 

Jack, che era arrivato per primo e che fino a quel momento non aveva detto una parola, si alzò in piedi, spolverò le mani sulle ginocchia e se ne andò.

 

Karen era stesa sul tappeto a pelo alto di Gardis e probabilmente glielo stava anche macchiando di mascara e lacrime, era una fortuna che nel mondo magico esistesse il gratta e netta o era la volta che la bionda avrebbe rotto l’amicizia con lei, voleva bene a quel tappeto come se fosse stata una persona vera e più di una volta l’aveva vista lì distesa, di fronte al camino, a leggere o studiare.

 

Si sentì una codarda a rifugiarsi in camera sua, pregando che lei non arrivasse… Gardis era stata una buona amica, le aveva chiesto di rimanere fuori della faccenda e lei l’aveva fatto. Era innegabile che doveva essere a conoscenza dei sentimenti di suo fratello e della relazione con Ciel, Leonard, a differenza di sua sorella, le aveva parlato, ma fedele alla promessa, non aveva più detto una parola a proposito della sua decisione, non ne aveva fatto parola con Hestia e si era limitata a dirle che non approvava ogni volta che i loro sguardi s’incontravano.

E non era venuta a piangere con lei o consolarla, perché le aveva detto fin dall’inizio che non andava bene quel che faceva, Gardis sapeva cosa era giusto, aveva fatto la sua parte e la sua coscienza era pulita. Gardis aveva SEMPRE ragione, questo era stato il profondo insegnamento che aveva appreso durante la sua infanzia, per qualche strana ragione la piccola Malfoy aveva diciassette anni e ne dimostrava centodiciassette se non di più, innegabilmente c’erano momenti che era decisamente più grande della sua reale età.

E questa volta aveva ragione come sempre, era sbagliato cercare di forzare i sentimenti di qualcuno senza amore, lei aveva forzato se stessa autoconvincendosi di provare amore per Leonard e aveva cercato di forzare Leonard ad amarla, scambiandolo per il suo reale destino. Ma ciò che le dava fastidio non era che la sua preziosa e amata sorella maggiore stesse col ragazzo che le piaceva ben più di “un bel po’”, ma che Ciel glielo avesse tenuto nascosto quando, invece, loro due si dicevano tutto.

Era stata davvero crudele da parte di sua sorella, da lei non se lo sarebbe aspettato.

Leonard alla fine si era comportato come suo solito, fregandosene altamente, ma sua sorella… sua sorella doveva dirglielo! E molto tempo fa.

 

Afferrò tra le dita tremanti il tagliacarte noce e argento che la sua amica teneva nel primo cassetto della scrivania, sapeva essere molto affilato, come al solito Gardis teneva con cura i suoi averi.

 

Prese fiato, piano lo sollevò davanti al viso, poi vibrò un colpo secco senza rimpianti.

 

*          *          *

 

Christopher vagò spaesato per il giardino di Hogwarts coperto dalla soffice neve che era caduta quel pomeriggio.

Le grandi vetrate gotiche proiettavano luci gialle e rosse all’aperto, illuminando cespugli, piante e panchine in un clima molto natalizio.

 

Scorse due figure e si sentì stringere il cuore al pensiero che la sua migliore amica, nonché ragazza di cui era innamorato, si fosse appartata assieme ad un altro.

Non poteva fargliene una colpa, specie se aveva trovato la persona giusta, ma… se avesse fatto qualcosa prima, forse sarebbe stato lui la persona giusta, dopotutto lei non l’aveva mai disprezzato come aveva fatto con tutti gli altri ragazzi e si era sempre mostrata gentile e affettuosa e

 

No, alt, lui non era e mai sarebbe stato la persona giusta.

 

Però… gli aveva permesso di abbracciarla e baciarla, privilegio che non era stato concesso a nessun altro salvo i suoi amici più stretti, ma certo non nel modo in cui l’avevano fatto loro.

Ovviamente non aveva gradito il bacetto che le aveva dato alla recita (perché Rago aveva ragione, era solo un bacetto), le parole ferite che aveva pronunciato subito dopo erano riuscite a fargli male, ma… a differenza di quanto accaduto con altri che si erano spinti molto meno in là, doveva ammettere che riusciva ancora a camminare, aveva tutti gli arti e non vedeva i diavoletti dell’inferno saltellargli addosso.

 

Non aveva risposte, solo domande, ma in quel momento voleva solo trovarla e, a costo di combinare il casino più grande che ricordasse, avrebbe mandato via quel bellimbusto che l’aveva portata fuori e avrebbe mantenuto la parola che aveva dato poco prima a Leonard.

Non voleva ammettere di essere arrivato troppo tardi. Il momento giusto è sempre quando arriva un Black, questo era uno dei cardini della sua storica famiglia, perché non cominciare a prendere in prestito proprio ora il loro proverbiale vademecum?

 

Mosse qualche passo verso le due sagome ed entrambe si voltarono.

Lei parve solo un po’ stupita di vederlo lì fuori, poi gli sorrise come suo solito facendolo sentire un cretino per i pensieri poco gentili.

Il ragazzo accanto a lei si voltò verso di lui: era lo studente di Drumstrang, quello che aveva il viso da ragazza, indossava una divisa da Cosacco con il colletto contornato di pelliccia scura e il cappello sottobraccio e gli stava sorridendo.

Deglutì sentendosi stranamente a disagio e riconobbe gli occhi baluginanti: sapeva che Gardis possedeva una vera e propria venerazione per il colore degli occhi delle persone, che avesse deciso di concedere la sua amicizia al giovane russo per via del suo sguardo magnetico?

 

A dispetto di quanto si sarebbe aspettato, il ragazzo si alzò in piedi, Kitt si fermò vedendo che scambiava qualche parola con la giovane Malfoy.

Non pareva che ci stesse provando con lei. Non troppo, almeno.

 

Un’occhiata di quelle iridi strane lo fecero irrigidire, il suo egoismo appena nato, però, mischiato all’orgoglio che ogni Black beve col latte, gli fecero muovere un passo dietro l’altro nella direzione della panca, il russo ghignava, come se fosse soddisfatto di quel gesto e s’incamminò nella sua direzione con passo sicuro e le mani nelle tasche dei pantaloni.

Ricordava la scena di qualche western, mentre il bandito e il giustiziere si incontrano in mezzo al paese deserto e, di fronte al saloon, fanno un bel duello di pistole dove uno dei due ne esce morto. Il becchino in genere è il protagonista del film.

Forse l’avrebbe ucciso se avesse saputo che aveva osato fare qualcosa alla SUA Gardis.

Quando s’incrociarono Kitt si fermò, quasi che dovesse dirgli qualcosa, lo studente straniero però non rallentò l’andatura

-          Salutami Rago, quando la vedrai… - disse piano mentre si allontanava con un ghigno diabolico sul viso da bambola; Chris si voltò di scatto nella sua direzione, preso alla sprovvista da quella frase, più che intenzionato a chiedergli cosa ne sapesse lui della Regina dei Demoni, dimentico dei suoi pensieri omicidi. Lei gli aveva detto che la sua esistenza, quella dell’Anima Azzurra e della sua continua rinascita erano uno dei segreti meglio custoditi della storia, ma conosceva già troppe persone che sapevano chi fosse e cosa facesse al mondo.

Sentì qualcosa di strano nella tasca della giacca esterna del suo abito da principe ungherese e, infilandovi la mano, vi trovò un biglietto da visita, lo rigirò tra le dita più volte: accanto ad uno stemma con un cigno era impresso un nome a caratteri cirillici

 

 Принц Фйодор Андрээвич

 

Quando era bambino, vista la solitudine del luogo dove si trovava, aveva letto molti dei libri del castello dove abitava con sua madre e i suoi zii e aveva imparato diverse lingue dell’est europeo e il loro strano alfabeto, quindi sapeva che quei caratteri, apparentemente strani, altro non erano che il nome del ragazzo:

 

Fjodor Andreevič… principe Fjodor Andreevič

 

… era curioso che un russo, e un principe soprattutto, non vi avesse impresso anche il suo (molto probabilmente altisonante) cognome, ma solo il patronimico… e quello stemma gli sembrava davvero strano e, contemporaneamente, familiare.

Sul retro del cartoncino bordato di blu e d’oro era vergata una frase in caratteri latini, segno che il ragazzo conosceva il loro alfabeto e, con ogni probabilità, anche la loro lingua visto che, altrimenti, non avrebbe potuto parlare molto con Gardis, soprattutto considerando che lei non era proprio una maga della conversazione…

 

So che vuoi sapere la verita, cerca le risposte prima delle domande e risolverai i tuoi misteri.

F.A. A.

*          *          *

 

Qualcuno bussò alla finestra della stanza di Gardis.

Preoccupata, Karen si accasciò sul pavimento; Jack, a cavallo della sua scopa, stava picchiettando nei riquadri, cercando di identificare la sua figura nella fievole luce delle tre candele accese e del camino

-          Karen! Per l’amor del Cielo!

Esclamò quando la vide riversa al suolo con il tagliacarte affilato in mano.

La bionda si voltò verso di lui e il ragazzo riconobbe i suoi occhi azzurro-verdi sotto il nero colato del trucco, le mani rosse per lo sforzo e… per terra un mucchietto disordinato di boccoli color caramello.

 

Lasciò all’istante il manico di scopa e si inginocchiò accanto a lei, levandole subito l’oggetto dalle mani, una lacrima sporca di mascara si posò sopra i riccioli tagliati in malo modo.

La strinse a sé protettivo, incurante che potesse macchiargli la camicia dell’abito, Karen singhiozzò inerme qualche minuto, come una bambola senza vita, poi, d’improvviso, gli gettò le braccia al collo e lo strinse piangendo calde lacrime piuttosto rumorosamente.

…e Jacob Potter non poté fare altro che consolarla con piccoli colpetti affettuosi sulla schiena, come faceva da bambino con sua sorella o con Mattie, la sorellina più piccola di Jeff che, vittima delle loro bravate, scoppiava sempre in un pianto disperato.

-          Mi… dispiace… Jack… - piagnucolò Karen tirando su col naso – sono… una stupida! – aggiunse mentre lui le accarezzava i capelli, mezzi lunghi e mezzi corti visto che erano stati tagliati alla bell’e meglio in un raptus di follia con un attrezzo improprio.

-          No che non sei una stupida – mormorò paziente lui

-          No… io sono una stupida! – ribatté testarda

-          Vuoi dirmi che cosa è successo? – la bionda scosse la testa – d’accordo, lascia che io vada a tranquillizzare gli altri, ne parleremo con calma…

Lei lo trattenne per la coda della giacca

-          Dì a mio cugino che… quando ha tempo… mi porti Gardis…

-          D’accordo

-          Devo scusarmi con lei – un altro assenso

La manina delicata e pallida lasciò la stoffa; il moro si sistemò gli occhiali e andò all’uscio: sbloccarlo dall’interno era semplicissimo.

Un coro sorpreso si levò quando apparve il suo viso piuttosto preoccupato

-          Karen sta bene, ma non vuole farvi entrare – la gente annuì e comprese, le sorelle Longbottom si guardarono aspettandosi qualcosa di diverso, ma niente era terribile come l’espressione di terrore dipinta sul volto della maggiore – Rudiger, per piacere, potresti cercare Gardis?

-          Certo

Dopodiché richiuse la porta e tornò dalla sua protetta.

-          Sono stata veramente una stupida – biascicò lei – ho cercato di forzarlo e inconsapevolmente li ho messi io nei guai, non è colpa loro…

-          Chi? – Jack la prese in braccio e la depositò sul letto – raccontami tutto

-          Volevo che Leonard mi vedesse come una ragazza e non come una… bambina… - cominciò – ma in realtà era proprio quello che ero… volevo essere dolce e carina, ma ho scelto la persona sbagliata, lui… vuole altro da una ragazza, qualcosa che non potevo dargli… non… non sapevo che a lui piacesse mia sorella e… lei… non ha avuto il coraggio di dirmelo, per non farmi soffrire… e io non ho voluto vedere la realtà, era così evidente!

-          Coraggio… - la rincuorò  - so cosa si prova, più o meno l’ho sperimentato anche io…

-          Sul serio?

-          Pensi davvero che avrei avuto qualche possibilità con Christopher Black?

-          Ti… ti piaceva Gardis?

-          Da quando avevamo nove anni

-          È molto tempo

-          Ora non più. Ma posso dire di essere stato il primo ragazzo a darle un bacio – ah, le gioie della vita… per una settimana aveva perso il sonno dalla gioia, solo lui ne era capace

-          Sul serio?

-          In realtà lei è caduta da una scala… non è stato molto romantico… - Jack arrossì di colpo e il colore si accordò con la tonalità dei suoi occhi, nascosti dietro le lenti.

-          E poi?

-          Poi è passata – aggiunse con un’alzata di spalle – è evidente che non ero io quello giusto. Tu eri quella giusta?

La bionda scosse la testa

-          Su, facciamoci forza a vicenda. Ogni tanto, dopo tutto quello che ho passato, vorrei davvero che Gardis stesse con quel maledetto ragazzo dei Corvonero! Penso che abbiano troppo orgoglio

-          O troppa paura – specificò l’altra

-          Forse. Ma di che cosa?

-          No no, basta! Voglio buttarmi da una finestra!

Alzandosi all’improvviso Karen si diresse verso il balcone, Jack la riacchiappò al volo

-          Tu sta’ seduta che ti sistemo i capelli, ma con cosa li hai tagliati, con un machete?

-          Non so dove Gardis tenga le forbici… - si giustificò lei

Il ragazzo si alzò in piedi, aprì il terzo cassetto, sollevò un paio di righelli e afferrò al volo le forbici, poi andò alla finestra e la chiuse per precauzione, fece sedere la bionda sul tappeto e si preparò a pareggiarglieli come meglio poteva, ovviamente Hestia non gli aveva mai permesso di avvicinarla con un paio di forbici in mano, andava piuttosto fiera dei suoi capelli, quindi non doveva aspettarsi un taglio degno delle sfilate parigine, o forse sì? Karen ubbidì docile e una ciocca dopo l’altra queste caddero assieme al mucchietto che già era sul tappeto.

-          Valle a bruciare – le ordinò dopo aver terminato, rimettendo a posto l’arnese – così sarà come mettere una pietra sul passato, anno nuovo, vita nuova e nuovo taglio – spiegò di fronte alla sua aria confusa

La Longbottom gli regalò un sorriso che scaldò il cuore e, inchinandosi appena di gratitudine, afferrò i suoi boccoli biondi e li lanciò tra le fiamme crepitanti del caminetto, rimase un istante lì di fronte con gli occhi chiusi e le mani giunte, come se stesse seriamente cercando di dimenticare tutto quello che era accaduto, pregando per un futuro migliore

-          Grazie – mormorò infine voltandosi verso di lui, gli occhi colmi di pianto, ma il sorriso di nuovo sulle labbra

Jack arrossì e annuì sistemandosi gli occhiali sulle iridi verdi, poi afferrò lo specchietto della piccola Malfoy e glielo porse in modo che potesse vedere il suo nuovo look decisamente più birichino. Mamma e papà ci sarebbero rimasti di sale, ma non importava.

 

*          *          *

 

Kitt si era seduto sulla panchina lasciata libera dallo studente di Drumstrang da almeno cinque minuti, ma la conversazione languiva.

All’inizio era stato facile pensare di arrivare lì e darle un bacio, ma a ben pensarci, oltre al fatto che era poco saggio, voleva davvero spiegarle qualcosa di sé. Solo che non ci riusciva e Gardis era tutta rapita dalla luna in cielo e la musica in lontananza

-          Conosci quel ragazzo che era qui prima? – indagò sentendosi ancora un po’ geloso dell’attenzione che generalmente rivolgeva a lui e che, in quella circostanza, era stata destinata ad un altro ragazzo, probabilmente più intelligente visto che aveva fatto subito la sua mossa

-          Sì – che risposta articolata… o non voleva parlarne o non voleva metterlo in difficoltà.

-          Da molto? – lei si puntò un dito alle labbra, come se ci stesse pensando

-          Sì, si potrebbe dire di sì – annuì e lui notò che la sua manina era fasciata da un guanto di pizzo

-          Sei molto graziosa stasera – lei gli sorrise riconoscente, ma non fece nient’altro, era anche comprensibile visto il livello di apprezzamento che le stava mostrando con le mani intrecciate tra le gambe e la schiena curva, quando lei era tutta carina nel corpetto dell’abito che le stava d’incanto, chiaramente con la schiena dritta e le mani giunte come si conveniva ad una ragazza beneducata.

Avrebbe dovuto dirle che era “superlativa” e anche “sensuale” ed “eterea”, non c’entravano niente l’uno con l’altro, ma era quello che avrebbe dovuto dirle perché lei era proprio così.

Invece le rivolgeva infantili complimenti che neppure una bambina dell’asilo si sarebbe sentita lusingata.

Izayoi lo avrebbe preso a schiaffi, detestava i ragazzi poco decisi.

E anche Gardis, era naturale che avesse concesso a quello studente straniero più familiarità, lui in sette anni non era stato capace di niente del genere.

 

Nonostante la disprezzasse, l’etichetta aveva lasciato segni evidenti su di lei, camminava con la testa alta e la postura fiera di chi per anni ha dovuto reggere libri e mele sulla testa, quando stava seduta non tendeva mai ad allargare le ginocchia, ma intrecciava finemente i piedi sotto la seggiola, se stava discorrendo guardava la gente negli occhi e se non lo faceva era perché non li riteneva degni della sua attenzione.

Aveva un concetto piuttosto alto di se stessa, come tutti i Malfoy, non l’aveva mai vista abbassare gli occhi per paura di confrontarsi con qualcuno. Era la degna discendente di un Principe degli Arcimaghi, come gli aveva insegnato Rago.

Per questo poteva dire che le piacevano le persone che sapevano quel che facevano e lui non lo era granchè

Però l’aveva vista piangere.

 

-          Come mai sei venuto fuori? Non si è sentito male qualcuno, spero…

-          No, Hestia non mi avrebbe mai detto dov’eri – la bionda emise uno sbuffo sonoro, quelle due non si approvavano a vicenda su certe cose.

-          E allora?

-          Volevo chiederti un ballo…

-          A me? – Gardis sembrava incredula

-          Perché? Non vuoi…

-          No.. cioè, non è che non voglio… io sì che voglio, però… ecco è strano… - era dunque stato così falsamente disinteressato in quegli anni? Il lavoro gli era riuscito bene, peccato che adesso lei pensasse che fosse impazzito tutto d’un colpo

-          Però non voglio rientrare – precisò lui – quindi… ti andrebbe di ballare qua fuori?

-          Sì. Anche perché non credo che qualcuno riuscirà a farmi esibire come un orso ammaestrato in mezzo alla pista da ballo…

-          Il ragazzo di poco prima però stava per riuscirci… - puntualizzò suscettibile

-          No, As…Fjodor non ci sarebbe mai riuscito. Lui è… praticamente un altro fratello per me

-          Ci sono parecchi ragazzi che per te sono come fratelli – commentò lui – e sono anche tutti stranamente affascinanti

-          Vero? – pareva contenta di quelle parole, certe cose non le capiva proprio al volo – ma… - spiegò – lui… era da molto che non ci incontravamo

-          Mi dispiace allora, sono stato sgarbato a interrompervi

-          Non preoccuparti, possiamo parlare quando vogliamo, ma tu che mi vieni a cercare per chiedermi un ballo è qualcosa che succede di rado

-          Sei in vena di farmela pagare per prima?

-          Non pestarmi i piedi – il suo tono si fece appena più aspro

-          Scusa, in Ungheria non ho mai ballato molto

-          La McGranitt dava lezioni di ballo

-          Mia madre ci ha provato, ma i risultati sono stati disastrosi. Eppoi non avevo tempo.

-          Lachlan invece è un ballerino provetto

-          Sì, ma qualsiasi cosa dove c’è da muoversi fa per lui, stavo seriamente pensando di farlo entrare l’anno prossimo nella squadra di quidditch, a differenza mia lui è piuttosto portato con gli sport

-          Ma se non c’è portiere migliore di te!

-          Roderick e Cartrett sono molto bravi

-          Roderick è rigido come un palo della cuccagna e Cartrett… sarebbe un ottimo portiere se solo non fosse confinato in infermeria da mesi. Il mondo magico è l’unico dove c’è ancora l’usanza della quarantena

-          La Chips ha detto che a metà gennaio li libererà tutti, li tiene lì per evitare il contagio

-          Fa bene, ma per la squadra un po’ meno

-          Merrick e Thunder non se lo sono preso

-          Anche per la scuola, Henrietta e sua sorella sono vegetanti da settimane

-          Ti sto facendo male

-          No, balli bene alla fine, devi solo prendere il ritmo

-          Ora fai guidare me? – Gardis arrossì

-          L’ho fatto di nuovo?

-          Che cosa?

-          Di impormi… stavo guidando io?

-         

-          Dovrebbe essere il cavaliere

-          Lo so

-          Non sono tanto brava a lasciare che una persona mi faccia fare qualcosa

-          Me n’ero accorto, se vuoi che faccia io la dama però dobbiamo scambiarci i vestiti

-          Ringrazia di essere nato maschio, Kitt

-          Perché?

-          Non hai idea di quello che ho dovuto passare per mettermi questo affare, è come morire

-          Lasciatelo dire, non sembra proprio che tu stia per lasciarci, stai molto bene invece

-          Non scherzare, - evidentemente non si era accorta che si riferiva al suo aspetto e non alla sua salute - i tacchi mi fanno male, le scarpe stringono, il corsetto mi sta levando l’aria, la camiciola mi sta scendendo e non dico dove, le calze cadono e non posso neppure alzarmi due strati di gonna per rimetterle a posto perché la sottogonna si sposterebbe assieme alla crinolina

-          Altro?

-          Sì, i capelli mi stanno tirando da morire e mi prude un fianco

-          Lamentarti è il tuo sport preferito, confessa – Kitt era stranamente galante quella sera e non era certa che la cosa le dispiacesse, anzi, la lusingava molto, anche se lui ascoltava sempre le sue tirate sui dolori dell’essere nata femmina; ma quella sera sorrideva dolce e i suoi occhi la stavano portando a fantasticare un po’ troppo. Certo non l’aveva ancora perdonato per averla baciata senza una ragione dettata dai sentimenti, ma… non gliene voleva più di tanto, Christopher la influenzava troppo.

-          È lo sport della famiglia, non hai mai sentito mio padre che razza di brontolone che è

-          E tua madre come fa? Mia zia è sempre poco incline a tollerare le lamentele e la nostra governante dice che se abbiamo il tempo per lamentarci allora vuol dire che non abbiamo lavorato a sufficienza

-          La tua governante era una Corvonero?

-          No, viene direttamente dal terzo Reich

-          Mamma invece fa finta di starlo a sentire e poi gli chiude la bocca, metodo Granger fatto in casa

-          Ah sì?

-          Ma anche lei quando ci si mette è una di quelle che non la smette più

-          E tuo padre fa come lei?

-          No! A mio padre piace far vedere chi comanda

-          Ah sì?

-         

-          Non mi dirai che la picchia, spero

-          Certo che no! ti pare che potrei permetterglielo? – no, decisamente impossibile

-          E allora?

-          In genere le dà un bacio, ma non è una cosa che approvi del tutto e non è l’unica cosa, casa nostra di notte è off limits, è sconsigliato girovagare per i corridoi, ci sono spettacoli poco edificanti in giro, senza contare poi tutti quei quadri parlanti di cui ci siamo riempiti le stanze, francamente non li sopporto granchè, quando sarò più grande casa mia sarà piena di nature morte e…

La sua sequela di lamentele venne interrotta.

Da un bacio.

Mentre lei chiacchierava distratta di tutto quello che non sopportava lui si era avvicinato piano piano e quando lei aveva finalmente percepito il pericolo la bocca stava già sfiorando la sua mentre gli occhi erano chiusi, i suoi invece erano spalancati dallo stupore e poco ci mancava che non si mettesse a piangere. Avrebbe potuto impedirglielo se avesse voluto, ma… Kitt la influenzava troppo lo diceva sempre

E parlava di piangere dalla gioia, anche se era sbagliato.

-          Così? – così cosa? Al momento non ricordava neppure come si chiamava!

-          Eh? – un commento molto arguto

-          Non è un metodo troppo spiacevole… - stava ridendo di lei? Maledetto, aveva un’anima bastarda quello stupido Ravenclaw

Una lacrima le rigò la guancia, non voleva piangere, non DOVEVA, ma non ci riusciva. Come poteva piacerle qualcosa del genere fatto assolutamente senza sentimenti di amore? Poteva capire la casualità, tipo quella che l’aveva colpita quando aveva baciato Jack, ma… qui le cose erano completamente diverse! Questo era un atto premeditato!

-          Ti odio Christopher! – gli gridò in faccia, lui parve stupito, ma dentro di sé se l’era aspettato, niente di diverso, magari solo qualche ceffone in più, ma quelli potevano arrivare – ti detesto! Come ti permetti di baciarmi senza provare niente per me?! Stupido, stupido, stupidissimo Kitt!

E lo schiaffo arrivò per davvero, forte e bruciante sulla sua guancia, ma quasi non lo avvertì perché c’era qualcosa che l’aveva pietrificato: aveva visto l’ombra di un sentimento nei suoi occhi, tra le sue lacrime.

E delusione, molta delusione.

Cosa aveva detto? Che non provava niente per lei?

E lei?

Che cosa era implicito in quelle parole? Che gli voleva bene più che ad un amico?

… che stupido, non si era preoccupato molto di quello che poteva provare o pensare lei, non era stato un comportamento molto diplomatico, non le aveva neppure detto che l’amava…

Ma dove aveva avuto la testa in quei sette anni? Dove per non vedere quello che al momento gli sembrava così semplice ed evidente?

Cosa diceva il saggio?

L’ovvio è quel che non si vede mai, finché qualcuno non lo esprime con la massima semplicità.

Gardis non era stata così evidente, ma… in effetti in qualche modo avrebbe dovuto capirlo già da tempo… che cosa? Beh, la cosa che allo stesso tempo era la più bella e la peggiore dell’intero Creato.

 

Vide la sua figuretta sfrecciare via dal luogo dove erano poco prima nascondendo gli occhi nella manica mentre lui stava ancora a riflettere.

Oh, al diavolo tutto!

Afferrò il suo braccio al volo e, prima che lei si voltasse e l’aggredisse, l’abbracciò stretta.

-          Ti amo, Gardis Derzhena Malfoy – disse semplicemente, qualsiasi altra cosa sarebbe stata fuori luogo

La bionda spalancò gli occhi finché non brillarono come la luna in cielo.

Ma più ancora della sua inaspettata dichiarazione la stupì sentire una lacrima, fredda come ghiaccio, scorrerle sulla schiena scoperta dalla scollatura dove lui stava posando le sue labbra.

 

*          *          *

 

Spazio autrice: ciao a tutti! Eh sì, finalmente ci siamo arrivati al tanto sospirato e temuto momento della confessione! Spero di non aver deluso troppe aspettative, so che ciascuno lo immagina in maniera differente , io personalmente trovo molto romantico mischiare l’amore con le lacrime nelle mie storie e purtroppo è maledettamente evidente.

Ciò che mi piace di questo capitolo è che finalmente Kitt comincia a mostrare un po’ di se stesso, ma non la parte prettamente istintiva che ha visto la luce nelle due occasioni in cui ha osato alzare le mani sulla pupilla Malfoy, peraltro neppure troppo ritrosa, ma anche perché l’istinto che lo prende in questo capitolo è quello che chiamo “istinto di sopravvivenza”, insomma, diciamocelo, il poveretto è arrivato al suo limite di sopportazione e mi piace affermare che si è costruito la forca da solo perché sì che Gardis ci mette del suo, ma prima la va a baciare, poi se la coccola perbene per tutta la storia e viene a dirmi che non riesce a starle lontano, vorrei ben vedere! Quale persona normale sa stare alla larga da un/una Malfoy?

Appunto, nessuno…

Ci sono poi altre storie che s’intrecciano: scrivere di Hestia che fa quella ramanzina sottintesa al nostro protagonista Black è stato divertente, mentre ho cercato di rendere le scene di Karen il più drammatiche possibili, tanto per separare un po’ queste tre tanto amiche, ma così diverse.

Alla fine ognuna ha le sue grane e non da poco.

Per finire, la scena che preferisco è quella dove Kitt parla con Leonard, la chiave di lettura, piuttosto facile, è la seguente: “se fossi stata una ragazza di Hogwarts che passa per caso di lì, sarei rimasta abbagliata”, perché si sa che i cattivi ragazzi hanno il loro fascino e io ho tanta voglia di vedere questo Christopher come un cattivo ragazzo.

Ok, ho scritto un poema più o meno senza senso, sono molto curiosa di leggere i vostri commenti, quindi spero davvero che me ne lascerete e farete contenta questa autrice un po’ pazza! ^^ oggi che ho tempo passo a salutarvi uno per volta, grazie mille! Siete tutti meravigliosi, anche quelli che non mi lasciano una recensione ma che seguono la mia storia, grazie davvero!

Ciao e un bacione,

Nyssa

 

PS: chiedo scusa per il mio russo penoso, se ci fosse qualche errore vi prego di farmelo notare che provvederò a cambiare il testo, purtroppo la mia consulente (e amica), ha deciso di partire per un viaggetto, quindi mi manca un po’ di materia prima.

PS2: avet notato che strano? Il capitolo della dichiarazione di Kitt è caduto come 22=2+2=amore+amore, curioso, questa volta non l’ho fatto apposta! Ne sono davvero felice! Ora scappo davvero.

 

Giulia Malfoy: ciao! Ah, se ti prudono le mani ti capisco, non sai a me! A volte è orribile essere un’autrice così cattiva con i propri personaggi e seriamente mi domando: “perché non gli faccio fare questo o quello?”, beh, non ho ancora avuto risposta, niente segni divini, continuerò a chiedermelo usando la stessa scusa di sempre esigenze di copione.

Kitt poi è un personaggio che si trattiene sempre, quindi scrivere di lui è doppiamente difficile…

Spero davvero che questo capitolo ti piaccia e mi auguro che mi lascerai anche una recensione, al prossimo aggiornamento, ciao e un bacio! Nyssa

 

Hollina: eh… ci sono persone che non imparano mai, Kitt almeno una mossa se l’è data, peccato che avrebbe dovuto dire moooooolto di più che quelle stupide tre parole, ma almeno è stato romantico, se c’è una cosa di Kitt è che, a differenza di Leonard che non lo è minimamente, è romantico e questo mi piace in un ragazzo.

Lui sa come mandare in deliquio una ragazza… ah, ne esistessero di più di ragazzi così…

Già, la storia di Rago è molto triste, io penso che sia per questo e per il fatto che sia una principessa che il suo sarcasmo è così tagliente. Ad ogni modo è servito a dare una smossa a quel benedetto Black.

Spero davvero che il capitolo ti piaccia, ormai la storia sta davvero nel vivo! Mi raccomando, lasciami una recensione! Ciao un bacione e alla prossima! Nyssa

 

Killkenny: era un dettaglio che mi aveva colpito molto del curriculum che avevi mandato e così ho deciso di usarla, dopotutto tutte le mie fic sono disseminati di citazioni più o meno evidenti a Eva.

Ti ringrazio di nuovo per il voto, spero che anche questo capitolo riscuota la tua approvazione, anche se è decisamente più sdolcinato ^:^

Noi ci rivediamo al prossimo aggiornamento, spero davvero che ti piaccia e che mi lascerei una recensioni, ciao e a presto!

 

Ginny28: eh, sono contenta che Fjodor abbia suscitato il dovuto stupore, è un personaggio che serve parecchio, in questo capitolo si vede che pure lui nasconde la sua bella dose di verità, come tutti d’altronde, sembra quasi che nelle mie storie i personaggi vivano di pane, psicologia e segreti. Una dieta variegata, non c’è che dire…

Mi dispiace che la tua curiosità non sia soddisfatta anche in questo ventiduesimo capitolo, però prometto che presto comincerò a risolvere tutti i misteri =P

Mi auguro che ti piaccia anche questo aggiornamento, aspetto di sapere, sono curiosa di ricevere una tua nuova recensione! Ciao, un bacio e alla prossima! Nyssa

 

Lord Martiya: uhm, potrei farci un pensierino, è sempre un’idea interessante mettere una guardia del corpo a Gardis, il problema è che credo che lei sia capace di badare a se stessa, non penso che qualcuno riuscirebbe a farle qualcosa senza il suo completo consenso ^_^

Mi auguro che il capitolo ti piaccia ugualmente, anche se non è molto avvincente… ciao e a presto!

Nyssa

 

DragonSlave: ehm, è così evidente che mi piacciono le parentele? Chi l’avrebbe mai detto…lalalalala… (fa finta di niente). Ad ogni modo penso che uno schemino torni sempre utile, io lo faccio sempre prima, salvo poi ampliarlo del doppio durante la storia, i personaggi iniziali generalmente raddoppiano durante la narrazione perché mi dico: , serve anche questo personaggio. E quest’altro. E questo non lo volevo usare, però… ecco come nascono i casini ^_^

No no, tranquilla, il fatto che ci siano poche ragazze Malfoy non c’entra con la storia di Rago, è solo una casualità, sarà che i maschi Malfoy hanno decisamente più successo…

Che vampiri e licantropi si detestino è un dato di fatto, è così da sempre, però non ho mai detto che vampiri e arcimaghi si odino, in effetti erano pacifici finchè quella p****** della matrigna di Rago non ha combinato il solito pasticcio diplomatico. Ho sempre sostenuto che le donne fanno la storia e la distruggono, che dici, sono un po’ troppo femminista?

Sul mistero di Fjodor si scoprirà tutto, tranquilla, anche se ci vorrà un po’ perché il caro ragazzo non ha certo voglia di vuotare il sacco così velocemente, eh che cavolo, sennò che razza di personaggio sarebbe? Non mi serve una persona senza misteri ^_^

Diciamo che Rago la si può vedere in modo differente, da una parte è vinta da un sentimento di amore eterno verso Dresda e dall’altro tratta Kitt quasi in maniera materna, non è una cosa strana?

Ad ogni modo siamo finalmente arrivati al momento della dichiarazione che è un bel po’ più romantica di quella che Draco fece ad Hermione, questo perché Draco, come Leonard, trasuda fascino, ma pecca di romanticismo, direi che è l’abitudine ad avere troppe ragazze…

Ora ti lascio, ho scritto un poema, spero davvero che il chappy ti piaccia, sono davvero molto molto curiosa di leggere la tua recensione a proposito, mi raccomando scrivimi presto! Ciao e un bacione grandissimissimo! Nyssa

 

Vavva: non dirmi che hai già sviscerato tutti i misteri che ho creato… che autrice inetta che sono, uffa, non dovrei essere così tanto prevedibile. Ma migliorerò, lo prometto!

Fjodor ha la sua buona parte di mistero, non posso dire nulla a proposito perché la soluzione dei misteri è ormai vicina, però spero davvero che questo capitolo ti piaccia ugualmente anche se non si scopre davvero chi è. In compenso ci ho messo la tanto attesa dichiarazione di Chris che ha deciso di dare credito alla storia di Rago e di darsi una mossa, esprimendo finalmente i suoi sentimenti (ed era ora, c’è proprio da dirlo…).

Mi auguro che ti piaccia quindi spero di leggere presto la tua recensione, ciao e un bacione grande! Nyssa

 

_Nana_: ciao cara! Come te la passi? Io continuerò a scrivere, non preoccuparti, da quando ho scoperto che pubblicare fanfic mi piace così tanto, non intendo certo lasciar perdere, è troppo rilassante buttare giù una bella avventura complessa.

Sono molto felice che la storia di Rago ti sia piaciuta, in effetti è piuttosto triste… in effetti Gardis è andata all’appuntamento come Rago, ma Kitt non ha mai menzionato sua sorella con loro dure e c’è anche da dire che, come spiega Gardis qualche capito indietro, Rago più leggere tutti i pensieri della nostra protagonista, le emozioni e vedere le sue stesse cose, ma non esiste il contrario, quindi o è Rago stessa a comunicarle qualcosa in un certo modo (che non ho ancora spiegato), oppure Gardis è assolutamente all’oscuro di quanto si dicono Rago e Kitt, infatti non sa di piacere a lui anche se Chris ne ha fatto parola a Rago.

Forse mi sono lasciata trasportare dalle complicazioni del personaggio, ma questo passaggio è molto importante, quindi ho voluto spiegarlo bene, spero di essere stata chiara, nel caso non lo fossi riscrivimi che lo spiego meglio ancora.

Ad ogni modo spero davvero che questo ventiduesimo capitolo ti piaccia, aspetto trepidante la tua prossima recensione, ciao e a prestissimo! Nyssa

 

Kri87: innanzi tutto ciao e benvenuta! Sono sempre felice di conoscere nuovi lettori delle mie storie e premetto già che questa risposta sarà lunga come la tua Recensione (con la R maiuscola come hai precisato) perché sono una a cui scrivere e parlare piace un sacco e tu mi hai dato un sacco di elementi di conversazione ghiottissimi!

Se ti può consolare anche io ero piuttosto indecisa se pubblicare oppure no il seguito delle Relazioni perché, come te, penso sempre che i seguiti siano sempre una forzatura della storia originale, qui però alla fine ho deciso di fare il primo passo perché, lo devo ammettere, la storia originale che creai era proprio quella di Gardis e Kitt e quella di Draco ed Herm è venuta di conseguenza perché sarebbe stato stupido scrivere una storia della new generation senza avere una old, no?

Sono molto felice di non dovermi pentire della mia scelta, sono molto legata ai personaggi di questa storia perché, a differenza di quelli delle Relazioni, li ho creati proprio a mia immagine, come li volevo io, mentre gli altri avevano già un’impostazione data dalla zia Row nei suoi libri, anche se forse mi sono ispirata più ai film che ad altro…

Spero davvero che la storia continui a piacerti e sono contenta che riesca addirittura ad oscurare la sua “mamma” a cui sarò eternamente legata (sai, è la prima che ho scritto, la considero un po’ la mia pupilla), anche io leggo e scrivo solo di Draco ed Herm, quindi mi è sempre difficile avere personaggi diversi tra le mani.

Per quanto riguarda i difetti, invece, ti ringrazio moltissimo per avermeli fatti notare, penso seriamente che le critiche, se sono costruttive, possono tornare utili. Una persona alla fine delle Relazioni, mi aveva detto ti fare attenzione a non usare troppi abbreviativi e ho cercato di seguire il consiglio, per quanto possibile, là però la cosa era voluta perché mi serviva per la questione del nome Ransie e Temperance.

In effetti ho un po’ di problemi tra il te e il tu, purtroppo mi rendo conto di usare a dismisura il primo quando invece sarebbe corretto il secondo, a volte però sono così abituata che rileggendo non me ne accorgo neppure, chiedo davvero scusa per tutti gli errori, mi rendo conto che devono davvero essere a bizzeffe e veramente fastidiosi quando si legge per la prima volta, o almeno per me è così. A volte non me ne accorgo neppure, rileggo la storia tante di quelle volte che ormai conosco le frasi praticamente a memoria, sorry =P cercherò di essere più attenta, lo prometto. Lo stesso vale per le dimenticanze di soggetti e verbi, so a memoria quello che volevo dire che non me ne accorgo neppure ^_^

Per quanto riguarda la storia, invece, tranquilla, dormo benissimo la notte, forse anche più di quello che dovrei, il dormiveglia prima di prendere sonno penso davvero che sia il miglior periodo per inventare situazioni nuove o nuove storie… che siano complicate, ehm, quella è un’altra faccenda, il fatto è che mi piace dare il proprio spazio a tutti i personaggi e quindi mi viene naturale creare una storia per ciascuno, solo che poi s’incrociano e allora… si finisce così…

Mi fa piacere che gli occhi bicolori di Gardis le diano spessore, Gardis è un personaggio che amo moltissimo, il mio ideale di persona, nonostante tutti i suoi difetti, ed ero molto legata al fatto che avesse gli occhi di colori differenti, doveva essere la degna figlia di Draco ed Herm, mentre Leonard presenta una fusione differente, ma comunque evidente soprattutto nel carattere.

Jack sembrava davvero innamorato di Gardis? Beh, questo capitolo insegna che… era proprio così! Non ti eri sbagliata, è solo di recente che ha aperto gli occhi e in effetti ha ragione, non avrebbe mai avuto chance contro Kitt, mi spiace, lui era il protagonista fin dall’inizio e non era difficile da intuire, Gardis ha letteralmente perso la testa. Chissà che non riesca a stare vicino a Karen proprio per questa loro affinità di sentimenti nei confronti di due persone che non li corrispondono.

Poi c’è Leonard, creato a immagine di Draco, ma senza i suoi problemi di personalità e decisamente diverso per quanto riguarda la psicologia, insomma, un’apparenza tutta esteriore, in realtà Leo ha preso molto dalla sua mamma.

Seraphin tornerà, promesso, avrà il suo spazio, deve solo arrivare il suo momento.

Ok, l’avevo detto che avrei scritto la Divina Commedia come risposta, vero? Bene, ora scappo davvero. Seguendo il consiglio di Rago Kitt ha finalmente deciso di mollare i panni del bravo ragazzo e di fare quel che gli gira (mica male, no?), mentre comincia a comparire il personaggio di Fjodor, ehehe, anche lui ha qualcosa da raccontare (ma che strano).

Mi auguro che il capitolo ti piaccia come il resto della storia, aspetto trepidante la tua recensione, spero di riceverla presto, mi raccomando, non distruggere la tastiera! Se poi vuoi fare due chiacchiere con un’autrice pazzoide e parlare della storia o di qualsiasi altra cosa, scrivimi pure! Sono davvero curiosa di conoscere nuove persone! Ciao ciao e a presto, un bacione grandissimo! Nyssa

 

Lisanna Baston: è curioso di Rago il fatto che passi continuamente da un atteggiamento prettamente da amante a qualcosa di molto simile all’istinto materno. In effetti la sua storia è molto triste, ma ciò che vuole davvero fare è insegnare qualcosa a Kitt, insomma, ad avere fiducia in se stesso e nella ragazza che ama.

A combattere per il suo amore, cosa che lui non stava facendo, ma che finalmente s’è deciso a fare.

Eh, Kitt ha ragione a pensare che Rago non gliela racconta giusta, c’è ancora qualcosina da dire su di lei, ma non è ancora giunto il momento, anche se non sarà troppo in là.

Bene, spero davvero che questo nuovo capitolo con la tanto fatidica dichiarazione di Kitt ti piaccia. Aspetto la tua recensione, sono curiosissima di sapere che cosa ne pensi, ciao e un bacio! A presto, Nyssa

   
 
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