06/02/2015
1 recensioniInghilterra era sicuro di amare America, quel ragazzo era la sua calma e la sua felicità, era il suo fratellino.
Allora perché non riusciva a lasciarlo?
Quel giorno sotto la pioggia, si era chiesto perché America avrebbe voluto andarsene, lui gli aveva dato tutto!
America era stato cresciuto tra affetto e amore.
Inghilterra era sempre stato solo.
America era sempre stato agiato, pieno di ricchezze.
Inghilterra era cresciuto tra la povertà e la miseria.
America aveva un fratellone che si prendeva cura di lui.
America aveva tutto ciò che Inghilterra desiderava, e solo dopo capì che durante la guerra d’indipendenza lui non aveva pensato ad America, ma a sé stesso. Era geloso della vita che lui stesso aveva donato alla giovane nazione, senza accorgersi di starlo trattando come avrebbe voluto essere trattato da Scozia, il suo big brother.
Dopo quella guerra Inghilterra si era isolato, il rimorso l’attanagliata talmente forte da impedirgli quasi di mangiare, mentre la rabbia verso sé stesso lo rendeva sempre più intrattabile e solitario.
Così si isolò dal mondo, senza andare neanche alle riunioni delle nazioni.
Inghilterra non voleva correre il rischio di incrociare di nuovo lo sguardo con quello che era il suo fratellino, il suo piccolo America, adesso non più suo.
Finalmente dopo aver prosciugato la rabbia e il rimorso, trovò il coraggio di presentarsi a un meeting.
Le altre nazioni non dissero nulla sulle sue precedenti assenze, consapevoli del dolore che continuava a provare.
Lì vide anche America.
Era diverso.
Era cresciuto.
Era … indipendente.
Inghilterra si sentì tradito dalla scelta del nuovo nome che si era scelto:
Alfred Freedom Jones.
Freedom … libertà … vuol dire che sotto la sua protezione America non si era sentito libero?
In quella occasione si ignorarono entrambi, ma erano consapevoli cdi non poter continuare così per sempre.
Un giorno America trovò il coraggio di parlare al suo ex-fratello, decise di iniziare parlando di cose casuali, per non rischiare di pensare di nuovo alla guerra.
Ma il suo accento prese il soppravento e più di una parola inglese venne sostituita da un’altra americana.
Questo ricordò Inghilterra delle lezioni passate a insegnare inglese a un piccolo bambino dal viso innocente e il sorriso puro.
E quando rivide quel sorriso, non riuscì a trattenere i propri sentimenti e iniziò una lite.
E non sembra esser mai finita.
Anche oggi, ogni riunione è piena di litigi su la cosa più stupida, dalla pronuncia di una parola al vestiario.
Non c’era nulla su cui non avessero discusso, a parte i propri sentimenti.
Così America continuò a nascondersi dietro la maschera da eroe che si era creato, e Inghilterra continuò a non lasciare i suoi sentimenti uscire dal guscio del suo finto caratteraccio.
In realtà non desiderava altro che poter abbracciare l’altro come facevano un tempo.
Mentre l’altro voleva solo essere trattato da adulto, voleva che Inghilterra pensasse a lui come Alfred, non come il fratellino da proteggere.
Il suo eroe è sempre stato Inghilterra, ma ora voleva essere lui a proteggere Arthur.
Fin’ora hanno sempre litigato, ma questa volta America ha intenzione di cambiare le cose.
Dirà tutto a Inghilterra: gli dirà delle notti passate a piangere dopo la propria indipendenza, di quanto gli sia mancata la sua tremenda cucina, ma soprattutto gli dirà di quanto lo ama e di quanto forti siano i suoi sentimenti, che siano ricambiati o no.
Dopo la riunione, prese il biondo da parte e iniziò a ripetere il discorso che si era preparato. Ci aveva pensato così tanto da averlo imparato a memoria, eppure le parole sembravano sempre sbagliate, così passò subito alla parte importante, e baciò Inghilterra.
Era sensazione strana, ma molto piacevole.
Temeva di essere respinto, ma quando non accadde nulla aprì gli occhi lentamente e vide gli occhi chiusi dell’altro pieni di lacrime, il volto aveva un’espressione che non riusciva a capire.
Aveva fatto piangere Inghilterra?
Al pensiero si allontanò e iniziò a balbettare scuse, ma fu subito zittito dalle labbra di Arthur.
Stava ancora piangendo, ma capì che era per la felicità e non perse tempo a stringere l’inglese a sè e a sussurrargli nel orecchio ciò che voleva dire da fin troppo tempo:
“I love you …”