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Autore: _Met_    06/02/2015    3 recensioni
{Malec}{Romantico|Missing Moment| Malinconico} {Post CoLs}
Una nottata insonne per il sommo stregone di Brooklyn.
Una serata con lo scopo di abbandonare i ricordi che fanno male.
Un Nephilim.
Un incontro che non sarebbe dovuto avvenire.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: _Met_
Titolo: Last meeting
Coppia: Malec
Generi: Missing Moment| Romantico| Malinconico | Song Fic
Desclaimer: I personaggi non mi appartengono e sono di proprietà di Cassandra Clare.
Note: Allora, lavoro su questa storia da un paio di mesi. E lo presa e mollata tantissime volte quindi non so bene come sia il risultato finale.  
Spero vi piaccia
Uno stra mega abbraccio
Met
P.s il testo iniziale è preso dalla canzone Carry On dei Fun.

 
Well I woke up to the sound of silence
the cars were cutting like knives in a fist fight
and I found you with a bottle of wine
your head in the curtains
and heart like the Fourth of July
You swore and said
“We are not
We are not shining stars”




Apri gli occhi, guardi fuori dalla finestra e vedi che la notte regna ancora sovrana. Getti uno sguardo all’orologio che pigramente segna la mezzanotte. Hai dormito poco più di due ore, ma ti va bene così. Quasi rimpiangi le tue feste, di quando confondevi il giorno con la notte e viceversa. Sorridi stancamente alzandoti dal letto. Ti passi una mano tra i capelli impregnati di glitter. Pigramente ti dirigi in bagno, dove ti dai una sistemata. Sai che non riuscirai più a prendere sonno così dopo esserti vestito, esci. La fredda aria di Brooklyn ti carezza il viso. Affondi le mani nelle tasche e con passo lento ti dirigi da Taki. Tra le tante figure che vedi rannicchiate a terra con una bottiglia tra le mani solo una ti lascia spiazzato. Ha i capelli crespi e disordinati, gli occhi sono cerchiati da spaventose occhiaie, eppure anche in quello stato pietoso non puoi far altro che avvicinarti. Lentamente, sperando vivamente che non sia lui. Ma riconosceresti quegli occhi blu ovunque. Ti rannicchi al suo fianco. Tra le mani tiene ancora una bottiglia mezza vuota di un alcolico scadente. Lo guardi, lui non si è ancora accorto di te, fissa il vuoto ridendo di tanto in tanto. È una risata strana. Ha un che di finto, di folle quasi. Una risata che mai avresti associato al ragazzo dagli occhi blu. Poche sono state le volte in cui l’hai sentito ridere, ma te la ricordi ancora. Roca e bassa. Silenziosa quasi. Quel genere di risata che noti solo in due casi. Se la stanza è immersa nel silenzio. O se si è degli ottimi ascoltatori attenti sempre e comunque. Finalmente alza lo sguardo da terra. Ti guarda e lo vedi sgranare gli occhi. Non dici o fai nulla, cerchi di rimanere  impassibile, anche se vorresti stringerlo a te come facevi un tempo. Fai per alzarti, consapevole che avresti fatto meglio a non uscire questa sera. Magari non l’avresti incontrato, magari saresti riuscito a non sognarlo, magari devi solo dimenticarlo. Ma non ci riesci, perché lui è una novità. In ottocento – o trecento – anni hai provato di tutto, tanto che con il passare del tempo tutte quelle sorprese si sono fatte ripetitive e monotone. Sei stato con tante persone, mondani,vampiri,licantropi, fate. Ma mai un Nephilim si era avvicinato a te se non per chiedere il tuo aiuto. E poi, è arrivato lui. Un’ondata di novità che ti ha sollevato da quell’oblio di solitudine in cui eri sprofondato. E tu più di tutti sai che nulla dura per sempre. E così è stato. I vostri moment felici si sono distorti, fino ad assomigliare a ricordi da dimenticare. E forse, è proprio quello che il tuo ormai ex ragazzo sta cercando di fare. Dimenticarti. Buffo, parli ancora di lui come se fosse una tua proprietà. Anche se sai che probabilmente non lo è mai stato. E ora lo guardi. Ha gli occhi annebbiati dall’alcool e dalla disperazione e gridano che vorrebbero riaverti. Ma sai che per ora è meglio allontanarlo. Così, ti alzi, muovi qualche passo ma una mano gentile ti strattona la giacca. Prendi un respiro, una vocina nella tua testa – probabilmente il tuo buon senso – ti dice di non voltarti. Ma la ignori – e da un po’ in realtà che te ne freghi di tutto – e ti giri verso il cacciatore che con gli occhi ti sta implorando di perdonarlo. Avresti dovuto ascoltare la voce nella tua testa che ti gridava a pieni polmoni di non fare stronzate, ma ormai sei in quella stradina ormai vuota, con un Nephilim che faresti meglio a dimenticare ma che non vuoi accantonare nei tuoi ricordi.  Ti siedi accanto a lui, il cacciatore poggia la guancia contro la tua spalla e guarda il lastricato sudicio. Sospira pesantemente ma non dice nulla. Il silenzio alleggia tra di voi per ancora qualche istante, poi, come se il ragazzo si fosse ricordato come si parla, smozzica una frase che ti lascia di sasso.
« Dove sei stato Magnus ? Mi sei mancato »
Non sai come ribattere e ti limiti a guardarlo. Vi siete – anzi l’hai – lasciato da ormai quattro settimane se non di più, e tante sono state le volte in cui avresti voluto riaverlo lì accanto a te. Eppure, è bastata, una mezza bottiglia di alcool ha fargli scordare il dolore che probabilmente entrambi avete provato in quelle settimane. Ti schiarisci la voce, fai per parlare ma lui nuovamente ti precede.
« Lascia stare, non voglio saperlo. Ti voglio solo al mio fianco » sussurra
Dopo qualche altro attimo di silenzio ti prende il viso tra le mani e ti bacia. E per quanto ti sembri uno sciocco cliché da film da due soldi non puoi far altro che ricambiare il bacio.  Ed è un bacio sofferto, un bacio dolce ma che allo stesso tempo sa di alcool e rimpianti.  Vi staccate poco dopo. Vi fissate a vicenda e per un attimo un barlume di lucidità splende negli occhi blu del ragazzo.  Abbassi lo sguardo e un senso di colpa t’invade il petto.  Ti circonda la vita con le braccia e poggia il viso sulla tua spalla.
« Non lasciarmi più » smozzica in tono stanco.
Gli passi una mano tra i capelli e una parte di te spera che il ragazzo non si ricordi mai di questa notte.  Sospiri e sai che sei rimasto per troppo tempo. Non avresti nemmeno dovuto avvicinarti a lui ti ricorda la vocina nella tua testa.



Apri gli occhi all’improvviso, hai il fiato corto e il cuore sembra che voglia spaccarti la cassa toracica pur di uscire. Ti guardi attorno confuso. Ti gira la testa e la vista sfocata, non ti aiuta a capire meglio la situazione. Sbatti più volte le palpebre e riesci a mettere un minimo a fuoco la stanza. E non riesci a credere che sia stato solo un sogno. Eppure ti sembrava tutto così reale. Guardi fuori, il sole è già alto e ti chiedi per quanto hai dormito. Cerchi di ricordare la sera prima ma non ci riesci. Ti sdrai nuovamente nel letto e chiudi gli occhi. Ma un leggero bussare interrompe la quiete della tua stanza.
« Alec? Tutto bene? » chiede Isabelle.
« Si Izzy, sto bene » rispondi quasi in automatico.
Ti sdrai nuovamente nel letto sperando così di ricordare i fatti della sera prima. Ma non ci riesci, e sulle labbra hai ancora un sapore insolito. Un misto di alcool e qualcosa di appiccicoso che non riesci subito a identificare. Ti sfiori le labbra con le dita e quando ti guardi i polpastrelli noti, una leggera traccia di glitter. Sorridi involontariamente cercando di ricordare.
 

« Non è da te » ti riprende una voce che conosci fin troppo bene.
« Cosa ? » chiedi senza voltarti.
« Sai di cosa sto parlando Magnus » continua.
Non rispondi e con sguardo assorto fissi la moquette del loft.
« Lo so » sospiri infine.
« So che lo sai, ma voglio sapere il perché » continua la strega.
« Sta meglio senza di me » ribatti.
« E tu ? Come stai ? » ti chiede.
« Non lo so  »
   
 
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