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Autore: Tempie90    06/02/2015    1 recensioni
AU tradotta dal sito di FF fanfiction.net, è un'esperimento che abbiamo deciso di fare io e anitagaia.
La storia parla di una Beckett ancora novellina facente parte della Vice squad del 12° distretto, ovviamente le modalità in cui conosce Castle sono altre! XD
Speriamo vi piaccia e abbiate la pazienza di leggere i nostri aggiornamenti!
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ed eccoci qui, a distanza di quanto? quattro  giorni? Beh Anita è stata un fulmine nella traduzione e alla fine abbiamo deciso di non aspettare lunedì per pubblicare un aggiornamento. In fondo vi abbiamo lasciato a secco per mesi... XD
Speriamo di mantenere questo ritmo!! XD
Ho appena letto il capitolo e, come anticipatomi da Anita, è abbastanza 'interessante', perciò buona lettura! =)
Fateci sapere!
A presto. =)

                                        Capitolo 21


La stoffa della sua uniforme era rigida sotto il tocco delle sue dita, un contrasto quasi piacevole alla morbidezza della pelle che rivelava a poco a poco con ogni bottone che toglieva.

“Kate” sussurrò, sopraffatto, piegandosi per baciare il suo collo, le mani che sfioravano contro il cotone del suo reggiseno.

“non scherzare,” gemette Kate, arcuandosi sotto il suo tocco, le costole pungenti contro il suo palmo.

Giaceva sul suo letto, il bacino che riposava giusto al bordo; da dove Rick stava, inginocchiato fra le sue gambe, poteva vedere solo il suo mento, la curva delle sue guance, lo scuro battersi delle sue ciglia.

Aprì un altro bottone, e poi un altro, trascinando la sua bocca su tutta la pelle che gli era raggiungibile, e ascoltava i segreti che il suo corpo gli sussurrava attraverso un brivido o una percettibile ondulazione dei suoi fianchi.

Era così bella, bellissima.

Raggiunse l'ultimo bottone e le aprì la camicia, fece passare la sua lingua per l'ombelico; Kate urlò, la sua voce roca nell'oscurità, le ginocchia che si attorcigliavano attorno al suo torso. Rise ma il fiato gli venne tolto via dalla sua presa forte, e così accarezzò l'interno delle sue cosce, lasciando che si rilassasse attorno a lui.

“Piano, Kate” sogghignò, la sua voce bassa. “devo essere cosciente per ciò che voglio farti”
 
Gemette di nuovo, bisogno e incoraggiamento mescolati insieme, il suo corpo che si sollevava; la zittì sfiorando i suoi fianchi, le dita che scivolavano sotto i suoi pantaloni, aprendo la zip.

Indossava delle mutandine adorabili, sembravano viola sotto la fioca luce della luna che illuminava la stanza, con piccoli puntini bianchi; non corrispondevano al reggiseno, e lo apprezzò, adorava che tutto ciò che indossava gli diceva che non aveva avuto intenzione di venire da lui quella sera.

“belle mutandine,” commentò, non riuscendo a trattenere il suo divertimento. Le tolse i pantaloni e lei lo aiutò, alzò il bacino così che potesse farli scivolare più agilmente; si era anche appoggiata sui gomiti e gli stava rivolgendo una occhiata minacciosa.

“Richard Castle, ti giuro che se ti stai prendendo gioco di me-”

“Mai,” rispose onestamente, lasciando che i pantaloni cadessero a terra, baciando le caviglie dolcemente. “Mai,” ripetè in un sussurro mentre la sua bocca si muoveva su e giù per la sua tonica gamba.

Sentì come tratteneva il respiro per l'attesa, la vide distendersi nuovamente sul letto, e sorrise sulla sua pelle. Poteva sentire il pompare del suo sangue contro le sue labbra, e ne era deliziato di sentirla così vicina, così profondamente.

Lui le era mancato, huh?

“Castle” gemette mentre la sua mano scendeva sempre più sotto le sue mutandine, accarezzando la sua pelle così sensibile. Kate alzò la gamba con la quale lui non era occupato, la attorcigliò attorno alla sua spalla provando ad avvicinarlo; le morse l'interno coscia in risposta, il suo singhiozzo di piacere che gli scatenava il fuoco nelle vene.

Respirò profondamente contro la sua pelle, la guardò muoversi e irrigidirsi contro di lui, così disperata di avere la sua bocca su di lei; e giusto quando era ormai insopportabile, il suo lamento bloccato nella gola, spostò di lato le mutandine e poggiò la lingua su di lei.

Balzò come se fosse stata scottata, i talloni che premevano sulla sua schiena, una bestemmia uscì dalle sue labbra aperte per il piacere. Aveva una mano stretta fra le sue lenzuola, ma Rick le prese l'altra, intrecciò le dita, e la sua stretta ferrea gli arrivò nel profondo.

“Kate,” sussurrò, non riusciva a trattenersi, il suo nome l'unica cosa che riusciva ad esprimere tutto il suo stupore, la sua gratitudine per riaverla ancora una volta.

La graffiò con i denti, e poi la leccò lentamente mentre lei si contorceva sotto di lui, le sue dita scivolose ma così forti, una serie di lamenti insensati che uscivano dalle sue labbra come una dolce melodia.

“Castle” riuscì a respirare, mentre i suoi fianchi spingevano contro la sua presa. “Castle, oh Castle-”

“adoro il modo in cui dici il mio nome,” le confidò nella pelle, sapendo che avrebbe sentito le vibrazioni delle parole fin su nelle ossa. “te l'ho mai detto? Castle. È così-” spinse la lingua contro di lei, forte e liberamente, “molto-” aprì la bocca, provando a possederla tutta, tutta quella carne bisognosa, “sexy.”

E con quello la succhiò senza alcuna pietà, bagnandola ancora mentre veniva, si dimenava contro di lui, il corpo che si alzava con un'energia che lo lasciava senza respiro, disperato, la sua stessa pelle che si contorceva di eccitazione mentre lei tremava con il suo rilascio.

Le diede dieci secondi per calmarsi, riprendere il respiro, e poi la spinse oltre sul letto; ma Kate era pronta adesso, aveva il pieno controllo, anche con le sue membra che ancora tremavano di piacere.

Spostò le gambe sotto di lei fino a quando le ginocchia non sopportavano il suo peso, poi si tolse la camicia. Si alzò, assaporando il modo lascivo con cui Castle la guardava ogni volta che la vedeva con solo l'intimo, le stesse mutandine che non si era neanche scomodato a toglierle, bagnate e scomode; senza spezzare il contatto visivo, lentamente le tolse.

Poi fu il turno del  reggiseno; la soffice stoffa del cotone che sbatteva contro il pavimento di legno duro sembrò svegliare Castle dalla sua contemplazione. Con un ringhio si mosse in avanti, le sue mani frettolose contro i bottoni della camicia. Aveva la mezza idea di lasciarlo dimenarsi da solo, e semplicemente guardare, sorridendogli, ma sarebbe stato contro produttivo.

Aveva bisogno di toccarlo.

Kate gli si avvicinò fino a quando le sue mani non si chiusero sulle sue, le portò poi fino ai suoi fianchi mentre la bocca trovava quella di lui, una carezza sorprendentemente dolce, le labbra che sfioravano dolcemente le sue prima che si schiudessero e gli garantissero l'accesso per la sua lingua.

Era un bacio profondo, languido, il calore che lentamente si costruiva fra di loro; gemette la sua approvazione, mosse le mani ai bottoni della sua camicia per spogliarlo tutto mentre lui esplorava la sua bocca, le sue mani che stringevano la sua vita.

L'ultimo bottone si aprì e sorrise contro le sue labbra, soddisfatta di se stessa, per la pelle calda che ora poteva toccare. La camicia cadde a terra con un sussurro, un suono suggestivo che lei voleva ricreare; trovò la zip dei suoi pantaloni, l'abbassò, e fece scivolare una mano contro la dura lunghezza di lui.

Castle si lamentò, si lamentò davvero, i suoi fianchi si alzarono contro il suo tocco giocoso, e salì sul letto, fermando i suoi sforzi di togliergli a tutti i costi i pantaloni, un braccio che le cingeva la vita. La sua bocca ora le baciava la spalla, la tortura più deliziosa, e chiuse gli occhi, le dita che ancora si muovevano fra di loro.

Oltrepassò il materiale setoso dei suoi boxer, accarezzò la pelle soffice, il pesante calore che le offuscava la mente; lo sentì balzare, il graffio dei suoi denti contro la spalla, e rafforzò la presa fra le sue mani, le dita che danzavano sulla pelle sensibile.

Castle ruggì, spostandosi più vicino, la sua bocca contro il suo orecchio; il suo petto sfiorava i suoi seni, la faceva arcuare per il bisogno, le faceva cercare il più delizioso dei tocchi.

Ma per quanto le piacesse restare al suo gioco, tutto quello sfiorarsi seducente- c'era sempre un momento in cui Kate voleva di più.

Aveva bisogno di più.

Strinse per l'ultima volta il suo membro e poi lasciò la presa su di lui, orgogliosa del respiro affannoso che uscì dalle sue labbra, e poi intrecciò un braccio attorno al suo collo, lo usò per sollevarsi e spostarsi su di lui. Il ginocchio scivolò fra i suoi e lo spinse indietro, la manovra un po' scomoda, ossa contro ossa a volte; ma alla fine riuscì ad ottenere quello che voleva.

Castle che giaceva sotto di lei, indifeso, sotto il suo potere.

La guardava con occhi ardenti, le labbra dischiuse in un sorriso che avrebbe ben voluto togliergli.

Cavalcò i suoi fianchi con un movimento dolce, si abbassò per un bacio e i loro denti si scontrarono nel desiderio, ma la sua lingua era calda e impaziente contro la sua, e i loro corpi si incontrarono, finalmente, e non più un semplice sfiorarsi ma  una decisa pressione dei loro petti che li fece gemere entrambi di piacere.

Kate ondulò il suo corpo contro quello di lui, ancora, e ancora, spingendosi sulla sua erezione, sentendo il gioco dei muscoli sotto le dita che premevano lungo tutto il suo petto. Lo desiderava così tanto; sarebbe potuta venire semplicemente con questo, spingendosi contro di lui, ma era così semplice togliersi i vestiti e farlo.

Ma non voleva muoversi da lui- lei voleva...lei...

“Kate,” grugnì contro la sua tempia, e poi si spostò, tutta la pressione che scompariva, lasciandola ancora più desiderosa, la sua testa che si gettò all'indietro, i suoi occhi chiusi.

Sentì la sua bocca sul suo seno, la sua lingua toccarla, ma così come era iniziato, il contatto eccitante e dolce si fermò, e Castle si allontanò da lei completamente. Aprì gli occhi, una mano che lo cercava ardentemente, un suono disperato che le rimaneva bloccato in gola.

Oh. si stava togliendo i pantaloni, il più velocemente possibile, e le sorrideva, come se non avesse perso neanche una sua reazione. Strinse gli occhi minacciosamente, poi alzò un sopracciglio, e chiuse le dita che ancora lo cercavano attorno alla sua femminilità.

Non era esattamente ciò che voleva, ma a questo punto tutto sarebbe andato bene, almeno lei sapeva come-

Castle, finalmente nudo, si spostò su di lei con un ringhio, la mano che scacciava la sua, i suoi denti che le catturavano il labbro.

“Non osare nemmeno,” minacciò duramente, tutto il suo corpo che reagiva a quella voce, alla lunghezza di lui su di lei.

“Non è colpa mia se ci metti così dannatamente tanto,” controbattè, ma la sua ultima parola finì in un sussurro perchè iniziò ad entrarle dentro, così molto, molto lentamente.

Si arcuò, senza parole, desiderando di più, che la riempisse tutta, ora, ora.

“Castle” lo supplicò, la sua voce appena un sussurro.

Ma fu abbastanza. Spinse contro di lei tutto, facendola gridare, e quando il bruciore della sensazione così sopraffacente diminuì, riuscì a sentire le sue dita sfiorarle la tempia, accarezzandole i capelli.

“E' questo quello che vuoi, Kate?” mormorò, le sue labbra che si muovevano sulla sua guancia. “vuoi sentirmi dentro di te? Vuoi sentirmi-” spinse i suoi fianchi, quel movimento dolce, fuori e poi di nuovo dentro, “muovermi dentro di te?”

Non avrebbe singhiozzato, no, non l' avrebbe fatto.

“Si,” riuscì a respirare, nel modo più controllato possibile. “Si. Muoviti.”

E prima che potesse farla supplicare di nuovo, prima di scherzare con lei ancora, Kate affondò le sue unghie nei suoi fianchi, spingendolo avanti con il suo tocco piuttosto che con le sue parole. E funzionò; e grugnì per la sorpresa mentre il suo corpo cedeva, il suo membro che affondava sempre di più dentro di lei, mentre lei spingeva contro di lui, le gambe attorcigliate attorno ai suoi fianchi, trovando un ritmo al quale sperava non avrebbe resistito.

 E alla fine, alla fine....

Smise di fermarsi.
  
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