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Autore: Yumeha    07/02/2015    3 recensioni
ATTENZIONE SPOILER CAPITOLO 418!
Non entrate se non siete al passo con le scan italiane!
~
Allur, ho pensato di riscrivere questo capitolo ipotizzando anche una specie di mini continuo. Non posso rivelare nulla sempre nei confronti delle persone che non leggono il manga, perciò se volete sapere qualcosa in più dovete entrare e leggere. u.u
Spero possa piacervi. ♥
Buona lettura!
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy, Heartphilia, Natsu
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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The Challenger

 
Questa storia la dedico a Sol_chan, che ha l’incredibile capacità di leggermi nel pensiero. ♥

 
Aprì gli occhi, rimanendo distesa ancora un po' sul letto. Lo sguardo vacuo puntato in un punto non definito della stanza e la mente altrove, in cerca di ricordi a cui aggrapparsi per non crollare. Una mano raggiunse il suo viso, in cerca di una ciocca dorata con cui giocare. Quando i suoi pensieri presero la consistenza di un volto, di una persona, Lucy sentì uno spiacevole vuoto dentro di sé. Fastidioso, tremendamente fastidioso, ogni giorno non faceva che prosciugarle le forze, arrivando a fine giornata sfinita e triste più che mai. Quando rievocò il suo sorriso, il labbro le tremò mentre gli occhi le si inumidirono, annebbiandole la vista. Una lacrima sfuggì al suo autocontrollo, scivolando velocemente al lato e infrangendosi silenziosa sul cuscino. Tirò su col naso, non doveva piangere, anche se non era facile: era passato ormai un anno dallo sfaldamento della Gilda numero uno di Fiore, Fairy Tail. Nonostante fosse la sua casa, scoprì che non era in realtà quello il problema. Certo, le dispiaceva e ci stava male, naturalmente, ma la continua causa del suo malessere era una sola: Natsu.
L'aveva lasciata sola.
Poteva avere tutte le buone intenzioni di questo mondo, se voleva incrementare il suo potere per riuscire a proteggere la sua famiglia le andava bene, ma non poteva prendersene ed andarsene quando gli faceva più comodo.
E questa non gliel'avrebbe perdonata. Mai.
Dopo la sua scomparsa per Lucy fu un disastro, perlomeno i primi giorni. Passò la prima settimana a piangere, rinchiusa tra quattro mura e abbandonandosi a se stessa, lasciandosi trasportare dal corso degli eventi, lasciando fare al tempo sperando ogni volta che lui ritornasse. Ma dormire da sola, senza il suo calore a tenerla al calduccio, o semplicemente il fatto di risvegliarsi assieme a lui e non doversela più prendere perché le invadeva lo spazio vitale, sembrava ogni volta convivere con un dolore che pian piano la dilaniava da dentro.
Il momento peggiore arrivò dopo il primo mese, quando ancora non era riuscita ad accettare l'assenza del rosato, insieme alla consapevolezza dei propri sentimenti nei suoi confronti. Dopo quella certezza il dolore divenne insostenibile, tanto che a un certo punto Lucy si rese conto che l'unica cosa che le impediva di pensare era il dolore, perché in quel momento il cervello si concentrava sul tipo di ferita che si doveva infliggere ogni volta, anziché permetterle di pensare a Natsu.
La mano lasciò la ciocca, che cadde sul cuscino, seguito da un rantolo mal trattenuto. Spostò le coperte con un gesto stanco e trascinandosi fuori dal letto, si diresse verso il bagno. Si svestì ed entrò in doccia, girando tutta la manovella sull'acqua calda, lasciando che i getti bollenti caddero sulla sua pelle e iniziassero ad arrossarla. Trovava nell'acqua bollente il calore necessario che riuscisse a farle scappare un sorriso, quasi come sostituta degli abbracci.
L'ennesimo flash: Natsu che la chiamava con un sorriso radioso sul volto e una mano che le faceva cenno di raggiungerla.
Il suo muscolo cardiaco sembrò essere stretto in una morsa, quasi legato con un fil di ferro, mentre qualcuno si divertiva a stringere sempre di più lasciandola agonizzante di un dolore ben peggiore di quello fisico, quello psicologico. Ormai non ne poteva più fare a meno, continuava a soffrire inevitabilmente, subendo tutto senza reagire.
Si strinse le braccia attorno al corpo, piantando poi le unghie nella pelle e tirando un sospiro di sollievo quando la fitta che le arrivò al cervello le impedì di pensare nuovamente al ragazzo.

Quando uscì, Lucy cercò di asciugarsi e vestirsi in fretta, aveva già perso troppo tempo. Indossò una canotta, una minigonna e infine si legò i lunghi capelli dorati in una coda laterale. Tirò un lungo sospiro stanco e mettendosi davanti allo specchio, indossò il sorriso più credibile che il suo repertorio avesse da offrirle. Dopo di che prese la sua borsa a tracolla ed uscì di casa velocemente; dovette correre per riuscire ad arrivare in orario.

I Dai Matou Embu non facevano che incrementare la sua tristezza. Non poteva sopportare che un'altra Gilda soffiasse il primo posto a Fairy Tail, era inconcepibile. Eppure i suoi nakama non c'erano. Ogni tanto le sembrava di rivedere Levy tra le scalinate, Natsu e Gajeel combattere insieme, Wendy e tutti gli altri. Delle effimere sagome sbiadite che tendevano a sparire non appena Lucy cercava di assottigliare gli occhi per scorgere meglio i loro volti. Inutile dire che anche questo non faceva che provocarle dolorose fitte, accompagnati da una serie di brividi di tristezza scorrerle lungo le braccia.
Quando vide di spalle il ragazzo che le aveva offerto un impiego e che l'aveva aiutata a tirarla fuori da casa sua, indossò la sua solita e ormai monotona maschera solare e lo raggiunse.
– Senpai! Eccomi, scusa il ritardo.
– Lucy! Anche oggi sei davvero coool!
– È iniziata la battaglia? – chiese la bionda, osservando Crixak di Dullahan Head da una parte e Berrick dei Dwarfgear dall'altra.
– Tra poco, sta per iniziare! Anche se secondo me, è chiaro che il vincitore sarà Crixak, è a un livello superiore.
– Bene, diamo inizio allo scoop!
Quando con la coda dell'occhio notò che Jason era troppo preso dallo scontro perché la degnasse di attenzione, si concesse di abbandonare la sua maschera per un po' e ad abbandonarsi alla tristezza. Seguì con scarso entusiasmo, muovendo la penna sul proprio taccuino con lentezza e a volte ricalcando certe parole. Prima di essere presa come reporter per il Weekly Sorcerer, il suo senpai le aveva inizialmente proposto di lavorare come modella di intimo, ma Lucy non ambiva ad apparire su qualche copertina, quello che le interessava veramente era scrivere. Certo, non erano ancora libri, ma poteva essere un buon inizio. Oltre a quello, la sua reale motivazione in verità, era che facendo da reporter, avrebbe potuto ricavare informazioni su tutti i suoi nakama. Sapeva che personaggi come loro avrebbero inevitabilmente attirato l'attenzione, perciò questo era il pretesto perfetto per sapere il più possibile.

Guardò Crixak battere il suo avversario con facilità, mentre continuava ad appuntarsi gli andamenti del gioco disinteressata, ma appena Jason si voltò verso di lei fu costretta a indossare nuovamente il suo falso sorriso.
– Rifinirò il lavoro e te lo farò riavere pronto.
– Ti ringrazio. – disse il ragazzo contento. – Peccato che quest'anno i giochi non siano stati entusiasmanti come quelli precedenti. Mancavano Lamia Scale, Sabertooth, Mermaid Heel...
– Non si sono presentate nemmeno Blue Pegasus e Quatro Cerberus.
– E neanche Fairy Tail.
Lucy dovette concentrate tutte le sue forze rimaste in una volta sola per cercare di non scoppiare a piangere. Fu davvero un colpo basso da parte sua ricordarglielo. Ingoiò il nodo che le si era formato alla gola, terribilmente doloroso. Sentì gli occhi pizzicarle ma ricacciò indietro le lacrime.
Per sicurezza si schiarì prima la voce, per assicurarsi di non averla roca. - Be', questo perché non esiste più...
Jason le prestò un po' più attenzione, osservandole il dorso della mano sospettoso. – Eppure quello è il marchio di Fairy Tail.
La bionda abbassò lo sguardo, sopra il tatuaggio rosa che le ricordava da dove provenisse e quale fosse la sua casa. – Uhm.
– Mi spiace che sia davvero finita per la tua Gilda, che peccato.

Mentre rifiniva il lavoro di stesura del trafiletto che sarebbe stato poi pubblicato sul Weekly Sorcerer, pensò al fatto che non si era mai messa in contatto con nessuno. Si era barricata all'interno della sua casa, chiudendosi dentro e lasciando fuori tutto e tutti. Non perdeva mai una notizia che riguardasse i suoi amici, ma non aveva il coraggio di lasciare l'uscio dell'appartamento per andare a trovare qualcuno. Nemmeno Levy, che per lei fu una sorta di migliore amica fin dall'inizio. Si era isolata, si stava lentamente distruggendo con le proprie mani, ma la cosa peggiore fu il fatto che tutto quello che le stava accadendo, lo prendeva come una causa a quello che Natsu le aveva fatto: ovvero, si era ormai autoconvinta che la colpa di tutto ciò fosse sua.
Odiava e amava Natsu.
C'erano dei momenti della giornata in cui passava da uno stato d'animo all'altro talmente velocemente, che sembrava possedesse quasi due personalità. A volte si ritrovava a piangere e a sussurrare il suo nome, bisognosa della sua presenza, altre era sopraffatta dalla rabbia e dall'odio per la sua persona, sperando di non vederlo mai più.
Sbatté la penna sullo scrittoio e si alzò, facendo strisciare la sedia e producendo un rumore fastidioso. Trascinando i piedi, raggiunse il bagno. Riempì la vasca d'acqua bollente e si svestì velocemente. Quando si riempì, entrò e ripensò alle informazioni ricavate fino ad ora e sospirò pesantemente. Cercò di rilassarsi, di godersi almeno quella parte di giornata e socchiudendo gli occhi provò a spegnere il cervello, ma questo decise di non darle pace nemmeno in quel momento, rinviandole episodi accaduti tra lei e Natsu un anno prima.
Si portò entrambe le mani sul viso, esasperata, e trattenendo il respiro si immerse. Aprì gli occhi guardando il soffitto storpiato dalla superficie dell'acqua, si sforzò di concentrarsi sui riflessi, ma funzionò solo quando la mancanza d'ossigeno cominciò a farle bruciare il petto.
Ancora una volta il dolore le aveva azzerato i pensieri.
Uscì e fasciò il suo corpo con un asciugamano, dirigendosi poi nel salone. Si soffermò davanti a una parete su cui era disposta una grande cartina del regno di Fiore, dove sopra vi erano collocate le foto dei suoi compagni, accompagnate da una piccola nota che indicava cosa facevano. Ne sfiorò qualcuna, tutti i membri di Fairy Tail erano appesi a quella mappa, tranne due.
– Natsu, Happy... dove siete?
Appoggiò la fronte sulla parete, chiudendo gli occhi e cercando di farsi forza. Ma non ci riuscì, perché presto il silenzio angosciante della stanza venne colmato dagli insistenti singhiozzi della bionda, che si accasciò a terra, ormai incapace di continuare in quel modo.

Un raggio di sole si fece largo tra le tende e colpì il viso pallido e stanco di Lucy, che si voltò dall'altra parte, coprendosi con le coperte fin sopra la testa. Cercò perlomeno di mantenere gli occhi aperti, ma le bruciavano troppo a causa dell'ennesima notte insonne. Quante ore di sonno aveva arretrate? Non si ricordava nemmeno più dell'ultima volta che avesse dormito il modo rilassato, forse quando Natsu le era ancora vicino. Faceva fatica ad addormentarsi e se ci riusciva il suo sonno era tormentato, facendola inevitabilmente riposare male.
Anche quella mattina, agì come un automa, ritrovandosi fuori dal letto e lavarsi i denti davanti allo specchio senza nemmeno rendersene conto.

L'ultimo giorno dei giochi era arrivato, finalmente avrebbero dichiarato la nuova Gilda più forte e Lucy avrebbe potuto tirare un sospiro di sollievo. Quel posto le rievocava davvero troppi ricordi, impossibili poi da gestire per la sua anima sbiadita e consumata.
Si avvicinò a Jason e insieme guardarono entrare Dullahan Head e Skull Millione, che vennero immediatamente accolti dal pubblico con un fragoroso applauso.
– Coool! Sarà un articolo fantastico, non credi Lucy?
La bionda guardò assonnata la scena davanti a sé, ma non rispose. Davanti ai suoi occhi c'erano in realtà i suoi nakama che combattevano per vincere i Dai Matou Embu e non quelle Gilde mai sentite prima d'ora.
– Lucy?
La bionda sbatté le palpebre, osservandolo perplessa. – Mi hai chiamata?
– Siamo giunti alla battaglia finale!
Sbuffò sonoramente. – Sembra una presa in giro.
– Stai scherzando? Skull Millione se l'è cavata fino adesso per pura fortuna e...
– Appunto. –  Lo interruppe. – È una presa in giro. Crixak è forte ma la Gilda che ha di fronte lo è molto di più, si sono solo mostrati più deboli di quanto siano in realtà per far aumentare la quota sulle scommesse: in parole povere l'hanno fatto per soldi.
– Che? – squittì allibito.
Il loro discorso fu interrotto dall'annuncio che stabiliva la effettiva vincita di Skull Millione, come previsto da Lucy poco prima.
– Coool!
Lucy fu sicura di aver sentito dire da quello che doveva essere il più forte della Gilda, qualcosa riguardo ai soldi e lo stessa frase arrivò alla orecchie di Jason.
– Grande Lucy! Avevi ragione tu!
– Non posso credere che una Gilda simile sia la numero uno di Fiore, è inconcepibile.
In quel momento, tra gli spalti le persone – prima in visibilio per i nuovi vincitori – cominciarono a sussurrare preoccupate. Immediatamente Lucy e Jason seguirono il loro sguardo, scorgendo una figura scura, completamente coperta da un mantello, entrare nell'arena.
– Un intruso? – borbottò stupita.
Appena finì di parlare percepì immediatamente l'immenso potere magico che la figura incappucciata possedeva. Si scoprì tremare e per un attimo temette il peggio.
– È al di là delle nostre capacità, tutti fuori di qui! – urlò rivolta a Jason.
Prima ancora che qualcuno potesse muoversi, l'aria presente cominciò subito a riscaldarsi, diventando insostenibile.
– Ne hai di coraggio per venire a creare scompiglio nella capitale. – disse uno dei Skull Millione.
– Ehi, credi che questo qui sia il famoso tizio nero di cui si parla sui giornali?
– No, mi rifiuto di crederci.
– Quindi voi idioti sareste la Gilda vincitrice? – fece la figura nera.
– Sì e allora?
– Io sono uno sfidante! – gridò attaccandoli.
Il suo braccio venne circondato da una spirale di fuoco dalle dimensioni smisurate che venne indirizzata contro il gruppo di Skull Millione.
Lucy sbarrò gli occhi, cominciando a guardarsi in giro freneticamente. – Devo riunire tutti i maghi disposti a combattere!
Tenne d'occhio l'intruso e notò che il mantello si era leggermente rialzato, permettendogli di gestire meglio i suoi movimenti. Quell'attimo di esitazione che la bionda gli concesse fu abbastanza perché tutta l'arena venne invasa da alte fiamme che mandarono nel panico tutti gli spettatori. Il calore del fuoco era tale da sciogliere gli abiti dei presenti e addirittura la costruzione. Lucy lanciò un gridolino quando vide i suoi stessi abiti frammentarsi e rivelando alcune delle sue forme.
Quando riportò lo sguardo sullo sfidante, fu in quel momento che i suoi muscoli si paralizzarono sul serio. Si era calato il cappuccio e sotto di esso c'era un ragazzo che lei conosceva bene, la causa di tutti i suoi problemi era proprio lì: Natsu.
Le sue labbra mimarono quel nome, ma le sue corde vocali si rifiutarono di emettere suoni. O meglio, quel suono. Eppure era sempre stata una parola melodiosa per lei.
Il cuore iniziò a batterle nel petto talmente forte che le sembrò quasi che il frastuono che c'era intorno a lei si era del tutto silenziato, l'unica cosa a disturbarla era il suo battito. Non si rese nemmeno conto delle lacrime che sgorgarono dai suoi occhi, ormai era diventato un gesto talmente naturale che non venne minimamente preso in considerazione. Le gambe non riuscivano a sostenerla, tanto che dovette aggrapparsi alla balaustra del balconetto per riuscire a mantenersi in piedi.
Ciò che fu più difficile per Lucy da gestire furono le emozioni, che la investirono come un vero e proprio tornado, con forza, lasciandola destabilizzata.
I sentimenti che prevalevano di più chiaramente erano l'odio e l'amore.
Odio perché la voglia di scendere lei stessa nell'arena e richiamare i suoi Spiriti Stellari e dargli una lezione era tanta. Era molto più debole di lui, questo era palese, ma contava sul fatto che lui non le avrebbe mai torso un capello: avrebbe puntato su quello. Di conseguenza avrebbe vinto comunque, una battaglia a senso unico ma soddisfacente lo stesso. Era anche vero però che in questo modo non avrebbe risolto nulla, non si sarebbe sentita meglio e soprattutto non avrebbe colmato quei dodici lunghissimi mesi di solitudine e sofferenza. Era strano tutto ciò che percepiva, il cuore sembrava allo stesso tempo saltarle fuori ed essere inghiottito da un vuoto che l'avrebbe resa per sempre insensibile alla sua presenza.
Per quanto riguardava l'amore... Be', era un sentimento per cui Lucy era ancora inesperta, ma sicuramente cosciente della potenza di quest'ultimo. Voleva gridare il suo nome, come aveva sempre fatto, con orgoglio e speranza. Sapeva che lui sarebbe sempre venuto, che si sarebbe voltato e le avrebbe sorriso. Oppure sarebbe accorso in suo aiuto, salvandola e tirandola fuori dai guai, da bravo eroe che per lei era sempre stato. E in quel momento aveva bisogno di entrambe le cose, un sorriso che servisse per riscaldarle il cuore e ricordarle che ora lui c'era e di essere salvata. Salvata da tutto quello che aveva provato fino a quel momento: dolore, tristezza, solitudine, sconforto, rancore... Aveva bisogno di lui. Tanto che tutta la rabbia e l'apparente odio che provava nei suoi confronti, vennero messi da parte, mettendo invece lui come sua priorità.
Era comunque confusa, voleva raggiungerlo e riempirlo di botte per fargliela pagare e allo stesso tempo stringerlo talmente forte da spezzargli le ossa.
– Lucy, da quanto tempo!
La bionda si voltò, interrompendo quel filo di pensieri senza né capo né coda. Davanti a lei c'era il gattino blu che l'aveva fatta tanto disperare quanto ridere. – Happy! Cosa ci fate qui?
– Natsu voleva vedere chi avesse vinto i giochi a tutti i costi, ma sono stati già fatti fuori.
Effettivamente i neovincitori avevano appena perso la loro prima battaglia contro un solo sfidante, nonostante fossero appena stati catalogati come Gilda numero uno. Osservò alcuni maghi provare ad attaccare il rosato, ma causarono solo un altro incremento di magia che fece sciogliere l'arena.
– Sono tutto un fuoco! – Lo sentì ululare.

Quando Natsu si fu accertato di aver battuto tutti quanti, riconobbe un profumo che poteva appartenere solo ad una persona. Nonostante l'odore di bruciato e la presenza di migliaia di persone, lui l'aveva identificata. Si voltò verso di lei e fu in quel momento che il suo cuore accelerò i battiti. Dopo un interno anno, la sua Lucy, più bella che mai, lo guardava sgomenta dalla balconata.
– È da un po' che non ci vediamo, vero Lucy?

La bionda non resistette oltre, si voltò e scese le scale cercando di raggiungere l'ingresso dell'arena il prima possibile. Era talmente emozionata da sentire le gambe tremare e impedirle la corsa, ma quando cominciò a vederne i lineamenti in lontananza, nulla ebbe più importanza.
Lo raggiunse e gli gettò le braccia al collo, stringendo il più forte che poté. In un attimo si sentì rinascere, rendendosi conto quanto Natsu fosse rilevante per l'andamento della sua salute: poteva essere la medicina che le garantiva la vita o il veleno che le causava la morte.
E questo dipendeva solo dalle scelte del rosato.
Le braccia forti di lui non indugiarono un secondo nel stringerla a sé. Non erano nemmeno consapevoli del fatto che in quel momento i loro cuori stessero battendo alla stessa velocità, all'unisono, sincronizzati.
– Mi sei mancato così tanto.
– Anche tu, Lu.
La bionda si scostò e guardandolo intensamente negli occhi, gli assestò un pugno deciso sul naso, talmente forte da farlo voltare dall'altro lato.
– Maledetta testa calda! – sbottò. – Hai idea di quello che ho passato per causa tua?! Non puoi sapere quanto io abbia sofferto! Ma tu sei partito per il tuo viaggio pensando solo al fatto di incrementare la tua magia, senza pensare a me! – quando finì di parlare, il petto le si abbassava e alzava velocissimo, in preda al fiatone.
Natsu si toccò il naso sanguinolento con una mano, arricciando le labbra in una smorfia.  – Ahia.
– Apriti portale del Cancro! Cancer!
Il rosato la guardò terrorizzato. – Cosa vuoi fare? Non vorrai combattere spero!
Lucy lo prese per la collottola e lo consegnò allo Spirito Stellare. – Per amor del cielo, sistemagli questi capelli.
– Sì, ebi.
Natsu provò ad obiettare, ma prima che potesse lamentarsi la creatura aveva già terminato il suo lavoro, facendo tornare la chiama sbarazzina e arruffata che aveva prima, liberandolo da quella massa informe.
Fu solo in quel momento che Lucy lasciò distendere le sue labbra nel primo vero e sincero sorriso di lì a un anno, mentre prendeva per mano il rosato e uscivano insieme dall'arena sotto lo sguardo sconcertato degli spettatori.
Ora poteva finalmente smettere di comportarsi come aveva fatto finora, finché era accanto a lui nulla l'avrebbe più ridotta in quello stato.
Nulla, tranne il Dragon Slayer ovviamente.
 












Yumeha’s Corner
Salve miei lettori e lettrici! Lo so, è da un po’ che non aggiorno ma la scuola mi sta facendo dimenticare il significato di libertà e di bella giornata. T.T Non ho molto tempo per me, quindi gli aggiornamenti non saranno veloci purtroppo.
Comunuque…
Ho scritto questa OS perché nel capitolo di Mashima pensavo che Lucy lo riempisse davvero di botte. Andiamo, ‘na cazzata simile poteva anche evitarla, o no? Poi quando ho visto i suoi capelli.. PER GIOVE, CHE QUALCUNO CHIAMI CANCER! D:
Poi ho deciso di renderla malinconica perché… boh forse perché essendo giù di morale anche io in ‘sto periodo sembrava l’unico genere che potesse venirmi bene. Anzi, pensavo di renderla anche drammatica, ma non sono masochista fino a questo punto… XD Spero vi sia piaciuta e che mi lascerete una piccola recensione, per fami felice. ♥
Vorrei sapere inoltre cosa ne pensate voi del capitolo e che cosa vi aspettavate da esso. E soprattutto: nel prossimo cosa accadrà secondo voi?
Torno a fare la presentazione ppt in tedesco, va’.
Sparisco nella nebbia. ouo
Un bacione,
Yumeha
   
 
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