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Autore: Lady K    07/02/2015    2 recensioni
AU, ma non troppo: in questo mondo parallelo di Detective Conan tutti gli esseri umani sono accompagnati da piccole creature simili a gatti chiamate Nekodachi. I gatti come li conosciamo noi non sono mai esistiti.
Tutto ha inizio col Nekodachi di Conan. Mentre intorno a lui si diffondono i misteriosi Crazydachi, lui deve combattere con i suoi sentimenti.
Quello che prova è sbagliato? E' anche lui un Crazydachi, come Heiji o Jodie?
...E dopo un piccolo gesto, lì su quel divano, tutto cambiò...
Tributo alla AixConan, 1999-2004.
Rating giallo per la lieve presenza di sangue/ferite in alcune scene.
[FF restaurata: è stata ripulita da errori di grammatica/battitura/codice html e altro.
Lo stile di scrittura rimane comunque quello vecchio.]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Quasi tutti, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Eeeeeed ecco un nuovo capitolo!!! Pronti per la follia pura???


The Nekodachi

Capitolo 9


Il raggio di sole che filtrava dal foro del soffitto lì in alto aumentò di intensità; probabilmente la nebbia si era diradata completamente. Eppure la più grande fonte di luce rimaneva il cristallo viola al centro della sala. I frammenti di cui era composto fluttuavano silenziosamente. A pochi metri c'era la Nekodachi di Ai, intenta a studiare l'altro felino tigrato che aveva di fronte.
-Oh... allora c'è qualcuno che non si è dimenticato della sua esistenza.- rispose lui con tono tranquillo.
-Lei... chi è?- chiese ancora Ai dopo qualche istante.
-Elvis.- disse semplicemente. "Un nome inglese?" pensò la piccola.
Cominciò poi ad oscillare la coda spazientita. Stava perdendo del tempo prezioso, doveva trovare Conan e riportarlo indietro.
-Io... io sto cercando un Nekodachi. E' piccolo come me e ha gli occhial-...- Ai non finì la frase quando si ricordò che gli occhiali li aveva lei perché erano rimasti nella radura del parco. In quel momento, guardando la lente, si rese conto che il segnale era talmente vicino che il puntino rosso lampeggiava.
-Ah... quindi sei tu la sua fidanzata... capisco... se mi segui ti porterò da lui.-
-Cosa?!- la scienziata si abbassò sulle zampe anteriori e ruotò le orecchie all'indietro con fare guardingo. Lui sapeva dov'era!
-Calmati piccoletta, ti avrei restituito il tuo amico comunque... se vuoi seguirmi...-
Senza aspettare risposta si avviò verso l'uscita e imboccò le scale a sinistra. Ai rimase stordita dalla sua noncuranza e tranquillità. Che faccio? Mi devo fidare? Lui conosce questo posto meglio di me, potrebbe condurmi in una trappola...
Alla fine decise di seguirlo. Forse si stava preoccupando troppo, magari non l'aveva rapito lui...

La Nekodachi dal ciuffo ramato cominciò a salire le scale e raggiunse quello strano personaggio. I gradini si snodavano circolarmente, come un enorme scala a chiocciola che girava intorno al salone principale. Ai cercò di scorgere la fine oltre la figura scura di Elvis davanti a lei, ma le scale sembravano infinite.
-Come dicevo, credevo che ormai tutti avessero dimenticato l'esistenza del cristallo...- iniziò lui senza preavviso.
Ai posò lo sguardo sul corpo slanciato di Elvis ed esitò prima di rispondere: -Come può pensare una cosa del genere? Nessuno potrà mai dimenticare di come il cristallo abbia unito gli umani a noi Nekodachi-
-Vuoi dire il contrario.-
La Nekodachi più giovane si fermò sorpresa, una zampa ancora a mezz'aria. L'altro percepì dalle orecchie che lei aveva interrotto la scalata, si fermò anche lui e si girò verso Ai.
-Che... che differenza fa?-
Elvis la guardò con i suoi occhi di ghiaccio.
-C'è un enorme differenza.-
La piccola lo guardò stranita. Lui continuò: -Siamo stati noi Nekodachi ad essere stati catapultati in questo universo. La storia racconta che Cristoforo Colombo e il suo Nekodachi abbiano toccato il pezzo di cristallo nello stesso istante. Se così fosse però, perché siamo stati noi a comparire nel loro mondo, e non loro nel nostro? Perché i due universi non si sono direttamente fusi insieme? Questa è una domanda che si sono sempre chiesti coloro che son venuti prima di me-
Gli occhi di Ai erano rotondi come enormi palle da tennis. Posò finalmente la zampa sullo scalino.
-Ma lei... lei chi è?- chiese per la seconda volta. Il nome non le bastava più.
-Sono il guardiano del cristallo.-
Silenzio.
-Io... non pensavo...- Ai scosse il capo incredula.
-Beh, non sono mica il primo... come dicevo un attimo fa, ci sono stati molti altri Nekodachi prima di me.-
-Ma il suo... il suo umano dove...?
-...Morto.-
La Nekodachi ebbe un brivido. Di solito gli umani e i Nekodachi morivano nello stesso istante. Forse qualcuno l'ha ucciso? Per gli umani e i Nekodachi perdere l'altro era una cosa orribile. La scienziata cominciò a provare simpatia e ammirazione per il Nekodachi che aveva di fronte.
-Il tempio... pensavo fosse in America.- esclamò Ai incuriosita, assetata di sapere.
-I presidenti di tutto il mondo si riuniscono ogni tot di anni per decidere la nuova collocazione. Con il tempio in continuo spostamento, i curiosi e gli eventuali vandali non sanno mai dove andare a cercarlo. Perciò i rappresentanti di ogni stato si incontrano in gran segreto e si decide sempre per un posto isolato. Poi il papa benedice il prescelto che farà da guardiano.-
-Perché prima non mi ha fatto avvicinare al cristallo?- chiese ancora lei.
-L'aura magica che lo circonda è altamente dannosa.- Elvis fece per voltarsi verso gli scalini pronto a continuare la scalata, quando il suo muso si oscurò, attraversato da chissà quali pensieri. Si rivolse di nuovo ad Ai: -Ah, dimenticavo. Se possiedi degli oggetti elettronici, ti pregherei di spegnerli. Le onde magnetiche interferiscono con l'aura del cristallo-.
Il guardiano ricominciò quindi a salire. La piccola tirò fuori il suo badge dei giovani detective dal ciuffo sotto il collo e se lo rigirò tra le zampe per qualche secondo; decise poi di spegnerlo. La scienziata sospirò e si incamminò per raggiungere il Nekodachi.

Dopo interminabili minuti, Ai riuscì a vedere uno sprazzo di luce davanti ad Elvis. Quest'ultimo una volta arrivato al pianerottolo si ritrasse a sinistra davanti alla porta, per lasciar passare la piccola Nekodachi. Immediatamente sulla destra c'era un tavolino nero con sopra delle bottiglie d'acqua di vetro. Ma la cosa che fece trasalire Ai era la presenza di tante piccole celle dal lato opposto, tutte in fila, mentre il corridoio principale si estendeva fino all'orizzonte, apparentemente infinito, circoscrivendo l'intera sala principale. C'era anche una seconda fila di celle sopra le prime. La scienziata si avvicinò alle celle a bocca aperta, incapace di agire diversamente a causa della confusione che si stava creando nella sua testa.
-D-... dov'è Conan?- balbettò infine, un brutto presentimento che si insinuava in lei.
-Oh, come ti ho detto prima, ti restituirò il tuo amico appena ho finito con lui.-
Ai si voltò di scatto verso di lui, il cuore che batteva all'impazzata. -Cosa... cosa gli vuole fare??-
Elvis con calma glaciale prese una chiave appesa al muro e aprì lentamente la cella più vicino a lui. -Diciamo che ho bisogno di lui per salvare il nostro mondo.-
-Si... si spieghi!!!- esclamò lei con voce stridula. La simpatia che aveva provato prima per quel personaggio era scemata in pochi attimi.
-Ehyyy ma sei proprio tu!-
La Nekodachi drizzò le orecchie sorpresa, gli occhi ancora spalancati, e girò la testa verso chi aveva appena parlato. In una delle celle collocate sul secondo piano c'era un Nekodachi che avrà avuto l'età di Shinichi, il pelo color caffè e un ciuffo sbarazzino in testa. Heiji Hattori.
-Tu sei... tu sei l'amico di Edogawa-kun!- disse lei sempre più spaventata.
-Ehssì, sono io! Ma guarda un po', che ci fai qui?-
Ai lo ignorò e si girò nuovamente verso Elvis, frastornata. -A... a che gioco sta giocando?!-
Ma il Nekodachi si era spostato. Era tornato sull'ultimo scalino e teneva la porta con la zampa.
-Beh io ti lascio piccola. Divertiti.-
-No... aspetti!!-
Ai si lanciò verso la porta, ma il guardiano fu più veloce e la chiuse a chiave. Era in trappola.
-No... Mi porti da Conan!!! MI PORTI DA LUI!- urlò Ai sbattendo violentemente le zampe sul duro legno.
Nessuna risposta.
-C-... Conan...- la piccola si lasciò cadere davanti alla porta, le lacrime che le rigavano il muso.
-Mhhh, avresti dovuto portare più gente se volevi salvarci!-
-CHIUDI IL BECCO TU!- gridò Ai di rimando, la tranquillità del Nekodachi che le faceva montare il nervoso. Ma subito si illuminò. Kaito Kid!
Non ebbe il tempo di prendere il suo badge che sentì un lieve ruggito alla sua destra. Proveniva dalla cella che Elvis aveva aperto. Tentò di vedere chi c'era dentro, ma l'interno era buio come una notte d'inverno cupa e nuvolosa. Cercò allora di coglierne l'odore, e la sua spina dorsale ebbe un brivido. Lentamente una figura nera si mosse dentro la cella e si avvicinò alla luce. Ai indietreggiò più che poté, il pelo dritto e il cuore impazzito. Il Nekodachi indemoniato che aveva attaccato lei e l'amato uscì fuori dall'antro. I suoi occhi rossi incontrarono quelli della scienziata e ululò in modo spaventoso.
Ai riuscì a tornare in sé e si mise a correre dalla parte opposta della porta, affiancando il muro. La creatura non esitò e cominciò a inseguirla, i denti scoperti e la bava che le usciva dalla bocca.
-Dove vai? E' un vicolo cieco!- Ai sentì l'urlo di Heiji, allora si voltò indietro, pronta ad affrontare quella bestia. Quest'ultima si fermò a pochi metri, la piccola coda cespugliosa che sbatteva da parte a parte. Digrignò ancora più i denti, se possibile. Ai si preparò ad attaccare, ma l'avversario colpì per primo. Lei lo schivò appena in tempo, e cominciò a correre per l'ennesima volta, verso le scale. Appena raggiunta la porta, cercò disperatamente di aprirla, girando il pomello più e più volte. Ma non calcolò bene i tempi: il Nekodachi maculato fu subito su di lei. La azzannò per la collottola e la scaraventò sul tavolino lì vicino. Le bottiglie che vi erano sopra caddero e si ruppero in mille pezzi. Gli occhiali le scivolarono via dal muso. Prima che riuscisse a mettersi sulle zampe, la creatura la morse di nuovo sul collo.
-AHHHHH!- Ai si abbandonò a un lamento di dolore. Poi i suoi occhi caddero sulla enorme pozza d'acqua che si era creata sotto di loro. Quello che vide fu troppo per lei. In un lampo capì perché Conan aveva usato il femminile parlando di quel mostro, quella volta lì al parco. Nel riflesso non vedeva il Nekodachi. Vedeva una bambina, con maglietta rossa e gonnellino giallo. Sui capelli portava un cerchietto dello stesso colore. La scienziata la riconobbe.
-Yo-... shida... -san...- disse debolmente. Chiuse gli occhi e l'oscurità l'avvolse.

....

...COLPO DI SCENAAAAAAAA!!!!!!!!!!
Ok basta...
AYUMI IS THE BEST EVERRRR!
Ok basta sul serio...
Niente pezzo per far ridere stavolta, mi spiace... siamo in un punto troppo critico!!!!
Il prossimo capitolo sarà ancora più pazzo!! Alla prossima!

PS: Grazie al mio amico Hokuto per avermi aiutato nello scrivere un pezzettino descrittivo!
  
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