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Autore: ZoeLoveRock    07/02/2015    0 recensioni
Era innamorata segretamente, tanto segretamente che nemmeno a se stessa voleva rivelare quella piccola cognizione.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il silenzio della notte
La brezza tra i pini
Incendia la lama sguainata

 
Quei due ragazzi. Non più bambini ma nemmeno adulti. La fase di transito che viene considerata la migliore della vita. Il brivido di libertà che lascia estasiati ogni volta. Non importa quante volte tu l’ abbia provato ma, sempre, dopo una corsa, dopo una partita alla play station, dopo una sigaretta fumata di nascosto, chiudendo la porta con le tue chiavi, la sera, quando torni tardi. La gioia della tua prima uscita a S. Valentino. Il sorriso del tuo primo amore. Il primo ti amo. Il senso di grandezza che ti dona avere dei soldi tuoi, che ti permettono di spenderli nelle più assurde cretinate. Lo sai, lo sai che non ti saranno mai utili, però pensi che in quel momento tu ne hai voglia. Sì, erano proprio nella fase della vita del “faccio una cosa perché ne ho voglia. Al diavolo il mondo.” Questa, è una pazzia che colpisce tutti indistintamente. Chi, nel suo frammento di giovinezza, non si è mai addormentato sotto le stelle? Da solo, con una coperta e un libro, magari l’ iPad accanto. Oppure con il tuo fidanzatino dell’ epoca. Abbracciata a lui, sicura di farcela. Lo sai che non volevi cambiare cellulare. Quelle chat, dove vi giuravate eterno amore, secondo la tua mente piccola e ingenua non sarebbero mai state cancellate, avresti voluto stamparle nella tua mente con un ferro ardente, e poi versarci sopra dell’ acqua fresca, per ricordarti quanto l’ amore possa darti sollievo ma anche farti soffrire. Ecco, quei due ragazzi erano in quella fase. Piccola. Impercettibile, l’ adolescenza è lunga quanto breve. Ma ogni età ha la “sua” adolescenza. Si vuole appropriare di sentimenti ed emozioni che le altre non hanno. Erano appena quattordicenni. Frequentavano il primo anno di liceo, entrambi. Si erano conosciuti alle medie. Certo, lei lo amava da tempo. Di nascosto, correndo al momento del bisogno.  Lui non se ne era mai accorto, lei nemmeno. Era innamorata segretamente, talmente segretamente che nemmeno a se stessa voleva rivelare quella piccola cognizione, nemmeno tanto sicura, che da ormai due anni si faceva spazio nel suo cervello. E ora erano lì. Avevano finito di fare i compiti di latino. Poi si erano rilassati, sul divano, accoccolati l’ uno accanto all’ altro, guardando un programma sui faraoni egizi. Di tanto in tanto portavano alla bocca una fetta di pizza alle olive, cucinata sapientemente dalla mamma di lei, una cottura perfetta, il pomodoro non era né troppo né troppo poco, le olive rilasciavano una salamoia saporita ma non ammorbidiva eccessivamente l’ impasto. Era tutto perfetto, decisamente. Solo un piccolo, troppo piccolo, particolare stonava nei cuori. Dentro entrambi lievitava, morbido e placido, un sentimento molto più forte dell’ amicizia che contrassegnava il loro rapporto da anni. Erano molto vicini tra loro, si sfioravano, anzi, erano paragonabili a due bebè che venivano messi nella stessa culla in una notte invernale e cercavano conforto dal freddo l’ uno nell’ altro. Un miagolio affranto fece destare entrambi dai pensieri che li assalivano; nemmeno immaginavano quanto fossero simili. Una piccola gattina, di nemmeno un anno era seduta su un gradino del balcone. Si avvicinarono entrambi, amanti degli animali. Osservava con aria sognante il tramonto; che tingeva il cielo campagnolo di colori tendenti al rosa, al viola. Spostando lo sguardo di qualche metro, poi, era tutto di un verde incredibilmente brillante ma se si cercava di focalizzare il punto in cui i due colori si fondevano una strana fata andava a confondere lo sguardo delle persone e spostarlo sugli occhi di quella accanto. Per una magia, o forse fato, o destino, entrambi provarono a cogliere quel mistico confine contemporaneamente. Il piccolo essere si concentrò su di loro e lasciò che i loro occhi si riconoscessero, ancora una volta. E che i loro cuori capissero i sentimenti dei due. Senza però riconoscere che venissero corrisposti. In quel momento, i due, pervasi da quel sentimento distolsero lo sguardo, mentre le loro gote tendevano al rosso. Provarono nuovamente nell’ intento di individuare quella piccola linea di confine. Capendo che per ogni tentativo il loro sguardo era magicamente attratto si alzarono. Lei si andò a sedere sull’ altalena, provando a fare chiarezza nella sua testa. Lui fece lo stesso, accarezzando timidamente la micetta. Il cielo si era scurito e c’era una piacevolissima brezza serale, quasi estiva, nonostante fossero solo a metà febbraio. I pini sussurravano, contenti di essere gli spettatori silenziosi di un altro miracolo, uno dei pochi che l’ uomo riusciva a fare onestamente. La luna, piena, apriva gli occhi per curiosare nelle menti e nei cuori di quei due ragazzi. Il profumo del ruscello si fece strada nelle narici di entrambi. Le stelle accesero le luci per illuminare il mondo. Un albero si stagliava in lontananza, l’ unico confine che si poteva vedere all’ orizzonte. “sarà meglio che vada.” Disse lui. scesero lentamente le scale, sorridendo, contenti di aver passato del tempo in compagnia di qualcuno di tanto caro.  Percorsero il lungo viale che conduceva al cancello. Lui prese la bici, saltò in sella e scomparve nel buio della notte. “TI AMO!” urlò lei, sperando che potesse sentirla. Poche centinaia di metri più avanti, un giovane ragazzo chiuse gli occhi, godendosi il suono di quelle dolci parole. 
   
 
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