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Autore: vero94    01/12/2008    2 recensioni
avete mai incontrato una persona capace di stravolgeri la vita? che grazie a lei ora riuscite a descrivere un sentimento o un'emozione ?
Genere: Generale, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era Novembre

Pioggia di mezza estate

 

 

Non so da dove mi è venuta questa schifezza…ero solo ( sono un ragazzo ma posto con il nik di mia sorella che legge e basta)ed ho iniziato a scrivere di questa esperienza.

 

 

Era Novembre quando lo vidi per la prima volta, in quella mattina fredda, vuota, grigia…
Entrò in classe interrompendo una noiosissima ora di storia, annunciato da un lieve “toc-toc” che mi riportò alla realtà.Fece il suo ingresso lentamente,accomodandosi timido e circospetto nel posto affianco al mio. Teneva la testa bassa, come se avesse paura di incrociare i nostri sguardi incuriositi.
Osservai quello strano e misterioso individuo: i capelli scuri come l’ebano gli coprivano quasi interamente il volto, contrastati da una carnagione così pallida da parere albina. Dalla cortina scura che gli si parava davanti al viso facevano capolino un paio di enormi occhioni azzurri contestualizzati in un volto dai lineamenti fini e leggeri, eleganti e vagamente puerili. Seguii i contorni snelli del suo fisico magro ed efebico,

trascorrendo parecchi minuti ad osservarlo, incantato dal volto diafano e biancastro.

Al termine della lezione mi diressi verso l’entrata, continuando a fissarlo di sottecchi. Era  ancora lì immobile, composto  sulla sedia  con il capo chino tra le mani.

Alzò lo sguardo ed i nostri occhi si incrociarono.

I suoi cobalto nei miei ambrati.

Ghiaccio nel fuoco.

Distrattamente si scostò il ciffo scuro dalla fronte, rivelandomi interamente il volto, fino a quel momento in parte celato.

Non provai mai più emozioni così forti e contemporanee come in quell’istante sfuggevole, tutta via tatuato ed iscritto nella mia mente. Fui come risucchiato in una voragine terminante in un mare turchese, venato da striature glaciali, simili alla schiuma prodotta dal mare in burrasca, dolci e penetranti,che poferivano al suo sguardo di una sensibilità inaudita e sovrumana,una calamità estrema.E la delicatezza sconvolgente con cui questi riflessi si fondevano in un cosmo ceruleo, esteso su tutta la superficie dell’iride dal quale trapelava ogni sua singola emozione, è la più forte senzazione

che mai provai,d’intesnsità pari ai concetti più effimeri ed affascinanti dell’universo tali la vita e la morte.

Interruppe il contatto visivo che avevo stabilito tornando a fissarsi mogio le vans nere, l’asciandomi un senso di stupore e vuoto.

 

 

nelle giornate sucessive nessuno tentò di avvicinarlo.

Ogni mattina, silenzioso e quasi meccanicamente, si posizionava nel banco vicino al mio, aprendo i libri e ripassando la materia dell’ora successiva.

Non una parola ne un gesto di troppo,pareva dovesse risparmiare energia.

Tanti quante le curiosità che avevano i miei compagni riguardo il nuovo arrivato iniziarono a sorgere i pettegolezzi. A metà dell’anno era ormai chiaro che non si sarebbe mai integrato con il resto del gruppo,per volere sia suo che dei nostri coetanei.Si crearono così due fazioni : una composta per lo più da ragazze,che ridacchiavano emettendo gridolini strozzati ogni tal volta il suo sguardo cadesse su loro; l’altra formata da un numero notevole di ragazzotti invidiosi del fascino misterioso del nuovo arrivato che insultavano ogni qual volta era loro possibile.

Non mi schierai ne a favore ne contro una delle due parti. Non perché mi mancasse il coraggio di andare contro corrente o altro.

Io ero il suo compagno di banco e tanto bastava. Non mi era indifferente nella maniera più assoluta,ma il nostro rapporto era basato per lo più da sguardi o semplici gesti.Le parole sono frutto di incomprensione e caos ed ho sempre ritenuto che il mondo fosse troppo rumoroso…noi non contribuivamo a quel baccano di voci. Ecco tutto.

 

Dal canto mio lo fissavo continuamente,tentando di leggere e decifrare le espressioni del suo volto costantemente piatto e malinconico.Non ne ero innamorato e non mi faceva pena come alle mie compagne, semplicemente credo che sviluppai un certo rispetto verso di lui che pur di non mischiarsi tra la folla e perdere se stesso nel tantativo di farsi accettare aveva preferito rimanere…solo.

Solo  , ecco cos’era.

 Non aveva amici, forse non voleva neanche averne.

Solo.
La tristezza e la malinconicità che m’infondeva quel volto erano incalcolabili,così come le emozioni che sapeva donare in ogni suo gesto.

Rimase nella nostra classe fino alla fine di maggio, successivamente il prof ci accennò che aveva cambiato scuola per problemi di famiglia.

Quel ragazzo lasciò un segno incancellabile nella mia vita…fu come…fu come la pioggia d’estate che violenta ed improvvisa si abbatte sul suolo,lasciandovi solchi profondi.

Ma come tutti sanno, la pioggia estiva pur se  forte ed imprevedibile è breve…molto…

Vi è mai capitato di incontrare una persona capace di scombinarvi e sconvolgervi la vita?

Che una volta scomparsa vi lascia un senso di consapevolezza e gratitudine misto a malinconia?

Io si.

E quel ragazzino così piccolo che pareva indifeso,dagli occhi troppo grandi ed il volto scavato,perennemente silenzioso ed isolato irruppe nella mia vita come… la pioggia di mezza estate…dissolvendosi…senza lasciare traccia.

 

 

 

 

In questo momento lontano un’anno mi torna alla mente quel giorno, il giorno in cui fece la sua comparsa per la prima volta  nella mia vita ed in quell’aula. Quel giorno così simile a questo, freddo, buio, vuoto…
La sua immagine mi rimarrà per sempre nel cuore, grazie a quel ragazzo vidi per la prima volta la solitudine, uno realtà così orrenda che fino ad allora  non avevo mai conosciuto.

La solitudine.

  
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