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Autore: Brigitta    01/12/2008    2 recensioni
E’ quasi buffa questa situazione: una stanza, un letto sfatto, due uomini: uno vestito di tutto punto che ne culla un altro vestito solo di un cappotto militare. Che senso ha tutto questo, Jack? Perché mi consoli? Perché non mi insulti, o mi prendi a sberle? Ianto e Jack difronte alle loro paure, e ai loro sentimenti. Come finirà? Pairing: slash jack/ianto e john(ma per poco),rating: NC 17 per andare sul sicuro.Genere: malinconico romantico con una punta di humor Disclaimer: i personaggi non appartengono ai legittimi proprietari. L'autrice scrive senza alcun scopo di lucro e non intende violare alcun copyright. Nota dell'autrice: qualcuno potrebbe trovare i personaggi un pò fuori carattere. Personalmente ritengo che reagirebbero proprio così se si trovassero nella situazione descritta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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risveglio Risveglio

Un dolore lancinante alla testa fa da sveglia ad un sonno impastato, tipico del dopo sbornia. Sento ogni parte del mio corpo intorpidito. - Devi essertene scolate di birre la sera prima Jones- penso sorridendo, solo con la mente però, visto che il mio viso è semi paralizzato dai litri di alcool che il fisico non è riuscito a smaltire ancora del tutto.
Cerco di sedermi sul letto. Il mio corpo nudo strofina contro le lenzuola e…
Un momento! Torniamo un attimo in dietro!
Corpo nudo?!
Questo proprio non me lo spiego. No, questo non lo ricordo. E comincia a serpeggiare in me una strana sensazione di qualcosa che non quadra. Di qualcosa che non dovrebbe essere, ma è. Dio ne ho proprio bevuta di roba!
Mi decido con un enorme sforzo ad aprire gli occhi. E lo vedo. Lì. In piedi. Come una statua di marmo. E mi pongo le seguenti domande:
Perché è in piedi?
Perché sembra rigido come un tronco d‘albero?
Perché i suoi occhi sembrano di brace?
Perché non guarda me, ma il posto affianco al mio, dove dovrebbe esserci lui?
E perché, e questa è la domanda più inquietante. Lui. E’. Vestito?
Un momento! Torniamo un attimo in dietro!
Se Jack sta facendo la bella statuina ai piedi del letto, allora di chi è il corpo vicino al mio, di cui sento benissimo il calore?
Avverto una sensazione di panico crescere pericolosamente. E temo di girare la testa verso il corpo estraneo, più che altro perché ho una sensazione alla bocca dello stomaco, che si potrebbe definire conato, che cerca disperatamente di suggerirmi il nome dell’ospite. Ma io rifiuto tenacemente una realtà così scioccante!
Solo che la realtà si abbatte su di me senza pietà attraverso la voce dell’intruso:
“Ma che diavolo di ore sono?”
Il suono biascicante di quella voce, che non posso non riconoscere (No, non c’è scampo Ianto Jones, sai benissimo a chi appartiene), è peggio di una scarica di pugni in piena faccia. A peggiorare il tutto, il corpo dell’essere è senza vestiti ( eppur trovandomi in una situazione da incubo, non posso negare la bellezza di quello che vedo).
Ma il peggio satura l’ambiente quando il biondo, incurante della presenza gelida di Jack, del mio sguardo tra il disgustato, il terrorizzato e, diciamolo, l’incuriosito, spalanca le sue labbra carnose (beh, non si può negare che lo siano!) in un sorriso radioso e candidamente chiede: “ Sei arrivato adesso, o ti sei gustato tutto lo show?”
Un momento! Schiacciamo tutti insieme il tasto stop!
Ha detto proprio quello che credo abbia detto? E si è rivolto a Jack, Jack Harkness, il Capitano Jack Harkness. Quello stesso Jack Harkness che, lentamente sta dirigendo il suo sguardo penetrante e furioso su di me?
Ho capito, ci sono arrivato. QUESTA E’ LA FINE DEL MONDO.
Spero solo che non sia troppo dolorosa!
Ma lui non si muove e continuando a guardarmi, dice solo “ Alzati e vattene! Ora!”
Con non poco terrore di causare uno scoppio nucleare, sussurro: “ Questa veramente sarebbe casa mia, Ma se vuoi vado via lo stesso!” Oh Dio Ianto Jones il senso di colpa ti ha ridotto a gelatina!
“Credo si stia rivolgendo a me, dolcetto” Ride John.
In questo momento, sì, proprio ora, vorrei avere a disposizione un lancia fiamme, per  trasformare quell’imbecille che sta cercando i suoi vestiti incurante del suo sedere nudo e sodo in un falò. E potermelo godere io lo show!!
Anche perché, sia detto per inciso, io non ricordo assolutamente nulla di quello che deve essere successo la sera prima, con la prima donna ora mezza vestita.  E devo aver fatto uno sguardo da verginella oltraggiata, visto che il deficiente mi guarda malizioso e dice: “ Ehi piccolo, guarda che non ti ho costretto a fare nulla. Anzi, mi sembra di ricordare che eri molto risoluto nel voler placare le tue voglie!”
Sto per saltargli addosso e picchiarlo a morte, quando i miei occhi incontrano quelli di Jack, che durante questo scambio di battute è rimasto silenzioso. E immobile.
E noto un cambiamento nei suoi occhi. Non è più arrabbiato o furioso. E’ addolorato.
E per quanto io possa arrabbiarmi con John, non posso negare che sia colpa mia. L’ho ferito. Di nuovo.
E mi rendo conto che non so che fare, né che dire. E temo che questa volta possa finire davvero tutto.
Continuo a guardarlo, incatenato a quegli occhi troppo azzurri, colmi di parole che non trovano la strada per esprimersi diversamente. E vorrei trovare solo un modo per…
“ Non è successo niente!”
La voce di John interrompe il contatto: entrambi ci voltiamo a guardarlo con la stessa espressione di incredulità dipinta sui nostri volti.
“ Dico sul serio. Non è successo assolutamente nulla. Se non si vuole contare un paio di baci con la lingua. Ma credo che tu Jack, riguardo a questo, abbia ben poco da recriminare!” Aggiunge John ammiccando verso Jack, che abbassa un po’ il capo.
“ Ti ringrazio per il tentativo, ma è evidente che…”
Ma lui alza una mano e mi blocca : “ Senti occhi dolci, mettiamo in chiaro un paio di cose: Non sono una persona di cuore. Non lo sono mai stata, neanche nei miei momenti migliori” dice guardando verso Jack che sorride lievemente. Ed io sento una fitta al petto.“Quindi non credere che io possa realmente preoccuparmi di pararti il sedere solo perché hai un buon odore e sai fare un buon caffè” Non posso non sorridere a questa affermazione, e vedo che anche Jack ne accenna uno. “ Ma è anche vero che non ho bisogno di raccontare in giro storie di presunti amplessi mai avvenuti. Ho una reputazione da difendere!!” Dice pettinandosi i capelli con la mano. “ Ma devo aggiungere, per dovere di precisione, che nulla è accaduto perché il tuo stomaco non ha retto tutta la merda che hai ingurgitato ieri sera. Sei troppo delicato piccolo. Dovresti darti ai succhi di frutta!” Dice ridendo “ E’ per questo che siamo nudi! Vomito. Sì proprio così. Non ho mai visto vomitare tanto. Hai inzuppato te e me! Fine della storia. Invece, per il fatto che le tue intenzioni fossero ben diverse, beh, non posso farci niente. Ianto tu mi hai invitato fuori a bere. E mi hai portato a casa tua per scopare. Questa è la verità”. E dicendo questo raccoglie la sua giacca rossa e raggiunge l’uscita.
Vorrei poter fare lo stesso. Alzarmi e andarmene. O meglio, scomparire in qualche dimensione parallela da cui non si possa tornare indietro, e invece resto lì e succede una cosa che non accadeva da tanto tempo: comincio a piangere!


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L’aria, lo spazio, il tempo. Tutto è fermo, bloccato in un eterno presente. L’unico rumore che è percepibile sono i miei lamenti.
Non posso crederci. Sto piangendo, non un pianto normale, sto dando fondo a tutta la mia scorta di lacrime.
Mi porto le ginocchia al petto, le circondo con le mie braccia e vi appoggio su la testa. E piango.
Sento un freddo terribile avvolgere il mio corpo. Come se stessi cristallizzandomi. Forse è proprio quello che accadrà. Diventerò una statua di ghiaccio, scivolerò da questo letto, che ora sento così estraneo, quasi nemico, è mi frantumerò in mille schegge, che si scioglieranno piano piano, ed io non esisterò più. Come questa immensa pena che provo.
Se solo riuscissi a…a smettere di piangere!
Sento la città muoversi, vivere, al di fuori di questa stanza.
Non percepisco altro. Forse lui se ne è andato. Questo pensiero mi calma un po’. Sono proprio un codardo!
Ma il suo cappotto poggiato delicatamente su di me è la prova che sbaglio. Adoro questo cappotto. Tutte le sue vite hanno lasciato la loro impronta nel suo tessuto. Credo che non esista niente al mondo che lo rappresenti meglio.
Ad un tratto le sue braccia mi stringono, e lui mi attira verso sé. Sempre senza dire una parola.
Mi lascio andare a quell’ abbraccio. Mi rilasso sul suo torace. E lui comincia a cullarmi.
Se solo riuscissi a smettere di piangere!!
E’ quasi buffa questa situazione: una stanza, un letto sfatto, due uomini: uno vestito di tutto punto che ne culla un altro vestito solo di un cappotto militare. Che senso ha tutto questo, Jack? Perché mi consoli? Perché non mi insulti, o mi prendi a sberle?
Hai il cuore grande? Forse troppo. O io non sono poi così importante?
“Perché?”
E’ un sussurro appena percepibile che sfiora il mio orecchio. Quasi un bacio.
Ma per me è come una scarica elettrica.
“Perché?!” di faccio eco. E sento la rabbia montare dentro di me. E non so da cosa abbia origine. So solo che mi asciuga le lacrime, e mi allontana del tuo abbraccio. Da te.
“Perché?!!” Sto urlando. Tu mi guardi sconvolto, e io ne traggo quasi piacere!
Ora sono in piedi dinanzi a te. Nudo, rigido, furioso.
Il cappotto è a terra, ai miei piedi.
“ Dimmelo tu il perché Jack!!” Mi muovo a scatti, il corpo indolenzito. Forse è ancora l’effetto dell’alcool. Forse il senso di colpa. Forse…
“Forse perché hai ucciso Lisa?” Vedo il tuo stomaco contrarsi. Come se avesse ricevuto un pugno!
“Forse perché avrei dovuto ucciderla io?” Lo dico. E non provo dolore.
Tu sei sempre più meravigliato! Non capisci. Neanche io!
“Forse perché ho dovuto scoprire per caso che non puoi morire. Come se fossi un maledetto nessuno?” Questo si che mi addolora.
Sembra quasi che tu voglia dire qualcosa, ma io non voglio sentire.
“ Sta zitto!” Ti intimo. E tu obbedisci. Ed io vorrei … non so cosa vorrei.
“Forse perché c’è Gwen? C’è sempre Gwen?” Lo so, non è vero, ma voglio andare fino in fondo. Voglio il sangue Jack. Voglio il sangue.
“ Questo non è vero!” Lo dici senza guardarmi!
“ Non è vero Jack? E cos’altro non è vero? Il fatto che quando c’è John tu ti allontani da me? Che te ne sei andato senza dirmi nulla? Che ci sono voluti quasi due anni di scopate sulla tua maledetta scrivania prima che ti decidessi ad invitarmi fuori a cena?” Sono ormai al di là della cattiveria. So benissimo che la nostra relazione è stata condizionata soprattutto da me. Ma voglio le lacrime Jack. Voglio le lacrime.
E non mi fermo. Mi avvicino a te. Tieni sempre la testa bassa. Ed io ho una gran voglia di farti male. E lo faccio.
“ Guardami in faccia quando ti parlo!” Ti prendo per le spalle e ti scuoto, come se fossi fatto stoffa. E tu mi lasci fare.
“ E non è vero neanche il fatto che sei una lurida sgualdrina, Jack, neanche questo è vero? Che non riesci a tenertelo nei pantaloni? Cosa hai fatto quando sei andato a trovare il tuo dottore. Ti sei fatto scopare anche da lui?” smetto di scuoterti e ti spingo via. E tu scivoli a terra. Hai lo sguardo fisso dinanzi a te. Si legge sul tuo viso il senso di sconfitta. Ce l’ ho fatta. Ti ho annientato.
E vorrei morire.
Rientro in me, e mi rendo conto di quello che ho causato.
Vorrei poter riavvolgere il nastro delle ultime ore e cancellare tutto. Ma non posso. Spero almeno di poter rimediare!
“Jack” mi avvicino a te cauto.Tu sei immobile, lo sguardo perso nel vuoto. E le lacrime. Le tue lacrime!!
“Jack, mi dispiace” Che parole banali! Ma non ne trovo di migliori.
“ Non credo a quello che ho detto. Non a tutto. So che non… so che ci sono stato solo io negli ultimi tempi. Jack ti prego guardami, di qualcosa “ e sento che la mia voce si è un po’ incrinata.
“ Da dove viene tutta questa rabbia Ianto? Da dove?” E i tuoi occhi sono fuoco su di me!
Ma stranamente mi sento calmo, come non mi accade da mesi, anni.
E so la risposta.
Lentamente mi avvicino al cappotto abbandonato sul pavimento. Lo raccolgo e lo infilo. Un brivido di piacere mi avvolge. Il tuo odore.
Tu non perdi neanche un movimento.
Mi siedo accanto a te. Ora mi guardi di sottecchi, teso. Temi un altro attacco. Non posso biasimarti.
Ti abbraccio. Ti irrigidisci.
Ti bacio la testa. Ti chini impercettibilmente verso di me.
Non voglio forzarti. Voglio convincerti.
“ Non ero io. Poco fa, intendo. Non ero io. Erano i miei demoni.” Dico dolcemente, mentre tu continui piano piano a scendere verso le mie ginocchia.
E io continuo a baciarti la nuca.
“ Non era rabbia, Jack, era paura” e adesso mi sembra così semplice ammetterlo.
“Paura?” Mi chiedi confuso.
“ Ti amo. Di questo avevo paura”.
Il tuo respiro si blocca. Non temere Jack. Non temermi.
“ E’ cominciato tutto così per caso. Quando venni da te per cercare un lavoro, non credevo che avrei provato attrazione. Ero innamorato di Lisa” il tuo respiro si blocca di nuovo “ E l’unica cosa che desideravo era trovare un posto dove perpetrare la mia follia” Tu mi accarezzi un ginocchio.
“ Quando poi lei è morta, e ho guardato in faccia il mio fallimento, il dolore lo sentivo ovunque, assieme ad un grande vuoto. L’unica cosa che mi dava la forza di alzarmi la mattina era il sesso … con te. Perdonami Jack. Perdonami. Ti ho usato, per non affondare” E ti stringo ancora più forte. E tu sei così arrendevole tra le mie braccia. Provo così tanta tenerezza.
“ Ma poi tutto è cambiato. I piccoli gesti quotidiani avevano un altro aspetto. Ed il sesso non era più puro istinto. Quando sei morto, combattendo quella maledetta bestia, ho capito. Avevo infranto le nostre regole non scritte. Mi ero innamorato di te. Scusami”Sorrido accarezzandoti una spalla. Ancora silenzio.
“ Ho cercato di accettare la situazione. Di accettare te, i tuoi segreti. Il fatto che sei un uomo che non resta. Ma poi è arrivato John. L’uomo con cui hai vissuto per 5 anni. Che ti conosceva meglio di me. Che avrebbe potuto portarti via da me. Di nuovo. E non ho retto”.  
“ Credo di aver tentato di fare l’amore con lui, paradossalmente per sentirti più vicino. Avrei voluto essere lui e me, insieme, per potere avere qualcosa in più di te. Pazzesco, eh?”
“ Non c’è  un’altra persona al mondo che mi conosca come mi conosci tu, Ianto” Dici con serenità. Ti alzi e mi guardi.
“ Ci sono cose che non posso dirti, ed altre che non sono pronto a farti conoscere. Ma, Ianto, non  sono fatto di legno. Sono un uomo come te, e ho anche io le mie insicurezze. Anche io provo dolore. Anche io posso amare. E amo te. E non voglio andare da nessuna parte”. Lo dici con una tale naturalezza che mi sembra impossibile aver pensato il contrario.
Ti prendo il viso tra le mani. Tu ti abbandoni al mio tocco. “ Ti prometto Jack che non accadrà mai più che io ti tratti come è accaduto oggi. Mi credi?” Ti chiedo ansioso.
“ Ti credo”.
La spossatezza ha preso il posto di ogni altra sensazione.
Ti spogli con il mio aiuto. Poi io mi sfilo il cappotto ed entrambi ci infiliamo sotto le coperte. Chissà che ore sono . Non ha importanza.
Ci stringiamo l’uno all’altro e ci accarezziamo piano. Poi tu appoggi la tua testa sul mio torace e baci gentilmente la mia pelle. Il paradiso.
E mentre ti accarezzo i capelli, sento che il sonno sta vincendo ogni mia resistenza.
Ma poco prima di addormentarmi mi sorprendo a pensare che su una cosa John aveva ragione:  meglio che mi dia ai succhi di frutta.

Fine


Grazie  a  FairyLittleAngel per il suo apprezzamento. Sono felice che ti siano sembrati coerenti con il personaggio i pensieri che gli ho imputato. Spero che anche questa fanfic, se dovessi leggerla, ti possa piacere.
Grazie anche a  H W per i suoi complimenti. Anche io spero di sentirgli pronunciare quelle parole. Incrociamo le dita. E grazie a chiunque decida di passare un pò di tempo in compagnia delle mie parole. Mi auguro che siano sempre all'altezza delle aspettative!
Brigitta.






  
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