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Autore: Angel Nikki    08/02/2015    3 recensioni
In quel momento il pesante portone scuro si aprì e ne entrò un Malfoy altezzoso seguito dalla sua corte: “Ancora vivo Potter? Quando mi hanno detto che eri svenuto ci avevo sperato...”
La risposta acida mi morì sulle labbra perché le immagini del mio sogno mi affollarono la mente.
Lo fissai terrorizzato e mi rannicchiai in un angolino del letto, puntai l'indice tremante contro il Furetto e urlai con vocetta stridula: “Lontano da me indemoniato!” e cominciai a mormorare esorcismi in latino.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ginny/Hermione
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 ­­­Com’è che al posto del basilisco c’è la camera dei segreti?

Dopo lezione di trasfigurazione m’infilai nell’aula vuota dove sapevo che la mia serpe mi stava aspettando. Mentre richiudevo la porta due braccia forti mi cinsero la vita e un alito fresco mi solleticò l’orecchio.
“Herrietta, sei stata vicino al Mezzosangue? Sai che non approvo, poi puzzi!”
Sospirai rassegata: “Furetto possibile che non stai mai zitto? Com’è che siamo ancora entrambi vestiti?”
“Sfregiata, abbi fede”.
Senza neanche rendermene conto ero seduta su un banco, l’unica cosa che ancora indossavo erano le mutandine, non avevo la minima idea di dove fosse il resto del vestiario e non m'interessava: “Wow hai battuto tutti i tuoi record!”
Mi sussurrò sulle labbra: “Dubitavi? Possibile che non te ne stai mai zitta?”
Cominciò a baciarmi ovunque…
 
Schizzai a sedere, ansimando. Scostai le coperte e alzai l’elastico di mutande e pantaloni, grazie a Dio c’è ancora!
Sospirai di sollievo. Sogno...era solo un sogno, un orrendo incubo...peccato che il mio basilisco non fosse d'accordo.
Solo in quel momento mi accorsi di non essere solo, intorno a me Ron, Hermione, Neville, Ginny e altri compagni di Griffondoro mi guardavano scioccati, ma decisero di ignorare il mio strano comportamento. Bene, necessito di un'immediata doccia fredda!
Ero in infermeria e non ne ricordavo il motivo, dovevo avere uno sguardo perplesso perché Herm mi fece un sorriso rassicurante e cominciò a raccontare: “Sei svenuto durante una lezione, io e Ron ti avevamo detto di rimanere a letto perché non avevi un bell’aspetto ma tu non ci hai ascoltati”.
In quel momento il pesante portone scuro si aprì e ne entrò un Malfoy altezzoso seguito dalla sua corte: “Ancora vivo Potter? Quando mi hanno detto che eri svenuto ci avevo sperato...”
La risposta acida mi morì sulle labbra perché le immagini del mio sogno mi affollarono la mente.
Lo fissai terrorizzato e mi rannicchiai in un angolino del letto, puntai l'indice tremante contro il Furetto e urlai con vocetta stridula: “Lontano da me indemoniato!” e cominciai a mormorare esorcismi in latino.
Ron mi guardò preoccupato: “Sta vaneggiando per colpa della febbre”.
Guardai malissimo quell'idiota del mio amico: “Lui...cioè io...insomma...Ah! Tu mandalo via! Ha più braccia di una piovra!”
Più di un paio di occhi mi guardarono preoccupati.
Ovvio, non siete voi che avete sognato di...come dire...avere una pomeriggio di fuoco, in un aula buia, su una cattedra, CON MALFOY!
Il suddetto mi fissò stranito: “Il buon vecchio San Potter è uscito di ghianda, finalmente. Ora, se non vi dispiace, la Parkinson mi sta tenendo il letto in caldo e non posso farla aspettare ancora! ”
Mi ero appena rilassato e a quelle parole ricominciai con l'attacco isterico, pensare a Draco mentre faceva...cose da Draco con quella, cioè pensare alla serpe, nudo, io...AAAAAAAAAAAAAAAAARGH! Mi nascosi sotto il letto, l'unica cosa che si vedeva era il mio dito accusatore puntato su di lui e urlai: “Stai lontano da me!”
La porta sbatté rumorosamente e dopo alcuni minuti uscii dal mio rifugio-peccato non fosse un  bunker, mi sarei sentito più sicuro- Ron e Herm mi guardarono alienati: “Dormi Harry, tu stai male”.

...Un mese dopo...
 
Stavo tornando al dormitorio, le lezioni mi avevano ampiamente fracassato le palle. Piton mi aveva dato compiti extra trovando una scusa idiota- ma che strano, vero?- quell'uomo mi odia e poi continua a borbottare cose come “tuo padre era un maialino” oppure “tutta colpa della Evans”
Ho qualche sospetto che ci siano alcune cose da scoprire su i miei genitori, ma penso che non indagherò.
Perso nei miei pensieri m'imbattei in Malfoy.
Dopo quel imbarazzante sogno evitavo ogni possibile contatto col suddetto biondo cercando anche di censurarlo dalla mia mente, peccato che i miei ormoni non fossero d'accordo con me...
Decisi di fare un esperimento. Senza dare il tempo al trio di capire cosa volevo fare superai idiota (Tiger) e il porcello (Goyle) -hanno anche il soprannome intercambiabile-.
I due scimmioni si fermarono in attesa di ordini da Malfoy che fece un cenno, qualsiasi cosa egli intendesse loro la interpretarono con un “voglio dargliele di santa ragione a Potter, voi andatevene in sala grande a mangiare. Vi raggiungo dopo”.
Afferrai Malfoy per la cravatta e me lo trascinai in un aula vuota: “Ma che cazzo fai Sfregiato? Ti è dato di volta il cervello?”
Non mi presi la briga di rispondere e comandato da Arturo l'ormone duro lo sbattei contro il muro e il mio cervello urlò “CONGA”.
I suoi stupendi occhi argentati mi guardavano sempre più spaventati...MA CHE CAZZO PENSO???
Le opzioni erano due: continuare con questa follia oppure pregare di essere fulminato così da non dover spiegare a Malfoy che cazzo mi era preso.
Cacciai questi pensieri e appoggiai le mie labbra sulle sue...
appoggiai le MIE labbra sulle SUE...
APPOGGIAI le MIE labbra sulle SUE...

...
black out.
 
...caricamento in corso...
 
Dopo un paio di minuti ci staccammo, come bacia da DIO quel meraviglioso biondino...aspetta un attimo...io lo avevo baciato, colpa del mio basilisco, e lui aveva risposto...questo si che era preoccupante.
Ok, io lo avevo baciato, ma lui aveva risposto! La colpa era sua! (ndA: Ceeerto! Non è colpa tua piccolo Potter, tutta colpa di Arutro e Malfoy!)
Ci fissammo negli occhi per qualche istante, poi fu lui a sbattermi (Cos’avete capito?!) contro il muro e tornammo a baciarci.
Venimmo interrotti da dei colpetti di tosse. Ci voltammo verso la porta e la figura che si stagliava sullo stipite. Malfoy s'irrigidì mentre il mio cervello dava forfait -è arrivato mr Unto dell'anno, che culo! chissà come reagirà adesso? Magari è la volta buona che gli viene un infarto!-
“Potter sei come tuo padre” sbottò l'insegnante.
“Che intende professor Piton?”
“Un maiale” e se ne andò sbattendo la porta.
L'entrata in scena di Piton riportò un po' di lucidità nel mio cervello facendomi realizzare la scena.
Mollai di scatto la serpe, come se scottasse. Oh Merlino si può sapere che mi prende?! Guardai Malfoy con orrore, nonostante la sua faccia confusa. Feci l'unica cosa logica e mi diedi alla fuga.
 
...Nei sotterranei...
 
Entrai nei sotterranei ostentando calma, ma visibilmente di pessimo umore, e mi avvicinai a Blaise che se ne stava comodamente seduto su un divanetto di velluto verde.
“Blaise, seguimi.” Ordinai secco, proseguendo verso la mia camera.
Blaise sapeva perfettamente che quand'ero di quell'umore non conveniva discutere, quindi si alzò e mi seguì, non che mi fossi preso la briga di controllare se lo stesse effettivamente facendo.
Una volta entrati chiuse la porta, precedendo il mio ordine, mentre io mi buttai sul letto di faccia.
Quello che successe dopo si può riassumere con: apocalisse, calamità, cataclisma, disastro, disgrazia, dramma, sciagura, tracollo, tragedia, rovina, distruzione, finimondo, flagello.
Per rimanere sul vago....
Insomma io, il principe delle serpi, persi il mio algido contegno: e rotolando sul letto caddi a terra di pancia, battendo i pugni sul tappeto e scalciando, mentre urlavo con vocetta stridula in preda ad un crisi isterica: ”NON PUO' FARE COSìììììììì!!! LO SBUDELLO, LO SQUARTO, LO MAANGIO A COLAZIONE!!! AARRRRRRGGGGH! Io non posso essere trattato così! IO sono il Principe delle Serpi, IO sono il ragazzo più ambito di tutta Hogworts, io... oh mio Dio l'ho rivisto!!!”
Mi alzai e iniziai a tirare qualsiasi cosa mi capitasse sotto mano senza badare a Blaise che si stava soffocando dalle risate.
Smisi un secondo di strepitare - non dovevo preoccuparmi di quanto forte stessi urlando, avevo insonorizzato la camera e non perché tutto il dormitorio non mi sentisse mentre facevo sesso, bensì perché non mi sentisse mentre perdevo le staffe come una liceale con il pemestruo- ripresi fiato e mi misi a fissare il soffitto.
Blaise guardò l’orologio e annunciò: “Un classico, dieci minuti di puro sclero per poi finire ansimante e stremato sul pavimento”.
Mi buttai sul pavimento, ansante e dopo un po' scattai a sedere e annunciai: “Vado a lavarmi la bocca con l’acido”.
In quel momento sentii bussare alla porta, io e il mio migliore amico ci scambiamo uno sguardo d'intesa.
Mi sistemai i vestiti, mi pettinai i capelli con la mano, chiusi gli occhi e feci un respiro profondo. Quando controllai allo specchio era tutto a posto, ero tornato ad essere l’algido principe delle serpi e non una ragazzina  in preda a una crisi esistenziale.
Blaise aprì la porta ed entrò la Parkinson, le lanciai un occhiataccia: “Dimmi”.
Lei sorrise come una gatta e poi miagolò: “È da tanto che non ci divertiamo un po’…”
Non le feci neanche finire la frase: “Ho da fare ora, vedi, sto parlando con Blaise quindi vattene al diavolo lontano da me!”
Si guardò attorno e notò che ero perfetto seduto sul letto -l'unica cosa sopravvissuta alla devastazione- ma alle mie spalle sembrava che Finnigan avesse fatto esperimenti nella mia camera e che tutti fossero finiti come al solito, con un bel BUM!
Pensy si guardò attorno e uscì sbattendo la porta, un ciuffo mi ricadde sugli occhi, sapete quel po’ di contegno che avevo appena ripreso? Beh gli feci ciao ciao con la mano mentre se ne andava a farsi una nuotata ne lago nero.
“Ora ci si mettono anche i capelli?! Questa è una congiura!”
Blaise mi guardò sconsolato: “Non capisco proprio come fai…”
Lo interruppi entusiasta che finalmente comprendesse il mio furore: “A starmene calmo tutti i giorni quando invece vorrei urlare a squarciagola? Oppure ti riferisci al fatto che non ho ancora fatto un pacco, con la testa di Potter dentro, per mandarlo come regalo di compleanno al Signore Oscuro quando è il mio unico desiderio? O magari al fatto che non ho ancora venduto la Parkinson a Dalton? O al fatto che non mi sono ancora lavato con la lava dopo che…che…”
Blaise mi guardò e represse una risata, immagino si stesse pregustando la mia reazione alla sua affermazione: “Mi riferivo al fatto che quando ti arrabbi diventi rosso come un pomodoro ma riesci a tornare bianco e marmoreo a comando”.
“BLAISE! Tu…pensavo che tu potessi capirmi”.
Venti minuti e dieci crisi isteriche dopo arrivammo finalmente al nucleo del problema: “Cosa, o meglio chi, ti ha ridotto così Draco?”
Lo guardai dal basso della mia scomoda posizione –si, mi sono di nuovo sdraiato a terra- e dissi tutto d’un fiato: “QUELL’ESSERE MI HA BACIATO!”
Sorrise divertito: “Intendi Potter?”
Lo guardai malissimo: “Sono contento che la mia situazione ti diverta, brutto sadico!”
 
..dall'altra parte...

Andai nella sala grande e mi sedetti accanto a Ron, nel solito posto.
“Harry che hai? La tua espressione è un misto tra quella che hai fatto quando hai visto Ginny baciare Dean e quella che avevi mentre vagavi curioso con il diario di Tom Riddle tra le mani”.
Ron mi guardò preoccupato e io non resistetti al impulso di dire tutta la verità, troppo facile tenere chiusa la bocca e non scatenare l'apocalisse. “Io…non so proprio come dirtelo. Ma credo, non ne sono sicuro, di essermi preso una cotta colossale per una persona...cioè la persona più sbagliata che ci può essere per me... Ti prego Ron, non odiarmi.. io non volevo solo che credo che sia una cosa seria...”
Ron passò vari colori tra cui il bianco che man mano diventò arancione –un uomo può diventare arancione di rabbia?- per finire con un rosso come i suoi capelli.
“Come hai potuto, TU il mio migliore amico, quello che consideravo importante come un fratello, quello con la quale ho condiviso ogni cosa che avevo, INNAMORARTI DELLA RAGAZZA CHE PIACE A ME?!”
Esplose Ron, continuando poi ad urlare cose incomprensibili –tra cui coloriti insulti- per una mezz’ora buona senza ascoltare neanche una virgola di quello che cercavo di dirgli.
Quando finalmente qualche Grifondoro coraggioso mi aiutò a riaccompagnarlo in Sala Comune lui non aveva ancora finito di borbottare cose senza senso sulla mia imminente morte per mano sua e terribili torture che a metà percorso avevo iniziato a ignorare quel suo blaterare sconclusionato.
Per fortuna quando passammo il quadro della signora grassa ci trovammo Hermione che con tenerezza prese Ron, era stata informata da qualche pettegola -mi ci scommetterei il basilisco che fosse stata Lavanda- della scenata e una volta che lui le spiegò il perché di tutto quel casino, lo rassicurò.
Ron si diresse verso un angolo della sala iniziando a parlare con Hermione.
Ero talmente curioso di quello che si dicevano che quando mi sedetti in una delle poltrono vicino al fuoco tesi al massimo le orecchie per sapere cosa si stavano dicendo.
 “Ron cos'è successo?”.
“Io, solamente.. mi ha detto che è innamorato di te...” rispose Ron iniziando a fissare i piedi.
Lei sorrise: “Perchè questo dovrebbe interessarti? Comunque io Harry siamo solo amici, come lo siamo io e te. E anche se così non fosse c’è un’altra persona nel mio cuore che non è lui. Puoi stare tranquillo".
Ron arrossì, punto sul vivo dalla domanda di Herm...Già, perché dovrebbe interessargli chi si innamora di lei?
Bene, non volevo approfondire l'argomento -soprattutto non volevo che Hermione facesse 2+2 come avevo fatto io e capisse il rosso- quindi decisi di interromperli raggiungendoli.
"Ciahahaho ehehehrm, ti sei ripreso Ron?" Quella roba che c'è tra le parole sarei io che ansimo per la fatica.
Ron alzò lo sguardo e mi sorrise: “Malinteso chiarito, ma se non è Hermione chi può mai essere?”
Oh bene! Vuoi dirmi che il mio migliore amico mononeuronico mi ha fatto l'unica domanda intelligente della sua vita alla quale non voglio rispondere?!
IO-NON-VOGLIO-RISPONDERE!
Fu il mio turno di avere una crisi isterica: “Voi, non ci credereste mai, perché io...voi non...ma io…insomma…NON POSSO! Male, molto male! Io…AAAAAHRG!”
La scimmietta che aveva momentaneamente sostituito il mio cervello iniziò a battere i piatti.
Ron mi guardò serio: “Guarda che se si tratta di Ginny per me non c'è problema, meglio tu che Dean”.
Lo guardai stranito: "C'è stato un periodo in cui mi piaceva Ginny ma..."
Non pensarci Harry, non pensarci, se lo fai impazzisci e se impazzisci Malfoy potrà fare di te ciò che vuole: "Tu non puoi capire, io sono impazzito! luiiiii è...io non...non".
“Lui?” chiese Hermione “È un ragazzo?”
Ed ovviamente come poteva la ragazza più brillante di Hogwarts non notare una cosa del genere...ci avevo quasi sperato per la storia del 2+2 di Ron...
Ron aveva una faccia tra l'allibito e lo shockato: "Starai mica parlando di me?!"
“No, Ron” rispose Herm per me “Ho ragione, Harry?”
Abbassai gli occhi e scossi il capo come un bambino capriccioso. Poi alzai lo sguardo e incontrai quello di Hermione che mi diceva che lei poteva comprendere qualsiasi cosa.
“Draco” sputai fuori mormorando, sperando chissà cosa, magari pronunciandolo sarebbe venuto fuori il nome di una ragazza, o almeno non quello del mio nemico numero uno...
"Draco, ora capisco perché lo evitavi, la tua reazione in infermeria e anche le tue facce quando lo incrociavamo in corridoio." rispose semplicemente Hermione, in quel momento gli avrei dedicato una statua con scritto “Colei che sa e comprende”...purtroppo.
Ron invece, sbiancò e ricominciò a urlare. Mi venne quasi il dubbio che avesse imparato una nuova lingua fatta di sillabe inarticolate e parole tipo “tu”, “lui” e ”basilisco”.
Ora, non so ne come ne perché ma mi trovai a consolare Ron, voglio dire sono io quello che si è preso una cotta per il principe delle serpi, IO DOVREI COLLASSARE, non Ron!
Il suddetto rosso era in un angolo a dondolare, farneticando cose senza senso su nipoti biondi vestiti da ballerine di samba e basilischi che danno party nelle mie mutande e io dovetti sedermi accanto a lui accarezzandogli i capelli e rassicurandolo: “Mi passerà, è stata solo una svista”.


...una settimana dopo gli attacchi isterici di mezza Hogwarts...

Incontrai Potter in giardino, e il mio primo pensiero quando lo vidi fu deve pagare per quello che mi ha fatto. Nessuno fa venire una crisi isterica a Malfoy e la passa liscia!
“Io e te dobbiamo fare un discorso!” intimai afferrandolo di malagrazia per il colletto e trascinandomelo in un angolo appartato, lontano da occhi indiscreti (ndA: questi due hanno la bella abitudine di trascinarsi in giro). Tiè, credevi di farla franca stupido babbanofilo.
Mollai il colletto e lo tirai per la cravatta avvicinandolo a un soffio del mio volto, te l’avrei fatta pagare di sicuro! Questa notte sarai tu ad avere una crisi isterica da prima donna abbandonata, brutto aizzatore di ormoni sopiti.
Il suddetto infame tentò di liberarsi dalla mia presa senza troppa convinzione, diciamolo, sembrava non ci stesse neanche provando.
Incrociai il mio sguardo con i tuoi meravigliosi occhi verdi, annegandoci dentro finché non mi costrinsi a chiuderli, sennò sarei corso a casa a nascondermi fra le sottane di Narcissa.
A un millimetro dalle sue morbide labbra mi costrinsi a fermarmi gli ti sussurrai: “Abbiamo un problema, Potter”.
“Giura? Non me ne ero accorto”. La sua risposta grondava sarcasmo nonostante l’avesse pronunciata con voce già roca. Adesso lo eccitavo pure? Fantastico, sono riuscito nel mio intento, purtroppo il mio piano non aveva i suoi punti deboli: il mio basilisco era contento quanto il suo, quella sera non sarebbe stato l'unico a farsi una doccia fredda. Ma chi mi obbligava a interrompermi?
Feci per porre fine alle nostre sofferenze, quando Potter si mise a urlare come una mandragora sterrata e un'ombra si proiettò davanti ai miei piedi, una mano fredda dalle lunghe dita diafane mi artigliò per la spalla tirandomi indietro di peso.
Il mio primo pensiero coerente fu: Come? Quando? Cosa? Perché?!
Ma quando Dario il neurone solitario riuscì ad imbrigliare nuovamente i miei ormoni impazziti l'olezzo di unto che mi arrivò al naso accese la lampadina, sapevo perfettamente chi era venuto a rompere le palle.
 “Per quanto sia stucchevole questo quadretto, avete radunato un discreto pubblico e mi sento in obbligo ad intervenire, interrompendovi.” disse sussurrandomi nell’orecchio, poi ci afferrò per la collottola e ci trascinò via di peso.
Sedò la folla -accidenti non me n’ero accorto, questo piano faceva acqua da tutte le parti- avevo detto a rompere le palle? Intendevo a salvarmi le chiappe: “I signori Potter e Malfoy verranno con me dalla signora McGranit, che siano d'esempio per tutti quelli a cui è venuta voglia di azzuffarsi in cortile”. Ringraziai tutti i santi che conoscevo e aggiunsi 'costruire una statua in suo onore' all’elenco delle cose da fare prima di morire (ndA: Queste manie architettoniche dei protagonisti...).
Ci trascinò nella prima aula che trovò e Potter, il solito decerebrato, chiese: “Ma non stavamo andando dalla preside?”
Capitelo, era ancora sotto l'effetto del mio incredibile fascino lunare.
Piton sembrava più incazzato del solito e sibilò: “Signor Potter, non intendo ripetermi, quindi la smetta di fare quella faccia da idiota e mi ascolti molto attentamente: lei non si deve permettere di traviare uno dei miei migliori studenti con la sua stupidità quindi si tenga alla larga dal signor Malfoy”.
“Ma se è stata questa serpe a venire a cercarmi, io me ne stavo beato in cortile...”
Piton sembrava furioso, ma riuscì a mantenere un certo contegno, nonostante la vena che pulsava vistosamente sul collo: “Signor Potter, non permetterò che la storia si ripeta,  lei non farà come fecero suo padre e la Evans, mi sono spiegato?”
Speravo proprio di non star facendo la stessa faccia dell'altro idiota. Insomma, anche Lenticchia avrebbe capito che Piton e Potter senior avevano avuto una storia, che molto probabilmente il secondo aveva troncato per mettersi con la Evans.

...la sera...

Vagavo impensierito senza meta per il castello e rimuginavo sui miei incontri con Potter.
Da quando sprecavo il mio tempo pensando a Potter?! Da quando Potter era passato da punch ball a bambola gonfiabile? E da quando l'idea di Potter come bambola gonfiabile mi piaceva?
Inciampai nel mio piede, valutando seriamente l'idea di amputare quell'arto ammutinato.
Perché dal giorno in cui avevo sentito i pettegolezzi della Parkinson su Potter e la Granger, avevo voglia di fare una strage? Perché da quando avevo visto la sclerata di Lenticchia in sala grande volevo sapere qual'era il motivo? Forse era perché...
Presi una colonna in fronte. Scossi la testa con forza e mi guardai intorno.
“Merda...” Inconsciamente i miei piedi mi avevano portato dove la mia testa non voleva andare, la torre dei Griffondoro.
Guardai il quadro della signora Grassa che era a guardia dell'entrata e gli chiesi cortesemente: “Voglio entrare.”
“Parola d'ordine?” e non ci vidi più.
Cominciai a urlare senza tregua improperi di tutti i tipi contro quella bastarda, megera, che più che a somigliare ad una strega sembrava un confetto di quadro.
Due minuti dopo ero ansante e appoggiato a un colonna, quando scorsi una figura in lontananza.
Urlai: “Accio acqua”, una secchiata di acqua gelida mi investì inzuppandomi  i capelli e la camicia facendo evaporare rabbia e quant'altro.
Mi avvicinai alla ragazzina del primo anno tentando di estorcerle la parola d'ordine con il mio solito fascino lunare e la accompagnai fino al quadro d'entrata, mentre la signora grassa mi fulminava con lo sguardo.

In quel momento il quadro si aprì. Tan tan tan! fulimini di sfondo
Ero talmente preso dalla mio tentavo di abbordaggio che non mi accorsi della comparsa di Potter davanti a me.

Dovevo risolvere la cosa, non potevo certo aspettare che Furetto venisse da me a cercare di capire cosa ci stesse succedendo, sarei morto di vecchiaia oppure di autocombustione. Eh già, perché ogni volta che pensavo a Malfoy e a tutto quello che stavamo combinando in quegli ultimi mesi…
Spesso ci incontravamo per parlare e anche se nei nostri incontri c'era la lingua le parole erano superflue, questo poteva essere un problema, un grosso, gonfio e poderoso problema! OhmioDio sono proprio pazzo! Dario (il neurone solitario) governa Arturo (l’ormone duro)! Volevo incontrare Draco per parlare, fare a botte, saltargli addosso...ehm, volevo dire mettere la parola fine a...qualsiasi cosa fosse quella che ci “univa”.
Cosa?! Congiura! Ammutinamento! Attentato! Attacco…decisamente un attacco, di cuore!
 La visione idilliaca di Draco, con rivoletti di acqua scintillante che colava tra le ciocche di capelli setosi color luna, scendevano nel colletto inamidato fino a bagnare la camicia dandole un effetto di vedo-non vedo e facendo così risaltare il fisico asciutto e del colore del marmo, mi fece impazzire.
Speravo, pregavo di non aver cominciato a sbavarmi sulle scarpe ma soprattutto mi auguravo di tutto cuore che il mio Basilisco non avesse scelto proprio quel momento per prendere una boccata d’aria.
Lo agguantai per la cravatta –ormai sta diventano un’abitudine, ahimè piacevole- e me lo trascinai via, ignorando la ragazza del primo anno che stava accanto a lui e ci guardava stranita.
Mollata la cravatta cominciai a spingerlo per godermi il meraviglioso panorama, si girò e mi puntò uno sguardo malevolo contro: “Potter, evita di scoparmi con gli occhi, così sciupi il mio bel culetto”.
La fatidica goccia: Non hai la minima idea di quello che vorrei fare al tuo bel culetto!  Lo afferrai per un braccio e girai mezza scuola a caccia di un aula vuota e abbastanza appartata per stare tranquilli, quando ne trovai una lo costrinsi ad entrare di malagrazia, chiusi la porta e mi girai a guardarlo.
Mi godetti l'attimo di smarrimento nei suoi occhi che si trasformò in uno sguardo da malato di satiriasi recidivo; si era seduto su un tavolo e aveva aperto le gambe per permettermi di mettermi tra esse ed essere cosi faccia a faccia e...beh basilisco a basilisco.
Mi avvicinai e mi schiacciai a lui con tutto il corpo infilandogli le mani tra i capelli fregandomene di quanto fossero freddi, e poggiai la bocca sulla sua.
Lo costrinsi ad aprire le labbra e…
Feci un salto di dieci metri indietro, quell’essere mi aveva appena infilato due mani fredde come l’alito di un dissennatore sotto la mia camicia, sfiorandomi la pelle delicata ad altezza delle reni. Avete mai provato a strusciarvi su un iceberg nell’artico? Beh la sensazione era più o meno quella…
“Draco tieni le mani a posto, almeno finché non le avrai di una temperatura da persona viva”.
Mi sorrise tentatore: “Mi ci vorrà un attimo a scaldarmi, fidati”.
Mi attirò di nuovo a se e lo lasciai fare, ormai mi ero rassegnato al fatto che c'erano diversi modi per “strapazzare” la Serpe, alcuni più piacevoli altri più divertenti.
Ci baciammo con sempre più intensità, le sue mani che salivano sotto la mia maglietta -brr, se non fosse stato così piacevole da guardare avrei potuto usarlo come condizionatore!- le mie che scendevano a insinuarsi tra  le sue regali e marmoree natiche e il legno del tavolo per attirarlo piu vicino.
Il suo basilisco premeva allegro e gioioso contro il mio che rispondeva con la stessa gaiezza. Arturo mi mandò in blackout Dario e i vestiti iniziarono a volare...


Un ombra oscura e silenziosa si aggirava per tutta Hogworts, era sgusciato fuori dai suoi alloggi perché aveva dimenticato una cosa in aula ma ad un certo punto una vocina nella sua testa -i primi sintomi della demenza senile- gli martellava il cervello con la parola “sesso”. Non sapeva neanche lui perché, ma questo lo aveva spinto a cercare negli angoli più bui a caccia di Malfoy e Potter.
Quando la vocina si mise a strillare come un allarme anti-incendio si avvicinò a una colonna dietro dietro la quale trovò ciò che cercava, due persone che parlavano concitatamente e sottovoce.
Le due figure erano mimetizzate con il buio, sapeva già chi fossero i due soggetti in questione ma si avvicinò per fugare ogni dubbio. Piton non sapeva quanto si sbagliava.
“Herm, dobbiamo dirlo a mio fratello, sono stufa di accontentarmi di baci rubati nel buio dei corridoi”.
Hermione sospirò tristemente: “Ginny, sono preoccupata per reazione che potrebbe avere, si razionale e aspettiamo, quando entrambe avremo finito la scuola glielo diremo”.
Il professore, sconvolto dalla rivelazione -più che sconvolto sull'orlo di un tracollo psicofisico- si allontanò dall'idillio delle due studentesse e si convinse che la vocina dentro di lui si stava sbagliando.
Andò nella sua aula a cercare quel dannato libro che gli serviva e quando aprì la porta si trovò dinnanzi una scena raccapricciante -non che non se la fosse cercata- Potter e Malfoy, aggrovigliati nudi su uno dei tavoli della stanza, impegnati in un'attività sportivo-ricreativa estrema.
Erano talmente impegnati che manco si accorsero del vecchio guardone che se ne andò borbottando infastidito e più o meno il senso dei suoi brontolii era: “Buon sangue non mente! Piccolo Potter più maiale di suo padre...e le due ragazze? Tutto mi sarei aspettato meno che trovarle a copulare dietro una colonna. Non mi stupirei se ora, svoltando l'angolo, trovassi anche Weasly impegnato in qualche attività particolare con Zabini”.
Ciò, fortunatamente (ndA: guardate che stavo seriamente pensando di farlo copulare con Blaise), non accadde. Il vecchiaccio aveva quasi l'intenzione di girare con un cartello appeso al collo che diceva: “Evitiamo sorprese, volete che muoro?”

…Un'ora dopo...

Ci stavamo rivestendo, dopo il miglior round della mia vita, e stavamo discutendo su come gestire questa “cosa” quando la Serpe fece una proposta interessante: “Potresti venire nella mia camera ogni giovedì dopo mezzanotte, pensi di riuscire a sfuggire a Gazza? Ovviamente a farti entrare e uscire ci penso io”.
Alzai un sopracciglio, muovermi per Hogworts inosservato non era mai stato un problema: “Ci sto”.
Allungai una mano nella sua direzione e lui la strinse, mi tirò a se e mi fece l'ultima ispezione delle tonsille prima di andarsene camminando come un'altera papera.
Eravamo ufficialmente scopa-nemici, penso...









Angolo autrice:
Questa storia è un ottima spiegazione del perché non dormire per fare una maratona di Harry Potter con due amiche sia la peggiore idea in assoluto.
È partito tutto da un “e se Harry fosse una ragazza?”  e abbiamo raggiunto un nuovo livello di degrado sociale.
Non mi stupirei se ora la zia Row ci lanciasse un avada-kedavra...
Ringrazio tutti coloro che hanno perso tempo a leggere questa cosa demenziale ma soprattutto le due schizzate che l'hanno scritta con me http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=141033 e Butfrog.
Ragazze mi mancano i nostri momenti insieme, i nostri pomeriggi persi a scrivere e correggere bozze e quelli con una tazza di te in mano a parlare di libri fino a seccarci la gola.
 
  
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