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Autore: Sweetcurry    01/12/2008    0 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato usare il tag b, se non in casi particolari.
Rinoa81, assistente amministratrice.

Si bloccarono incapaci di fare qualsiasi cosa.
Sasuke si ritrasse scivolando sulle lenzuola leggere fino a rimettersi nella posizione precedente. Seduto sull’angolo del materasso.

Seguito de "Un Ponte Rosso"
Sasuke ormai grande cerca di crearsi una "sua" storia, differente dal fratello.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Per tutte le età - Sasuke/Neji - Introspettivo/sentimentale – Yaoi - One shot

 

Sequel di “Un ponte rosso”:

 

Il tempo sotto al ciliegio

By sweetcurry

 

Anni dopo. Sasuke ormai compiva diciassette anni. Era grande e aveva superato tutte le complicazioni avvenute a causa del fratello, anche perché quello se n’era andato.

Il suo Nii-san  aveva abbandonato il clan per andare a vivere a Oto con qualcuno di cui Sasuke e la sua famiglia non ebbe compreso molto bene il nome e le caratteristiche. Probabilmente dato che Itachi non voleva più sopportare un luogo in cui le sue relazioni erano proibite.

 

Erano circa tre anni che Sasuke aveva iniziato a non ascoltare più il fratello.

Era esasperato dei “Guarda Itachi, impara da lui” o “Itachi è proprio bravo, e tu cosa fai, non me lo ricordo…” da parte degli altri. Sempre e solo Itachi.

Basta.

Basta.

Basta!

 

Sasuke doveva essere il migliore e poteva farcela solo senza il fratello a rubargli la scena.

Era cambiato completamente da quello strano anno del ponte rosso.

Non era più il bambino tenero ed ingenuo che voleva bene al fratello maggiore.

Ora era davvero l’unico orgoglio del clan. E finalmente non era oscurato dall’ombra di Itachi.

 

-Neji, ho saputo della tua precedente missione. Davvero congratulazioni.-  fece Fugaku Uchiha verso il ragazzo dai capelli lunghi che sedeva alla sinistra di Sasuke.

-Oh, molte grazie. Ma era di grado S e mi è sembrato inusuale affidare una missione con un livello elevato così ad un team di diciassettenni.- sentenziò pacato l’Hyuga.

Il padre di Sasuke assentì. –Ultimamente l’affidamento delle missioni sta lentamente regredendo, me ne chiedo la causa.-

Il padre di Sasuke invitava spesso lo Hyuga a cena per discutere della politica, dell’economia e tutto ciò che Neji sembrasse sapere alla perfezione.

Neji Hyuga era un buon amico di Sasuke. Anche se non lavoravano nello stesso team, i loro caratteri molto simili li avevano avvicinati.

I genitori del moro avevano accettato di buon grado l’amicizia. Dopotutto gli Hyuga erano un clan rispettato, anche se fin troppo severo, secondo molti gusti degli abitanti del villaggio era una vera caserma la villa Hyuga, ma se lo era i risultati se ne vedevano. Neji era uno dei migliori, sempre acclamato al termine delle missioni e ammirato da chiunque.

Il clan era orgoglioso di poter sfoggiare un amicizia con gli Uchiha, uno dei più famosi, nonché casa del capo della polizia, Uchiha Fugaku.

Dunque dal punto di vista esterno l’amicizia fra i due rampolli era tutta d’interesse.

 

-Hyuga fammi vedere quel tuo documento…- chiese il moro appoggiandosi al letto di due piazze della sua camera.

-Il motivo?- alzò un sopracciglio allontanando il foglio dalla mano di Sasuke che cercava di afferrarlo invano.

-Andiamo, non l’ho ancora ricevuto io… vorrei vedere com’è…- disse Sasuke mentre si sporgeva più in la per toccare fra le mani la carta ruvida.

 

E fu di nuovo un attimo.

Sasuke si sporse troppo e andò a premere le sue labbra contro quelle dell’Hyuga che a sua risposta spalancò gli occhi bianchi.

Si bloccarono incapaci di fare qualsiasi cosa.

Sasuke si ritrasse scivolando sulle lenzuola leggere fino a rimettersi nella posizione precedente. Seduto sull’angolo del materasso.

Neji lo guardò ancora.

-Io… Non intendevo…- mormorò l’Uchiha come a scusarsi del fatto accaduto.

Neji scosse la testa, ma rimase lo stesso immobile.

E non fu un attimo questa volta.

Lentamente attratti come due magneti si riavvicinarono. Perché avendo scoperto quel piccolo piacere volevano riprovarlo. Intensificarlo.

C’era un che di peccaminoso in tutto quello che stava succedendo che li spingeva ancora di più ad avvicinarsi.

Neji mollò il foglio bianco facendolo finire a terra e si sporse nel tentativo di approfondire il bacio che in quel momento era un solo toccarsi di labbra.

Sasuke curioso e vinto dal premere di Neji schiuse la bocca rivelando un sottile filo umido a congiungergli i due labbri. Quasi ad incitare l’Hyuga.

Il bacio fu sempre più voglioso. Aperto. Umido.

La lingua bagnata di Sasuke lambiva grossolanamente la pelle candida dell’altro ragazzo.

L’altro rispondeva facendo scorrere le mani avide sui vestiti dell’amico.

Neji spinse lentamente le spalle del moro verso il letto.

Gli salì sopra a cavalcioni continuando a vagare con la lingua in quell’antro caldo e umido.

Sasuke slacciò il kimono candido dello shonen su di se rimirando la pelle bianca e senza difetti che si era scoperta.

Lentamente, lo Hyuga passò le dita affusolate sulla stoffa del kimono scuro del ragazzo sotto di se che lo carezzava sull’addome, e fece scivolare i due lembi di tessuto lungo le braccia pallide di Sasuke. Spostò la bocca dalle labbra dell’Uchiha e iniziò a leccare il collo ora scoperto del compagno.

 

 

Fu come una droga. Una volta scoperto non riuscirono più a fermarsi.

L’amicizia era una scusa perfetta per sparire nelle stanze di uno dei due shonen e ricominciare a sfiorarsi, toccarsi e sospirare.

 

Sempre composti e rigorosi. Anche nelle  conversazioni fra di loro.

Non correvano su per le scale mentre si dirigevano verso una delle loro stanze. Anche se dentro morivano dalla voglia.

In pubblico non si scambiavano fugaci occhiate lascive. O non facevano accenni alla loro relazione in ciò che dicevano.

 

E durante quei loro attimi  non era affatto presente la violenza o il dolore, ma sembravano distaccati. I due non partecipavano al “dopo” e alle carezze e alle coccole. Erano lenti, rispettosi l’un dell’altro, e mai violenti. Tuttavia sembrava una relazione fuori dal mondo, la loro.

Sasuke davanti a quelle scene si ritrovò a ripensare al fratello e alla relazione che aveva scoperto ai tempi del ponte.

L’albero sulla collina. Perché con Neji era così tutto silenzioso ed educato?

Non provava più gelosia verso il fratello, eppure ora lo invidiava per il riguardo del suo vecchio compagno che lo aspettava sotto al ciliegio per baciarlo e carezzarlo.

Dopo il primo bacio i due ragazzi non se n’erano mai scambiati a stampo.

E lui ne voleva anche di quelli.

 

-Neji! Guarda!- esclamò indicando lentamente l’albero dei suoi ricordi da bambino.

-Sasuke… E’ un albero.- disse monotono lo Hyuga.

-E’ un ciliegio, Hyuga.- specificò guardandolo male per la poca sensibilità. Lo prese per mano per la prima volta facendo irrigidire il ragazzo dai lunghi capelli.

-Sasuke…- cercò di chiamarlo e farlo tornare in sé.

-Tranquillo, Hyuga. Non c’è nessuno.- lo rassicurò intuendo i suoi pensieri.

Lo portò fino sotto al ciliegio che non era ancora in fiore. Fece scorrere le dita chiare uguali a quelle dell’altro shonen fino a incrociarle poggiandole palmo su palmo. Le strinse. –Neji!- chiamò ancora senza motivo. Quasi come un bambino, troppo felice per essere sotto a quell’albero così strano, ma tanto famigliare.

Non v’era mai stato sotto. Aveva sempre guardato da lontano.

Si avvicinò al tronco e vi si appoggiò con la schiena tirando poi lo Hyuga più vicino.

Sorprese lo shonen dagli occhi bianchi baciandolo passionalmente.

Questa volta il tempo si era fermato solo sotto quell’albero, mentre tutti intorno continuavano a vivere, Sasuke finalmente si sentiva bene con Neji.

Alla fine non aveva dato più retta al voler dei baci a stampo, perché la voglia di aver lo Hyuga per sé realmente era enorme.

 

-Neji… voglio che sia così. Mi capisci?- chiese un po’ impacciato per il discorso. Non era da lui voler le effusioni, ma in realtà sì, solo che non mostrava questo suo lato un po’ sentimentale.

Neji non gli rispose.

 

 

Il giorno dopo fu Neji a condurlo verso il ciliegio in silenzio.

Sasuke ne fu contento. Non avrebbe dovuto chiederglielo alla fine. Neji lo aveva capito.

Anche se lo Hyuga non era molto loquace e non gli aveva mai detto quanto gli volesse bene, andava bene lo stesso.

Se gli Hyuga o gli Uchiha avessero scoperto la relazione li avrebbero esiliati per lo meno. E quando Sasuke pensava a questo, capiva che Neji gli voleva bene, perché rischiava tutta la sua vita e reputazione per lui.

 

 

 Owari






Okay, dai confessate che questa vi è piaciuta di più, eh?
Eh, va beh, si sa d'altronde che le storie d'amore vanno per la maggiore.
Ovviamente non l'ho postata per avere più recensioni (cosa non avvenuta con "Un Ponte Rosso" è__é)

Neji lo amo, devo confessare io questa volte XD.
Lo amo con Kiba e lo amo con Sasuke.
Awhhh...
Non lo sopporto con Lee è_é.
XD.

Vabè, dai mi è piaciuto un sacco scrivere queste due oneshot, ora vado a postare qualche altra cavolata, eh?

KisSes

yours
sweetcurry**

   
 
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