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Autore: GaiaAkuma    08/02/2015    4 recensioni
"E ricorda quell'hotel a New York City.
È l'ultima cosa che ti chiedo di ricordare.
Ricorda quell'hotel a New York City in cui siamo stati semplicemente dei santi annegati nei nostri dolci peccati."
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-There's a room in a hotel in New York City
That shares our fate and deserves our pity
I don't want to remember it all
The promises I made if you just hold on

 

Ero in un hotel. Ero.

Era un hotel a New York City. Si stava bene. Si poteva essere quello che si voleva.

Ero spoglio di tutto, là.

Dei miei peccati e della mia dignità.

E poi c'era lui in quell'hotel.

Il suo nome affiora sulle mie labbra. “Frank”. Lo sussurro e il suono mi riempie la gola, la bocca, quelle lettere che sole rappresentano ciò che ho amato più di me stesso.

Mi viene l'impulso di afferrare un foglio e una penna e buttare giù un testo.

L'ho sempre fatto, fino ad ora. Quanto ho scritto in quell'hotel.

Non so cosa mi stia succedendo, e mi sento come se fossi ritornato al periodo in cui prendevo droghe e mi strafacevo di alcohol, e lui mi tirava su.

Sento la mancanza della sua mano nella mia, dei suoi capelli sparsi sul mio petto.

Sento la mancanza persino delle sue urla, e di me che gli ricordo dei tempi passati, e di lui che spalanca gli occhi e mi bacia con violenza perché ha perso, ha perso contro di me perché non si ricorda abbastanza.

Eravamo composti di ricordi, in quell'hotel a New York City.

E ora, ora l'unico ricordo che mi rimane è lui.

Dove sei Frank? Frank, rispondimi, ti prego. Almeno nella mia mente, rispondimi.

“Io sono qui Gee, io sarò sempre qui.”

Ci ho provato a restituire la promessa.

Ma mi dispiace, non ce l'ho fatta, e tu che mi hai creduto per tutto questo tempo, tu che mi amavi.

E in quell'hotel, quanto ti ho amato anch'io. Troppo per una sola vita, per una sola mente, per un solo cuore.

Ma sai, ripensandoci, la vita in quell'hotel a New York City era quella che ho sempre voluto.

Se ti ricordi bene, io non volevo venire qui eppure ti ho seguito. Ma non sentirti in colpa. Io ti ho sempre seguito, l'avrei sempre fatto, se solo mi fosse stata data la possibilità.

Ti prego Frank, ricordami come vorrei.

Ricordami mentre ti bacio, ricordami come il tuo piccolo poeta maledetto, ricordami con un mazzo di rose nere sopra ad una bara rossa.

Romantico, non trovi?

Sono stato romantico per tutto questo tempo e tu non l'hai mai saputo.

Oh, tutte le parole che non ti ho mai detto, le sento sulle labbra, e se solo potessi proferirle.

Ti voglio qui, come sei e come sei stato in quell'hotel a New York City.

Sai, stavo pensando. In teoria in questo momento tutta la mia vita dovrebbe passarmi davanti.

E io dovrei essere felice, perché è da un po' che è diventata bella da guardare.

Ma da un po' quanto?

Da quando ho conosciuto te, è il mio primo pensiero.

Vedi Frank, avevo ragione anche questa volta. Io sono romantico.

E quasi mi immagino il tuo sguardo che mi dice “Era un trucco, il tuo cambiare discorso”. No Frank, non mi dire così. Io non potrei mai ingannarti, voglio solo farti partecipe dei miei pensieri, come ho fatto in quell'hotel a New York City.

Ma tutti quei pensieri di cui non saprai mai nulla, e tutti gli abbracci che mai ti stringeranno, e tutti i baci che mai si poseranno sulla tua bocca, quelli mi mozzano il fiato, mi mancano e non sono mai esistiti.

Ma ti prego, ricordali. Ricorda il futuro.

Ricorda ciò che sarebbe successo in quell'hotel di New York City.

E ricorda anche il passato, ricorda ciò che hai provato.

Ricordati del mio amore, è tutto ciò che chiedo.

Ricorda che le ultime parole che ti ho detto sono state due.

La prima e l'ultima volta in cui le ho dette, e tu sei colui al quale erano destinate, perché Frank, io ti giuro, amo te.

Ti amo di quel tipo di amore che sembra banale perché è troppo unico da poterlo spiegare, di quel tipo di amore che si racchiude in due paia di occhi fissi l'uno nell'altro.

Ricorda i miei occhi in quell'hotel a New York City.

O forse, alla fine, ricorda me.

Ricorda me e ricorderai il mio amore, io sono costruito dal mio amore per te.

E ricorda quell'hotel a New York City. È l'ultima cosa che ti chiedo di ricordare.

Ricordati di quell'hotel a New York City in cui siamo stati semplicemente dei santi annegati nei nostri dolci peccati.

 

 

 

“Gerard. Gerard.”

Corro verso di lui, i sensi ovattati.

“Gerard no, ti prego. Ti prego. Ti amo.”

Cerco di muovere il suo corpo senza vita. Niente. È andato.

All'improvviso non mi importa più di niente, non mi importa neanche del proiettile che si è conficcato nel mio petto.

Solo il dolore mi rende lucido.

E se sono lucido, mi ricordo.

Gerard, io mi ricordo. Per la prima volta, e per l'ultima.

Ricordo veramente, come facevi sempre tu, e poi me lo rinfacciavi.

E sai, credo sarai felice di sapere, che ricordo una cosa sola.

Sai quell'hotel in cui siamo stati liberi?

Hai presente quell'hotel a New York City?

 

 

 

 

“Sono morti quasi nello stesso istante, non del tutto coscienti.” dice con aria grave il medico.

Le due donne si scambiano un'occhiata rassegnata e malinconica.

Ringraziano l'uomo e escono dall'ospedale in cui sono rinchiusi i corpi dei loro mariti.

Sono vestite di nero, e le velette dei cappelli oscurano la vista delle lacrime.

D'un tratto una si ferma e solleva il capo verso il cielo.

“Si amavano, lo sai vero” quasi sussurra all'altra.

“Oh, se lo so. Credo che si amassero più di quanto noi possiamo immaginare.” risponde lei.

Ricominciano a camminare per la strada bagnata di pioggia.

“È già stato deciso il posto per la loro sepoltura?”

“Ufficialmente no, ma credo di immaginarmi dove loro avrebbero voluto riposare insieme”

“E sarebbe?”

L'altra si ferma davanti ad un banalissimo hotel.

“Ma sei sicura, proprio nel cimitero vicino a quell'ultimo, dannatissimo hotel, qui a New York City?”

I fantasmi di Gerard Way e Frank Iero quasi appaiono davanti agli occhi dell'altra.

“Sì, sono sicura. Era il LORO hotel a New York City”

 

 

 

 

 

 

 

Ah-uhm. *si schiarisce la voce*

Okay sono in imbarazzo.

Dunque, questa storia è frutto dell'unione di Twin Skeleton (Hotel in NYC), un ennesimo pianto davanti al finale del video di Sing (anche se l'ho un po' storpiato) e il mio cervellino bacato.

E nulla, è la mia prima Frerard in assoluto e spero che vi sia piaciuta un pochino almeno, per quanto possa piacere una OS scritta così di getto. * folla lancia tutti i generi alimentari*

Dedicata a tutte le ragazze di Twitter che mi hanno fatto venire voglia di scrivere, vvb *e scusate se vi dedico una cagata del genere*

Bene, ho finito con questo (patetico) angolo, e grazie se siete arrivate fino a qui

 

Gaia

 

P.S.

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Please <3

   
 
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