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Autore: emily12_    08/02/2015    2 recensioni
Se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire il freddo che avrebbe dovuto provare: un brivido che si diramava per la spina dorsale fino alle braccia.
Mai come in quei mesi Simon aveva capito quanto potessero essere importanti i ricordi.
Il ricordo della vita che scorre sulla pelle o del cuore che batte.
Ora era un vampiro, e in un certo senso non faceva più parte della vita, perché sarebbe vissuto per sempre.
* * *
Accese la luce della sua camera e si guardò attorno ritrovando tutti i suoi oggetti di sempre.
Sempre?
Eppure sentiva una sorta di ronzio indistinto nella mente che gli faceva prudere le mani, come se qualcosa non andasse affatto.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'aria gli fischiava nelle orecchie e gli scompigliava i capelli scuri.

Se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire il freddo che avrebbe dovuto provare: un brivido che si diramava per la spina dorsale fino alle braccia.

Mai come in quei mesi Simon aveva capito quanto potessero essere importanti i ricordi.

Il ricordo della vita che scorre sulla pelle o del cuore che batte.

Ora era un vampiro, e in un certo senso non faceva più parte della vita, perché sarebbe vissuto per sempre.

Spesso si sentiva soffocare: pensare a tutto il futuro che avrebbe avuto davanti lo stordiva.

Diede un calcio ad una lattina che rotolò sul marciapiede fino in strada.

Si guardò intorno sentendo una strana sensazione, come se qualcuno lo stesse osservando.

Non gli parve di vedere nessuno.

Diurno.”

Si voltò di scatto: una ragazza alta, pallida, con un viso familiare, e due occhi scuri.

Sei...sei una vampira?” Simon si diede subito dell'idiota: non erano certo domande da fare quelle.

Hai un intuito eccezionale. Seguimi.”

Ma io...”

Seguimi.” ripeté quella prima di voltarsi e andarsene.

Il ragazzo la raggiunse lievemente esasperato: “Dove stiamo andando?”

Da nessuna parte, forse.” rispose alzando le spalle.

Sai che di solito la gente si presenta con dei motivi seri?”

Lei ridacchiò: “Non nel mio mondo.”

Ad un tratto la scena cambiò.

Era davanti ad un cimitero, solo.

No, non era più solo: c'erano delle persone attorno ad un cumulo di terra.

Un ragazzo biondo, una ragazzina rossa, un ragazzino pallido e altre due o tre persone, ma c'era troppo buio per distinguerle.

La terra cominciò a smuoversi e ne uscì una mano, poi un ragazzo dal volto tirato e gli occhi spalancati.

La ragazza dai capelli rossi si gettò su di lui per abbracciarlo, ma lui l'aggredì.

Simon voleva vomitare, anche perché quel ragazzo gli ricordava qualcuno...ma chi?

Tutto fu di nuovo sbiadito, ma poteva sentire il sapore del sangue in bocca, qualcosa di inebriante e indefinibile.

Forse la sua testa sarebbe scoppiata da un momento all'altro: gli faceva così male, che avrebbe potuto spaccarsi in due.

Ed eccolo di nuovo sulla strada, davanti a quella ragazza dagli occhi profondi che lo fissava con un sopracciglio alzato.

Simon boccheggiò: “Che cosa..?”

Come stai?” sembrava preoccupata.

Simon la fissò senza parole in preda alla nausea: non riusciva a capirci nulla, si sentiva completamente vuoto.

Forse non dovevo ancora venire, ma volevo che tu ricordassi, una volta mi volevi bene.”

Chi sei?”

Qualcuno.”

Chi?”

Lei si avvicinò e gli scostò i capelli dalla fronte: “Addio Simon.”

Sparì nel nulla come nei sogni.

E forse quello era un sogno.

* * *

Aprì gli occhi di scatto e fissò il vuoto con una morsa di terrore allo stomaco.

Accese la luce della sua camera e si guardò attorno ritrovando tutti i suoi oggetti di sempre.

Sempre?

Eppure sentiva una sorta di ronzio indistinto nella mente che gli faceva prudere le mani, come se qualcosa non andasse affatto.

Scostò le tende bianche dalla finestra e guardò la strada immersa nel buio.

Per un attimo gli parve di vedere di nuovo quella ragazza del sogno alla luce del lampione e il suo cuore si fermò senza un motivo preciso, perché non riusciva veramente a capire che fosse lei.

Poi si accorse di essersela immaginata, come succedeva troppo spesso con troppe cose ultimamente.

Sospirò e tornò a letto.

Chiuse gli occhi e non poté trattenere un sorriso: nel buio della sua mente riusciva ancora a vederla.

All'improvviso riaprì le palpebre trattenendo il fiato: “Isabelle...” sussurrò.

Un nome. Eppure sapeva che era il suo, era il nome di quella ragazza e che di sicuro quella ragazza esisteva.





Ohi gente! Scusate per questo schizzo di pazzia...avevo un'altra idea quando ho cominciato a scriverlo, spero non sia troppo noioso e ci terrei tanto a sapere cosa ne pensate :)

emily

  
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