Anime & Manga > My HiME - My Otome
Ricorda la storia  |      
Autore: Shainareth    01/12/2008    5 recensioni
[Mai HiME - anime] Fu solo allora che Akira si accorse che dieci, forse dodici bambini approssimativamente sui sei anni li stavano circondando, fissandoli con fare incuriosito.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akira Okuzaki, Takumi Tokiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Curiosità

 

 

Vide sfilare davanti alla porta un nugolo di chiassose ragazzine che si affrettavano alla ricerca delle loro prede, stringendo fra le mani un pacchetto la cui forma e grandezza variava per ciascuna di loro. Quando Akira fu certa che il gruppetto non sarebbe più ripassato di lì, chiuse lentamente, ed in assoluto silenzio, la porta dietro la quale si era riparata per sbirciare, ed infine tirò un sospiro di sollievo: dopo essere sfuggiti alle loro ammiratrici, finalmente lei e Takumi potevano dirsi in salvo.

   «Più che l’amore, mi pare che quelle cerchino un coniglio da sbranare…» commentò, nervosa, accucciandosi in terra accanto all’amico.

   «Uhm… Akira-kun?» si sentì chiamare.

   Ruotò gli occhi verso Takumi, ma prima ancora che lui continuasse, lei parve ricordarsi di qualcosa che aveva priorità assoluta su tutto il resto. «Stai bene?»

   «Eh? Ah, sì.»

   «Non ti sei stancato troppo per la corsa?»

   Il giovane scosse il capo. «Non preoccuparti, ho già ripreso fiato.»

   «Meno male» si tranquillizzò la ragazzina.

   «Però…»

   «Cosa?»

   «Onii-chan, che bei capelli che hai!» esclamò una vocina alle sue spalle, facendola così sobbalzare. Fu solo allora che Akira si accorse che dieci, forse dodici bambini approssimativamente sui sei anni li stavano circondando, fissandoli con fare incuriosito. Una di loro, i capelli neri molto corti e gli occhi grandi e vispi, si era avvicinata più degli altri e, senza una sola parola, aveva preso a giocare con la coda di Akira, che subito si sottrasse alle sue manine.

   «Credo che ci siamo infilati nella palestra delle elementari» suppose Takumi, sorridendo a quei visi paffuti.

   «Stiamo aspettando la maestra di ginnastica» confermò infatti un piccoletto dalla zazzera spettinata. Indossava una maglietta che gli stava troppo grande e che lo faceva apparire più minuto di quanto in realtà non fosse. «Perché siete qui?»

   «Per non farci trovare» rispose il ragazzo più grande, il quale, neanche a dirlo, aveva già preso il bimbo in simpatia.

   «Giocate a nascondino?»

   «Qualcosa di simile.»

   «Onii-chan, quanto ci hai messo a farti crescere così tanto i capelli?» stava domandando intanto la bambina di prima, continuando ad osservare la coda di Akira con una certa invidia, mentre si toccava distrattamente la punta dei corti capelli neri.

   «Non chiamarla “Onii-chan”!» la riprese un suo compagno di classe, stizzito. «I veri maschi non portano i capelli lunghi!»

   L’altra sgranò gli occhioni azzurri. «Sei una “Onee-chan”?!» proruppe allora, tornando a rivolgersi ad Akira, che subito rizzò la schiena.

   «C-Che importanza ha?»

   «Onii-chan,» riprese il primo bimbo, richiamando di nuovo l’attenzione di Takumi, «è la tua ragazza?»

   I due studenti delle medie avvamparono, sobbalzando di nuovo. «N-No!»

   «Oggi è San Valentino!» si ricordò di colpo un’altra ragazzina, battendo le manine fra loro. «Ieri ho preparato una torta per papà insieme alla mamma. Onee-chan, tu gliela hai regalata la cioccolata?» chiese, additando poco educatamente Takumi.

   «P-Perché avrei dovuto?!» starnazzò Akira, che, fra i due, era quella visibilmente più in imbarazzo.

   «Se siete fidanzati, allora vi siete nascosti qui per fare le cose sporche, vero?» mise il dito nella piaga un altro.

   «Quali cose sporche?» volle sapere una delle sue compagne.

   «Sai, come quando tuo papà e tua mamma si baciano» le spiegò qualcuno, continuando a tormentare l’animo dei due ragazzi.

   «Oppure quando si toccano lì» affondò il bimbo di prima con fare saccente, facendo però morire Akira di vergogna.

   «Ma che razza di bambini siete, voi?!» sbottò infatti quest’ultima, disperata.

   «Sono solo curiosi…» le fece presente Takumi, adesso non meno imbarazzato di lei.

   Qualcuno lo tirò per la manica dell’uniforme e lui si volse in direzione di una bimba con le treccine castane che le scendevano sulle spalle. Il suo sorriso dolcissimo gli sciolse il cuore. «Onii-chan,» iniziò la bambolina con voce tenerissima, «lei te lo ha già fatto *******?»

   Scandalizzata, Akira lanciò un urlo che sfondò i timpani di buona parte dei suoi piccoli kohai. Dopo di che, cadde il silenzio. Infine…

   «Takumi!» gridò la ragazzina, terrorizzata all’idea di vedersi morire l’amico sotto gli occhi per un attacco cardiaco, mentre il giovane si accasciava in terra con una mano al petto.












Visto quanto sono precoci i ragazzini di oggi, ho immaginato che un domani non dovremmo meravigliarci troppo per cose del genere... e già qualche bambino se ne usciva con parole che sentiva dire dai grandi tot anni fa, quando ero piccola anch'io e... e. Punto. Ora sapete perché sono cresciuta così. XD
A dire il vero, questa shot non doveva essere pubblicata perché... troppo stupida. Però... eh, però Hinata_chan mi ha fatto lo "Sguardo-Puccioso-no-Jutsu" e quindi non ho saputo dirle di no, visto che anche NicoDevil insisteva per vedere questo scempio qui.
Come al solito, one-shot senza alcuna pretesa, scritta in un momento di noia, che ha come unico scopo di illustrare ai gentili lettori quanto la sottoscritta sia demente.
Shainareth
P.S. Aggiunto il solito "What if?" fra gli avvertimenti per via del fatto che la storia non segue la time-line dell'anime.







  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > My HiME - My Otome / Vai alla pagina dell'autore: Shainareth